A differenza di Renzo Bossi, non solo io non tiferò Italia ma tiferò contro l'Italia, come del resto faccio da circa quindici anni.
Giornalisti e commentatori, uomini di sport e di politica, ma in generale un po' tutti, dovrebbero capire, in primo luogo, che dichiarare di non sentirsi italiano rientra nelle prerogative libertarie di ciascuno di noi. E, piaccia o non piaccia, è esattamente così. Allo stesso modo è perfettamente lecito sostenere idee secessioniste e adoperarsi democraticamente per creare una nuova nazione. Porsi contro una prospettiva del genere significa semplicemente mettersi contro la Storia, specie quella d'Europa, che - solo per restare negli ultimi cento anni - altro non è se non, appunto, un lunghissimo elenco di scissioni (tra l'altro non sempre pacifiche).
In secondo luogo i sopra menzionati giornalisti, commentatori, sportivi, politici ecc. dovrebbero stare calmi: per il momento i numeri sono infatti ampiamente dalla loro parte (la frazione di chi non si sente italiano, purtroppo, è ancora minima, probabilmente quasi ridicola).
Non conosco Renzo Bossi e nei prossimi mesi e anni avrà certamente modo e tempo di dimostrare se ha o non ha le capacità e la visione politica del padre. Per il momento non abbiamo elementi per poter giudicare, ma di sicuro quanto dichiarato a Vanity Fair non contiene nulla di scandaloso, semmai a scandalizzare dovrebbero essere le reazioni ottuse di maggioranza e opposizione, e quelle ancor più ottuse di Gigi Riva.