Sunday, November 29, 2009

Un detto lituano

Colazione: consumala da solo.
Pranzo: condividilo con un amico.
Cena: offrila al tuo nemico.

Saturday, November 28, 2009

1408

1408 (USA, 2007) è stato trasmesso da RAI2 durante la prima serata di ieri. Il film, che rientra di diritto nel genere horror di matrice psicologica, è tratto dall'omonimo breve racconto di Stephen King e vede alla regia lo Svedese Mikael Håfström. Protagonista assoluto della pellicola è John Cusack, affiancato - anche se in ruoli minoritari - da due attori noti (e bravi) come Samuel L Jackson e Mary C McCormack.
Critica e pubblico sembrano aver giudicato l'opera in termini molto positivi (con alcune derive addirittura entusiastiche), ma per quanto la produzione sia decisamente sopra la media è piuttosto difficile parlare di capolavoro. Il film risente infatti dei numerosi cliché del genere (sommando le cifre del numero 1408, che corrisponde a una camera d'albergo, si ottiene un banale e prevedibile 13) e risente in particolare di alcune citazioni un po' troppo esplicite, specie nei confronti di due lavori come Number 23 e The Shining. Va inoltre detto che il ruolo del protagonista - lo scrittore Mike Enslin interpretato da John Cusack - è assolutamente preponderante rispetto al resto del cast con il risultato che gli stessi Jackson e McCormack finiscono per trovarsi relegati in una posizione di imbarazzante marginalità. Ritengo inoltre che gli elementi di tipo psicologico siano stati distribuiti lungo l'intera narrazione filmica in modi e dosi eccessive (un po' meno "carne al fuoco" avrebbe senza dubbio giocato a favore del risultato finale). Infine ho trovato poco convincente la scelta dello stesso John Cusack, a mio avviso incapace di liberarsi del fondo di comicità insito nella sua talentuosa mimica facciale.

Friday, November 27, 2009

Muffe di Rorschach

Compri un appartamento nuovo di zecca e già al primo inverno ti ritrovi con una gran quantità di muffa sulle pareti. Se c'è un ambito (in verità uno dei tanti) in cui questo Paese primeggia in senso negativo è la mancanza di adeguate norme edilizie e ancor più della capacità di far rispettare quelle poche regole che ci sono. Mettere in piedi una causa legale avrebbe la sola conseguenza di causarmi un immediato esborso di denaro e la quasi certezza che alla fine i costruttori resteranno impuniti. L'unica consolazione, ci riflettevo stamattina, è che nel mio appartamento le muffe stanno generando macchie simili a quelle su cui è basato il famoso test di Rorschach.

Thursday, November 26, 2009

Intensità carbonica

L'intensità carbonica è un'espressione di cui si sentirà parlare spesso in futuro. Tecnicamente definisce l'ammontare delle emissioni a effetto serra per unità di prodotto interno lordo.

A X Factor una splendida Back In Black!

X Factor su RAI2 è trasmissione seguita soprattutto dalla Indrė. Ieri sera ho avuto modo di vederne alcune parti anch'io, tra cui l'esibizione di tal Marco, uno dei candidati accreditati come il probabile vincitore del programma. La scelta del suo primo brano è caduta su un classico del genere hard rock: Back In Black degli AC/DC (dall'album omonimo del 1980). Nel corso di quasi trent'anni un pezzo come questo è stato riproposto da centinaia di artisti famosi e non, in contesti ufficiali e meno ufficiali, in versioni dal vivo o da studio, davanti a decine di migliaia di spettatori in gigantesche arene o di fronte a pochi sparuti fortunati che presenziavano a una qualche sagra di paese. E io stesso l'ho sentita riproporre in dozzine di versioni, quasi tutte piuttosto aderenti all'originale (la mia preferita è quella che gli Statunitensi Living Colour hanno realizzato per il loro album Collideoscope del 2003). Questa di Marco, tuttavia, di tutte è probabilmente la rivisitazione più imprevedibile e insolita. Nonostante la smussatura delle caratteristiche più tipicamente rock (e c'era da aspettarselo da una trasmissione pur sempre nazional-popolare) l'interpretazione di questo giovane ragazzo è stata stupefacente. A questo punto mi auguro che un qualche discografico approfitti della situazione per incidere il pezzo e farlo uscire sul mercato. Ma dubito che avranno il fiuto giusto e la voglia di osare.

Fragile - A trivial story

La seconda serata di Rete4 ieri vedeva in programmazione Fragile - A Ghost Story (Spagna, 2005), un film del regista Jaume Balagueró inquadrato dalla critica nel genere horror. E, una volta tanto, possiamo dire che si tratta di horror a tutti gli effetti; anzi, questo film è talmente "classico" nei suoi schemi, nei suoi effetti e nelle sue soluzioni da apparire come un vero e proprio bigino del genere. Interessante, forse, solo per chi si avvicina a questa tipologia filmica per la prima volta; per gli altri ci si trova invece subito immersi in un'atmosfera prevedibilmente familiare che permette di intuire e immaginare molto di quel che sta per accadere. La trama stessa, che potete leggere sui blog di settore, è alquanto scontata e decisamente troppo banale. Da menzionare, ma solo come curiosità, la presenza quale attrice principale di Calista Flockhart (la Ally McBeal televisiva), certamente brava, ma limitata dal contesto insufficiente di un film come questo.

La Agos ci prova anche con le polizze anti-infortunio

Ieri sera, intorno alle 19:00, ho ricevuto una telefonata da un numero non visibile; solitamente in casi come questi non è mia abitudine rispondere, tuttavia ieri - sbagliando - ho fatto un'eccezione. Dall'altra parte del telefono, con un linguaggio molto approssimativo e di chiara matrice extra-padana, un tizio poco convinto si è qualificato come consulente Agos (sì, ancora lei!); il giovane, senza dubbio poco esperto e alquanto svogliato, ha tentato di propormi una polizza contro gli infortuni ("le spiego di cosa si tratta... sa, facciamoci le corna, se un domani lei dovesse cadere dalle scale..."). Comprensibilmente la conversazione non è durata più di trenta secondi, mi domando tuttavia che cosa dovrò aspettarmi da qui in avanti dall'invadenza di una finanziaria come questa.
I lettori che hanno seguito su questo blog i miei incontri ravvicinati con Agos sono avvertiti. Un solo consiglio: rispondete semplicemente no.

Un mercoledì di silenzio

Ieri il blog è rimasto silenzioso. La mia pressione sanguigna, invece, proprio come un anno fa, ha manifestato una tendenza esattamente opposta a quella che in questo periodo stanno registrando le principali borse mondiali. Ed entrambe le cose non sono affatto piacevoli (almeno per me).

