Sunday, May 31, 2009

Garlenda

Questa mattina abbiamo fatto un interessante giro a Garlenda, piccolo paese della Val Lerrone a una dozzina di chilometri da Albenga. La fortuna ha voluto che proprio oggi si celebrasse l'inaugurazione del castello omonimo dopo anni di restauri. Questo ci ha permesso di visitare, tra le diverse sale, soprattutto le cantine, e di degustare bruschette e vini locali. All'esterno spettacoli con falchi e altri rapaci, oltre a una dimostrazione di combattimenti in stile medievale. Tra le altre cose Garlenda vanta una bella parrocchiale (Chiesa della Natività) e un buon numero di campi da golf.
Nella zona cominciano a sorgere i primi agriturismi, segno di interesse per una località che senza dubbio merita almeno una breve visita.

Visitatori dalla Spagna

Questa mattina il primo contatto da Madrid.

Saturday, May 30, 2009

Cocktail finnici

Il post sull'epitaffio di Diofanto, con quella "somma di frazioni", ha risvegliato in me un curioso ricordo: il modo in cui i baristi finlandesi preparano i cocktail. Ho assistito al fenomeno per la prima volta nel 1999, e poi svariate altre volte durante i miei successivi viaggi nella terra dei quasi duecentomila laghi. Da noi un barista sa esattamente come fare: sa quali sono gli ingredienti e naturalmente ne conosce le proporzioni, il cocktail è dunque presto fatto, anche se immagino la cosa richieda un minimo di esperienza, soprattutto all'inizio. In Finlandia, invece, si opera diversamente: anche lì i baristi conosco (quasi sempre) gli ingredienti, ma per la miscelazione si avvalgono di piccoli misurini metallici; dunque prima si riempiono i misurini e solo successivamenti questi vengoni riversati nello shaker. È il trionfo della standardizzazione, ma soprattutto della mancanza di cultura per certe cose. A proposito, ho notato che i Finnici fanno a modo loro anche per quanto riguarda la birra: utilizzano spesso delle particolari macchinette concepite apposta per versare la birra; ricordano un po' le macchinette del caffè; si posiziona il bicchiere (che all'inizio è inclinato) e la macchina versa il liquido con una velocità tale da creare il giusto livello di schiuma (e alla fine il boccale si raddrizza da solo sino alla posizione verticale). Per fortuna in molti pub si procede ancora a mano. Sono comunque situazioni che mi hanno messo addosso un mare di tristezza.

Fuori dal tunnel?

Ieri sono riuscito a guidare fino ad Albenga in autostrada e nonostante i miei noti problemi di panico ho affrontando tutti i tunnel lungo il percorso. Unici aiuti, il conforto della Indrė e qualche sorso di Wührer (anche se il marchio bresciano si conferma piuttosto deludente).

Undici al posto di uno

Stamattina, mente facevo la spesa in un supermercato qui ad Albenga, la mia attenzione è caduta un un cartello che riportava la scritta "la spettabile clientela è gentilmente pregata di munirsi degli appositi carrelli". In un Paese normale di gente normale sul cartello ci sarebbe stato scritto semplicemente "carrelli".

Visitatori dall'Argentina

Una breve interruzione dalle vacanze per segnalare il primo visitatore dalla regione di Buenos Aires.

Thursday, May 28, 2009

Ponte ad Albenga

Da domani a martedì sarò ad Albenga per il ponte del 2 Giugno, un saluto a tutto i lettori.

La tomba di Diofanto

In matematica il nome del greco Diofanto è associato alle cosiddette equazioni diofantee, equazioni algebriche a coefficienti interi di cui si cercano soluzioni intere. Se ci limitiamo ai casi di primo grado le equazioni diofantee assumo la seguente semplice forma:

ax + by = c

Diofanto è però passato alla storia per il singolare epitaffio che ha voluto far scrivere sopra la sua tomba:

"Questa tomba rinchiude Diofanto. Oh meraviglia! Essa dice matematicamente quanto egli ha vissuto. Dio gli ha accordato un sesto della vita per l'infanzia; vi ha aggiunto un dodicesimo perché le sue guance si coprissero della peluria dell'adolescenza; inoltre per un settimo ha fatto brillare per lui la fiamma d'Imene [= ha preso moglie] e dopo cinque anni di matrimonio gli ha dato un figlio, ahimè! Unico e infelice bambino al quale la Parca non ha permesso di vedere che la metà della vita di suo padre. Durante quattro anni ancora consolando il suo dolore con lo studio delle cifre, Diofanto ha raggiunto alfine il termine della sua vita".

Se x indica l'età di Diofanto l'equazione che permette di determinarne il valore è la seguente:

x/6 + x/12 + x/7 + 5 + x/2 + 4 = x

Da cui si ricava agevolmente x = 84

Essendo che

È un altro dei casi che non ho descritto nei post dedicati agli errori linguistici. Il motivo è che "essendo che" non può essere considerato un errore; non lo fa nemmeno la rinomata Accademia della Crusca (www.accademiadellacrusca.it) che, citando una serie di numeri, spiega come questa locuzione abbia invece un'origine "alta", e prevalentemente letterario ne è sempre stato il suo utilizzo, almeno sino a pochi decenni fa.
Il tema si ricollega piuttosto a quanto avevo già espresso nel post I due Toscani (del 27 Settembre 2008). "Essendo che" è oggi espressione in voga soprattutto nel Toscano parlato in Italia, e come tale è da considerare una peculiarità di quell'ambito geografico e culturale. La locuzione suona invece del tutto fuori contesto nel Toscano utilizzato qui in Padania; siamo quindi di fronte a un semplice caso di diversità linguistica.

Pupazzo alla frutta

Dario Franceschini: «Agli Italiani e alle Italiane vorrei chiedere una cosa: fareste educare i vostri figli da Berlusconi?».
Per quanto magro, il pupazzo è sempre più ingombrante.

Jeniferever

Il gruppo di Uppsala (www.jeniferever.com) mi aveva molto ben impressionato con il precedente Choose A Bright Morning (2006), ora è uscito il nuovo Spring Tides (2009).
Le prime recensioni sono state piuttosto tiepide, ma in realtà si tratta ancora una voltate di un ottimo disco, sempre in bilico tra post rock e accessibilità pop. Provatelo: è sublime già a partire dal titolo.

Aš miręs

Aš miręs - Marijonas Mikutavičius

Kiek kartų dar aš
Nulėksiu nuo skardžio,
Kol nustosiu nepaisyti
Kelio ženklų.

Kiek kart dar užnuodyto
Vandens atsigersiu,
Kol delnus sumerksiu
Tenai kur švaru.

Kiek kartų dar reiks
Man pirštus susipjaustyt,
Kol peilį išmoksiu
Tiksliai įsmeigt.

Kiek kartų dar aš
Atsibusiu su moterim,
Kol rytą pakilęs
Paklausiu kur kava.

Ir nenorėsiu išeit
Bet nepataiko ten,
Kur gerai, mano keliai
Aš savo noru elektrinėj kėdėj.

Mmm kaip gera būtų dabar
Tyliai numirti, kol nieko neturiu,
Nieko nepaliksiu
Mano laikrodžiai visai lėtai vis tik tik tik tik tiksi.

Nuleidžiu rankas,
Aš krentu žemyn
Mano veidas į žemę
Smenga gilyn
Dar giliau ir aš jau miręs, miręs.

Žolė suleis
Šaknis į akis,
Lauko akmuo
ant krūtinės nukris.

Prie lauko akmens
Žmonės ugnį kurens,
Dar ilgai nesiskirstys
Po to kai sutems.
Kaip gaila, kaip gaila,
Kad manęs ten nėra
Nes aš miręs, aš miręs.

Kiek kartų dar priešus
Per pečius apkabinsiu,
Kol draugui paliksiu
Tik nuo buto raktus.

Kiek kartų dar aš
Mirtinai pasigersiu,
Kol pareisiu neklysdamas
Atgal į namus.

Ir nepataiko ten,
Kur gerai, mano keliai.
Aš savo noru
Elektrinėj kėdėj.

Mmm kaip gera būtų dabar
Tyliai numirti, kol nieko neturiu,
Nieko nepaliksiu,
Mano laikrodžiai visai lėtai vis tik tik tik tik tiksi.

Nuleidžiu rankas,
Aš krentu žemyn
Mano veidas į žemę
Smenga gilyn
Dar giliau ir aš jau miręs, miręs.

Žolė suleis
Šaknis į akis,
Lauko akmuo
ant krūtinės nukris.

Prie lauko akmens
Žmonės ugnį kurens,
Dar ilgai nesiskirstys
Po to kai sutems.
Kaip gaila, kaip gaila,
Kad manęs ten nėra
Nes aš miręs
Nes aš miręs
Nes aš miręs
Nes aš miręs...

Visitatori dalla Serbia

Stamattina il primo contatto dallo Stato balcanico. Spero di vederne presto anche dal Montenegro.

Wednesday, May 27, 2009

Curiosità numeriche (4)

Il numero 37 sembra avere un paio di proprietà curiose. Vediamo innanzitutto cosa succede se lo moltiplichiamo per la successione 3, 6, 9, ..., 24, 27:

3*37 = 111
6*37 = 222
9*37 = 333
12*37 = 444
15*37 = 555
18*37 = 666
21*37 = 777
24*37 = 888
27*37 = 999

Si noti anche che sommando le cifre di 111, 222, ..., 999 otteniamo esattamente i termini della successione di partenza 3, 6, ..., 27.

La seconda proprietà ci dice che 37 è l'unico numero di due cifre che moltiplicato per la somma delle sue cifre dà lo stesso risultato che si ottiene sommando i cubi di tali cifre:

37*(3 + 7) = 37*10 = 370
3^3 + 7^3 = 27 + 343 = 370

Guardare oltre le formule (6)

Parlando di equazioni di secondo grado in forma completa avevo già osservato come prima di applicare la tradizionale formula convenga sempre controllare se il trinomio non sia per caso riconducibile allo sviluppo di un quadrato. Questa eventualità risulta molto utile anche per la risoluzione delle disequazioni.

Se ax^2 + bx + c = (Ax + B)^2 si hanno infatti i quattro casi seguenti:

(Ax + B)^2 > 0
(Ax + B)^2 >=0
(Ax + B)^2 <0
(Ax + B)^2 <= 0

Possiamo interpretare quanto sopra in linguaggio naturale:

Quando (per quale valore di x) un quadrato è positivo?
Quando un quadrato è positivo o nullo?
Quando un quadrato è negativo?
Quando un quadrato è negativo o nullo?

E le risposte sono immediate:

Sempre, tranne quando è nullo
Sempre
Mai
Quando è nullo

E passando nuovamente dal linguaggio naturale a quello algebrico ecco le soluzioni:

x <> -B/A
qualunque x
nessun x
x = -B/A

Visitatori dalla Romania

Oggi il primo contatto da Bucarest.

Tuesday, May 26, 2009

Turtle o tortoise?

La parola "tartaruga" viene tradotta in Inglese sia con "turtle" sia con "tortoise". I due vocaboli potrebbero sembrare sinonimi ma indicano due tipologie di rettili con caratteristiche proprie.

Tortoise si riferisce alle tartarughe terrestri, quelle cioè che vivono in prevalenza lontano dall'acqua e che si avvicinano all'acqua solo per bere o per brevi attraversamenti occasionali. Per contro, turtle è il termine impiegato per designare le tartarughe d'acqua, quelle cioè per cui l'ambiente acquatico svolge un ruolo vitale prevalente, sia esso mare, fiume o palude.

Nel linguaggio comune, invece, si tende a utilizzare il solo termine turtle per indicare tutte le tipologie di tartarughe.

