Saturday, August 30, 2008

Menti straordinarie. Renato Dulbecco

Molti lo ricorderanno per la sua ingessatissima partecipazione a un festival di Sanremo di qualche anno fa, molti altri invece è probabile che lo ignorino del tutto.
Dulbecco ha vinto il Nobel per la medicina nel 1975 insieme a Howard Temin e David Baltimore, entrambi suoi studenti.

Alla domanda di Odifreddi "Non è un po' strano che ci sia il proibizionismo contro le droghe, anche leggere, ma il commercio del tabacco sia libero?", Dulbecco risponde così:

"Be', il tabacco lo producono gli Stati Uniti, le droghe no".

Menti straordinarie. Christian De Duve

De Duve ha ricevuto il premio Nobel per la medicina nel 1974 assieme ad Albert Claude e George Palade; i tre sono di fatto i padri della biologia cellulare.

Essenziale la sua visione del rapporto scienza-religione:

"La religione deve adattarsi alle scoperte scientifiche: se c'è un conflitto con la scienza, è lei che deve cedere".

Friday, August 29, 2008

Hope dies (last)

I Metallica (www.metallica.com) sono stati una delle cose più belle della mia adolescenza, e non solo per me naturalmente.

Le opinioni su quale sia il loro ultimo album valido, quello cioè prima dell'innegabile declino, sono innumerevoli, e come è facile immaginare, molto diverse tra loro e spesso discordanti. Personalmente ritengo che il gruppo abbia esaurito la propria ispirazione con il controverso Load (1996), da lì in avanti (mi riferisco solo alle uscite ufficiali) sono arrivati Re-load (1997) e St. Anger (2003), entrambi molto scadenti, per non dire inutili.

Ora siamo tutti in attesa del 12 Settembre 2008, data in cui verrà pubblicato a livello mondiale il nuovo album Death Magnetic. È un'attesa giustificata, da un lato, dall'immenso valore che il quartetto di San Francisco ha mostrato negli anni d'oro, e dall'altro, dall'amore che prova ogni fan. Un'attesa lecita, che alimenta la speranza di poter riascoltare presto almeno un paio di grandi brani.
Nei giorni scorsi Hetfield e compagni hanno reso disponibile sul loro sito il primo singolo The Day That Never Comes, e va rilevato che le prime impressioni sono tutt'altro che positive; questa prima anticipazione mostra forti riminiscenze del periodo Re-load che non fanno presagire nulla di buono; ma rimando il mio giudizio all'uscita dell'intero album.

Thursday, August 28, 2008

In Italia

In Italia (con Gianna Nannini), tratto dall'album Bugiardo (2007) di Fabri Fibra (www.fabrifibra.it) .

Ci sono cose che nessuno ti dirà
Ci sono cose che nessuno ti darà
Sei nato e morto qua
Nato e morto qua
Nato nel Paese delle mezze verità


Dove fuggi?

In Italia pistole in macchine
In Italia Machiavelli e Foscolo
In Italia i campioni del mondo sono
In Italia

Benvenuto

In Italia fatti una vacanza al mare
In Italia meglio non farsi operare
In Italia e non andare all'ospedale
In Italia la bella vita
In Italia le grandi serate e i gala
In Italia fai affari con la mala
In Italia il vicino che ti spara
In Italia

Ci sono cose che nessuno ti dirà
Ci sono cose che nessuno ti darà
Sei nato e morto qua
Sei nato e morto qua
Nato nel Paese delle mezze verità

Ci sono cose che nessuno ti dirà
Ci sono cose che nessuno ti darà
Sei nato e morto qua
Sei nato e morto qua
Nato nel Paese delle mezze verità


Dove fuggi?

In Italia i veri mafiosi sono
In Italia i più pericolosi sono
In Italia le ragazze nella strada
In Italia mangi pasta fatta in casa
In Italia poi ti entrano i ladri in casa
In Italia non trovi un lavoro fisso
In Italia ma baci il crocifisso
In Italia i monumenti
In Italia le chiese con i dipinti
In Italia gente con dei sentimenti
In Italia la campagna e i rapimenti
In Italia

Ci sono cose che nessuno ti dirà
Ci sono cose che nessuno ti darà
Sei nato e morto qua
Sei nato e morto qua
Nato nel Paese delle mezze verità

Ci sono cose che nessuno ti dirà
Ci sono cose che nessuno ti darà
Sei nato e morto qua
Sei nato e morto qua
Nato nel Paese delle mezze verità


Dove fuggi?