Tuesday, November 24, 2009

Rotondi esiste

Una persona normale, visto il cosiddetto logorio della vita moderna e gli elevati livelli di stress di cui quasi tutti soffriamo (donde le nefaste ricadute su cuore e nervi) avrebbe consigliato di rallentare i ritmi lavorativi e, in accordo con le prescrizioni di scienza e medicina, di dedicare maggior tempo a vecchie e sane abitudini come la pausa pranzo. Per esempio avrebbe suggerito di attenersi alle indicazioni di tutti i contratti lavorativi (che prevedono dalla mezz'ora all'ora di pausa), evitando il più possibile di consumare il pranzo troppo velocemente davanti al computer.
Rotondi invece ha sostenuto più o meno il contrario. Questa sua infelice uscita è stata tuttavia di grande utilità: credo che in molti, come me, si siano resi conto che Rotondi (1) esiste e (2) è ministro; dal momento dell'insediamento del governo non ricordo infatti alcun intervento da parte di questo ex democristiano.

Sollevare qualcuno da un incarico

L'espressione "sollevare qualcuno da un incarico" mi ha sempre dato fastidio. L'immagine che si materializza nella mia mente è quella di un manager grasso e vizioso che gioca con le persone come un bambino viziato giocherebbe con i suoi soldatini. E quel che mi figuro è proprio una disposizione di soldatini che fanno bella mostra di sé sulla sua scrivania. Quando un soldatino non piace più lo si prende per la testa (pollice e indice si stringono, contemporaneamente si alza il mignolo in atteggiamento vezzoso), lo si solleva con movimento lento e verticale, e poi lo si getta via frettolosamente e senza rimorsi.

Monday, November 23, 2009

I mille anni della Lituania

Ieri sera ho avuto il piacere di partecipare ai festeggiamenti milanesi per i mille anni della Lituania. Dopo un incontro presso il Teatro San Cipriano di Via Carlo D'Adda 31 la comunità lituana di Milano ha organizzato una cena a base di prodotti e piatti tipici presso un vicino (e anonimo) ristorante di Via Villoresi.
Di fronte a una cifra così imponente (mille anni) qualcuno potrebbe essere indotto a tentare un paragone con la "giovane" Italia, ma inevitabilmente scivolerebbe in errore. La domanda "da quanti anni esiste l'Italia?", infatti, ne trascina con sé una ben più radicale e profonda: "ma esiste l'Italia?".

Toc toc, c'è qualcuno? Knock knock, anybody there?

Il titolo di questo post, in due lingue, è una semplice domandina che in molti vorremmo cominciare a porre a questo governo.

Sunday, November 22, 2009

Fabio Fazio è un genio

Ieri sera Fabio Fazio, intervistando Gad Lerner a Che tempo che fa, è giunto alla illuminante conclusione che parlare di clandestinità è cosa assolutamente inqualificabile.

Domanda: che cos'è un clandestino? Risposta: è un qualunque uomo o donna che si trova in un certo Paese senza essere in regola con i documenti di quello stesso Paese.
Seconda domanda: che cos'è un abusivo? Risposta: è un qualunque uomo o donna che esercita una determinata attività o professione senza essere in regola con le leggi vigenti.

Bene, a questo punto mi aspetto che Fabio Fazio dica anche che è inqualificabile parlare di abusivismo: è infatti evidente che la clandestinità è semplicemente una sottocategoria del più generale fenomeno dell'abusivismo.
Voglio sentire da Fazio - lo pretendo - che combattere i medici abusivi, i costruttori abusivi, i venditori abusivi, gli inquilini abusivi ... è cosa priva di senso.

L'informazione a perimetro costante

Ieri la vera notizia del giorno (non a caso ne hanno parlato tutti i TG nazionali) è stata quella parolaccia usata da Fini. Chi pensa o sostiene il contrario sa benissimo di mentire. Come ampiamente previsto, oggi quella stessa notizia è migrata dal video alle prime pagine di tutti i quotidiani.

Ma davvero si trattava di un qualcosa di così importante? A giudicare da quel che ho sentito, direi proprio di no: né più né meno le solite banalità a cui ci ha abituato Fini, questa volta neppure mascherate dietro un linguaggio da persona apparentemente intelligente e colta.

Ancora una volta dobbiamo però osservare l'atteggiamento poco serio dei cosiddetti organi di informazione che, senza esercitare critica alcuna, hanno immediatamente colto la ghiotta occasione di un piatto così succulento. Qualcuno potrebbe osservare che anche parlarne su questo blog è cosa poco seria. Può essere, ma la differenza tra un blog e un TG o un quotidiano è che i secondi operano a perimetro costante, mentre il blog no. Un TG e un quotidiano sono infatti soggetti a uno spazio limitato e ben definito, dunque dare una notizia significa automaticamente escluderne un'altra, magari molto più interessante della prima. Su un blog, invece, questi limiti non esistono, o sono talmente elevati da risultare ininfluenti per i contenuti.

Da chi opera a perimetro costante io mi aspetto un'opera di selezione basata su criteri intelligenti, ma è evidente che in un Paese come questo le mie aspettative sono troppo elevate.

Saturday, November 21, 2009

Geocretinismi (6). A 'ndo sta er Galles?

Il 24 Gennaio 2008, a blog appena aperto, ho scritto un post dal titolo Geocretinismi (3). Maestri di sineddoche. In quell'occasione citavo alcuni esempi di cattivo giornalismo italico relativi, tra gli altri, alla monumentale confusione intorno ai tre termini Inghilterra, Gran Bretagna e Regno Unito.
Ho deciso di ritornare su questo tema dopo che ieri sera ho visto un servizio trasmesso dal TG5 delle 20:00. L'argomento principale era la mutazione norvegese del virus dell'influenza A. A un certo punto del pezzo il giornalista (di cui non ricordo il nome), facendo riferimento al Galles, lo ha definito come la "regione" occidentale dell'Inghilterra.
Tipico esempio di ignoranza tutta italiana, e dunque possiamo dormire tranquilli: non c'è nulla di cui scandalizzarsi.

Friday, November 20, 2009

E luoghi licantropi

"...e luoghi licantropi" al posto di "...e luoghi limitrofi" è una delle mie espressioni preferite. L'invenzione si deve a un mio collega toscano di nome Giustiniano.

WasaLive

Uhm, ultimamente cominciano a esserci diversi visitatori che finiscono su questo blog rediretti dal link it.wasalive.com; prima o poi cercherò di capire di cosa tratta.

Uccidere per vendere grasso umano. Bufala o realtà?