Visitatori da Taiwan

Questa mattina il primo contatto dalla lontana isola asiatica.

Guardare oltre le formule (5)

Un caso particolare di equazione di secondo grado è quello in cui il coefficiente a è unitario e i coefficienti b e c sono interi e relativamente piccoli:

x^2 + bx + c = 0

In questo caso la somma delle radici e il loro prodotto assumono una formulazione molto semplice:

s = x(1) + x(2) = -b
p = x(1)* x(2) = c

E ciò può essere sfruttato per determinare le soluzioni senza far ricorso alla formula generale.
In molti di questi casi, infatti, le due soluzioni sono quasi immediate e si possono desumere "per tentativi".

Un esempio può chiarire meglio:

x^2 - 7x - 8 = 0

Trovare le soluzioni significa cercare due numeri la cui somma sia 7 e il cui prodotto sia -8.

Si procede in questo modo: conviene sempre partire dal prodotto; le combinazioni di numeri interi che danno -8 sono le seguenti:

-8 = -1*8
-8 = 1*(-8)
-8 = -2*4
-8 = 2*(-4)

A questo punto, nota la somma, dalle quattro possibilità sopra si isola quella corretta: nel nostro esempio la prima.
Le soluzioni sono dunque -1 e 8.

La semplicità di questo metodo viene meno man mano che aumentano i valori dei coefficienti; va inoltre segnalato che anche con coefficienti semplici, in taluni casi, le soluzioni non sono facili da individuare "a occhio", ed è il caso in cui queste ultime sono costituite da numeri frazionari.
Come sempre è l'esperienza, in ultima analisi, a permettere di sfruttare le potenzialità di questo metodo laddove è più conveniente.

Guardare oltre le formule (4)

Il caso precedente è utile per semplificare i calcoli, anzi per evitarli del tutto, anche nel caso di disequazioni. I quattro casi possibili sono:

ax^2 + c > 0
ax^2 + c >= 0
ax^2 + c < 0
ax^2 + c <= 0

La prima si interpreta come segue: trovare per quale valore di x la somma di due numeri, il primo positivo o al limite nullo e il secondo positivo, è positiva; ovviamente ciò è sempre vero; idem per la seconda disequazione: il simbolo ">=" si interpreta infatti come "maggiore o uguale a zero". E quando la stessa somma è negativa? Ovviamente mai; dunque le disequazioni tre e quattro non sono mai verificate.

Rilette in linguaggio naturale, le quattro disequazioni sopra suonerebbero così:

Quando un numero positivo è positivo?
Quando un numero positivo è positivo o nullo?
Quando un numero positivo è negativo?
Quando un numero positivo è negativo o nullo?

E le risposte sono:

Sempre
Sempre
Mai
Mai

Guardare oltre le formule (3)

A volte un'equazione di secondo grado si presenta nella forma semplificata:

ax^2 + c = 0

Tecnicamente parlando queste equazioni vengono dette pure, ma la cosa non è particolarmente importante.
È invece interessante notare che, nel caso in cui c sia un numero positivo, possiamo "leggere" l'equazione in questo modo: trovare per quale valore di x la somma di due numeri, il primo positivo o al limite nullo e il secondo positivo, è pari a zero; dato che questa somma è sempre positiva si capisce benissimo che non esistono soluzioni (ci stiamo infatti chiedendo quando un numero positivo è uguale a zero: mai).
E questo senza fare calcoli, ma solo guardando in faccia all'equazione.

Monday, May 25, 2009

Collazione

Stamattina sono stato a Melegnano per il rogito del nuovo appartamento; parlando con il notaio ho appreso dell'esistenza di una roba chiamata collazione. Il che è in linea con l'atmosfera da medioevo che si respira negli inutilissimi studi notarili.

Visitatori da Monaco

Ieri il primo contatto dal Principato.

Sunday, May 24, 2009

Guardare oltre le formule (2)

Il post precedente e quelli che seguiranno sono nati dall'osservazione (in circa ventuno anni di lezioni private) dei comportamenti che molti ragazzi mostrano di fronte a espressioni matematiche tutto sommato semplici: si applica la formula in modo del tutto meccanico senza chiedersi se quell'espressione rappresenti qualcosa di più di una semplice successione di numeri, simboli e lettere.

Ragionare ed essere presenti a sé stessi, invece, ha molti vantaggi: in primo luogo permette di comprendere quel che si sta facendo (quindi di essere anche attori e non solo esecutori di calcoli), in secondo luogo l'osservazione permette il riconoscimento di strutture caratteristiche che spesso danno luogo a strade semplificate per la risoluzione dei problemi (questo implica meno errori e meno tempo sprecato su un determinato esercizio), in terzo luogo, come conseguenza dei primi due, si tiene il cervello sempre in allenamento e ci si diverte anche.

Guardare oltre le formule (1)

Di fronte a un'equazione di secondo grado in forma completa, prima di risolverla, è sempre opportuno porsi due domande.

La prima consiste nel chiedersi quale relazione di segno intercorre tra i segni dei coefficienti a e c. Se i coefficineti sono concordi non è possibile fare previsioni circa il segno del delta (e dunque sulla realtà o meno delle radici), ma se i coefficienti sono discordi si sa con certezza che il delta è positivo, dunque che le soluzioni sono reali e distinte.

Infatti, dato b^2 - 4ac, quando a e c sono di segno opposto la quantità -4ac è positiva e il delta si presenta come la somma di due termini positivi, ovvero è positivo.

Perché ciò è utile? Perché permette di determinare a priori un risultato. Più i coefficienti a, b, c si discostano dai numeri interi di piccole dimensioni, più aumenta la probabilità di fare errori, specie se cominciano a comparire radici. Se facendo i calcoli doveste trovare un delta negativo sapete già che avete commesso un errore e potete tornare indietro e autocorreggervi. Certo, se avete trovato un delta positivo numericamente sbagliato questo metodo, tuttavia, non è di utilità, ma si noti che, in questo caso, non esiste un metodo che possa aiutarvi.

La seconda domanda che è utile porsi è chiedersi se il trinomio dell'equazione non sia per caso lo sviluppo di un quadrato. Ciò è utile perché in tal caso non c'è nemmeno bisogno di calcolare il delta (che è sempre nullo) e le due soluzioni coincidenti appaiono immediatamente dopo aver determinato il prodotto notevole.

Per esempio x^2 + 6x + 9 = 0 si può scrivere come (x + 3)^2 e la soluzione -3 appare subito evidente.

McCartney e Google Street View

(apparso in origine su www.repubblica.it il 22/05/2009 con il titolo "McCartney fa rimuovere
la sua casa da Google")

Privacy violata e timori per la sua sicurezza. Spinto da queste motivazioni, sir Paul McCartney ha fatto rimuovere da Google Street View le immagini della sua esclusiva villa a St John's Wood, al civico 7 di Candish Avenue, nella zona di North London. Fonti vicine al cantante, citate da un giornale britannico, hanno riferito che l'ex Beatle si è "molto preoccupato" quando ha saputo che qualsiasi internauta poteva visualizzare gli esterni della sua residenza multimilionaria. Da qui la protesta, con conseguente rimozione degli scatti, realizzati dal servizio lanciato dal gigante di Mountain View in varie città del mondo.

Un portavoce di Google, citato dal tabloid inglese, puntualizza: "Ogni utente, volendo, può far rimuovere gli scatti della propria abitazione cliccando su un pulsante".

L'ex Beatle acquistò quella casa nel 1965, ad una cifra di 40mila sterline (circa 45mila euro), e ci andò a vivere l'anno seguente. La residenza venne subito arricchita da una cappella per la meditazione, fatta realizzare in giardino, con tanto di letto circolare regalatogli dall'attore Groucho Marx. Là ha composto successi come Penny Lane, Getting Better e Hey Jude, e ospitato personalità come Andy Warhol e Mick Jagger (si narra che a quest'ultimo offrì proprio qui il suo primo spinello).

Sembra che la richiesta di far sparire quelle immagini, sia stata sollecitata dal team che si occupa della sicurezza del cantante sessantaseienne. Da quando John Lennon, suo collega di band, venne ucciso, nel 1980, McCartney non ha mai sottovalutato la questione security. L'abitazione, del valore di diversi milioni di euro, è sottoposta a una vigilanza continua, 24 ore su 24. "Quando ha scoperto che gli utenti di Google potevano ottenere una vista a 360 gradi della sua proprietà si è molto preoccupato", ha spiegato una fonte anonima. La replica di Google: "Da quando Street View è stato lanciato, milioni di utenti lo hanno utilizzato, e la maggioranza di persone è felice che la propria abitazione sia stata inserita tra quelle visualizzabili".

Dal lancio di Street View nel Regno Unito, avvenuto lo scorso di Marzo, non sono mancate le polemiche relative all'innovativo strumento di mappatura delle città. Oltre alle perplessità relative alla privacy, sollevate anche in Italia dalle associazioni dei consumatori, c'è stato chi, in Inghilterra, ha temuto che questo potesse essere utilizzato dai terroristi per ricercare eventuali obiettivi per i loro attentati. Ma ad Aprile, il garante per la privacy britannico ha respinto una richiesta di oscuramento arrivata dal gruppo "Privacy International", perché il software impiegato da Google per oscurare i volti della gente catturata in strada "tutela la privacy degli utenti".

Treccani on-line gratis

(apparso in origine su www.ilsole24ore.com il 22/05/2009 con il titolo "Didattica digitale: arriva la Treccani gratis online")

Nuovo passo per la didattica digitale. Il ministro per l'Innovazione Renato Brunetta e l'amministratore delegato dell'Istituto della Enciclopedia Italiana Francesco Tatò hanno firmato questa mattina, a Palazzo Chigi, un protocollo d'intesa. Obiettivo: la realizzazione di strumenti innovativi per la diffusione on-line di contenuti culturali di alto livello, utili ai cittadini, ma anche nella formazione e nella didattica. In pratica cittadini e docenti potranno utilizare e sviluppare contenuti culturali e didattici basati sul data base dell'Istituto per l'Enciclopedia Italiana. Per ora l'accordo durerà tre anni, ma potrà esere rinnovato fra le parti.

In pratica la Treccani renderà disponibili per il Portale del Cittadino (www.italia.gov.it) e per il Portale InnovaScuola (www.innovascuola.gov.it) i contenuti digitali del proprio archivio. In particolare il Portale Scuola dell'Istituto della Enciclopedia Italiana (www.treccani.it/Portale/sito/scuola) sarà collegato al Portale InnovaScuola in modo da poter sviluppare e rendere disponibili nuovi servizi in modalità integrata e diffondere l'offerta di contenuti culturali dell'Istituto.

Nell'accordo ministero e Treccani si impegnano a promuovere i portali, i servizi e i contenuti culturali presso il pubblico, nelle scuole e nelle università, anche con iniziative di comunicazione, come per esempio concorsi per premiare i migliori contenuti digitali.

Il progetto Didattica Digitale contenuto nel piano e-Gov 2012 del ministro Brunetta promuove la disponibilità di una piattaforma tecnologica per la fruizione di testi scolastici e contenuti didattici digitali promossi dagli editori, dai docenti, dalle istituzioni. L'Istituto della Enciclopedia ha per suo statuto costitutivo la finalità di compilare, aggiornare, pubblicare e diffondere l'Enciclopedia Italiana di Scienze, Lettere e Arti nonché le opere che possono comunque derivarne o si richiamino alla sua esperienza, per sviluppare la cultura umanistica e scientifica, per esigenze educative, di ricerca e di servizio sociale. Si tratta di oltre 200mila lemmi che si riferiscono a: Enciclopedia Italiana di Scienze Lettere e Arti; Enciclopedia Treccani Trevolumi; Il Treccani sinonimi e contrari; La piccola Treccani; Dizionario Biografico degli Italiani; Il vocabolario Treccani; Neologismi; Atlante storico Treccani.

