Paul Samuelson, uno dei grandi padri dell'economia moderna, ha ricevuto il premio Nobel nel 1970.
Due i brani che ho voluto estrarre dal libro di Odifreddi. Il primo è una critica alla degenarazione (tipicamente moderna) del capitalismo, di fronte alla quale Samuelson indica, seppur in termini molto generali, la sua ricetta terapeutica:
"Non c'è motivo di credere che il capitalismo selvaggio sia ottimale [...]. La cura per una regolamentazione sbagliata non è la deregolamentazione, ma una regolamentazione razionale e fattibile".
Il secondo passo è invece una critica all'eccesso di speranze verso l'Intelligenza Artificiale, e mi riporta indietro ai tempi dell'università; l'esame di robotica (che ho avuto la fortuna di sostenere con un docente eccentrico e geniale come Marco Somalvico) prevedeva una tesina a tre, e il mio compito era proprio quello di compilare una trentina di pagine sulla storia e l'evoluzione dell'Intelligenza Artificiale. Dice Samuelson:
"Qualunque forma di Intelligenza Artificiale è tanto lontana dal risolvere i problemi mondiali quanto io sono lontano dalla Luna, anche dopo aver saltato un metro più in alto".