(apparso in origine su www.corriere.it il 19/11/2009 con il titolo "Uccidevano per vendere grasso umano")

La notizia sembra tanto clamorosa quanto incredibile. La polizia peruviana ha arrestato quattro persone sospettate di far parte di una banda che avrebbe assassinato almeno sessanta persone per estrarre dai loro corpi grasso da vendere in Perù, ma anche in Europa, ad aziende disposte a utilizzarlo per la fabbricazione di prodotti cosmetici. Lo ha reso noto il procuratore del tribunale penale di Lima, Jorge Sans. Secondo i media locali, tra i potenziali acquirenti ci sarebbero anche due Italiani che gli inquirenti stanno cercando di arrestare.

I quattro Peruviani arrestati avrebbero confessato, rivelando anche che il loro traffico durava da molto tempo. Lo riferisce il quotidiano El Comercio citando il generale Felix Murga, responsabile del Dipartimento di polizia anti-crimine. «Il grasso lo estraevano dal torace e dai muscoli», ha dichiarato Murga. Secondo le indagini effettuate finora, la sostanza veniva venduta per lo più in Europa, a circa 15.000 dollari al litro.

Il caso è venuto alla luce agli inizi del mese, quando la polizia ha arrestato due persone mentre stavano ritirando un involucro di plastica che, presumibilmente, conteneva il grasso umano estratto dal corpo di un uomo, Abel Matos Aranda, ucciso in Perù lo scorso Settembre. I media hanno subito definito gli arrestati la banda dei pishtacos (dalla parola quechua "pishtay" che significa "tagliare a strisce"): come nelle leggende peruviane - ne parla anche lo scrittore Mario Vargas Llosa nel romanzo Il caporale Lituma sulle Ande - sono le persone che aggrediscono uomini e donne per sgozzarli, mangiare la loro carne e vendere il loro grasso.

I media, citando il generale Murga, scrivono inoltre che tra i possibili clienti vi sarebbero anche due non meglio precisati Italiani, dei quali si parla nelle intercettazioni telefoniche effettuate sui cellulari dei detenuti. Murga, per altro, ha anche assicurato che gli arrestati agivano più o meno come i pishtacos. Attiravano le loro vittime in luoghi solitari e, dopo averle, decapitate, ne trasferivano i corpi in rudimentali laboratori per estrarne il grasso. Sempre secondo Murga, al di là di cercare di individuare i due presunti Italiani che avrebbero acquistato la sostanza, è anche scattata la caccia ad almeno altri sette membri della banda. Per ora, comunque, non sembra che si siano comportati fino in fondo come i pishtacos. Che, secondo il Dizionario Enciclopedico del Perù di Tauro del Pino, spesso sotterravano le loro vittime, a volte ancora in vita, per fecondare la terra o rendere più solide le fondamenta di una casa. In questo caso, avrebbero pensato invece solo ai soldi vendendone il grasso ad aziende europee, che lo utilizzavano per fabbricare prodotti cosmetici. La notizia comunque non può non alimentare forti dubbi. Alcuni professori universitari, interpellati da varie agenzie sudamericane, sono apparsi molto scettici sulla vicenda, sostenendo che non vi sarebbe "mercato" per il grasso umano.

Toh, hanno trombato D'Alema

Come previsto ampiamente da tutti, la candidatura di D'Alema a Ministro degli Esteri UE è stata sonoramente (e giustamente) bocciata. Da notare che la proposta era giunta dal PSE ed è stata affossata dallo stesso PSE.

Lo spettacolo del Trap (2/2)

Naturalmente al giornalista italiota nulla importa dell'esclusione dell'Irlanda ai danni della Francia. Se si è parlato così tanto di questo caso sportivo è solo per via del fatto che l'Irlanda è oggi allenata dal signor Trapattoni.
E anche in questa vicenda il giornalismo italiano ha confermato in pieno tutto il suo ben noto e atavico provincialismo.

Lo spettacolo del Trap (1/2)

Sentire Trapattoni parlare in Inglese con tanto di traduzione in Toscano per gli talici giornalisti è stato un grande spettacolo. Onore al Trap che a quell'età ha dato prova di saper destreggiarsi con la lingua di Shakespeare persino meglio di molti giovani di oggi.
Peccato che i TG, sportivi e non, qui da noi abbiano preferito mostrare solo i passaggi in cui il Trap ha fatto evidenti errori grammaticali.

Fini come Carlo d'Inghilterra

Sul blog Anni Quaranta di Danielone ieri è apparso un interessante commento a un altrettanto interessante post pubblicato di recente. L'utente (che si è firmato Giacomo), a mio avviso, ha dato una rappresentazione tanto semplice quanto perfetta di Gianfranco Fini: "lo vedo fare la fine del principe Carlo in Inghilterra: candidato a vita alla successione".

Thursday, November 19, 2009

L'insistenza di Duttilio

Dopo la prima lettera di Luglio con il depliant di Duttilio (ne avevo parlato il 2 Agosto 2009 nel post La Agos ci riprova con Duttilio) in questi giorni ho ricevuto altre tre (!) buste contenenti lo stesso tipo materiale informativo e persino un SMS.
Nel mio comune la raccolta differenziata della carta si fa il giovedì mattina entro le 7:00: dunque immagino che a quest'ora i preziosi consigli commerciali della Agos siano già in viaggio verso il luogo che meritano.

Farmer's markets (mercati del contadino)

I farmer's market sono i mercati gestiti dai singoli produttori (in primo luogo contadini); un sistema basato sulla cosiddetta filiera corta che, saltando gli inutili e costosi passaggi intermedi della distribuzione (o grande distribuzione), consente risparmi anche notevoli a fronte di una qualità mediamente elevata.

I mercati di questo tipo sono fortunatamente in rapida diffusione; nel mio piccolo spero di contribuire a questo cambio di filosofia pubblicando su questo blog i due link (equivalenti) www.farmersmarket.it e www.mercatidelcontadino.it che consentono di conoscere le caratteristiche dell'iniziativa e soprattutto di trovare il farmer's market più vicino al proprio comune.

Wednesday, November 18, 2009

I volti nuovi del PD in Parlamento

E alla fine il PD ha partorito la sua grande opera di rinnovamento: Franceschini eletto capogruppo alla Camera e la Finocchiaro (seconda in antipatia solo a Livia Turco) riconfermata al Senato. Complimenti!

Whisky antartico

di Pablo Trincia
(apparso in origine su www.lastampa.it il 18/11/2009 con il titolo "Polo Sud, alla ricerca del whisky perduto")

C'è un genere di whisky con ghiaccio talmente unico da essere introvabile in qualsiasi bar del mondo. È nascosto in un paio di casse, conficcate da un secolo sotto una baracca abbandonata nel luogo più lontano e inospitale della terra: il Polo Sud.