Nei prossimi mesi sarà possibile fruire del vocabolario Treccani dal portale InnovaScuola, cercare contenuti digitali del portale Treccani attraverso il motore di ricerca di InnovaScuola, visionare dal portale Treccani pillole formatve dedicate alle nuove tecnologie per la didattica di InnovaScuola.

Saturday, May 23, 2009

Un eco-mostro in meno in Padania

di Anna Rita Chietera
(apparso in origine su www.voceditalia.it il 22/05/2009 con il titolo "Palmaria: ecomostro abbattuto questa mattina")

La Spezia. Giornata da ricordare, quella di oggi, per gli esponenti di Legambiente. Uno degli "ecomostri" che deturpano le coste italiane è stato abbattuto questa mattina. Si tratta di uno scheletro di cemento che si appoggiava a una parete dell'isola Palmaria, in Liguria. L'edificio è stato costruito nel 1968, sull'onda del boom del cemento. La costruzione doveva accogliere in un primo momento un albergo. Poi si decise di farne un residence. In realtà non ne è mai venuto fuori alcunché, al di là di quello scheletro obbrobioso che deturpava l'isola. A quarant'anni dalla sua costruzione, questa mattina, alle 10:00 è stata comandata l'esplosione.

A dare il via all'operazione, il Presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, e il sindaco di Porto Venere, Massimo Nardini. L'ecomostro si è piegato alla potenza di 672 cariche di dinamite. A bordo della motonave Albatros le autorità hanno finalmente visto sollevarsi il sospirato polverone. Quando gli idranti dei pompieri hanno estinto la nube, la parete d'isola è quasi apparsa allo splendore originario. I progetti per abbellirla sono molti. Forse se ne farà un giardino a gradoni, o comunque, un'oasi verde, per restituire l'isola alla sua originaria bellezza.

Tuttavia, l'atmosera festosa è stata incrinata dalle solite polemiche di natura politica. Il Ministro per i Beni Culturali e Ambientali, Sandro Bondi, non ha presenziato all'evento. La ragione della sua assenza è stata motivata dal non voler conferire connotazioni politiche all'evento, in periodo di campagna elettorale.

Pupazzo strategico

Ieri pomeriggio, in un momento di pausa, ho fatto un giro su Google News e lì ho trovato la notizia di Franceschini che non si ricandica alla guida del PD: il suo lavoro - dice Franceschini - finisce a Ottobre. I miei colleghi di ufficio, tutti di sinistra, hanno osservato: ma che bel modo intelligente di prepararsi alle elezioni europee e dare fiducia agli elettori, ovviamente prenderemo una nuova batosta!

Capponi, tacchini e Fini

di Vincenzo La Manna
(apparso in origine su www.ilgiornale.it il 23/05/2009 con il titolo "Fini: «Deciderà il Parlamento». Ma fu lui a parlare di «tacchini»")

La Costituzione? «È una giovane signora di 60 anni, che non risente del tempo che è passato». Parola di Gianfranco Fini, che per una mattinata presiede a Palazzo Madama, dinanzi a un'Aula zeppa di studenti da premiare (assente giustificato Renato Schifani, a Palermo per la commemorazione della strage di Capaci, ma non sostituito da suoi vice o componenti dell'Ufficio di Presidenza), e torna a dire la sua su Carta, riforme e Parlamento. Pronto così a rilanciare l'auspicio di vecchia data: «Dobbiamo essere capaci di agire in queste Aule nel nome dell'interesse generale, di ciò che può unire più di ciò che può dividere». E pur rappresentando «la grammatica per una lingua» o «la pietra angolare della vita civile e quotidiana», la Carta «non è intangibile».

Già. E sono maturi i tempi - ragiona da tempo la terza carica dello Stato - per avviare una legislatura costituente, che si ponga come obiettivo pure la riduzione dei parlamentari. Un punto su cui si registra piena condivisione con il premier. Discorso a parte invece merita lo strumento ipotizzato da Silvio Berlusconi. Per l'inquilino di Montecitorio, infatti, «è una questione che non si pone». Il motivo è semplice: «Una proposta di legge di iniziativa popolare non sostituisce il Parlamento» - ricorda ai cronisti - «è una delle modalità previste dai Costituenti per l'avvio dell'iter legislativo. Chi può dare il via a una legge? I cittadini, i parlamentari o il governo. Ma è sempre il Parlamento che decide». Quindi, la centralità decisionale e il pallino rimangono nelle sue mani. Ma tant'è. Al di là del gioco dei ruoli, Fini, che «non poteva non rispondere» a caldo alle parole del premier sull'inutilità dell'assemblea di Montecitorio - si fa notare in Transatlantico - è sulla stessa lunghezza d'onda, se si intende discutere di misure e numeri per superare la pletoricità.

Intanto, nella nota della Camera, diffusa giovedì dopo lintervento di Berlusconi all'assemblea di Confindustria, non c'era traccia o spunto polemico sulla battuta con cui aveva giustificato l'iniziativa popolare: «Non si è mai visto un tacchino o un cappone che chieda di anticipare il Natale». D'altronde, l'aforisma di Winston Churchill piace molto pure a Fini. Che l'ha ritirato fuori, l'ultima volta in ordine cronologico, lunedì scorso a Monopoli, scherzando con alcuni studenti: «Ridurre il numero dei parlamentari è auspicabile ma, citando un detto famoso, dirlo oggi a loro è come dire a un tacchino che si sta anticipando il Natale». In quel caso, nulla da dire, da parte dell'opposizione. Che invece, per voce del capogruppo PD al Senato, Anna Finocchiaro, bolla come scandalose anche le dichiarazioni del capo del governo «sulla faccenda del tacchino e del cappone». Ma questa, forse, è un'altra storia. O è solo colpa dell'incolpevole cappone, messo in mezzo dal Cavaliere, per buona pace di Churchill.

L'inganno delle sigarette light

(apparso in origine su www.corriere.it il 22/05/2009)

Una corte d'appello federale statunitense ha ribadito che i produttori di tabacco americani hanno ingannato per decenni i fumatori mettendo in vendita pacchetti con la menzione light (leggere), mentre si tratta di sigarette altrettanto nocive per la salute. La Corte d'Appello di Washington ha così confermato gli elementi principali di una sentenza del 2006 che aveva dichiarato colpevoli le maggiori multinazionali del tabacco americane, fra cui Philip Morris e Reynolds. La sentenza proibisce menzioni come light, low tar [a basso contenuto di catrame], o mild [morbide] perché sostiene che studi medici hanno dimostrato che queste sigarette sono altrettanto pericolose per la salute, a causa del modo in cui vengono fumate. La sentenza impone anche alle compagnie di tabacco di pubblicizzare sui pacchetti gli effetti nocivi del fumo. Il caso sarà probabilmente oggetto di un ulteriore ricorso presso la Corte Suprema degli Stati Uniti.

Friday, May 22, 2009

Visitatori dal Portogallo

Oggi il primo visitatore portoghese.

Disequazioni di secondo grado

Tra le difficoltà in cui incorrono molti ragazzini del secondo anno delle superiori ci sono le disequazioni di secondo grado. In particolare, nello scrivere la soluzione, sono in molti a fare confusione tra intervalli esterni e interni alle radici.
Si può eliminare del tutto questa difficoltà passando da un approccio algebrico a uno di geometria analitica. Ciò implica anticipare di un po' di mesi argomenti che di solito vengono affrontati al terzo anno, tuttavia è sufficiente fare una trattazione qualitativa senza scendere troppo nei dettagli. I docenti lungimiranti di solito sono favorevoli, gli altri si oppongono drasticamente, segnale che conviene proseguire nella lettura. Anche perché questo metodo ha due vantaggi: risolvere le difficoltà date dall'algebra e anticipare argomenti futuri.

Osserviamo innanzitutto le quattro possibili forme di una disequazione di secondo grado:

ax^2 + bx + c > 0
ax^2 + bx + c >= 0
ax^2 + bx + c < 0
ax^2 + bx + c <= 0

Il concetto da introdurre è quello di parabola, rappresentata dall'equazione:

y = ax^2 + bx + c

Di tale equazione, a questo livello della trattazione, è utile conoscere solo due cose:

(1) il segno del coefficiente a determina la concavità della curva (verso l'alto se a > 0, verso il basso se a < 0).

(2) il segno del delta dell'equazione associata alla disequazione iniziale determina il numero di intersezioni tra la parabola e l'asse x (in due punti distinti se è positivo, in due punti coincidenti se è nullo, in nessun punto se è negativo).

Le due informazioni precedenti permetto di fare un disegno qualitativo della parabola. A seconda del delta si avranno tre forme di parabola: se il delta è positivo la parabola interseca l'asse x (le ascisse di questi punti sono le due soluzioni dell'equazione associata), se il delta è nullo la parabola è tangente all'asse x (le due soluzioni dell'equazione associata sono infatti coincidenti), infine quando il delta è negativo la parabola è sempre sopra l'asse x (non ci sono intersezioni ovvero soluzioni reali).

Da quanto detto emerge evidente la relazione tra algebra e geometria analitica: le soluzioni di un'equazione di secondo grado (approccio algebrico) sono le ascisse dei punti di intersezione della parabola con l'asse x (approccio geometrico).

Come già accennato è molto importante capire che ai fini della risoluzione delle disequazioni di secondo grado è sufficiente saper disegnare le tre tipologie di parabole in modo qualitativo.

Vediamo ora come mettere in relazione parabole e disequazioni. Per esempio la disequazione ax^2 + bx + c > 0 si può interpretare come segue: determinare per quali valori di x la parabola y = ax^2 + bx + c giace sopra y = 0, dove quest'ultima altro non è che l'equazione dell'asse x.

Dunque, per riassumere i vari casi di disequazioni visti all'inizio possiamo rileggere le stesse disequazioni come:

parabola che sta sopra l'asse x
parabola che tocca o sta sopra l'asse x
parabola che sta sotto l'asse x
parabola che tocca o sta sotto l'asse x

A questo punto sappiamo leggere una disequazione algebrica come una relazione di posizione tra due curve geometrice, nello specifico una parabola e una retta.
La risoluzione di una disequazione di secondo grado è allora possibile agevolmente attraverso questi semplici passi:

(1) ci si mette nelle condizioni di avere il coefficiente a sempre positivo (parabola con concavità verso l'alto).

(2) si calcola il delta dell'equazione associata.

(3) in base al segno del delta si disegna qualitativamente la parabola (una delle tre forme viste prima: intersezione, tangenza, assenza di intersezione con l'asse x).

(4) in base al verso della disequazione si determina se la parabola deve giacere sopra o sotto l'asse x.

(5) si evidenziano i tratti di parabola che rispettano la disequazione.

(6) si evidenziano le ascisse dei tratti di parabola del punto precedente (questo equivale a proiettare la parabola sull'asse x).

(7) quanto trovato al punto precedente è la soluzione dell'equazione.

Nel giro di una decina di esercizi non ci sarà nemmeno più bisogno di disegnare le parabole su un foglio: basterà la loro rappresentazione mentale, e verrà immediato figurarsele così.

Cento deputati posson bastare

Ieri, all'assemblea di Confindustria, Berlusconi ha affermato che basterebbero cento deputati per il parlamento di questo Paese. Lo ha fatto nel suo modo, come al solito poco elegante, ma la sostanza è che sono in moltissimi a pensarla così. E chi la pensa come lui, per esempio il sottoscritto, non significa necessariamente che con un parlamento ridotto vorrebbe un primo ministro come Berlusconi. La sinistra, invece, non è in grado di separare il soggetto parlante dalle parole che egli esprime e, nella sua visione totalmente imperniata sulla figura di Berlusconi come il male supremo, ha subito gridato allo scandalo e a tutto quello a cui abbiamo assistito ieri su TV e giornali.
Per una nazione come la Padania, per esempio, un centinaio di deputati e qualche decina di senatori andrebbero benissimo. E faremmo anche volentieri a meno di uno come Berlusconi, in ogni caso ormai fuori dai giochi per evidenti limiti anagrafici.