In Italia le ragazze corteggiate
In Italia le donne fotografate
In Italia le modelle ricattate
In Italia impara l'arte
In Italia gente che legge le carte
In Italia assassini mai scoperti
In Italia volti persi e voti certi
In Italia

Ci sono cose che nessuno ti dirà
Ci sono cose che nessuno ti darà
Sei nato e morto qua
Sei nato e morto qua
Nato nel Paese delle mezze verità

Ci sono cose che nessuno ti dirà
Ci sono cose che nessuno ti darà
Sei nato e morto qua
Sei nato e morto qua
Nato nel Paese delle mezze verità


Dove fuggi?
Dove fuggi?

Vado piano in Lituano

Mi sono messo a imparare il Lituano. Sarà un'impresa ardua.

Si tratta di una lingua con struttura simile al Latino, quindi una lingua di tipo antico: a differenza delle lingue moderne come il Toscano, il Francese e soprattutto l'Inglese, in Lituano l'uso delle preposizioni è ridotto all'osso e per rendere i vari complementi si cambia la parte terminale delle parole; da qui nascono i casi, appunto come in Latino (che ne ha sei, contro i sette del Lituano). Un'altra difficoltà: verbi che in Latino vanno in un caso, in Lituano ne prendono un'altro (tipicamente molti accusativi Latini sono resi in Lituano con un genitivo/partitivo). A ciò si aggiunge un sistema molto compesso di accenti, che cadono non solo sulle vocali ma anche sulle consonanti; ci sono moltissimi dittonghi, una grafia più ricca e regole di pronuncia non semplicissime (anche se quest'ultimo aspetto non è tra i più gravosi).

Cercherò di andare piano e imparare per gioco. Ho studiato il Latino per più di otto anni, ma lo si utilizzava solo in forma scritta, qui si tratta di cominciare a parlare, al limite, all'inizio, di parlicchiare. Comunque sono fiducioso.

Quanti solfiti?

Il 22 Aprile di quest'anno ho pubblicato un lungo post che trattava dei solfiti nel vino (vedi qui). Non mi sono tuttavia reso conto di un particolare fondamentale: ormai quasi tutte le bottiglie in circolazione riportano la dicitura "contiene solfiti"; quello che tuttavia manca è una specifica della quantità. Immagino non sia previsto dalla normativa, ma se l'indicazione è stata introdotta per informare chi acquista è ovvio che l'assenza di un valore quantitativo impedisce ogni tipo di decisione. Se infatti praticamente tutti i vini contengono solfiti, e io non so quanti sono, in base a cosa decido? Buone intenzioni di utilità nulla.

Wednesday, August 27, 2008

Menti straordinarie. Joseph Stiglitz

Joseph Stiglitz è considerato, tra gli economisti, quello più vicino alle istanze no global. Ha vinto il premio Nobel nel 2001 assieme a George Akerlof e Michael Spence. È stato inoltre a capo dei consiglieri economici di Clinton.

Diversi i passi che ho tratto dall'intervista di Odifreddi.

Alla domanda "Lei ha usato l'incorniciamento nel suo lavoro col governo?", Stiglitz risponde:

"Lo fanno tutti i consiglieri, consciamente o inconsciamente. Ad esempio, si presentano al presidente varie opzioni, formulate in maniera tale da incoraggiarlo a sceglierne una in particolare. Uno dei modi è di incorniciare l'opzione preferita tra due estreme, in modo che essa appaia la più equilibrata: una specie di «media aurea». Si può esercitare molto potere, presentando le cose in un modo invece che in un altro".

Di Clinton racconta:

"Benché fosse un avvocato, era molto informato sulle questioni di politica economica: in parte perché aveva avuto il vantaggio di essere stato governatore di un piccolo stato, il che l'aveva costretto a interessarsi di tutto, a differenza dei governatori degli stati più grandi [...]. Ero il capo dei suoi consiglieri economici: ogni settimana gli dovevo preparare un memorandum di una quindicina di pagine, che combinava un'analisi della situazione economica del momento e una previsione dei problemi futuri. E il lavoro era sfibrante: di solito tenevo la mia prima riunione alle sette e un quarto del mattino, e dovevo arrivarci avendo già letto i principali giornali".

