Wednesday, March 24, 2010

BK3

Sul recentissimo BK3 (2010), terzo lavoro solista di Bruce Kulick, devo confessare che non nutrivo affatto grandi aspettative. Non è una questione di prevenzione, ma di pura statistica: solitamente quando un vecchio leone del rock pubblica un disco in età avanzata (Kulick è nato a New York nel 1953) i risultati lasciano spesso a desiderare. Certi ritorni, magari dopo dieci o vent'anni rispetto all'epoca d'oro, hanno infatti il tipico sapore di operazioni esclusivamente commerciali, magari messe in piedi ad arte per sanare i debiti di una gestione finanziaria poco assennata.
BK3, invece, è semplicemente un gran bel disco di matrice hard rock. E se alla fine non lo comprerò è per il solo fatto che, quando si possiedono già quasi settecento CD, una ricerca dell'originalità diventa, in linea di massima, un criterio ragionevole e quasi obbligato.
Kulick è certamente noto per aver fatto parte, dal 1984 al 1996, di quella splendida macchina da soldi che risponde al nome di Kiss. I più attenti lo ricorderanno però per le sue prime esperienze con Meat Loaf, per i successivi lavori con Michael Bolton (sia nella versione solista che con i Blackjack), per gli album con gli ESP (sigla acronimo di Eric Singer Project) e per la consolidata collaborazione, dal 2001, con i Grand Funk Railraod. Ma si dovrebbero citare anche le parentesi, più o meno fortunate, con The Good Rats e Union, e una folta schiera di contributi chitarristici che hanno arricchito gli album di numerosi artisti (per citarne alcuni: Don Johnson, Graham Bonnet, Eric Carr, Gene Simmons, Paul Stanley, Michael Schenker e persino i finnici Lordi).
Per tornare al disco, BK3 vanta la partecipazione di un gran nugulo di ospiti illustri per la cui lista completa si rimanda alle recensioni di siti e riviste specializzate. Tra i numerosi brani di questo lavoro mi ha colpito in modo positivo No Friend Of Mine, con alla voce quel John Corabi divenuto famoso per la sua breve e infelice esperienza con i Mötley Crüe.
In conclusione siamo comunque di fronte a una produzione molto curata nei suoni e con poche cadute di tono e, in ogni caso, nettamente sopra la media.