Appartenevano a Sir Ernest Henry Shackleton, lo spericolato esploratore irlandese che è diventato leggenda tentando di conquistare l'Antartide, e le ha dimenticate durante una delle sue spedizioni nel 1909. E lì sono rimaste fino a quando - tre anni fa - non sono state ritrovate per caso da alcuni escursionisti.

Oggi l'Antarctic Heritage Trust, un fondo neozelandese, ha deciso di avviare una spedizione per tentare la difficile estrazione delle casse, utilizzando alcuni scavatori speciali per l'occasione. Non sarà un'impresa facile. Ma nulla è facile a quelle latitudini.

«Penso che quel whisky se lo siano dimenticato lì per sbaglio, è difficile credere che due casse siano state lasciate sotto quella capanna senza essere bevute», ha dichiarato Al Fastier, portavoce del fondo che ha avviato le ricerche. Lo scopo è quello di analizzarne alcune, mentre le altre dovranno restare lì, secondo il patto di conservazione deciso dalle dodici nazioni firmatarie del Patto Antartico. Certo, molti appassionati si morderanno le dita, visto l'inestimabile valore di quel piccolo tesoro seppellito nelle lande antartiche.

Per ora ci si dovrà accontentare dell'idea di Whyte&Mackay, la società che oggi possiede il brand Mackinlay's, che ha richiesto dei campioni per poter riproporre la marca. Anche se forse, come sostiene Fastier, quel whisky «è meglio immaginarselo, che berlo. In questo modo si conserva il mistero».

E con esso, anche il fascino della vita avventurosa di Ernest Shackleton, uno dei miti di quella che in Gran Bretagna viene ricordata come l'era eroica dell'esplorazione antartica. Nato nel 1874 in un paesino a 50 chilometri da Dublino, Shackleton non è mai stato uno studente particolarmente brillante, nonostante avesse sviluppato un grande interesse per la lettura da viaggio fin da piccolo. A 16 anni era già sulle navi inglesi che attraversavano gli specchi d'acqua più remoti del pianeta e a 24 aveva ottenuto il titolo di mastro marinaio, che gli consentiva di comandare qualsiasi nave britannica. Il 1901 è l'anno che ha segnato la nascita di quella che sarebbe diventata la sua ossessione fino alla morte: il colossale e quasi del tutto inesplorato continente antartico. Shackleton ha preso parte come terzo ufficiale alla Discovery, la prima spedizione britannica verso il Polo Sud, guidata dal capitano Robert Falcon Scott.

Rispedito a casa per motivi di salute, dopo diversi tentativi fallimentari di diventare un businessman di successo si è ripresentato nel 1908 a capo della spedizione Nimrod, con lo scopo dichiarato di raggiungere il Polo Sud magnetico. Ma è riuscito solo a sfiorarlo, arrivando a 88 gradi e 23 primi di latitudine sud, a 180 chilometri dalla meta, prima di tornare indietro. È stato proprio in quel periodo che, nella fretta di ripartire prima che il mare circostante si ghiacciasse, Shackleton ha lasciato tra i ghiacci di Cape Royds le due casse di Mackinlay's di cui oggi parla il mondo intero.

L'impresa della Nimrod gli è bastata per diventare, una volta rientrato in patria, un eroe a tutti gli effetti. I suoi diari sono appena stati ripubblicati in Italia per la prima volta in versione integrale (Sud, la spedizione dellEndurance, Nutrimenti). La gloria è stata però presto oscurata dall'impresa, avvenuta poco dopo, del Norvegese Roald Amundsen, il primo esploratore a raggiungere il Polo Sud. Ma Shackleton, ormai ossessionato, non si era lasciato demoralizzare, e era riuscito a trovare l'ennesima scusa per salutare la moglie e far di nuovo rotta verso l'estremo sud: la spedizione imperiale trans-antartica, nome altisonante per portare a compimento la folle idea di attraversare il continente via mare.

È stato un vero disastro, con la nave che è affondata tra i ghiacci e l'intera spedizione costretta a una snervante attesa nel campo base prima di tornare a casa. Rientrato in patria sconfitto al termine della Prima Guerra Mondiale, Shackleton era ormai l'ombra dell'eroe che qualche anno prima aveva portato la Gran Bretagna così vicina al punto più remoto del Polo Sud. Le cronache parlano di un cardiopatico con il vizietto di bere e ormai un unico pensiero fisso in mente: la circumnavigazione del continente ghiacciato, l'impresa che l'aveva reso immortale, ma che lui sentiva forse di non aver mai davvero portata a termine.

Il cuore lo ha abbandonato dalle parti della Georgia del Sud, alle 2.50 di notte del 5 Gennaio 1922, pochi minuti dopo una discussione con il suo medico, che insisteva perché non bevesse troppo. Di lui resta la fama di uomo che non mollava mai. A ricordarlo è stato anche l'esploratore inglese Apsley Cherry-Garrard con una celebre citazione: «Se fossi intrappolato in un dannato buco e volessi uscire a tutti i costi, accanto a me vorrei sempre uno Shackleton». E magari anche un po' del suo whisky.

Bambini morti

Se è vero (fonte FAO) che nel Mondo ogni sei secondi muore un bambino di fame, la contabilità di questo problema presenta numeri agghiaccianti. Ho fatto io stesso qualche calcolo per rendermi conto della vastità tragica di queste proporzioni. Quella che segue è una stima dei bambini morti:

minuto: 10
ora: 600
giorno: 14.400
settimana: 100.800
mese: 432.000
anno: 5.256.000

La rivincita della politica (politicante)

di Danielone
(apparso in origine su anniquaranta.blogspot.com il 16/11/2009)

La fine della parabola berlusconiana si avvicina e la picconata decisiva la stanno dando due vecchi politici della prima repubblica, Fini e Casini in concerto, entrambi appartenenti allo schieramento conservatore
Là dove non sono riusciti in diciannove anni i post-comunisti, i cazzari di Di Pietro, le mortadelle assortite, la magistratura a orologeria, riescono con una perfetta strategia politica di alta scuola due uomini ora alleati ma entrambi contendenti per la successione.
È una battaglia molto interessante che deve però scontare ancora una variante decisiva: come reagirà Berlusconi che dalla sua ha ancora le truppe elettorali seppure afflitte?
Può darsi che gli basti una sanatoria giudiziaria oppure preferirà giocare allo sfascio, andando alle elezioni anticipate?
Quello che è certo che il Paese ha una solida maggioranza conservatrice, che l'eredità di leaderschip spetterà a chi sarà investito da Berlusconi stesso, che la sinistra continuerà a mangiare polvere per qualche lustro.