Parla, sorprendentemente, anche del suo reddito come consigliere del presidente:

"Il mio reddito scese del 70 per cento: da un lato, lo stipendio era inferiore a quello universitario, e dall'altro lato, non si potevano fare consulenze. Ma quando il presidente ti chiede di lavorare per lui, è molto difficile dire di no".

Osservazione di Odifreddi: "A proposito di dire di no, lei sembra essere stato spesso in conflitto col ministero del Tesoro". Ecco l'interessante replica di Stiglitz:

"Non c'era niente di personale: si tratta di un conflitto di lunga data. Il Tesoro riflette gli interessi dei mercati finanziari: tradizionalmente, i ministri provengono dalle grandi industrie e tendono a pensare che ciò che va bene per Wall Street, va bene per il Paese. I consiglieri invece in genere arrivano dall'università: sono quasi sempre professori indipendenti, che non vedono in Wall Street l'unico centro di interesse economico del Paese. Il risultato è che il ministero tende a essere conservatore, mentre i consiglieri sono più liberali, soprattutto con amministrazioni democratiche".

Altra domanda dell'intervistatore: "Se l'economia è uno degli aspetti della politica, come possono gli Stati Uniti pensare che ciò che va bene economicamente per loro, debba andar bene anche per gli altri?". Il punto di vista di Stiglitz è il seguente:

"Perché una politica illuminata sa che perseguire soltanto il proprio interesse non è nel proprio interesse. O, in altre parole, che l'interesse a lungo termine è a volte in conflitto con quello a breve termine. La mia maggior critica alla politica economica dell'amministrazione Clinton riguardava appunto la sua miopia, che la portava a dare troppa importanza al breve periodo [...]. Quando un Paese, per quanto grande e potente sia, comprende di non poter possedere l'intero mondo, allora capisce di dover perseguire la cooperazione e il contenimento. Per avere successo alla lunga bisogna persuadere gli altri che il proprio interesse è anche quello generale".

Tuesday, August 26, 2008

Menti straordinarie. Michael Spence

Chiunque abbia frequentato un corso universitario di economia si è imbattuto molto presto nell'ipotesi poco realistica di simmetria dell'informazione. Michael Spence si è occupato di asimmetria informativa e per i suoi contributi in questo ambito ha ricevuto, nel 2001, il premio Nobel assieme a George Akerlof e Joseph Stiglitz.

Dall'intervista a Odifreddi ho tratto un passaggio che ha per oggetto la pubblicità:

"Una buona parte della pubblicità consiste nell'attaccare a un prodotto un'immagine, che ne diventa parte: la pubblicità cambia la natura del prodotto pubblicizzato, nella mente del consumatore. Non lo si capisce, se si continua a pensare che il prodotto sia indipendente dall'immagine che se ne ha. Invece sono una cosa sola, due facce di una stessa medaglia".

Odifreddi pone a un certo punto una domanda molto interessante ("Come situerebbe l'asimmetria del mercato nell'ambito di una visione generale del problema dell'asimmetria, che pervade i campi più disparati: fisica, chimica, biologia, persino l'arte?"). Ecco la risposta di Spence:

"Mentre l'asimmetria in natura ha buone ragioni evolutive di esistere, ed è dunque positiva, mi sembra che in economia sia invece in genere dannosa, benché molto diffusa: ad esempio, può produrre il collasso del mercato, la selezione avversa e l'azzardo morale".

La riscossa dei topi volanti

Ieri sera, mentre facevo compere al supermercato, mi sono imbattuto nell'amico Ettore Fusco, oggi sindaco del comune di Opera. Qualcuno probabilmente lo ricorderà per l'eco delle cronache nazionali sul finire del Dicembre 2006, quando, ancora in veste di semplice consigliere leghista, aveva condotto, e poi soprattutto vinto, una stoica battaglia di resistenza contro un accampamento nomadi voluto dal primo cittadino di allora (poi trombato alle ultime elezioni).
Era da qualche mese che non ci si vedeva e ne ho approfittato per chiedergli ragguagli sulle ultime iniziative. Mi ha colpito con favore l'idea di avviare un progetto per l'impiego dei pipistrelli contro le zanzare; non è un'iniziativa del tutto nuova, anche se ancora agli albori, ma fa piacere che ci siano sindaci giovani, pronti a sperimentare soluzioni nuove e di impronta ecologista.
Certo, è una piccolissima cosa, ma a mio avviso degna di attenzione.

