Friday, May 30, 2008

Complesso di superiorità

Un buon numero di esponenti della sinistra italiana soffre di evidente complesso di superiorità, ciò che, tra l'altro, molto spesso li porta incautamente a violare il detto di buon senso secondo cui è "meglio tacere e dare l'idea di essere ignoranti che aprir bocca e fugare ogni dubbio".
Ma se il complesso di superiorità è la diagnosi abbiamo qualche suggerimento per la terapia. Una bella e prolungata vacanza. Magari in Cina, meglio se in Tibet, o, perché no, nel Myanmar. Siamo sicuri che i benefici non tarderebbero a manifestarsi.

Cacofonia del ciao

Quelli che, al telefono e non solo, ti congedano con un primo "ciao" normale, seguito da altri tre sincopati in un orribile "cia-cia-ciao" (a volte addirittura "cia-cia-cia-ciao") sono in aumento. Li odio. Questa nuova moda della fretta che contagia anche i saluti esemplifica fondamentalmente tre cose: superficialità di fondo, uno scarso senso musicale (il "cia-cia-ciao" è cacofonia pura) e la voglia evidente di liquidare l'interlocutore. E pensare che il termine "ciao" è uno dei più belli al mondo.

Thursday, May 29, 2008

Sottovoce

Sergio Romano, a proposito di chi vorrebbe fondare il PD del Nord (tratto dall'editoriale "La Baviera e la Padania" apparso su www.corriere.it il 27/04/2008): "Ma non sarebbe giunto a queste conclusioni se non avesse compreso che è inutile continuare a proclamare l'indivisibilità di un Paese in cui esistono livelli di vita, mentalità sociali e culture politiche così profondamente diverse. Abbiamo istituzioni nazionali, leggi nazionali, statistiche nazionali e partiti nazionali. Ma tutti sanno, anche se preferiscono dirlo sottovoce, che le leggi buone per il Nord non sono buone per il Sud e viceversa".

Passato remoto

In un vecchio articolo dal titolo "Devoluzione Linguistica" apparso sul quotidiano La Padania (www.lapadania.com) di otto/dieci anni fa Gilberto Oneto, a proposito della nostra lingua, scriveva: "liquidiamo il passato remoto, sia nel senso di fardello storico che come cacofonia pelasgica".

Wednesday, May 28, 2008

Accontentarsi

"Colpirne uno per educarne cento" (Mao Tse Tung). Io mi accontenterei di una versione più blanda: colpirne cento per educare quei cento.

Quotes and Aphorisms (25)

I believe in God, only I spell it Nature
[Frank Lloyd Wright]

We are all atheists about most of the gods that societies have ever believed in. Some of us just go one god further
[Richard Dawkings]

A bank is a place that will lend you money if you can prove that you don't need it
[Bob Hope]

Tuesday, May 27, 2008

Minu nimi on...

La mia ragazza, lituana, mi ha comunicato stamattina che la mia ex ragazza, estone, è in dolce attesa di un maschietto (previsto per Ottobre). Sono naturalmente molto contento per lei e mi auguro che il bimbo sia sano e il parto fili lisci come l'olio. Ma, per quel che può contare, mi rammarico per la scelta (pare provvisoria) del nome. È un fatto soggettivo, ma credo che certi nomi siano universalmente brutti. Esprimo una speranza disinteressata: che, alla fine, non lo chiami Fred.

Sottrazioni

Meno uno.

A Fucecchio, in provincia di Firenze, un imprenditore sorprende un ladro in casa, di notte, non certo intento a portare doni e caramelle. Ne nasce una colluttazione, l'imprenditore gli spara e lo uccide. L'arma era regolarmente detenuta. Al momento l'uomo è indagato per omicidio volontario a piede libero. La vittima era un Albanese sulla quarantina con precedenti per furto e rapina; aveva usato nomi falsi e nel 2001 era stato arrestato a Treviso; successivamente era stato colpito da due provvedimenti di espulsione (evidentemente disattesi).

La morale è che se hai deciso di farti una frittata con le uova di coccodrillo dovresti mettere in conto di poter diventare tu stesso la cena del coccodrillo.

Ogni azione genera sempre una reazione, e non sempre la reazione è di segno uguale e contrario: a volte è facilmente prevedibile, altre volte meno.
Come cantavano le Girlschool nei primi anni '80 del secolo scorso: "if you play with fire, then you're gonna get burnt" (se scherzi col fuoco finisce che ti bruci).