Tuesday, November 17, 2009

Cosa c'entra il Papa al vertice FAO?

La partecipazione di ieri al vertice FAO di Roma da parte di Benedetto XVI mi è parsa la conferma che da questo ennesimo megaraduno difficilmente potrà emergere qualcosa di buono.
Il Papa a un vertice sui problemi della fame nel Mondo suona un po' come la presenza di un leone a un convegno di gazzelle.
Se è vero che ogni cinque o sei secondi muore un bambino a causa della fame e dei problemi connessi alla malnutrizione (pensate alla tragedia immane contenuta in queste semplici e gelide cifre) mi chiedo se i costi enormi per l'organizzazione di un vertice così imponente siano eticamente giustificabili e sostenibili. A maggior ragione se vengono spesi per riunire persone e istituzioni che alla fine non decidono nulla o quasi.
Tanto per cominciare, nel rispetto di un livello minimo di decenza, questo vertice avrebbero potuto organizzarlo in videoconferenza.

Le e-mail ci rubano sette giorni lavorativi all'anno

di Elena De Garbagnati
(apparso in origine su www.pcworld.it il 17/11/2009 con il titolo "Una settimana all'anno per leggere la posta. Prima si risponde al partner")

Stanno facendo scalpore i risultati di una inchiesta commissionata da Nokia e condotta in sette Paesi del mondo, per un campione totale di otto mila utenti, di cui in Italia un migliaio, ripartiti fra 501 donne e 499 uomini. Il risultato riguardante l'Italia svela che il 56% dei connazionali intervistati impiega oltre mezz'ora al giorno a rispondere alle e-mail, per un totale su base annua di oltre 7 giorni lavorativi.
Dalla ricerca è emerso anche un dato interessante riguardante le abitudini degli Italiani: la metà degli intervistati preferisce la posta elettronica per inviare e ricevere comunicazioni importanti sia professionali sia personali, con un netto vantaggio rispetto alle telefonate vocali o agli SMS.
Ma quali mail leggono gli Italiani? Innanzi tutto quelle di cui conoscono il destinatario: il 48% delle persone interpellate, infatti, ha confessato di non aprire nemmeno i messaggi di posta di utenti sconosciuti. La maggior parte dei messaggi di posta che vengono letti rientrano nell'ambito professionale, ma questo non significa che il lavoro abbia la precedenza, anzi: il 49% degli Italiani che hanno partecipato a questa inchiesta rispondono prima agli eventuali messaggi del partner, uomo o donna che sia, poi a quelle dei clienti (per il 31%), quindi al capo (con una percentuale del 29%), e solo in ultimo ai colleghi (23%).
Volendo esplorare più nel dettaglio le abitudini degli Italiani, sappiate che dalla ricerca Nokia emerge anche che i cittadini della Toscana e del Lazio sono i lettori più accaniti delle mail di lavoro, con tempi record di risposta da parte di questi ultimi: il 42% dei lavoratori del Lazio, infatti, risponde alle mail entro 10 minuti dalla loro ricezione, però perde più tempo nel formulare le risposte rispetto a chi risiede o lavora nelle altre regioni.

La ricerca di mercato di Nokia era finalizzata ad analizzare i fattori che influiscono sull'uso della posta elettronica e degli strumenti di comunicazione digitale. Nokia ha istituito una pagina web apposita, comune per tutta l'Europa, per approfondire ulteriormente l'argomento: ci sono tre gruppi di discussione attivi in cui potrete inserire il vostro punto di vista e leggere le opinioni altrui.

Monday, November 16, 2009

Impariamo a lavarci le mani

La preoccupazione per il diffondersi dell'influenza A sta portando alcune grandi aziende, tra cui la mia, ad affiggere nei bagni dei dipendenti alcuni cartelli che insegnano, attraverso undici passi sequenziali, il modo corretto di lavarsi le mani.
Lavarsi le mani, penseranno i più, è un gesto talmente naturale (praticamente innato) da far sembrare un decalogo su questo tema una vera provocazione, se non addirittura una presa in giro o un inutile spreco di denaro (scegliete voi). Eppure c'è qualcosa di utile da imparare anche da ciò: una delle raccomandazioni più interessanti, per esempio, è a mio avviso ignorata da quasi tutti (a partire da me). Si tratta di questo: di solito, terminata la fase di lavaggio, si chiude il rubinetto e si asciugano le mani; così facendo, tuttavia, c'è il rischio di vanificare tutto quanto; toccare un rubinetto non igienizzato subito dopo esserci lavati le mani è infatti un'operazione senza senso, eppure questo è il modo in cui quasi tutti procediamo senza nemmeno dar peso alla cosa. Conviene invece asciugarsi le mani con una salviettina di carta normalmente in dotazione e utilizzare la stessa per chiudere il rubinetto, evitando dunque il contatto tra tubature e mani già pulite. Semplice, no?

Di chi è l'acqua della Luna?

Ora che si dà per certa la presenza di acqua sulla Luna ci si potrebbe chiedere a chi appartiene quell'acqua. La risposta a questa domanda va ricercata nel Trattato dello Spazio Extra-Atmosferico, un accordo internazionale ratificato il 10 Ottobre 1967 che proibisce l'utilizzo della Luna per scopi militari e stabilisce che il territorio lunare è "proprietà comune", nello stessa misura in cui lo sono le acque oceaniche terrestri.

Per chi fosse interessato al testo del trattato (in Inglese Outer Space Treaty) si rimanda al link www.unoosa.org/oosa/SpaceLaw/outerspt.html.

Luna da bere

La recente scoperta di abbondanti quantità di acqua ghiacciata al polo sud lunare ha generato una quantità altrettanto abbondante di articoli giornalistici sul tema. Tra i titoli più curiosi che mi è capitato di leggere c'è senza dubbio "Luna da bere".

Kuaska su Google

Impostando la ricerca "lorenzo dabove kuaska" Google offre attualmente ben 54.200 occorrenze: una ragionevole evidenza della meritata fama del personaggio.

Nuove sfilate e nuovi schiaffi?

Autocitarsi non è elegante, tuttavia in occasione del nuovo vertice FAO che si apre oggi a Roma temo che siano ancora validi i contenuti del mio post Sfilate e schiaffi del 4 Giugno 2008.

Sunday, November 15, 2009

Un villaggio, lassù al Polo Nord

Oggi, poco prima del pranzo domenicale, la mia attenzione è stata attratta da un servizio del TG4 sugli addobbi natalizi allestiti con largo anticipo da alcuni commercianti milanesi. La giornalista di turno, commentando le vetrine di un negozio del centro, ha riferito il seguente fatto curioso: in una di queste botteghe sarebbe stato ricreato con dovizia di particolari un tipico villaggio del Polo Nord.