Monday, August 25, 2008

Ostaggio perenne

Il primo passo per risolvere un problema è ammettere che questo esiste. Se ad esempio soffri di impotenza, la prima cosa da fare, spesso la più difficile, è proprio quella di andare dal medico e parlagliene; il resto, cioè la cura, è di solito un percorso in discesa.

Nei giorni scorsi il ministro dell'istruzione Gelmini ha fatto notare come tra nord e sud (cioè tra Padania, da un lato, e Italia, Sicilia, Sardegna, dall'altro) esista un divario da colmare. Come è facile immaginare, quelle dichiarazioni hanno immediatamente scatenato le solite prevedibili polemiche incentrate sul razzismo.

È evidente che siamo di fronte a un rifiuto totale da parte dell'Italia di prendere atto dei propri malanni ormai cronicizzati. Si invoca il razzismo e si persevera nell'ignorare il problema.
Cosa, a dir la verità, che stupisce ben poco: d'altra parte questo è sempre stato il tipico atteggiamento italiano e italiota, dovremmo averlo capito da tempo. Quello che fa inorridire è invece il comportamento coniglio dei politici e dei ministri dell'attuale maggioranza, che hanno sentito l'impellente bisogno di divulgare una processione di interviste riparatorie (perdendo un'altra buona occasione per tacere almeno d'estate).

Esiste o no un divario tra Padania e Italia? È vero o non è vero che affidabilissimi rapporti internazionali come il PISA (di cui ho parlato anche sul blog) hanno certificato queste differenze di cui ha parlato il ministro? È vero o no che laurearsi e sostenere concorsi pubblici in Italia e Sicilia è molto più semplice che qui da noi?

I nostri politici sono ormai ostaggio di questa cultura italiota che si chiude a riccio e sbandiera inesistenti accuse di razzismo ogni volta che qualcuno punta il dito a indicare i reali problemi del Paese.

Di questo passo, prima o poi, sarà proibito affermare che Napoli si trova a una latitudine inferiore rispetto a quella di Milano, o che d'inverno il clima calabrese è più mite di quello veneto.

Guardando a certi fenomeni con occhi un po' più scientifici quel che è in atto è evidentissimo: la cultura più forte si sta mangiando la cultura più debole.
La cultura più debole siamo noi.

Sunday, August 24, 2008

Falsi amici di tipo S

salute (s.): saluto militare; non significa saluto nel senso ordinario del termine (solitamente al plurale: greetings, regards) né salute che invece si dice health

sane (ag.): sano di mente; sano in senso generale si traduce healthy, sound, wholesome, healthful

sanity (s.): sanità mentale; salute si dice health

scale (s.): i due significati principali sono bilancia e scala di misurazione; non significa scala che si traduce staircase, stairway, stairs, ladder

scholar (s.): studioso, letterato oppure vincitore di una borsa di studio; non significa scolaro che si traduce pupil

scholarly (ag.), scholarship (s.): sono legati al significato di cui sopra

sensible (ag.): sensato, giudizioso, assennato, saggio, razionale, percettibile, notevole, considerevole; non significa sensibile che si dice invece sensitive

sensitive (ag.): sensibile; non significa sensitivo che si dice sensorial

silicon (s.): silicio; silicone si dice silicone

sparse (ag.): rado; non significa sparso che si traduce in modi diversi a seconda della situazione

sparsely (av.), sparseness (s.): sono legati al significato di cui sopra

stamp (s.): francobollo, bollo, impronta, stampo, marchio; stampa si dice, a seconda dei casi, print, printing, press

stationery (s.): cartoleria, articoli di cancelleria; stazionario si dice stationary

stranger (s.): estraneo, sconosciuto; non significa straniero che invece si traduce foreigner

strap (s.): cinghia; strappo si traduce in modi diversi a seconda dei casi

strict (ag.): preciso o severo; stretto si traduce narrow

sympathetic (ag.): comprensivo, sensibile; significa simpatico sono in riferimento al sistema simpatico del corpo umano, negli gli altri casi si usa likeable

sympathy (s.): condoglianze, comprensione, partecipazione a sentimenti altrui; non significa simpatia che si traduce liking

Menti straordinarie. Robert Solow

Insieme a Paul Samuelson e Franco Modigliani, Robert Solow è stato uno dei massimi esponenti dell'economia del secolo scorso; ha ricevuto il Nobel nel 1987.