Commento a Danielone

di Stefano Benzi
(apparso in origine su anniquaranta.blogspot.com il 24/05/2008 come commento all'articolo di Danielone "Quando il Milan aveva le strisce verticali rossonere")

La prima volta che sono andato allo stadio è stato per vedere una partita di Serie B: mio padre mi portò a Marassi per il derby di Genova, la mia città. Sampdoria che ospita il Genoa, Ottobre 1978: il Genoa era retrocesso in Serie B l'anno prima con uno degli attacchi più forti della sua storia, Pruzzo e Damiani. La Samp era in B dall'anno prima. E in tutta onestà erano due squadre piuttosto scarse. Si marcava a uomo: la Samp aveva Garella tra i pali, un attaccante geniale ma matto e un po' incompreso come Alviero Chiorri (soprannominato il Marziano) e Marcello Lippi che giovava da libero. Il Genoa aveva il povero Fabrizio Gorin in difesa (quanto picchiava...!), un giovanissimo Bruno Conti all'ala e Oscar Damiani. Lo so, sembrerò stupido. Ma quelli della mia età che all'epoca non avevano ancora la TV a colori potranno capirmi. Quando dai vecchi ponti elicoidali del meraviglioso Ferraris dell'epoca spunta il colore smeraldo del campo sono rimasto a bocca aperta: "Ma è verde...!" mi scappa di dire a mio padre. "Certo che è verde" - risponde papà - "è un prato". Ma io di campi in erba non ne avevo mai visti, anche perché a Genova i campi dei dilettanti erano tutti in terra battuta, e per me il manto del campo di calcio era una patina di color grigio topo sul teleschermo del nostro Metz in bianco e nero: quella sì che fu una grande sorpresa. Il Genoa vinse 2-0 con una doppietta di Damiani: mio padre non la prese bene, e prese anche meno bene il fatto che forse anche a causa di quella esperienza io abbia scelto di stare con l'altra squadra della città. Sicuramente non avrei mai pensato che qualche anno dopo sarei stato testimone di una Sampdoria campione d'Italia e della semifinale in Coppa Uefa del Genoa come giornalista. Ma come io ero uno studente mediocre anche il Genoa e la Samp finirono quel campionato in un anonimo centroclassifica con Udinese, Cagliari e Pescara (allo spareggio con il Monza) che andarono in Serie A. Forse è anche per questi ricordi e per i tanti tornei di B che ho seguito che sono profondamente legato a questo campionato: erano anni in cui la mitica trasmissione di Paolo Valenti Novantesimo Minuto si collegava con Genova proprio per la finestra di Serie B. Capitale del calcio cadetto: oggi suona un po' triste. Conduceva quella striscia settimanale Giorgio Bubba.

Quando il Milan aveva le strisce verticali rossonere

di Danielone
(apparso in origine su anniquaranta.blogspot.com il 24/05/2008)