A questo punto non resta che partire per il polo in cerca di questo famoso villaggio. E se qualcuno pensa che al polo di villaggi e di umani (come di strade e aeroporti, e persino di terra) non ce ne siano proprio dovrà evidentemente ricredersi: se lo ha detto la TV dev'essere vero per forza!

Gli All Blacks davanti al Cenacolo

Ieri sono stato colpito in modo estremamente favorevole dalla notizia della visita degli All Blacks (gli atleti della nazionale neozelandese di rugby) al Cenacolo vinciano. Immediatamente ho rivolto il mio pensiero ai giocatori della nazionale di calcio italiana: in casi similari, mi aspetto che il massimo che possano fare in terra straniera sia la visita a una qualche discoteca locale.

La tua birra fatta in casa

La tua birra fatta in casa (2009, Edizioni FAG Milano, www.fag.it) è il titolo di un libro molto interessante scritto a quattro mani dai due autori Davide Bertinotti e Massimo Faraggi. La prefazione (e poteva forse essere altrimenti?) è affidata a uno dei massimi esperti europei di birra: Lorenzo Dabove, in arte Kuaska.
Bertinotti e Faraggi, consumatori e produttori casalinghi di birra, membri del consiglio direttivo del MoBi (Movimento Birrario Italiano, www.movimentobirra.it), ma anche stimati docenti di cultura birraria in Padania e Italia, presentano in questo amabile testo le nozioni fondamentali e i processi necessari alla produzione casalinga della birra. Il libro in questione è tuttavia di grande utilità anche per chi, come me, la birra preferisce lasciarla produrre ad altri limitandosi al piacere dell'assaggio e della degustazione. Una vera manna di nozioni e suggerimenti per tutti gli estimatori del prezioso pane liquido.

Un ringraziamento particolare al collega Giustiniano e a sua moglie che nelle scorse settimane hanno ritenuto di farmi gradito dono di questa piacevole e utile opera.

O schiuma!

C'è stato un tempo, vent'anni fa, in cui mi vantavo con gli amici di riuscire a versare una birra senza generare schiuma. All'epoca pensavo infatti che la schiuma fosse un fastidio e ne ignoravo del tutto importanza, funzioni e utilità. Per fortuna ho capito piuttosto presto quanto mi stessi sbagliando.
Oggi al giusto cappello di schiuma dò grande peso e ne valuto con attenzione le quattro principali dimensioni: la tipologia (che può essere: assente, scarsa, presente, abbondante), il colore (panna, rosata, crema, cappuccino), la struttura delle bollicine (fini, medie, grossolane) e il mantenimento nel tempo (evanescente, mediamente persistente, persistente).

Saturday, November 14, 2009

L'algebra secondo Alvaro Vitali

+ me lo -
+ vengo -
x non venir + -
non me lo - +
o x lo -
me lo - di -

Morton Meilgaard e la Ruota dei Sapori

Il Danese Morton Meilgaard è l'inventore della cosiddetta Ruota dei Sapori: una rigorosa classificazione dei sapori che, secondo questo metodo, sono stati differenziati in quarantaquattro varianti accorpate in quattordici categorie. Lo strumento, sviluppato negli anni Settanta del secolo scorso, è oggi la base standard di riferimento per l'analisi delle caratteristiche organolettiche della birra. Nel corso del tempo è stato adottato in modo ufficiale da organizzazioni prestigiose del settore come la European Brewery Convention e la American Society of Brewing Chemists.

Per chi fosse interessato ad approfondire la tematica suggerisco una ricerca in Google con la seguente stringa: "beer flavour wheel". La nota stonata è che il termine "flavour" (British English) è stato sostituito quasi ovunque dalla sua versione USA "flavor".

Friday, November 13, 2009

Triskaidekafobia

Oggi è venerdì 13. Più che la cifra 13 dovrebbe importare il fatto che è venerdì, ma i superstiziosi in circolazione sono sempre troppi.
Vale la pena sapere che la paura irrazionale e irragionevole del 13 ha anche un nome: si parla di triskaidekafobia, come è giusto che sia, e come si conviene per tutti i disturbi e le malattie.

Quei furboni del marketing di EasyJet

La EasyJet, nota e ottima compagnia low-cost, starebbe pensando di introdurre messaggi in Napoletano e Milanese sulla tratta Malpensa-Capodichino.
Lo scopo dichiarato sarebbe quello di valorizzare gli idiomi regionali... in realtà, mi si permetta, la cosa sa tanto (e solo) di abile manovra pubblicitaria.

Linguaggio da ufficio (95). Linkare

Di "linkare" si potrebbe dire quanto già espresso in passato a proposito dell'odioso verbo "sortare": è un caso conclamato di stupidità linguistica moderna. Per gli altri si consiglia di continuare l'impiego del toscanissimo "collegare" senza curarsi troppo di certi esibizionismi moderni.

Thursday, November 12, 2009

Il fascino delle parole (6). Amaricare

Si tratta di un termine molto semplice, soprattutto se comparato a quelli riportati in precedenza in questa sezione del blog, ma che ho sempre trovato di grande fascino: forse perché usato poco (e comunque in contesti specifici), e dunque in qualche modo raro e nobile, e certamente perché legato a una delle mie bevande preferite.
Questo verbo indica infatti il processo attraverso cui, mediante l'inserimento del luppolo, si conferisce al mosto della futura birra il suo caratteristico sapore amarognolo.

Il bicchiere teku

È a tutti noto che la degustazione di un vino, di una birra, di un whisky o di qualunque altro prodotto "liquido", specie se di qualità, richiede l'utilizzo del giusto bicchiere.
Lo scopo del bicchiere, attraverso una forma studiata e realizzata ad hoc, è quello di esaltare le caratteristiche organolettiche della bevanda in modo da massimizzare il piacere al gusto e all'olfatto.
Tuttavia forse pochissimi sanno che nel caso della birra esiste un particolare tipo di bicchiere, detto teku, il cui compito non è quello di evidenziare i pregi, ma - al contrario - quello di mettere in luce gli eventuali difetti del prodotto.
Il teku è nato grazie alla collaborazione di Lorenzo Dabove (in arte Kuaska) e Teo Musso, due personaggi di primissimo piano nel mondo della birra, di cui ci sarà presto occasione di parlare sul blog.

Sul concetto di processo breve

Davide Giacalone, nella sua consueta rubrica radiofonica delle 7:15 su RTL 102.5, questa mattina ha giustamente osservato quanto segue: l'interazione tra la malagiustizia e la superficialità della politica ha finito con il corrompere anche il vocabolario; come si fa infatti a definire breve un processo che dura sei anni?