Future in the past (4/4)

Il future in the past rientra nella categoria delle forme al futuro, per le quali in Inglese non ne è ammesso l'utilizzo in tutte le espressioni di tempo che iniziano con when, while, before, after, by the time, as soon as, if, unless...
Non si può dire:

I told my sister that when she would arrive we would go shopping together

L'espressione corretta è invece:

I told my sister that when she arrived we would go shopping together

Future in the past (3/4)

Quanto visto per la forma attiva ha la stessa validità per quella passiva:

I thought your brother was going to buy a new flat
I thought a new flat was going to be bought by your brother

The taylor said he would finish the work in three hours
The taylor said the work would be finished in three hours

Thursday, May 21, 2009

Targhe automobilistiche

Vi siete mai chiesti quante sono le possibili combinazioni di targhe automobilistiche? La risposta dipende ovviamente da come è concepita la struttura alfanumerica della targa. Nel nostro caso ci sono due lettere, tre numeri e due lettere. Dobbiamo però considerare altre due regole: la prima lettera non può essere X,Y, Z (riservate a casi speciali); inoltre non si possono usare le lettere I, O, Q e U.
Questo ci permette di osservare quanto segue:

La prima lettera può essere scelta in 19 modi diversi (da A a Z ci sono 26 lettere a cui ne vanno sottratte 7)
La seconda lettera si può scegliere in 22 modi diversi (da A a Z, meno I, O, Q, U)
La prima cifra ha 10 possibilità (da 0 a 9)
La seconda e terza cifra si comportano come la prima
La terza e la quarta lettera si comportano come la seconda lettera.

Se T è il numero di targhe diverse possiamo dunque scrivere:

T = 19*22*10*10*10*22*22 =
= 19*(22*22*22)*(10*10*10) =
= 19*(22^3)*(10^3) =
= 19*10.648*1.000 =
= 202.312.000

In pratica, su una popolazione della cosiddetta Italia pari a 60 milioni di abitanti si potrebbero avere in circolazione contemporaneamente una media di 3,37 auto a testa, neonati compresi.

Future in the past (2/4)

A volte può non essere immediato capire la differenza tra azione intenzionale e non intenzionale e ciò può generare errori in fase di traduzione dal Toscano all'Inglese.
Riprendiamo il seguente esempio:

Mary told me she was leaving for Hamburg a couple of hours later
Mary mi ha detto che sarebbe partita per Amburgo un paio d'ore più tardi

Qui si usa la forma was (semplificazione di was going to con i verbi di moto) perché è Mary a decidere di partire due ore dopo, l'azione è cioè volontaria. Se invece il ritardo fosse imputabile al treno, quindi non dipendente dalla sua volontà, si dovrebbe dire:

Mary told me the train for Hamburg would leave a couple of hours later
Mary mi ha detto che il treno per Amburgo sarebbe partito un paio d'ore più tardi

Traducendo in Inglese il problema si risolve in modo semplice: basta chiedersi se l'azione in corso dipende o meno dalla volontà del soggetto.

Future in the past (1/4)

Una delle cose che sembra creare molte incertezze e problemi agli studenti di Inglese è il cosiddetto "future in the past", ovvero la modalità con cui, nel passato, ci si riferisce a eventi futuri. Probabilmente la difficoltà consiste nella differenza tra Toscano e Inglese: nel primo caso si utilizza sempre il condizionale passato, mentre in Inglese si usa principalmente quello presente oppure il passato continuo.
Al contrario io avevo trovato questa regola particolarmente agevole (come in genere è più agevole l'Inglese rispetto alla nostra lingua).

È più semplice ragionare su esempi concreti.

Giovanna mi ha detto che sarebbe andata [condizionale passato] al concerto.
Giovanna told me she would go [condizionale presente] to the concert

Sapevo che mio padre mi avrebbe aiutato [condizionale passato] con i mobili
I knew my father would help me [condizionale presente] with the furniture

In realtà in Inglese, oltre alla forma con would, il future in the past ha anche una forma con was/were going to.
Per quanto le due forme siano spesso utilizzate come intercambiabili, hanno significati un po' diversi.

La prima forma è usata per esprime "azioni volontarie" o "promesse":

Azione volontaria:

I knew my wife would make dinner
Sapevo che mia moglie avrebbe preparato la cena

Promessa:

My sister promised she would buy me a CD of traditional music in Sweden
Mia sorella ha promesso che mi avrebbe comprato un CD di musica tradizionale in Svezia

La seconda forma, invece, si utilizza per esprimere "intenzionalità" o "pianificazione":

Mary told me she was leaving for Hamburg a couple of hours later
Mary mi ha detto che sarebbe partita per Amburgo un paio d'ore più tardi

John told me he was going to call his former girlfriend
John mi ha detto che avrebbe chiamato la sua ex fidanzata

Infine va notato che entrambe le forme possono essere usate per fare "predizioni" sul futuro:

I had a feeling that our short trip to Austria was going to end up in three days of rain
I had a feeling that our short trip to Austria would end up in three days of rain
Avevo la sensazione che il nostro breve viaggio in Austria sarebbe finito con tre giorni di pioggia.

Il fascino delle parole (2). Verecondia

Indica un comportamento riservato di chi non vuole offendere il senso del pudore e allo stesso tempo esprime lo stato di timidezza, ritrosia e vergogna che si prova sotto lo sguardo altrui. In qualche modo si può considerare un sinonimo di pudicizia, termine che però non trovo particolarmente bello (forse perché, inconsciamente, la parte terminale della parola mi rimanda a sporcizia); sinonimi migliori sono: compostezza, decenza, decoro, pudore, riservatezza.

Etimologicamente parlando il termine deriva dalla parola latina verecundia.

Ci vuole altezza

Ieri sera passavo davanti al bar vicino a casa e la Indrė mi faceva notare come certi ragazzini e ragazzine fossero particolarmente bassi; e non si tratta nemmeno di terroni. È una cosa a cui ho pensato anch'io più volte. In teoria le generazioni attuali dovrebbero essere un po' più alte di quelle passate: è un fatto di miglioramento delle condizioni di vita e soprattutto di alimentazione. Mi domando se bevande alcoliche e droghe, assunte in quantità sempre maggiori e a età sempre inferiori, siano in qualche modo determinanti in questo tipo di fenomeni.

Wednesday, May 20, 2009

I dissociati

di Beppe Grillo
(apparso in origine su www.beppegrillo.it il 03/04/2009)

Ilaria D'Amico, Fabio Fazio e Pippo Baudo hanno una caratteristica in comune: la dissociazione. È una qualità necessaria per non perdere il posto di lavoro in televisione. Si dissociano ogni volta che i loro ospiti dicono la verità. Ho accettato di intervenire a Exit dalle 21:35 alle 22:00. E così ho fatto, forse ho sforato anche di qualche minuto. Nessuno mi ha pagato per la mia presenza. Ho chiesto solo di non proporre la pubblicità prima del collegamento. Ma così non è stato. Non ho promesso a nessuno di fermarmi per un contraddittorio. La dissociata D'Amico ha preso la pippite da Baudo che si era scusato con Craxi. Ha imitato lo stuoino Fazio che si era umiliato in diretta con Schifani dopo l'intervista a Travaglio. "Sono molto rammaricata e desidero scusarmi con tutti gli spettatori, con La7, con l'Editore Telecom Italia Media, con tutte le persone citate e con gli ospiti in studio", ha detto. Spero che questa posizione alla Monica Lewinski consenta alla D'Amico di non essere licenziata. Non me lo perdonerei mai. Ilaria si scusa con tutti e con "le persone citate" che non ha neppure il coraggio di citare. Tutti i media hanno parlato della fuga di Grillo (da chi? Da Tabacci o da Urso, le salme di seconda fila della politica?). Nessuno ha riportato i nomi delle "persone citate". Gli innominabili. La Repubblica di ieri, in un trafiletto, ha scritto di un violentissimo attacco di Grillo. Senza specificare contro chi, perché, con riferimento a quali fatti. Nel programma ho nominato i campioni dell'economia italiana. I Manager Wanted. Colaninno, Geronzi, Ligresti, Scaroni. Tutta gente con precedenti giudiziari e al vertice del sistema industriale e bancario. Ho nominato il tronchetto dell'infelicità come esempio dello scandalo delle stock option e delle buonuscite date a chi ha distrutto la società. A chi ha contribuito al licenziamento di migliaia di persone. Li avete letti o sentiti i nomi dei Manager Wanted sui giornali e sulle televisioni? Tutti a parlare della fuga di Grillo, della maleducazione di Grillo, della incapacità di Grillo a sostenere un confronto.
Prima di Exit sono stato al Parlamento Europeo a denunciare lo stato della Borsa Italiana, le truffe ai danni dei piccoli azionisti, con dati, esempi, nomi e anche cognomi. La sala era piena. Ho risposto a tutte le domande del presenti. Qualcuno dei media nazionali ne ha accennato?
L'Italia è un Paese dissociato dalla verità perché informato da giornalisti dissociati. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

Squeeze pillow

Tra i primi elementi del nostro nuovo arredamento ci sono due morbidissimi squeeze pillow: quello della Indrė è verde, a forma di ranocchia, ed è stato soprannominato Anassimandro (come il filosofo greco), il mio invece è rosa, (ovviamente) a forma di maialino e si chiama Tycho (in onore dell'astronomo danese Tycho Brahe).

Dove si butta il polistirolo?

Ho notato che sull'argomento c'è parecchia confusione.

La regola è abbastanza semplice: il polistirolo delle vaschette per alimenti si butta assieme alla plastica, mentre il polistirolo degli imballaggi, che solitamente è di grandi dimensioni, va portato presso la piattaforma ecologica.
Per gli imballaggi a patatina (le cosiddette chip) si propende per la prima soluzione o per la seconda in base al quantitativo.

Wolfram Alpha. Le mie prime prove

Ecco un esempio di ricerche che ho provato ieri pomeriggio su Wolfram Alpha (al momento le domande vanno formulate in Inglese):

Which is the largest lake in Italy?

WA risponde presentando una classifica dei primi cinque laghi; anzi le classifiche sono due: una per superficie e una per volume (e la seconda è un esempio di informazione utile inattesa)

Which is the largest lake in Padania?

WA purtroppo non risponde.

How many people live in Estonia?

WA risponde con tabelle e grafici sulla popolazione estone (densità, aspettativa di vita, tasso di crescita, ...)

Who's the prime minister of Germany?

WA non risponde.

Who's the president of Germany?

WA non risponde.

President of Germany?

WA risponde Horst Köhler e fornisce qualche smilza informazione su di lui. Questo fa pensare che l'interpretazione del linguaggio umano (who, what) per il momento sia ancora un po' limitata.

Wolfram Alpha è on-line

di Marco Angione
(apparso in origine su notebookitalia.it il 19/05/2009)

Entra finalmente in servizio l'atteso "motore di conoscenza" Wolfram Alpha. Non un semplice motore di ricerca ma una pietra miliare nell'evoluzione della divulgazione scientifica.

Uno dei rimproveri che più spesso viene mosso ai motori di ricerca (e al Web in generale) è di favorire la proliferazione di informazioni frmmentarie, incomplete se non addirittura spesso totalmente errate. Il problema è avvertito soprattutto da chi utilizza la Rete come strumento di ricerca o di studio: reperire informazioni corrette e pertinenti è assai difficile perché spesso sono sommerse dal rumore di migliaia di risultati scritti in modo frettoloso e poco accurato.