Della sua intervista mi è piaciuto il tratteggio di Kennedy (del quale è stato uno dei principali consulenti):

"Kennedy si era rivolto agli intellettuali, ed esercitava una grande attrattiva su di loro. [...] L'ho incontrato spesso, ed era per molti rispetti una persona deliziosa. I rapporti li leggeva per davvero, e poiché Heller [un altro consulente economico] non glieli dava anonimi, ogni tanto capitava che il telefono squillasse, in ufficio o a casa, e che lui in persona chiedesse spiegazioni su questo o quel punto. Io sarei morto per un uomo del genere, che voleva imparare e imparava. I miei successori mi dissero che Johnson al massimo leggeva rapporti di mezza pagina: non che non fosse in grado intellettualmente, ma non gli interessava".

Dalla stessa intervista ho tratto anche un secondo brano, brevissimo, in cui Solow spiega perché l'economia non possa ritenersi una vera scienza (parole che, ai tempi, ci aveva trasmesso anche Salvatore Baldone, il nostro docente di Fondamenti di Economia):

"Perché la sua più grave mancanza è l'impossibilità di fare esperimenti".

Saturday, August 23, 2008

Menti straordinarie. Paul Samuelson

Paul Samuelson, uno dei grandi padri dell'economia moderna, ha ricevuto il premio Nobel nel 1970.

Due i brani che ho voluto estrarre dal libro di Odifreddi. Il primo è una critica alla degenarazione (tipicamente moderna) del capitalismo, di fronte alla quale Samuelson indica, seppur in termini molto generali, la sua ricetta terapeutica:

"Non c'è motivo di credere che il capitalismo selvaggio sia ottimale [...]. La cura per una regolamentazione sbagliata non è la deregolamentazione, ma una regolamentazione razionale e fattibile".

Il secondo passo è invece una critica all'eccesso di speranze verso l'Intelligenza Artificiale, e mi riporta indietro ai tempi dell'università; l'esame di robotica (che ho avuto la fortuna di sostenere con un docente eccentrico e geniale come Marco Somalvico) prevedeva una tesina a tre, e il mio compito era proprio quello di compilare una trentina di pagine sulla storia e l'evoluzione dell'Intelligenza Artificiale. Dice Samuelson:

"Qualunque forma di Intelligenza Artificiale è tanto lontana dal risolvere i problemi mondiali quanto io sono lontano dalla Luna, anche dopo aver saltato un metro più in alto".

Friday, August 22, 2008

Giovani menti baltiche in fumo

La mia recente ed ennesima vacanza in Lituania mi ha dato conferma di un fenomeno di costume che avevo notato già da molto tempo: in Lituania quasi tutti sono fumatori, in particolare le donne. La cosa sembra avere una valenza baltica più generale, che abbraccia anche Lettonia e Polonia (in Estonia il fenomeno mi è parso invece molto meno radicato). Anzi è stato proprio a Riga dove ho osservato la cosa per la prima volta (nel 1999 o nel 2000); incontrando un paio di ragazze nel centralissimo pub Dickens ho chiesto loro come mai ci fossero così tante fumatrici; la risposta è stata tanto incredibile quanto inattesa: "why not? it's cheap!".

Menti straordinarie. John Nash

John Nash è uno dei pochissimi vincitori di un premio Nobel scientifico la cui fama ha travalicato il mondo angusto e specialistico degli addetti ai lavori.
Ha introdotto il concetto di equilibrio oggi universalmente usato nella fondamentale Teoria dei Giochi (detto appunto equilibrio di Nash) e per i suoi contributi ha ricevuto il premio Nobel per l'economia nel 1994.
Tuttavia ciò che lo ha reso famoso presso il grande pubblico è stata la sua curiosa e travagliata storia personale (caratterizzata per circa venticinque anni da schizofrenia paranoide) che ha ispirato il nucleo del bellissimo film "A Beautiful Mind" di Ron Howard (esiste anche un libro omonimo di Sylvia Nasar).