Difficile fare commenti.

Dalle 7:18 alle 7:22

Non so quale sia la ragione di questa specie di super-congiunzione astrale malefica, ma se provate a fare un giro per i canali radio tra le 7:18 e le 7:22 troverete quasi ovunque massicce dosi di fastidiosissima pubblicità.

Wednesday, November 11, 2009

Telecretinismi (5). La funzione cumulata... questa sconosciuta

In questi giorni di presunto allarme per l'influenza A si leggono articoli e si sentono commenti televisivi in cui compaiono molto spesso frasi del tipo "cresce ancora il numero dei morti per influenza A... nel nostro Paese sono ormai x a partire dalla data y...".
Nella psicologia (si pensi a i termini "cresce" e "ancora") di che ne fruisce, una notizia di questo tipo si configura inevitabilmente come cattiva notizia, e per contro presuppone che una buona notizia debba essere in qualche modo collegata a un concetto di decrescita dei decessi.
Il fatto è che il numero di morti per influenza A a partire da una certa data può fare solo due cose: aumentare o, al limite, stabilizzarsi su un valore costante; la decrescita è matematicamente impossibile. Il fenomeno descritto (il conteggio dei morti e la loro somma giorno dopo giorno) è infatti un semplicissimo caso di funzione cumulata; nel nostro esempio (un po' macabro) di contabilità dei morti per influenza significa che il cumulato di oggi si costruisce sommando i decessi verificatisi in data odierna con tutti i decessi passati.

Si noti che la funzione cumulata non è un concetto matematico: è invece un concetto naturale, proprio di tutti noi, la matematica si preoccupa solo di darne una formulazione analitica, ma la sostanza non cambia.
Giornalisti e telegiornalisti, nella loro infinita ignoranza e nella loro continua opera di disinformazione o di informazione distorta, superficiale e approssimativa, non hanno dunque attenuanti di alcun tipo.

Mai bollire troppa acqua

Una delle principali raccomandazioni casalinghe per conseguire un risparmio energetico è quella di non far bollire più acqua di quanta ne serva; a parità di fiamma, portare in ebollizione una massa d'acqua maggiore richiede infatti tempi più lunghi, e dunque costi più elevati; pertanto conviene abituarsi a tener conto di ciò quando si preparano tè, tisane, pasta, verdure bollite, ecc. Tuttavia a volte può capitare di sbagliare e di trovarsi con un eccesso di acqua calda. In questo caso si può ancora creare efficienza: ad esempio è sufficiente tenere da parte l'acqua in eccesso, lasciare che si raffreddi in modo naturale e poi utilizzarla per fiori e piante.

Anche in questo caso buon senso, risparmio energetico, risparmio economico e sostenibilità ambientale sono quattro dimensioni che viaggiano in pieno accordo tra loro.

Centro Diagnostico Italiano (CDI)

Ieri mattina sono stato inviato dalla mia azienda al Centro Diagnostico Italiano per una visita oculistica di approfondimento.
Ne scrivo sul blog per testimoniare un caso di efficienza sanitaria che vale la pena far conoscere ai lettori. Presso il CDI (che si trova a Milano in Via Saint Bon 20, zona Inganni) ho infatti trovato personale amministrativo preparato e cortese, medici di buon livello e procedure organizzative chiare, snelle e veloci.
Me la sono dunque cavata in pochissimo tempo. Come dovrebbe sempre essere.

Interismo bovino

Sul blog Anni Quaranta di Danielone è recentemente apparsa la curiosa espressione "interismo bovino".

Monday, November 09, 2009

Ti riconosco dai peli nel naso

Se qualcuno mi domandasse qual è la prima cosa che guardo in una persona che mi viene presentata, non avrei dubbi nella risposta: i peli nel naso, o meglio... la loro assenza. Mi rendo conto che l'argomento non sia dei più piacevoli, provate tuttavia a seguire questo criterio e vi stupirete di quanto sia diffuso il consumo di cocaina inorno a noi.

Sunday, November 08, 2009

Tasse, Scozia e whisky

Per i produttori scozzesi di whisky il 1700 è ancora oggi ricordato come il secolo delle gabelle. La tassazione sui produttori era così forte che nel 1777 nella sola Edimburgo si contavano soltanto 14 distillerie ufficiali a fronte di oltre 400 distillerie illegali.

Mamma li scuali

Durante i mesi estivi mi è capitato di scrivere un paio di post sugli squali e sulla loro sfortunata - ma sarebbe più opportuno dire tragica - relazione con gli uomini; a fungere da ispirazione era stata la lettura dell'interessante libro Il mondo d'acqua di Franz Schätzing. Per ragioni che mi sono poco chiare, in questi giorni ho notato diverse visite al blog proprio a seguito di ricerche su questo argomento; ma fin qui non ci sarebbe nulla di strano. A crearmi perplessità è stato invece il numero di visitatori che hanno utilizzato l'incredibile ortografia "scuali".

Saturday, November 07, 2009

Birrai e lieviti

Oggi mi sono imbattuto in un interessante detto popolare: il birraio fa il mosto ma è il lievito che fa la birra.

Crocifisso o crocefisso?

Il dibattito di questi giorni mi ha spinto a chiedermi quale delle due forme - crocifisso o crocefisso - fosse quella corretta. Indagando ho scoperto che sono accettate entrambe, con la seconda considerata una variante della prima.

L'insostenibile candidatura di D'Alema

Silvio Berlusconi ha deciso di sostenere la candidatura di Massimo D'Alema a Ministro degli Esteri della UE sfidando le dure e ragionevoli controreazioni dei Paesi dell'ex blocco sovietico (Paesi che, Polonia in testa, il Comunismo l'hanno vissuto per davvero). La cosa sembra tanto incredibile da far pensare, quale unica spiegazione razionalmente possibile, a una qualche strategia e a un qualche gioco di potere che al momento sono probabilmente ancora poco chiari. Qualunque sia la realtà che sta dietro a questa scelta, va comunque detto che la cosiddetta Italia ne è uscita ancora una volta molto male. La trasposizione su scala europea delle tipiche beghe interne della politica romana è infatti operazione malvista dal resto dell'Unione, e certamente sarà responsabile di un ulteriore peggioramento della già precaria immagine che questo Paese riveste all'estero.