Da qui l'idea di creare un motore di ricerca con un approccio più "scientifico": Wolfram Alpha. Nonostante il progetto sia ancora in stadio embrionale, tuttavia si propone l'ambizioso obiettivo di raccogliere tutta la cultura scientifica e di renderla accessibile a chiunque.

Partorito dal fisico e matematico inglese Stephen Wolfram, questo progetto mira a diventare il punto di riferimento di tutta la divulgazione scientifica nel XXI secolo. Attualmente la mole d'informazioni a disposizione di wolfram alpha è di oltre 10 trilioni di dati e oltre 50.000 algoritmi e modelli, ma i suoi sviluppatori sottolineano che si tratta solo dell'inizio.

La differenza fra Wolfram Alpha e Google è che il primo non è un motore di ricerca, o almeno non lo è nell'accezione abituale: le informazioni non vengono reperite da altri siti ma da una biblioteca interna. Il grado di attendibilità e precisione è, quindi, nettamernte superiore.

Wolfram Alpha, promosso con riserva

di Guglielmo Rubini
(apparso in origine su mytech.it il 19/05/2009)

Buone impressioni per il "motore computazionale della conoscenza" andato in beta pubblica in questi giorni. Ma niente a che vedere con Google. Almeno per il momento…

Non chiamatelo motore di ricerca. Almeno nell'accezione in cui siamo abituati a considerare un search-engine da Google in poi. Wolfram Alpha (WA) è invece - come da definizione ufficiale - un "motore computazionale della conoscenza", ovvero uno strumento per generare risultati altamente strutturati a partire da database chiusi di informazioni. Niente a che vedere quindi con la babele dell'attuale web, dove i dati sono per lo più destruttarati e difficili da sondare nella loro interezza.

Da qualche giorno Wolfram Alpha è uscito dalla beta privata e un po' tutti ci siamo fiondati ad effettuare i primi test. Anche perché nei mesi scorsi era stato erroneamente presentato come l'ennesimo anti-Google. Quando invece si tratta di uno tool che guarda in tutt'altra direzione. Se proprio si vuole fare un paragone, sarebbe meglio prendere come riferimento Wikipedia [...]: Wolfram Alpha dà il meglio di sé, infatti, quando si è alla ricerca di informazioni molto precise, come ad esempio una data, un personaggio, un evento o dati statistici.

[...]

[...] Di fronte alla query "To be or not to be?", WA è abbastanza saggio (e ironico) da rispondere "That is the question". Oppure, la risposta alla domanda "How many roads must a man walk down before you can call him a man?" è ovviamente "The answer my friend is blowing in the wind" (Bob Dylan).

Per quanto Google di recente abbia fatto qualche passo che va in questa direzione, WA sembra molto meglio posizionato per diventare il tool di riferimento del web semantico (o 3.0 che dir si voglia). Utile per chi utilizza la rete come strumento di lavoro o studio, anche perché per ogni risultato sono sempre disponibili (in maniera trasparente) le fonti da cui il software ha attinto per elaborare i risultati. Così come vengono elaborati spettacolari diagrammi e timeline che permettono di trovare al volo una risposta approfondita ai propri dubbi.

L'affidabilità data dalla chiusura delle fonti costituisce un punto di forza, ma anche la principale debolezza di WA: sono molte le domande a cui non sa rispondere perché non dispone di un database di riferimento. Ma un po' tutti i commentatori (The Guardian, Technology Review, E-Media Tidbits, Cnet) sono daccordo: il meglio WA potrà darlo quando le informazioni sul web saranno pubblicate in maniera più strutturata. Per ora quindi il verdetto è: promosso, ma con riserva.

La mietitrice è ripassata

Ieri, tornando nella mia vecchia casa di ringhiera a prendere le ultime cose da portare in quella nuova, ho notato un manifesto funebre che annunciava la morte di una ragazza del piano di sotto. Anni 39, la mia età. Non sono stato in grado di ricordare chi fosse ma l'ho sicuramente vista più di una volta. Dal cognome credo fosse siciliana. I vicini hanno detto che si era trasferita lì da circa cinque anni; questo dunque non permette di capire se il tumore si sia sviluppato qui o se l'abbia fatto altrove e qui sia solo giunto a maturazione. Continua tuttavia a sorprendermi come ultimamente possano morire così tante persone giovani in un paese piccolo come il mio.

I letti Flou

Sono carissimi ma ci si dorme divinamente!

Tuesday, May 19, 2009

Il Rally dei Tombini

Il Rally dei Tombini è quello che mi tocca fare ogni mattina lungo i controviali della Via Lorenteggio, dall'uscita della tangenziale sino all'inizio di Milano.

We have finally moved

Ieri sera, finalmente, la Indrė e io ci siamo trasferiti nella nuova casa. Siamo ancora con un arredamento minimale (in alcune parti del tutto assente), ma siamo felicissimi.

Piccola lezione sul clima. Verso l'isolamento degli estremisti

Dal capitolo 7 ("La politica del cambiamento climatico globale") del testo Piccola Lezione Sul Clima di Kerry Emanuel (2008, Il Mulino):

"[...] Si stanno [...] scoprendo e isolando gli estremisti e quando i media la smetteranno di dare troppa risonanza alle loro posizioni, le controparti politiche che li rappresentano non avranno più nulla su cui poggiarsi".

Piccola lezione sul clima. Il versante positivo

Dal capitolo 7 ("La politica del cambiamento climatico globale") del testo Piccola Lezione Sul Clima di Kerry Emanuel (2008, Il Mulino):

"Ma c'è anche un versante positivo della questione: i governi di molti Paesi, Stati Uniti compresi, continuano a finanziare programmi di ricerca sul clima, e molte delle cruciali incertezze sui mutamenti climatici vanno lentamente riducendosi".

Monday, May 18, 2009

Heat wave

Prima ondata di calore a Maggio, non ci credo ancora. Spero con tutte le mie forze che questo non sia il segnale dell'arrivo di un'altra pessima estate torrida.

Elektradrive (2/2)

Ci sono due modi di essere provinciali nel recensire un gruppo rock nostrano: da un lato si può ridurre la validità del giudizio per una sorta di esterofilia che porta a esaltare sempre i gruppi che provengono da fuori (Regno Unito e USA su tutti), dall'altro ci si può comportare in maniera diametralmente opposta, pompando valutazioni che non reggono il confronto con la realtà. In entrambi i casi ci troviamo di fronte a una mancanza di obiettività ed equilibrio.
Nel caso della musica hard rock e metal, per tradizione ha quasi sempre prevalso, e ancora oggi prevale, un atteggiamento del secondo tipo.
La recensione dell'ultimo disco degli Elektradrive (vedi post precedente) è un caso come tanti, anzi l'ho scelta perché rispetto ad altre risulta meno sbilanciata in lodi e giudizi eccessivamente positivi.
La verità su un disco come Living 4, almeno per chi scrive, è che si tratta di un disco più che discreto, diciamo pure buono, tuttavia fortemente penalizzato da una prestazione vocale poco incisiva e ispirata. Lo stesso impianto musicale con un cantante diverso lo avrebbe reso davvero degno di nota.

Elektradrive (1/2)

di Andrea Raffaldini
(apparso in origine su www.metalitalia.com
il 12/01/2009)

Elektradrive - Living 4
Valery Records
www.elektradrive.com

Gli Elektradrive, forse i più giovani non ricorderanno, tra fine anni Ottanta e primi Novanta si sono distinti come una delle migliori formazioni made in Italy grazie a veri capolavori che rispondono al nome di …Over The Space , Due e Big City. Osannata dentro e fuori la natìa patria, la band, grazie a un hard rock sopraffino, riuscì addirittura a strappare meravigliosi consensi all'interno della spietatissima scena inglese! Da allora sono trascorsi quindici lunghi anni, un tempo molto ampio, ma che ha permesso a Elio Maugeri e compagni di rendersi conto di avere ancora molto da dare alla musica. Orfani del valoroso tastierista Eugenio Manassero, con Living 4 gli Elektradrive inaugurano un sound del tutto guitar-oriented e più pesante rispetto al passato, ma sempre colto ed efficace. Le prime dieci note dell'opener Evil Empire hanno il gusto pinkfloydiano di Another Bricks In The Wall, basta però il tempo di un respiro per dar inizio alle danze a suon di potenti riff e poderose melodie vocali. Con Feed the Ground il quartetto punta invece sulla componente emotiva e di interpretazione; Elio Maugeri si conferma il fuoriclasse dei tempi di Due, sempre a suo agio e capace di manifestare forti emozioni durante la sua performance. La faccia più metal degli Elektradrive fa il suo ingresso prepotente con l'attacco della titletrack, dove le strofe vengono costantemente sorrette da granitici riff dal gusto tradizionale. Non mancano ovviamente episodi più lenti e passionali, Do It for Everyone si distingue per il gusto nella scelta delle linee melodiche e per quella forte personalità che differenzia il pezzo dalle centinaia di ballad che ogni mese infestano le uscite discografiche. La resa sonora di Living 4 è inattaccabile, ogni strumento, ogni aspetto viene curato con dovizia maniacale, con il risultato di un sound tanto pulito e vigoroso da surclassare le vecchie produzioni. La classe non ha bisogno di etichette, Living 4 farà la gioia di chi ascolta metal, blues, progressive o, in una sola parola, rock! Bentornati Elektradrive!

Formazione:

Elio Maugeri - voce
Simone Falovo - chitarra
Alex Jorio - batteria
Stefano Turolla - basso

Tracklist:

01. Evile Empire
02. Feed The Ground
03. What We Still Don't Know
04. Living 4
05. Do It For Everyone
06. Get Power From The Sun
07. Pain
08. Dirty War Of Bloody Angels
09. WYSIWYG
10. You Are Always On My Mind
11. The Water Diviner
12. In A Superficial Way
13. Fake News
14. Son Of The Universe

Che cosce!

Era così tanto tempo che non mangiavo delle cosce di pollo non industriali che ieri, mentre la Indrė le marinava e ne preparava la speziatura, mi sono quasi spaventato dalle loro dimensioni. Inutile dire che erano buonissime. Utile dire, invece, che dal mio amicio Nando le abbiamo pagate meno di 5 euro.

Piccola lezione sul clima. I danni del pensiero di gruppo

Dal capitolo 7 ("La politica del cambiamento climatico globale") del testo Piccola Lezione Sul Clima di Kerry Emanuel (2008, Il Mulino):

"Gli scienziati sono [...] fortemente incisivi quando esprimono pareri fondati e imparziali, ma la loro reputazione d'imparzialitá è seriamente compromessa dalla impressionante assenza di pluralismo politico nelle opinioni degli accademici americani, che soffronto di quel genere di pensiero di gruppo tipico degli ambienti culturali chiusi. Finché questa profonda e ben documentata tendenza all'omogeneitá intellettuale non cambierà, gli scienziati saranno sospettati di costituire un think tank di sinistra".

Piccola lezione sul clima. Gli analfabeti di scienza

Dal capitolo 7 ("La politica del cambiamento climatico globale") del testo Piccola Lezione Sul Clima di Kerry Emanuel (2008, Il Mulino):

"[...] Ci sono pochissimi rappresentanti al Congresso con una formazione scientifica o che siano sensibili alle questioni scientifiche, alcuni anzi prendono posizioni apertamente sprezzanti verso l'argomento. Fintantoché saranno eletti analfabeti di scienza come il senatore James Inhofe, che considera il riscaldamento globale soltanto una montatura, non ci saranno i requisiti per sostenere un confronto costruttivo".