Avrei compiuto tredici anni la settimana dopo, quando assistetti alla mia prima partita a San Siro, nientemeno che un derby.
Grazie alla complicità di mio padre, che rabbonì mia madre, fui aggregato ad un suo collega di banca che si assunse l'incarico di farmi da balia e protettore, una specie di Caronte nel mare dei dannati, come si raffigurava mia madre il mondo dei tifosi.
Lo stadio di San Siro era ancora fermo al primo anello. Le partite si vedevano rigorosamente in piedi, così da fare stare sugli spalti 40.000 spettatori. Ai derby si andava almeno quattro ore prima, ma per essere sicuri di non finire in alto, in un angolo, quel giorno entrai con la mia guida alle 10. Inizio ore 15.
Da allora mi è rimasta addosso l'ansia di arrivare allo stadio con largo anticipo.
Nell'era dei posti prenotati mi basta un'ora.
Si giungeva a San Siro da casa mia con il 38, tram che attraversava tutta la città, dall'Ortica a Piazza Axum, in un'ora circa. Si viaggiava stipati, fra urla e briciole di panini sgranocchiati dai più affamati. Le ultime case popolari finivano a Piazza Segesta. Poi erano prati sino al Trotter, con fitti greggi di pecore che pascolavano in attesa della transumanza estiva.
Con l'avvicinarsi allo stadio aumentava l'eccitazione che diveniva, al capolinea, corsa sfrenata di tutti gli occupanti verso le entrate.
Non ricordo come si trascorrevano le ore di attesa. Di quel mio primo derby, ho fissa nella memoria una accesa rissa nel mio settore con i tifosi dell'Inter, che quell'anno comandavano la classifica ed avrebbero alla fine vinto lo scudetto, e l'odore acuto dei salami, degli agrumi e del vino contenuti in sportoni che con l'avvicinarsi della partita si svuotavano malinconicamente.
Con i rituali di sempre, cinque minuti prima dell'inizio, entrarono le squadre.
Fu un'emozione violenta, un tremore di attesa e di paura che non mi ha mai più abbandonato nei derby, un soffio di amore passionale quando vidi le mie maglie confuse fra quelle degli altri.
A tredici anni capii che quella partita non si deve mai perderla e che se la vinci hai per quattro mesi il primato cittadino. Vuole dire sfottere gli avversari a scuola o al lavoro per settimane, vuole dire svegliarsi il lunedì felice o angosciato, vuole dire odiare con tutto il tuo essere tutto il mondo degli altri, le loro maglie, i loro giocatori, i loro tifosi, il loro allenatore e i loro dirigenti.
Di quell'Inter-Milan, finito 0 a 0, ho ricordi ovviamente evanescenti, ma vivissimo un tiro del pompierone Nordhal che nel secondo tempo sfiorò il palo.
Quante volte nei giorni successivi mi immaginai quel pallone bucare l'angolo della porta della nord e regalare una vittoria clamorosa ai miei colori che erano rigorosamente rossoneri, a strisce verticali con i calzoncini bianchi.
A fine partita, svuotato di emozioni, fui rimesso sulla tradotta verso casa, ora silenziosa come se il pareggio avesse tolto a tutti i contendenti l'ultimo briciolo di energia da spendere in canti ed urla.
Quando arrivai a casa fui accolto come un reduce redivivo, cacciato in un bagno bollente, forse per purificarmi, e spedito a letto dopo una frugale cena.
Era questa la rivincita di mia madre, che per tutta la vita continuò ad essere convinta che una volta o l'altra in quello stadio mi sarebbe capitato qualcosa di brutto.

Monday, May 26, 2008

IPCC

IPCC è l'acronimo di Intergovernmental Panel on Climate Change (Comitato Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici), il comitato scientifico formato nel 1988 dalla World Meteorological Organization (WMO) e dallo United Nations Environment Programme (UNEP), entrambi organismi delle Nazioni Unite. Scopo primario del comitato è quello di studiare i fenomeni che determinano il riscaldamento globale.

Consultando il sito (www.ipcc.ch) si possono leggere gli interessanti report pubblicati dai tre gruppi di lavoro:

Working Group 1: The Physical Science Basis
Working Group 2: Impacts, Adaptation and Vulnerability
Working Group 3: Mitigation of Climate Change

Il 12 Ottobre 2007 l'IPCC ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace in condivisione con Al Gore.

Sunday, May 25, 2008

Miscanto

Ogni tanto i TG ci danno qualche notizia interessante. Ho molto apprezzato un servizio trasmesso dal TG5 di oggi (ore 13:00) circa la coltivazione sperimentale del Miscanto nella provincia di Brescia.
Il Miscanto è una una graminacea poliennale che può superare anche i 3 metri di altezza; è stata introdotta in Europa per motivi ornamentali ma oggi sembra essere una delle fonti vegetali più interessanti per la produzione di energia da biomasse.

Vai Nando!

Ieri, in occasione di una lodevole iniziativa volta a promuovere il concetto di filiera corta, in molte cascine lombarde è stato possibile acquistare un litro di latte a 50 cent. Mi ha fatto molto piacere vedere l'amico Nando intervistato dalle principali TV nazionali; se lo è ampiamente meritato: credo sia stato uno tra i primi, ormai molti anni fa, a introdurre i distributori automatici di latte in cascina (e se ti capita di parlarci scopri che ha un sacco di idee interessanti e innovative); vai a comprare il latte direttamente in loco, lo paghi di meno, sai che è genuino, e intanto cogli l'occasione per rinfrescarti le idee su come funziona il mondo e sul fatto che il latte viene prodotto dalle vacche e non cresce per una qualche generazione spontanea sugli scaffali dei supermercati.