Nella costruzione della squadra di governo della UE si dovrebbe procedere come nella costruzione di una squadra di calcio (o di qualunque altra disciplina sportiva): a fronte del budget a disposizione, si scelgono semplicemente i giocatori migliori disponibili sulla piazza, indipendentemente dalla loro nazionalità. Difendere un brocco solo perché è un connazionale sarebbe una strategia suicida, che infatti nessuno pratica. E allora perché mai dovremmo difendere un uomo dal passato così ingombrante come D'Alema? Tanto più che il mercato (politico) continentale offre un'ampia rosa di candidati migliori, più giovani, meglio preparati e senza scheletri nascosti.

Friday, November 06, 2009

Il grottesco e il crocifisso

In questo Paese la recente vicenda dei crocifissi ha finito con l'assumere una dimensione grottesca (domanda: poteva forse essere altrimenti?). La situazione che si è creata, più che la realtà ricorda una commedia dell'equivoco.
Cosa c'è di grottesco? Il fatto che l'intero mondo della politica (con rare eccezioni) ha ingaggiato una battaglia come se da Strasburgo fosse venuta la richiesta di abolire i crocifissi nelle chiese (o le stesse chiese). La verità è che qui si parla di scuola (e in particolar modo di scuola pubblica), ovvero di un'istituzione laica. Cosa ci fa un crocifisso appeso a una parete di un'aula scolastica? Ha senso? Sulle pareti ci dovrebbero essere mappe geografiche e astronomiche, ritratti di grandi scienziati, formule che hanno fatto la storia della fisica e della matematica, opere d'arte e qualunque altra cosa sia attinente al sapere. Il crocifisso, da questo punto di vista, simboleggia invece un tipo di mondo che al sapere e alla conoscenza si è storicamente sempre opposto e si oppone ancora oggi.
Va da sé che in un Paese normale tutto ciò non avrebbe potuto accadere.

Thursday, November 05, 2009

Il caso Abu Omar

Lo abbiamo appreso ieri dalla stampa: i giudici di Milano hanno condannato 23 dei 26 agenti della CIA imputati per il sequestro dell'ex imam Abu Omar. Quale effetto avrà questa sentenza sui condannati statunitensi lo sappiamo tutti: il nulla assoluto. Ergo, ne concludiamo che ancora una volta la giustizia italiana si è resa protagonista di un enorme e inutile spreco di tempo e risorse.

Crocifissi ed evoluzione

In merito alla recente sentenza della Corte di Strasburgo (rimozione dei crocifissi dalle aule scolastiche) si è assistito nel nostro Paese a una imponente e generale levata di scudi, sostenuta in modo particolare dalle principali forze politiche (ma curiosamente a rimanere quasi silenzioso è stato proprio il Vaticano). A dire la verità, e a sentire le interviste trasmesse, sembra che la gente non si sia appassionata al tema più di tanto, e comunque, se lo ha fatto, si è appassionata molto meno di quanto ci si sarebbe potuto attendere; mi riferisco soprattutto agli studenti delle scuole superiori (coloro che in aula ci stanno tutti i giorni), che hanno mostrato di vivere la cosa con grande distacco o addirittura con indifferenza.
Si dice da ogni parte che il Cristianesimo sia alla base della nostra cultura. Ammesso anche che sia così (e io ho parecchi dubbi in proposito), mi permetto una piccola riflessione: dopo duemila anni di favole non sarebbe forse il caso di cominciare a evolverci?

Wednesday, November 04, 2009

Crocifissi

In merito alle vicende di questi giorni (sentenza della Corte Europea di Strasburgo sull'esposizione dei crocifissi nelle aule scolastiche) mi limito a osservare che, fino a ieri, della presenza o assenza dei crocifissi in classe non importava nulla a nessuno. Tanto che, se in una notte qualunque un burlone a caso avesse rimosso i crocifissi da una qualche aula possiamo stare certi che la mattina successiva nessuno si sarebbe accorto di nulla.

Su questo tema varrà tuttavia la pena di tornare nuovamente più avanti.

Resuscitazioni

Ho optato per la resuscitazione della mia vecchia Ford Fiesta. Vivrà ancora a lungo?

Tuesday, November 03, 2009

Ci voleva una partita di calcio

Evidentemente ci voleva una partita di calcio (Dinamo Kiev - Inter, che si giocherà domani sera) prima che i mezzi di informazione di questo Paese si accorgessero dei quasi settanta morti per influenza A registrati in Ucraina. Siamo tuttavia certi che al termine della partita, sulla ex repubblica sovietica calerà di nuovo un cupo silenzio.

Tempi duri

Novembre si preannuncia come un mese particolarmente intenso: temo che i miei contributi al blog subiranno un ridimensionamento. Ma torneranno tempi migliori.

Monday, November 02, 2009

Linguaggio da ufficio (94). PIP

È l'acronimo di "primus inter pares" (primo tra pari) e indica una persona che, all'interno di un gruppo, è designata a svolgere un'attività di coordinamento (temporaneo o permanente) pur avendo mansioni e caratteristiche di inquadramento lavorativo identiche a quelle degli altri componenti del gruppo. L'espressione è in crescente diffusione soprattutto all'interno delle aziende di grosse dimensioni come le multinazionali.

Sunday, November 01, 2009

Fantasmi

Il termine fantasma deriva da una forma verbale greca che significa "apparire", "farsi vedere". Fatto, questo, abbastanza curioso, se non addirittura comico, visto che i presunti fantasmi ad apparire sembrano alquanto restii.
Difficile dunque poter credere ai fantasmi se questi, nel loro non manifestarsi, sono i primi a non credere in te. La rarità di questi fenomeni ricorda invece molto da vicino quella dei presunti miracoli, di cui ha ben scritto Maurizio Magnani in un libro del 2005 ampiamente citato di recente su questo blog.
Gli eventuali fantasmi al passo con la tecnologia dei nostri tempi e che eventualmente stiano leggendo questo post, sappiano che casa mia è sempre aperta; a loro si chiede di non suonare, ma di passare direttamente attraverso i muri, possibilmente senza disturbare troppo; poi in frigo ci sono un paio di bottiglie di Gutturnio, e io sono sempre disponibile per un brindisi e una chiacchierata sul futuro (a parlare del passato sono capaci tutti).

Il segretario acerbo

Questa sera il neo-segretario del PD Bersani è stato ospite della trasmissione televisiva Che tempo che fa. Sentendolo parlare ci ho capito ben poco, o meglio, ho capito che in testa ha le classiche "idee poche, ma confuse". Se queste sono le premesse la sinistra dovrà forse rimpiangere Franceschini.

Underworld Evolution. Ciak, si dorme

Girato nel 2006, il film in oggetto è il seguito del primo deludente Underworld, diretto sempre da Len Wiseman tre anni prima. Il mio giudizio non è difficile da intuire: vi sia sufficiente sapere che durante la visione di questo horror mi sono addormentato un paio di volte.