Sunday, May 17, 2009

Sommergibile o sottomarino?

I termini sottomarino e sommergibile potrebbero sembrare sinonimi e certamente spessimo sono usati come tali, ma tra loro esiste una certa differenza: il sottomarino è progettato per navigare quasi esclusivamente sott'acqua, mentre il sommergibile è un battello in grado di immergersi, ma ottimizzato soprattutto per la navigazione in superficie. Un ringraziamento alla Settimana Enigmistica per l'ispirazione di questo post.

L'inutile Regola di Cartesio

La Regola di Cartesio è un semplice risultato matematico che permette di determinare il segno delle radici di un'equazione di secondo grado noti i segni dei tre coefficienti a, b, c che la caratterizzano.
Chi l'ha studiata probabilmente ricorderà ancora i concetti di permanenze e variazioni (di segno).

Mi sono trovato di recente a spiegare questa regola a uno dei ragazzini che vengono da me per qualche lezione privata. Non riusciva proprio a capirla e non me ne sorprendo affatto: gli era stata insegnata, infatti, come una sequenza di istruzioni da imparare a memoria. Dopo gli insegnanti di Inglese va aumentando anche il numero degli insegnanti di matematica che fanno danni.

La Regola di Cartesio è l'esempio classico di ciò che non si dovrebbe mai insegnare sotto forma di regola, anzi, sarebbe proprio un argomento da evitare del tutto. Quando si vogliono conoscere i segni delle radici, ragionare sui due rapporti fondamentali -b/a (la somma delle radici) e c/a (il prodotto delle radici) è esattamente quel che serve. Basta un minimo di deduzione logica e non c'è nulla da imparare a memoria.

Giovani, alieni, infelici

Interessante articolo di Isabella Bossi Fedrigotti sul Corriere della Sera del 30 Aprile 2009. Leggetelo, come ho fatto io, sul blog di Danielone anniquaranta.blogspot.com (vedi qui).

Visitatori da Paesi Baschi e Svezia

Ieri notte e questa mattina i primi contatti rispettivamente da Bilbao e da vicino Stoccolma.

Musica gratis dalla Rete in modo legale

Segnalo il sito www.downlovers.it da cui, grazie alla pubblicità, è possibile scaricare gratuitamente musica in modo legale.

Saturday, May 16, 2009

La Legge di Dolbear

Devo ringraziare la preziosa Settimana Enigmistica per avermi introdotto alla Legge di Dolbear. Amos Emerson Dolbear (1837 – 1910) è stato un fisico e inventore statunitense che ha effettuato numerosi studi sull'elettricità. A quanto pare è divenuto famoso per la legge omonima, citata per la prima volta in un articolo del 1897 a titolo The Cricket As A Thermometer.
La formula mette in correlazione il canto dei grilli con la temperatura atmosferica, misurata in gradi Fahrenheit:

T = 50 + (N - 40)/4

dove N indica il numero di strida al minuto.
La legge asserisce dunque che il ritmo con cui i grilli cantano rallenta al rinfrescarsi della temperatura.

Zaia mi guarda?

Qualcuno si è collegato stasera dal Ministero delle Politiche Agricole.

Gli Italiani e l'Inglese

Ieri pomeriggio nella mia azienda si è celebrato il Children's Day: è una mezza giornata che ricorre ogni Maggio in cui i dipendenti possono portare in ufficio i loro figli piccoli. Mi è capitato di fermarmi a parlare con il marito di una mia collega. Ha lavorato come consulente informatico nei Paesi Bassi e ora svolge la stessa mansione negli Emirati Arabi. Si è parlato di Inglese e Italiani. Entrambi notavamo come i cosiddetti Italiani sono gli Europei con l'Inglese più scarso, ma al contempo quelli che nei loro discorsi di tutti i giorni utilizzano il maggior numero di termini importati proprio dall'Inglese.

Si fa presto a fare la birra

Il mio amico Nando non riesce a star fermo un attimo; nella sua azienda agricola (www.aziendaagricolacornalba.it) - ma io la chiamo ancora cascina come ai vecchi tempi - ultimamente si è messo a fare la birra. Bottiglie da 75 cl le cui etichette esaltano il fatto che l'intero ciclo di produzione è interno all'azienda (il Nando parla di prima birra di questo tipo, ma la cosa è poco credibile); e poi gli ingredienti: una miscela di quattro malti e l'aggiunta di scorza d'arancia. Ovviamente siamo nell'ambito delle cosiddette birre crude, cioè non pastorizzate.
L'iniziativa è degna di grande lode, ma ovviamente non ci si improvvisa birrai dalla mattina alla sera. Dopo aver degustato (in tutta la mia vita di maggiorenne) forse cinquecento o seicento produzioni diverse, posso dire che la birra Cornalba, per il momento, soffre dei limiti tipici di tutte le birre giovani, il sapore è infatti inconfondibilmente quello. C'è da lavorare per diminuire l'acquosità della miscela e per ridurre l'intensità degli aromi e dei profumi (può sembrare un paradosso, in realtà note olfattive e gustative troppo pronunciate tendono a stancare molto presto, ci vuole dunque molto equilibrio e sobrietà).
Per ora il prezzo è fuori dalla mia concezione: pagare una bottiglia del genere tra i 6 e i 7 euro non è accettabile.
Invito caldamente il buon Nando a intraprendere un accurato lavoro di affinamento, magari affidandosi a qualche esperto, è certamente nelle sue possibilità. Voglio comunque sottolineare la positività del suo coraggio e voglia di sperimentazione.

Chi è Frankenstein?

Ieri sera sono capitato su Il Milionario, uno dei pochi giochi TV che rendono onore al sistema televisivo di questo Paese.
La domanda del momento chiedeva chi fosse Frankenstein; di primo acchito la concorrente di turno ha risposto "il mostro", poi, riflettendoci, si è corretta e ha correttamente indicato "lo scienziato". Questa è una di quelle cose su cui riflettevo già molti anni fa: per motivi non ancora chiari i cosiddetti Italiani tendono ad associare il nome Frankenstein alla creatura anziché al creatore.
Mi ero riproposto di capire se il fenomeno fosse identico anche oltre i confini ma colpevolmente non l'ho mai fatto. Credo che indagherò presto, la curiosità è grande.

Friday, May 15, 2009

Swedish school of hard rock

Per capire quanto detto nel precedente post a proposito della bontà della scuola svedese di hard rock basterebbe prendere una canzone come Night Falls, tratta proprio da Infinite Stargaze dei Coldspell (www.coldspell.se), disco del 2009 uscito per l'etichetta Escape Music e distribuito qui da noi dall'attivissima e sempre attenta Frontiers Records.
Night Falls è un brano perfetto, sia dal punto di vista vocale che strumentale. Le partiture musicali sono semplici ma molto accattivanti, la voce è davvero notevole e il pezzo esplode quasi subito in un ritornello azzeccatissimo che ti si ficca in testa sin dal primo ascolto. Il suono delle chitarre è sempre cristallino, sia nella fase di riffing (con una ritmica potente e pulita) sia durante le melodie degli assoli, il basso punteggia i passaggi più morbidi del brano e i cambi di umore con poche note messe lì al momento giusto, la batteria è lineare come si conviene a pezzi del genere, infine le tastiere offrono il giusto supporto senza mai essere invasive.
Questi risultati sono imputabili all'abilità di musicisti come Niclas Swedentorp (voce), Michael Larsson (ex RAW, chitarre e voce), Tommi Partanen (basso), Tobbe Broström (batteria) e Matti Eklund (tastiere, voce).
Il brano del gruppo della turistica Kiruna avrebbe potuto comparire benissimo sul bellissimo Start From The Dark del 2004 con cui gli Europe sono tornati a una nuova vita musicale dopo, appunto, molti anni di "buio" artistico.

La parte negativa della vicenda, come è facile supporre, consiste nella scarsa originalità tanto dei testi quanto delle soluzioni musicali proposte. Ma quando una struttura si consolida e si perfeziona, l'originalità, quasi automaticamente, tende a svanire.

Lituania pieno di terroni

Alle 10:01:48 di questa mattina qualcuno da Roma è finito sul mio blog dopo aver inserito in Google la seguente chiave di ricerca "lituania pieno di terroni".

Il titolo EEMS

Il titolo EEMS, dei tre citati ieri, è quello più interessante perché mostra scambi sufficientemente sostenuti e oscillazioni abbastanza ampie. Questo significa che investendo 1.000 euro per volta e accontentandosi di guadagni netti dell'ordine degli 8/10 euro a colpo, si può ripetere un'operazione di compravendita diverse volte al giorno e dunque cumulare i guadagni.

Cold thrills

In questi giorni sto ascoltando Infinite Stargaze degli svedesi Coldspell, una specie di nuova promessa scandinava in ambito hard rock. Ma il mio primo incontro sonoro con il quintetto guidato dal bravo Michael Larsson mi ha subito lasciato l'amaro in bocca. Sentita la prima traccia rimango infatti sbalordito (in senso negativo) di fronte al fatto che siamo nel 2009 e c'è ancora qualcuno che saccheggia il riff di Kashmir dei Led Zeppelin. Forse state già intuendo quel che scriverò nelle prossime righe.
La scuola hard rock svedese, si sa, è una delle migliori al mondo, e negli ultimi due decenni ha colmato egregiamente il vuoto e la nostalgia lasciati dai grandi gruppi hard rock britannici, ormai scomparsi o divenuti la copia sbiadita di quel che erano un tempo.
Questo disco, come da tradizione, è tutt'altro che brutto; buone canzoni e ottima produzione, ma pesca un po' troppo dai principali riferimenti del genere. Ci si accorge quasi subito di trovarsi di fronte a un collage di brani o pezzi di brani tratti ora dai Gotthard, ora dagli Stratovarius, ora dai Blue Murder; e le influenze continuano con Whitesnake, Rainbow, Thin Lizzy, ...
Se con il prossimo album sapranno coniugare i nomi storici con una dose ben maggiore di creatività e personalità potremo sicuramente parlare di un nuovo grande gruppo dalla meravigliosa Svezia. In caso contrario saranno presto dimenticati e diverranno interesse dei collezionisti o del solo mercato interno.

Insaccato

Pupazzo Franceschini insiste lungo strada ridicola della rievocazione dei mali del fascismo, tra l'altro (e questo è il dato politico saliente per misurare il gradimento del suo ruolo di segretario), non seguito da esponenti illustri del suo stesso partito. Insomma, si è infilato in un cul de sac.

Thursday, May 14, 2009

Tutti per uno, uno per tutti

Esulta Roma su Milano per il declassamento ufficiale di Malpensa. Gioisce il malato a cui, anziché tagliare un dito, hanno amputato entrambe le gambe. Questa è la vera forza del Paese-Italia.

Tre titoli

Questi i tre titoli su cui mi è capitato di operare recentemente. Le descrizioni dei profili sono tratte dal sito www.fineco.it.

Actielios.

Actelios SPA is an Italy-based company engaged in the renewable energy production and the supply of integrated environmental services. It is a part of Gruppo Falck and is engaged in the management and operation of power plants that are already operational, the installation of plants in the start-up phase and the development of new projects, either directly or through joint ventures. Its subsidiaries include Ecosesto SPA, which owns a biomass electrical energy plant and also operates in other environmental management activities; Prima SRL, owns the Waste to Energy (WTE) plant in Trezzo sull'Adda; Ambiente 2000 SRL, is responsible for the management of the WTE plants in Fusina and Trezzo sull'Adda, and Actelios Solar SPA, which is the head of the segment involved in the production of electrical energy by photovoltaic plants, among others.

Hera.

