Ho letto "Incontri Con Menti Straordinarie" di Piergiorgio Odifreddi (2006, Longanesi, www.longanesi.it).
L'autore propone in forma condensata cinquanta interviste ad altrettanti eroi del moderno sapere scientifico: vincitori degli annuali premi Nobel (per l'economia, la medicina, la chimica e la fisica) e vincitori delle quadriennali medaglie Fields per la matematica.
Per il suo spirito fortemente compilativo l'operazione tuttavia non convince e, per fare un parallelo, il testo lascia in bocca lo stesso sapore insipido di quelle antologie musicali che molti artisti o gruppi, prima o poi, si ritrovano a pubblicare quando vengono meno ispirazione e idee.
Il narcisismo già mostrato da Odifreddi nelle opere precedenti qui ritorna sotto forma di contenuti spesso eccessivamente tecnici, anche per chi dispone di un retroterra culturale di marcata impronta scientifica, al punto che molte parti, per ammissione stessa dell'autore, risultano di fatto incomprensibili. Sembra che Odifreddi abbia scritto più che altro per sé stesso, e che quasi si compiaccia di fronte alle difficoltà e allo smarrimento mostrati dal lettore. Paradossalmente gli episodi migliori sono proprio quelli in cui gli argomenti di conversazione si avvicinano a temi più comuni o di attualità. Per questo ho comunque deciso di pubblicare nei prossimi post alcuni frammenti di intervista che giudico degni di interesse e curiosità.
Tra le note più negative, due tipiche ossessioni Odifreddiane che fastidiosamente ricorrono per tutta l'opera: quella per l'odiato Berlusconi e annesso conflitto di interessi e quella per Dio e la religione. Il matematico diventa poi ridicolo nel formulare a quasi tutti gli economisti intervistati la stessa domanda: "lei pensa che se le economie comuniste avessero avuto a disposizione lo stesso tempo di quelle capitaliste avrebbero potuto produrre risultati positivi?". Immancabilemente tutte le risposte sono state un sonoro no.
Odifreddi mi è simpatico, specie quando appare in televisione. Quando scrive, però, veste panni troppo ingombranti: quelli del complesso di superiorità che purtroppo affligge molti esponenti della cultura ufficiale di questo Paese, quasi sempre di sinistra.