Dall'intervista di Odifreddi ho estratto il seguente breve spunto, applicabile a molte situazioni e in cui, personalmente, mi riconosco pienamente:

"Il conservatorismo è multidimensionale, e si può essere conservatori in un senso senza esserlo in un altro".

Teste di minchia in libertà

Stamattina sono uscito di casa per andare in ufficio e passando in auto di fianco alla chiesa del paese ho notato come sul muro laterale sia comparsa la scritta "suca". In Meneghino significa zucca (anche nel senso di testa) e si pronuncia süca, ma le probabilità che queste fossero le intenzioni dell'autore sono piuttosto scarse, diciamo pure nulle. Più sensato pensare al significato siculo del termine.

Una delle tante forme di degrado dei tempi moderni, preceduta dalla forma di degrado peggiore in casi come questi: quella di pensare che queste siano cose da poco, per le quali non vale nemmeno più la pena di scandalizzarsi, che siano delle semplici bravate anziché atti di vandalismo vero e proprio; oppure inerpicarsi lungo i sentieri dei pericolosissimi distinguo: da una parte la condanna per chi riempie i nostri muri di scritte insignificanti e dall'altra qualcosa a metà tra l'assoluzione e la lode per chi invece li riempie di disegni sgargianti contro (così dicono loro) le brutture delle nostre periferie. Balle, si tratta in entrambi i casi di atti inaccettabili, non solo condannabili, ma che soprattutto andrebbero puniti severamente. Come piace dire a me: colpirli tutti per educarli tutti.

Certo, è difficile tenere alta la resistenza morale quando tutto sembra andare a rotoli. Se è vero che la madre dei cretini è sempre incinta è infatti altrettanto vero, purtroppo, che non è possibile commettere un matricidio selettivo.
Io credo che le soluzioni per colpire la cosidetta cultura dei writers (quella dei graffitari per parlarci chiaro) non siano difficili da trovare, anzi, al contrario sono quanto di più semplice si possa immaginare: prima di tutto una multa adeguatamente pesante, perché toccare qualcuno nel portafogli è sempre efficaciemente persuasivo, e poi un bel periodo di campo di lavoro (settimane o mesi, dipende dai casi), da far scontare in parte anche ai genitori nel caso in cui i figli siano minorenni. Guadagnarsi da vivere e ripagare i danni causati lavorando, magari pulendo altri sgorbi mascherati da graffiti.

Thursday, August 21, 2008

Menti straordinarie. Daniel Kahneman

Daniel Kahneman ha ricevuto il premio Nobel per l'economia nel 2002.

Dal libro di Odifreddi ho estratto un breve passaggio in cui Kahneman chiarisce le motivazioni per le quali viene attribuito questo tipo di Nobel:

"Almeno in economia, il premio Nobel in genere non viene dato per la qualità del lavoro fatto, ma per la sua influenza: per questo a volte passa così tanto tempo tra il lavoro fatto e l'assegnazione".

Wednesday, August 20, 2008

Menti straordinarie

Ho letto "Incontri Con Menti Straordinarie" di Piergiorgio Odifreddi (2006, Longanesi, www.longanesi.it).

L'autore propone in forma condensata cinquanta interviste ad altrettanti eroi del moderno sapere scientifico: vincitori degli annuali premi Nobel (per l'economia, la medicina, la chimica e la fisica) e vincitori delle quadriennali medaglie Fields per la matematica.

Per il suo spirito fortemente compilativo l'operazione tuttavia non convince e, per fare un parallelo, il testo lascia in bocca lo stesso sapore insipido di quelle antologie musicali che molti artisti o gruppi, prima o poi, si ritrovano a pubblicare quando vengono meno ispirazione e idee.

Il narcisismo già mostrato da Odifreddi nelle opere precedenti qui ritorna sotto forma di contenuti spesso eccessivamente tecnici, anche per chi dispone di un retroterra culturale di marcata impronta scientifica, al punto che molte parti, per ammissione stessa dell'autore, risultano di fatto incomprensibili. Sembra che Odifreddi abbia scritto più che altro per sé stesso, e che quasi si compiaccia di fronte alle difficoltà e allo smarrimento mostrati dal lettore. Paradossalmente gli episodi migliori sono proprio quelli in cui gli argomenti di conversazione si avvicinano a temi più comuni o di attualità. Per questo ho comunque deciso di pubblicare nei prossimi post alcuni frammenti di intervista che giudico degni di interesse e curiosità.