Per chi abita nel Sud di Milano ecco i riferimenti:

Azienda Agricola Cornalba
Cascina Nesporedo
Locate Di Triulzi
www.aziendaagricolacornalba.it

Saturday, May 24, 2008

Probabilmente truffa

Avere qualche base di Calcolo delle Probabilità è estremamente utile, ad esempio per stare alla larga da molte truffe (soprattutto quelle mascherate da grandi opportunità), oltre naturalmente che per cultura personale.
Dietro ogni gioco di Stato esistono sempre calcoli precisi, e si basano tutti sulla probabilità.

Calcolare la probabilità di un evento, da un punto di vista teorico, è qualcosa di semplicissimo: di solito basta determinare un rapporto tra due numeri; il denominatore è il totale dei casi possibili, il numeratore è l'insieme dei casi favorevoli.
Un esempio aiuta a chiarire. Qual è la probabilità che tirando un dado esca 5? I casi possibili sono 6 (le sei facce del dado), il caso favorevole è uno solo (la faccia 5), dunque la probabilità che esca 5 è 1/6, ovvero il 16,7%. Altro esempio: qual è la probabilità che tirando un dado esca un numero dispari? I casi possibili sono ancora sei, quelli favorevoli sono tre (le facce 1, 3 o 5), dunque la probabilità è 3/6, cioè il 50%.
Non è sempre così semplice ma la complessità di un evento probabilistico può ogni volta essere ridotta al calcolo del rapporto tra casi favorevoli e casi possibili.

Ho deciso di scrivere queste righe pensando a una moda relativamente recente: quella lanciata da alcuni giochi e quiz televisivi (per esempio "Il Milionario" e "Fifty Fifty", entrambi condotti da Gerry Scotti su Canale 5).
A un certo punto della trasmissione viene posta una domanda a cui, chiunque sia davanti alla TV (purché maggiorenne), può rispondere mediante un SMS. Di solito tra tutti coloro che hanno fornito la risposta esatta, ogni giorno, viene estratta a sorte una discreta somma di denaro come premio (1000 euro). Dunque, a fronte di una piccola spesa (gli SMS costano circa 1 euro) sembrerebbero aprirsi scenari interessanti: 1000 euro non sono tanti ma non si buttano certo via.
La probabilità di vincita si calcola come spiegato sopra: casi favorevoli su casi possibili. In questa circostanza il caso favorevole è 1 (il fatto che io vinca), i casi possibili sono il numero di persone che hanno risposto esattamente alla domanda.
Su queste basi, quando varrebbe la pena di rispondere a un quiz di questo tipo? Quando si verificano le seguenti quattro condizioni: (1) si ha la certezza che il gioco non sia truccato, (2) esiste un meccanismo che, a parità di risposta esatta, favorisca chi ha risposto prima, (3) la domanda è molto difficile, (4) si ha la fortuna di conoscere la risposta senza doverla cercare su internet o altre fonti.
In trasmissioni nazionali come quelle citate sopra la condizione (1) è sicuramente garantita; il criterio suggerito dalla condizione (2), per contro, è certamente non applicato (tutte le risposte uguali hanno lo stesso peso probabilistico); la condizione (3) è intenzionalmente disattesa, di conseguenza la condizione (4) si verifica quasi sempre.
La condizione (3) è quella che consente di sforbiciare il numero di casi possibili, dunque di aumentare le possibilità di vincita, ma la tendenza di questi giochi è stata quella di proporre domande sempre più facili (del tipo: "quale continente è stato scoperto nel 1492? America o Australia?").
Quali sono le conseguenze di tutto ciò? Chi conosce un minimo di probabilità non si cimenterebbe mai in giochi del genere, per contro, la facilità delle domande attira un numero molto elevato di persone normali, proprio perché queste hanno la certezza della risposta e, di fronte al costo esiguo di un SMS, si sentono incoraggiate a tentare la sorte. Ma più persone giocano, maggiori sono le risposte corrette (i casi possibili) e dunque molto minori sono le probabilità di vincere. Dall'altro lato, ovviamente, cresce il numero degli SMS spediti e conseguentemente si moltiplicano gli introiti di televisioni e compagnie telefoniche.

Ma che importa? Quel che conta è che chi gioca sia contento, e i tanti che di probabilità nulla sanno, lo sono eccome. Come si diceva una volta: contenti loro, contenti tutti.