Hera SPA is an Italy-based company engaged in the energy, water and environmental sectors. The Company's core activity in the energy sector is distribution and sale of methane gas. Its other activities in this sector are energy savings, district heating and innovative solutions. In the environmental sector the Company provides waste collection and disposal, city cleaning, thermal waste treatment and composting. In the water sector Hera manages entire cycle from collection, through purification and returning water to the environment. The Company operates in the provinces of Bologna, Rimini, Ravenna, Forli, Cesena, Ferrara, Modena and in the part of the Marche region.

EEMS.

EEMS Italia SPA is an Italy-based company engaged in the semiconductors market. The Company divides its activities into two business areas: memories, and production of photovoltaic cells and panels. In the memories area, the company provides a range of back-end services related to the semiconductor manufacturing customers, including semiconductors for the dynamic random access memory (DRAM), n-line memory module (DIMM) and support services. The services offered by the company include: assembly and testing of packages; assembly and testing of modules and memory cards; qualification, reliability monitoring and failure analysis; design of packages, modules and cards, and services of writing, correlation and adaptation of software testing. Its direct subsidiaries include Solsonica SPA, EEMS Asia Pte Ltd and EEMS Singapore Pte Ltd. It also has four indirect subsidiaries, including EEMS China Pte Ltd, EEMS Test Singapore Pte Ltd, EEMS Suzhou Technology Co Ltd, and EEMS Suzhou Co Ltd.

Cose che non capisco (12)

I vasetti di acciughe. Da quando sono piccolo hanno quegli odiosi coperchietti di latta ultradeformabile: una volta aperti non si riescono più a riavvitare e di solito il vasetto diventa immediatamente unto. Aiuto, qualcuno mi fornisca la spiegazione tecnica!

Wednesday, May 13, 2009

Expo-zappatore 2015

È ormai chiaro che la vicenda Expo 2015 sta raggiungendo livelli da commedia napoletana.

Tuesday, May 12, 2009

Gli anni di Dio

Quando la mia vita di adolescente si è imbattuta in Ronnie James Dio, quest'ultimo aveva già una certa età per un mondo tradizionalmente giovanile come quello della musica rock; ebbene, oggi, circa venticinque anni dopo, sono ancora qui ad ascoltare la voce strabiliante del piccolo uomo di Portsmouth, Hampshire; e, come ovvio, mi sono chiesto quante primavere abbia trascorso l'ex cantante di Black Sabbath e Rainbow. Una piccola ricerca in Rete mi ha fornito la sorprendente risposta: Dio è del 1942, come mia madre!

SOTU (2/2)

Ho proseguito con gli ascolti del nuovo Sounds Of The Universe, ma l'impressione iniziale non è mutata, anzi, forse il tempo ha smorzato la speranza delle prime impressioni. Questa volta i Depeche Mode non mi hanno convinto e hanno prodotto un album che risulta di maniera, privo di quei guizzi e di quelle dinamiche sonore a cui ci avevano abituato. Si attende un decollo che non arriva mai. Probabilmente è una delle prove più incolori della loro lunga carriera.

Heaven & Hell

Quattro nomi leggendari: Ronnie James Dio, Tony Iommi, Geezer Butler e Vinny Appice. Questa è la formazione di vecchietti terribili che due settimane fa ha pubblicato, ben diciassette anni dopo l'ultimo album ufficiale dei Black Sabbath (Dehumanizer), il nuovo disco The Devil You Know (il primo a nome Heaven & Hell). È uscito per la Roadrunner Records, è stato registrato lo scorso inverno in Galles e contiene dieci brani che suonano in modo che più classico non si può.
Non lo definirei un album imperdibile ma da ogni traccia si percepisce come il gruppo abbia davvero tirato fuori il meglio di sé. Il suono è in generale un po' troppo statico e i pezzi forse un po' troppo lunghi e lenti, ma d'altra parte a chi ha fatto la storia del rock non si può chiedere certo di andare oltre. E non si pensi a un progetto esclusivamente da studio: Dio e compagni hanno terminato l'estate scorsa un vero e proprio tour mondiale e sono già pronti a ripartire per una nuova avventura sui palchi dei principali festival d'Europa; si comincia a fine Maggio da Mosca e si termina in Germania a fine Luglio con la partecipazione al glorioso Waken Festival, passando anche da Milano per la data del Gods Of Metal del 27 Giugno.

Nu gerai tada!

È la mia frase lituana preferita; non ha nemmeno un significato preciso, ma è un modo simpatico per chiudere una conversazione colloquiale, specialmente al telefono.

Visitatori dall'Indonesia

Oggi il primo contatto da Jakarta.

Moving out, moving in

Ieri abbiamo fatto il primo microtrasloco: qualche abito e qualche scatola. È il primo segnale concreto, dopo tanti mesi di disavventure, che ci avvicina alla nuova abitazione.

Sul senso di appartenenza

di Andrea Russo
(pubblicato in origine su andrearusso1979.blogspot.com il 24/11/2008)

Molte volte mi capita di sentire, soprattutto tra i giovani: "sono stanco di sentire la mia casa, la mia famiglia, la mia terra... io sono cittadino del mondo, mi sento a casa dove pare a me, vivrò dove pare a me".
Nulla da eccepire.
Ognuno fa quello che vuole; il discorso però è un altro.
Non si può negare che l'uomo vive nello spazio e nel tempo. Non decide lui da chi nasce, né il luogo, né la nazionalità, né la sua condizione sociale originaria. Da questo punto di partenza (che coincide col primo vagito) all'età della ragione e delle prese di coscienza, passano anni di esperienze.
Ovviamente si può cambiare, si può addirittura rinnegare il passato, fare delle scelte, vivere altrove.
C'è chi addirittura cambia sesso, o colore della pelle, o i lineamenti del proprio viso.
Non si può però fuggire da se stessi, né si può cambiare tutto.
Se sei italiano, qualcosa dell'Italiano ti rimarrà sempre.
Ti alzerai la mattina e vedrai la gente intorno bere l'espresso e il cornetto, piuttosto che bacon e uova.
Vuoi cambiare paese? Bene, con grande sforzo dovrai impararne lingua, costumi, e dovrai farti accettare, trovare un lavoro, rifarti una vita.
Mai però, potrai dire di essere trasversale, e non essere ricondotto a delle categorie, perché non avrebbe senso.
Il tuo lavoro, il tuo status sociale, la tua famiglia, i tuoi amici, la tua nazione, la tua etnia, la tua residenza, ti associeranno a un gruppo piuttosto che a un altro.
Ci sarà sempre qualcosa che ti associerà ad altre persone, e guai se così non fosse. Se siamo parte di una nazione è bene partecipare alla vita pubblica, e relazionarci agli altri, confrontarci, essere della partita.
Se non rispetti le regole del tuo paese rischi la galera, se non ti conformi un minimo al modo di vivere comune, sei un eremita, isolato dalla società. Partecipare alla vita in comune non vuol dire rinunciare alle proprie idee, vuol dire saper stare al mondo. Il mondo non sarà mai tutto come lo vogliamo. E meno male, perché nessuno di noi è infallibile.
C'è chi vuole combattere il razzismo negando le differenze, o addirittura cancellandole.
Personalmente, sarei inquietato da un mondo così globalizzato e multietnico in ogni nazione.
Le conseguenze sarebbero un appiattimento culturale e una vitalità ridotta dell'essere umano mai viste prima.
Il mondo è bello nella sua varietà. Se vado in Giappone e vedo che tutto è diventato uguale all'Italia, che cosa ci vado a fare?

Monday, May 11, 2009

Linea dura

Il riferimento è la politica di respingimento dei clandestini arrivati via nave dalla Libia (grazie Maroni!). Nella cosiddetta Italia si definisce linea dura quella che in ogni altro Paese europeo viene chiamata linea della normalità o del buon senso.
E stasera TeleLombardia ha persino riesumato l'impresentabile Fabio Mussi, opposto senza alcuna possibilità di vittoria al gigante Borghezio.

Abbronzatissimi

Domenica scorsa sono andato a prendere la Indrė alla Malpensa. Dopo il recente fallimento della compagnia di bandiera lituana (FlyLAL) purtroppo non esiste più alcun volo diretto che connetta Vilnius alla maggior parte delle altre capitali europee; una delle possibilità più naturali, e soprattutto più convenienti, è quella di risalire fino in Lettonia con AirBaltic e da lì prosegure verso Milano con lo stesso vettore.
Alla domanda "come è stato il volo da Riga?" la Indrė mi ha risposto senza possibilità di equivico: "era pieno di terroni abbronzati che hanno urlato e detto parolacce per tutto il tempo". Le ho fatto notare che non erano abbronzati: quello è il loro colore naturale.

Cose che non capisco (11)

I distributori d'acqua per ufficio hanno raggiunto un limite evidente: il sistema di erogazione dei bicchieri di plastica di solito è fatto talmente male che quando cerchi di prenderne uno te ne ritrovi in mano almeno due.

Natalie Shau e i Lacuna Coil

Segnalo che Natalie Shau ha disegnato, tra le altre cose, la copertina di un CD single dei milanesi Lacuna Coil (www.lacunacoil.it). Si tratta di Enjoy The Silence, uscito nel 2006 per la tedesca Century Media e contenente l'omonimo rifacimento del celebre pezzo dei Depeche Mode.

Boss-napping

È il nuovo simpatico termine creato per indicare i sequestri lampo dei dirigenti d'azienda da parte di impiegati e operai. Il fenomeno ha conosciuto una recente diffusione soprattutto in Francia.

Visitatori dalla Russia

Oggi il primo visitatore da Mosca.

Natalie Shau

Cito per la seconda volta in due giorni il blog andrearusso1979.blogspot.com che mi ha dato la possibilità di scoprire un'artista lituana molto interessante. Per avere un'idea delle opere della giovane Natalie Shau rimando al sito natalieshau.carbonmade.com dove è riportato un portfolio molto ricco. Si tratta di arte digitale che pesca a piene mani da un substrato popolato principalmente da elementi fiabeschi, poi rielaborati in modo personalissimo. Ma è meglio che non vi anticipi altro, gustatevi i suoi lavori.

SOTU (1/2)

Ho sentito Sounds Of The Universe, il dodicesimo album da studio dei Depeche Mode.
Quello che si può dire con certezza è che, ancora una volta, non ci troviamo di fronte a un capolavoro, nonostante il primo singolo - Wrong - sia davvero un gran pezzo (e lo stesso si può dire per il video clip relativo). Per il resto, con solo due ascolti, dovrò attendere ancora un po' prima di esprimermi in un giudizio completo. La musica dei Depeche Mode, si sa, viene fuori alla distanza e, nonostante il minimalismo apparente, è dotata di complessità e stratificazione che necessitano di un certo tempo per essere apprezzate.
Inutile dire che la qualità dei suoni è eccellente, anzi, non si fa torto a nessuno se si afferma che i Depeche Mode sono quelli con i migliori suoni in assoluto.

Vitalità industriale e acronimi

Se lo stato di fermento e salute di un settore industriale si può misurare dal numero di acronimi e di nuovi vocaboli che genera, allora possiamo dire che a stare bene, anzi benissimo, sono il mondo dell'informatica e quello del porno.

Sunday, May 10, 2009

Lituania: elogio del silenzio

di Andrea Russo
(pubblicato in origine su andrearusso1979.blogspot.com il 31/12/2007)

È una fissazione che mi è entrata subdolamente. Guardando le immagini in televisione, seguendo la mia vena di espolratore di ciò che non è sulla cresta dell'onda, ma che va scoperto, individualmente, con la gelosia di chi non lo vuole condividere troppo con gli altri.

Lituania come territorio personale, introspettivo. Lituania come intuizione poi riscontrata come pienamente veritiera.

Attratto da paesaggi strani, da fisionomie diverse, da donne bellissime, da uno spirito nordico ed est-europeo insieme, mi sono spinto fin lì.