Tra le note più negative, due tipiche ossessioni Odifreddiane che fastidiosamente ricorrono per tutta l'opera: quella per l'odiato Berlusconi e annesso conflitto di interessi e quella per Dio e la religione. Il matematico diventa poi ridicolo nel formulare a quasi tutti gli economisti intervistati la stessa domanda: "lei pensa che se le economie comuniste avessero avuto a disposizione lo stesso tempo di quelle capitaliste avrebbero potuto produrre risultati positivi?". Immancabilemente tutte le risposte sono state un sonoro no.

Odifreddi mi è simpatico, specie quando appare in televisione. Quando scrive, però, veste panni troppo ingombranti: quelli del complesso di superiorità che purtroppo affligge molti esponenti della cultura ufficiale di questo Paese, quasi sempre di sinistra.

Tuesday, August 19, 2008

Qu, cu o q?

Alla voce "q" i dizionari indicano più o meno quanto segue: diciassettesima lettera dell'alfabeto latino il cui nome in Toscano è "qu"; rappresenta la consonante occlusiva velare sorda quando è seguita dalla u semiconsonantica, con la quale forma il nesso labiovelare sordo "qu", possibile solo davanti ad altra vocale diversa da u, nesso che peraltro, per motivi etimologici, è anche scritto "cu"; tale nesso può essere di grado tenue, medio o forte, quest'ultimo reso sempre con la grafia "cqu" tranne che in soqquadro e in beqquadro.

Tradotto significa che q è sempre seguita da u e da una delle quattro vocali restanti. Ma se q si pronuncia "qu" tanto varrebbe scrivere direttamente solo "q": qadro, qesto, qi, qoziente, ... al posto di (quadro, questo, qui, quoziente, ...); per i suoni forti si avrebbero aqqa, soqqadro, ... al posto di acqua, soqquadro, ...

E per quel che mi riguarda si potrebbe passare anche all'equivalenza "cu=q": qore, aqto, sqro, ... al posto di cuore, acuto, scuro, ...; infine, per distinguere qi (qui, avverbio) da qi (cui, pronome) basterebbe scrivere il primo come qì.

Un bel risparmio di vocali u, inutili.

L'autostrada della sfiga

Data: giovedì 31 Luglio 2008
Luogo: aeroporto internazionale della Malpensa, Varese

Mi sono imbarcato da pochi minuti su un volo della FlyLAL per Vilnius (ovviamente c'era anche la Indrė... meglio scriverlo, altrimenti mi si arrabbia); in attesa del decollo mi metto a curiosare tra il menu giornalistico offerto dalla stampa lituana; mi capita per le mani uno dei principali quotidiani di Vilnius e nelle pagine centrali, ullallà, ci trovo un dettagliato servizio sull'autostrada più lenta d'Europa: sì sì, proprio la Salerno - Reggio Calabria, incompiuta quasi fosse un'opera d'arte.

L'articolo, dopo una breve introduzione, enumera una lunga serie di fatti e curiosità: inchieste della magistratura, inchieste giornalistiche nazionali ed estere, trasmissioni televisive, ecc.; scopro che sull'argomento sono stati scritti addirittura due libri.

Al termine della lettura è successo quanto segue: (1) il volo è partito con 85 minuti di ritardo; (2) giunto Vilnius ho scoperto che ci avevano smarrito il bagaglio (dove tra l'altro c'erano tutti i nostri vestiti, compresi gli abiti per un matrimonio tenutosi due giorni dopo).

È finita che il bagaglio ce l'hanno portato a casa la sera seguente, appena in tempo per raggiungere i nostri amici Laima e Ramunas (gli sposi) in un paesello al confine con la Lettonia, 210 Km a nord di Vilnius.

Confesso che la mia mente irrazionale, per un attimo, ha pensato alla sfiga. Fortunatamente però, come direbbe invece la mia mente razionale, la sfiga non ha alcun fondamento scientifico.

Monday, August 18, 2008

Trappola mentale

A proposito di panico: "legàti da vincoli invisibili alle nostre paure, siamo, al tempo stesso, burattini e burattinaio, vittime delle nostre aspettative".

Autore non identificato