Monday, March 01, 2010

IRM

Questo dev'essere il periodo dei dischi ad alto contenuto soporifero. Non fa eccezione nemmeno IRM (2010) di Charlotte Gainsbourg, artista francese che si era distinta con il precedente 5:55 (grazie soprattutto allo zampino degli Air). Qui invece il compositore principale è quel Beck (Hansen), che certa critica continua a osannare ma che, a mio avviso, ha introdotto nella musica dei nostri anni solo una gran quantità di entropia, ovvero di fastidioso e inutile rumorismo.
Il connubio tra la Gainsbourg e l'artista di Los Angeles ha smosso molti interessi, i giornalisti (cosiddetti) specializzati ne hanno naturalmente parlato bene e IRM finirà presumibilmente per vendere parecchio. Ma resta il fatto che si tratta di un album che concilia pesantemente il sonno.
Per le recensioni di facciata e per conoscere il significato autobiografico dell'acronimo IRM non vi resta che fare qualche rapida ricerca in Rete. Per quel che mi riguarda siamo invece di fronte a un prodotto insufficiente e molto modesto.