Da solo. In un silenzio irreale.

La cosa strana è che mi sono trovato perfettamente a mio agio, come se conoscessi quei posti da sempre, ma senza che l'entusiasmo di vedere un mondo nuovo venisse minimamente intaccato.
Il silenzio come esperienza introspettiva. Il silenzio nelle strade, nel contegno della gente.

I Lituani si girano indispettiti se parli ad alta voce. Parlano piano, ma non sono nè poco socievoli, nè presuntuosi.

Non vi capiterà mai per strada di sentire: "Italiani mafiosi", come a me personalmente è successo in Irlanda; l'Italia è vista con grande stima e ammirazione, da quelle parti; non poche persone studiano l'Italiano, moltissimi sono quelli che sono stati almeno una volta in Italia.
Il mio feeling con questa terra non poteva non nascere.

Sono rimasto positivamente sorpreso da tante altre cose: I locali notturni di Vilnius sono in gran parte molto belli, con uno stile artistico tangibile, e battono 5-0 tanti locali rinomati italiani.
In questi locali ho fatto facilmente amicizia con molte persone del posto. I ragazzi ti invitano a ballare con tutto il gruppo, le ragazze sono dolci e gentili. E sono più belle le ragazzine di 20 anni che ballano sulla pista di quelle che sono sul cubo.

Al ristorante si mangia molto bene e si paga poco.

Stare lì, per gran parte da solo, non mi è pesato affatto. Anzi, il tempo passato da solo, e quello trascorso con un ragazzo di Roma conosciuto all'aeroporto e con la gente del posto è stato la giusta miscela per il mio modo di modo di intendere i viaggi.

Nell'epoca in cui c'è per molti il mito di Londra (giustificato non so bene da cosa), preferisco dieci volte posti come questo: una nazione piccola, di provincia, non intasata, fatta di gente silenziosa, ma socievole, e soprattutto senza la presunzione che molte persone hanno altrove.

Tornando a casa, all'aeroporto di Roma, ho riscontrato quanto siamo rumorosi noi Italiani, a sproposito: prima ho dovuto superare lo svanire dell'incanto di vedere visi di donna bellissimi, nel momento in cui mi sono dovuto allontanare dal gruppo del mio aereo dove c'erano i Lituani;

Prese le valigie, mi sono imbattuto in una tutor che richiamava i bambini della sua colonia estiva: "Marcooo, dov'è Marco, è indietrooo, ah è qui" e così via per ogni ragazzino, senza tener conto che i ragazzini erano costretti a passare per un varco obbligato; ragion per cui non c'era motivo di urlare così. Un uomo sui 50 anni, solo per farsi spazio, ha iniziato a urlare con violenza: "Permesso! Permesso!".

Visto che funzionava, dopo le prime volte ci ha preso gusto e ha iniziato a ripeterlo sempre, soddisfatto forse dalla sensazione di intimorire qualcuno.

Il silenzio, dunque, è un esercizio di estetica del vivere che in Italia non abbiamo ancora compreso, e non ce ne rendiamo nemmeno conto. E capita così che il pregiudizio di provenire da un posto meno arretrato rispetto a un altro subisce una dura battuta d'arresto.

Errori linguistici (39)

Imparare.

Non può essere utilizzato con il significato di insegnare. L'errore, tipico delle zone più meridionali dell'Italia, si è diffuso parzialmente anche in Padania a seguito delle numerose ondate migratorie degli ultimi sessant'anni.

No half-pint zone

Un esempio di quanta strada qui da noi debba ancora fare la cultura della birra è rappresentata dal fatto che in ogni locale, quando si ordina da bere, ci si sente fare quell'immancabile e fastidiosa domanda: "piccola o media?". Solitamente, e con ovvio tono scherzoso, rispondo come segue: "piccola? Ma non sapete che le birre piccole sono cancerogene?!".

Ricordo un bellissimo cartello che faceva bella mostra di sè nel famoso Pogue Mahone's, uno dei pub irlandesi storici di a Milano. La scritta non lasciava adito a dubbi o interpretazioni: no half-pint zone!

A voler essere maliziosi si potrebbe pensare che i gestori tendono a spingere le birre piccole perché assicurano un profitto maggiore di quelle medie (e probabilmente qualcuno si comporta davvero con questa astuta consapevolezza), ma in generale è una questione profondamente culturale.
Non che le birre piccole siano da abolire, a volte, anzi, sono utilissime, per esempio come aperitivo prima del pranzo, perché si è di fretta, o specie se non si ha la possibilità di mangiare molto e si deve guidare. In generale però, se non viene fornita alcuna specificazione, la birra dovrebbe sempre essere intesa come media. Se uno vuole una birra piccola la chiede, altrimenti si dà per scontato che vuole una media.

Inspirare o ispirare?

"Inspirare" e "ispirare" hanno identica etimologia e sono di fatto due forme dello stesso verbo. Per molto tempo sono stati considerati del tutto intercambiabili e in teoria lo sono anche oggi. In realtà,  col passare del tempo, le due versioni hanno acquistato sfumature leggermente diverse e ne è scaturita una progressiva differenziazione di impiego che è ancora in corso. Oggi si tende infatti a utilizzare "inspirare" quando ci si riferisce ai fenomeni legati alla respirazione, viceversa "ispirare" è impiegato nel suo significato più ampio, quando cioè ci si riferisce all'ispirazione di tipo poetico e artistico in generale.

Saturday, May 09, 2009

Visitatori dalla Cechia

Oggi il primo visitatore da Praga.

Carta Attiva Agos (5/5). Come difendersi

La prima è una regola di buon senso e generale: diffidate!
Diffidate di chi vi spedisce a casa roba non richiesta, di chi parla di gradito regalo, di chi elenca solo vantaggi, di chi nasconde condizioni ed esempi.
Questa regola è di solito sufficiente per evitare le truffe ordinarie.

La seconda regola si riferisce a questo caso specifico: tagliate la carta lungo la banda magnetica in modo da renderla inutilizzabile e buttatela via. È semplicissimo. La Carta Attiva Agos, infatti, può fare danni solo se viene attivata, in caso contrario è assolutamente innocua.

E non c'è nient'altro da aggiungere!

Carta Attiva Agos (4/5). Una truffa legalizzata?

Aprite Google e inserite questa chiave di ricerca: carta attiva agos truffa. Se lo faccio in questo momento ottengo 66.500 occorrenze. Un numero che dà un'idea della dimensione del fenomeno. Si finisce subito su numerosi forum in cui i clienti che hanno provato la carta denunciano la sproporzione degli svantaggi rispetto agli scarsissimi vantaggi. Sono esperienze concrete di chi l'ha provata, dunque non presunte.
Vi invito a leggere qualche commento a caso; naturalmente troverete anche una sparuta minoranza di persone che si dichiarano entusiaste: probabilmente si tratta di casi farlocchi; lo si deduce dal fatto che esiste un taglio netto tra i moltissimi commenti fortemente negativi e i pochissimi di segno diametralmente opposto: statisticamente parlando una situazione di normalità dovrebbe vedere anche dei commenti neutri e intermedi, cosa che di fatto non capita con questo prodotto.

Carta Attiva Agos (3/5). Il seguito

Qualche tempo fa ho ricevuto il seguente SMS: "Agos ti ha inviato Carta Attiva, la carta di credito senza quota annua. Non aspettare! Attivala subito telefonando gratuitamente al...".

Dopo l'invadenza (la spedizione a domicilio di un prodotto non richiesto) ecco l'insistenza. E questo è solo l'inizio: colleghi e amici che, come me, hanno fatto acquisti tramite Agos, mi hanno segnalato che dopo gli SMS arriveranno anche le telefonate. Lo scopo è evidente: spingere il cliente all'attivazione della carta.

Prima o poi c'è qualcuno che ci casca. Volete essere proprio voi? Siete stati avvisati.

Carta Attiva Agos (2/5). La spedizione della carta

Due settimane dopo la carta è regolarmente arrivata a destinazione. In basso a sinistra vengono riportate le condizioni, eccole (se è arrivata anche a voi, queste potrebbero essere leggermente diverse):

Fido: 2.000,00 euro
Spese Estratto Conto: 1,50 euro
Rata: 60 euro con scadenza il 20 del mese
TAN: 17,00%
TAEG: 18,38%
Quota associativa: 0,00 euro
Quota famiglia: 0,00 euro
Assicurazione: 0,30% mensile ad adesione

Ora si che è tutto chiaro: quello che si vuole far passare per carta di credito è in realtà un concetto di fido, dunque di concessione di credito, ma con valori percentuali per le rate di rimborso mensili (TAN e TAEG) che nessuna persona avveduta potrebbe mai accettare.

Assieme alla carta viene spedita anche una guida all'attivazione e all'utilizzo. Vengono elencati vantaggi anacronostici come la possibilità di prelievo contanti presso i bancomat o l'assenza di commissioni per rifornimento carburante e pedaggi autostradali (come se ci fossero ancora carte di credito che non si sono adeguate a queste condizioni); si parla anche del meccanismo del fido senza però fornire esempi adeguati e trasparenti, che altrimenti allontanerebbero all'istante il cliente. E naturalmente si invita soprattutto a chiamare il numero verde che permette l'attivazione.

Carta Attiva Agos (1/5). L'antefatto

Qualche tempo dopo aver acquistato una cucina tramite finanziamento mi sono visto recapitare a casa dalla Agos un opuscoletto che annunciava l'invio imminente della loro famosa Carta Attiva. Il pieghevole elencava le caratteristiche di questa nuova carta di credito esordendo con un sensazionalistico Carta Attiva. Per acquistare ciò che desideri, in tutta tranquillità. Spiegano che si tratta di una carta facile, con sconti e servizi in esclusiva, revolving, conveniente, comoda e sicura; insomma, le solite palle.

Mi sono posto due domande: (1) ho una comodissima e convenientissima carta di credito Fineco, perché mai dovrei appesantire il mio portafogli con una nuova tessera di plastica? Per essere più conveniente di Fineco devono essere loro a pagare me! (2) Chi ha autorizzato questi signori a spedirmi una carta di credito? Qualcuno ha chiesto loro qualcosa? Ho forse manifestato la necessità di avere una nuova carta di credito? Ovviamente no.

Potrebbe sembrare la solità pubblicità ingannevole, e per certi versi lo è. Qui però si corre il rischio di perdere un bel po' di soldi, ho quindi deciso di parlarne sul blog. Immagino di non essere il primo, e mi auguro di non essere l'ultimo.

Il pieghevole naturalmente non riporta condizioni economiche (quelle seguiranno assieme alla carta), ma insiste sul concetto di attivazione gratuita e di sblocco, operazione che si può fare chiamando un apposito numero verde.

Quota 1.000

Un mese esatto dopo l'introduzione del contatore Site Meter (8 Aprile 2009 - 8 Maggio 2009) il blog ha registrato il suo millesimo contatto; si tratta, tra l'altro, del primo visitatore austriaco: qualcuno si è collegato da Salisburgo, in cerca di non si sa bene cosa, ed è finito sul post in cui viene riportata l'intervista ai Long Distance Calling, evento che ricordo ancora con grande piacere.

Piccola lezione sul clima. Una critica ingiusta

Dal capitolo 7 ("La politica del cambiamento climatico globale") del testo Piccola Lezione Sul Clima di Kerry Emanuel (2008, Il Mulino):

"Se non fosse stato per l'opposizione dei Verdi, gli Stati Uniti oggi avrebbero potuto soddisfare gran parte del fabbisogno interno di elettricità utilizzando l'energia nucleare, come accade in Francia; gli ambientalisti devono quindi farsi carico di una grossa fetta di responsabilità del problema ambientale più grave di oggi".