Il (loga)ritmo del pianeta

Il post in cui mi sono occupato del ponte sullo Stretto di Messina mi dà lo spunto per parlare qui di un argomento probabilmente poco conosciuto. Ormai tutti sanno che per misurare la magnitudo di un terremoto si utilizza la scala Richter (dal nome di Charles Richter, fisico e sismologo statunitense, ovviamente da non confondere con il famoso pianista russo).
Il ponte che si sta progettando è fatto in modo da resistere a un evento sismico di 7,1° Richter. 7,1 non è un numero casuale: corrisponde al grado del disastroso terremoto di Messina del 1908.
Qui vanno fatte due considerazioni: la prima è che nel 1908 non esisteva la scala Richter, dunque nessuno ha realmente misurato quel terremoto, si parla di una stima che, per quanto ragionevole, è appunto solo una stima; la seconda, più intuitiva, è che nulla vieta al prossimo terremoto di avere magnitudo superiore. Perché, ma questa è quasi una banalità, l'unica certezza è che ci saranno altri terremoti, è solo il quando che non conosciamo.
Qualcuno, a questo punto, sarebbe tentato di dire "ma che differenza vuoi che faccia 7,1 o 7,0 o 7,2 o 7,5 o 8,0? Facciamo un ponte che resista a 7,5 o 8,0 gradi della scala Ricther e risolviamo il problema". Il problema è proprio qui: tutti sanno che la Richter è una scala di misura, pochi sanno che è una scala logaritmica (a base 10). Senza entrare nei dettagli, un terremoto di 8° non è il 14,3% più intenso di un terremoto di 7°, ma 10 volte più intenso, cioè il 900% (per lo stesso motivo un terremoto di 8° ha una magnitudine rispettivamente 100 e 1000 volte superiore a quella di un terremoto di 6° e 5°). Dunque fare un ponte che resista a un terremoto di 7,2° anziché solo 7,1° richiede molti più sforzi (e risorse economiche) di quel che si potrebbe pensare a prima vista.

L'ultimo Eden violato

Si stanno diffondendo le crociere in Antartide, evidentemente qualcuno ha fiutato il nuovo business. Da un paio d'anni un'agenzia di viaggi lombarda (seria e specializzata in questo genere di cose) mi manda cataloghi bellissimi. Prima o poi mi deciderò a tornare in Norvegia per ammirare i famosi fiordi ed è da tanto che coltivo il sogno di andare in Islanda. Ma in Antartide mai. E vorrei che non ci andasse nessuno. Vorrei che alcuni luoghi del pianeta rimanessero inviolabili, accessibili solo a un ristretto numero di scienziati. Non è poi così difficile, mi sembra invece una rinuncia necessaria.

Sulla mia sponda

Mi domando se, in una scala percentuale 0-100, le considerazioni tecnico-scientifiche a favore della costruzione del ponte sullo Stretto di Messina possano superare il 10%. Credo di no. Sarei tentato di fare un elenco sintetico delle svariate ragioni che depongono contro la fattibilità di un'opera del genere, ma confesso di non averne voglia: si è già detto e scritto di tutto, ognuno (o quasi) possiede un livello minimo di logica e buon senso, e in Rete è disponibile ogni tipo di informazione. La determinazione a unire Sicilia e Italia questa volta sembra aver superato il punto di non ritorno. Non mi resta che fare il tifo per l'unica cosa che potrebbe dare una bella sveglia a tutti: io sto col terremoto.

Friday, May 23, 2008

Pensierini

Dei primi anni alle scuole elementari ricordo ancora bene i cosiddetti pensierini, brevi composizioni, quasi sempre a tema libero, assegnateci con regolarità dalla maestra. I nostri pensierini, per definizione, erano concetti estremamente semplici, quasi banali, ma erano il nostro primo approccio importante con i rudimenti della lingua scritta. I pensierini, oggi, sono ancora tra noi, li sentiamo ogni giorno, più volte al giorno, e a pronunciarli non sono bambini ma i massimi esponenti delle istituzioni e delle gerarchie ecclesiastiche. Frasi che, pronunciate da loro, suonano ancor più banali e vuote, addirittura fastidiose, specie se ricoperte da una indigesta glassa di retorica. Potrei scegliere migliaia di esempi, mi limito all'ultimo capolavoro del presidente della repubblica, tratto dalle agenzie di stampa di circa due ore fa. A proposito della strage di Capaci, a sedici anni dalla morte di Falcone, il giovane Napolitano ha espresso un concetto originale e profondo: "si è trattato di un terribile attacco allo Stato". Grazie Giorgio, grazie di cuore, come faremmo senza di te?

Sulla carta

La Giustizia di questo Paese si basa su leggi che potrebbero essere notevolmente migliorate (e sfoltite), ma sulla carta non tanto peggiori di quelle presenti in altri Paesi europei. Le cose cambiano quando dalla carta si passa alla realtà: la mente vola subito alla sproporzionata lentezza dei processi e alla vergognosa mancata certezza della pena. Un po' come quelle etichette di alcune bibite su cui fanno bella mostra succulente arance rosse siciliane, ma il cui contenuto sta a quegli agrumi come Pinocchio sta alla sincerità.

Parco delle Cicogne Verdi

Ieri sera ho depositato alcune idee per il programma elettorale del mio partito in vista delle elezioni amministrative che si terranno nel mio paesino il prossimo anno. Tra le iniziative quella di creare un Parco delle Cicogne Verdi, un luogo dove piantare un albero per ogni nuovo nato; una specie di anti-cimitero: non lapidi con i nomi di defunti ma alberi con i nomi di bambini, che un giorno diverranno adulti insieme. Non è certo un'idea originale, ma non è questo l'obiettivo; il fine è quello di vincolare una parte di territorio, per quanto piccola, al verde.
Si tratta ora di vedere se la proposta verrà accettata e di capire la sensibilità a questi temi da parte degli esponenti delle forze politiche alleate (in cui i palazzinari non mancano), nonché dei miei stessi colleghi di partito. Aggiornamenti appena disponibili.

Thursday, May 22, 2008

Lavoratori alla spina

I prodotti alla spina si stanno diffondendo nei nostri supermercati, decisamente una buona notizia: vai a comprare il detersivo per i piatti o il sapone per le mani portandoti dietro il tuo contenitore, lo riempi quanto basta e paghi in base al peso; un ottimo modo di eliminare imballaggi inutili e sostenere l'ambiente.

Purtroppo sono alla spina anche alcune categorie di lavoratori. Per esempio è alla spina il cosiddetto mestiere più vecchio del mondo; passi con la tua auto, guardi la merce, tiri su quel che ti serve, consumi, paghi e riporti la lavoratrice al suo posto. Esiste però anche una forma di prostituzione maschile, e non sto parlando di quella in Piazza Trento a Milano.

La prostituzione di cui parlo è quella edile; anch'essa si consuma sulle strade, specie sulle rampe delle tangenziali e delle autostrade. Ogni mattina all'alba non è insolito imbattersi in giovani uomini a piedi girati di schiena, in gruppi di due o tre, di solito con un piccolo zaino sulle spalle; sono tutti stranieri, quasi sempre irregolari, dal Nord Africa o dal Sud-Est d'Europa. Aspettano che passi qualche camioncino a prenderli, contrattano il prezzo e per quel giorno lavorano in cantiere, naturalmente in nero e senza alcuna tutela. Il giorno successivo si ricomincia, probabilmente passa un altro furgoncino che li porterà in un altro cantiere.

Non so se succede così anche in Romania, non credo. Mi auguro dunque che i ministri dell'Interno, del Lavoro e della Giustizia prendano provvedimenti adeguati. La linea giusta, che non è né dura né morbida, è quella di combattere e contrastare (o almeno di limitare a livelli minimi fisiologici) ogni forma di illegalità, dunque sia i clandestini, sia chi li sfrutta.

In tal senso ho apprezzato le dichiarazioni di Maroni che, nel pacchetto sicurezza varato ieri a Napoli, ha inserito norme per confiscare gli appartamenti di chi li affitta in nero ai clandestini. Ma in questo Paese, si sa, l'unica certezza delle Giustizia è che non funziona. Quindi sarà opportuno attendere qualche mese e vedere quali saranno stati i risultati.

Wednesday, May 21, 2008

La mano di un bambino

di Beppe Grillo
(apparso in origine su www.beppegrillo.it il 10/03/2007)

L'altra sera passeggiavo in una città italiana. In pieno centro c'erano due bambini di quattro/cinque anni soli che mendicavano sul marciapiede. Ho chiesto a un carabiniere poco distante di intervenire. Mi ha risposto di rivolgermi alla polizia e indicato dei poliziotti. Sono andato da loro. Mi hanno rassicurato che qualcuno sarebbe intervenuto. Mezz'ora dopo i bambini erano ancora lì. I bambini non dovrebbero chiedere la carità, ma la chiedono davanti agli occhi di tutti. Potrebbero essere bambini rapiti, venduti. A cosa servono le Forze dell'Ordine se non li proteggono? A scortare delle teste di c...o allo stadio e i nostri dipendenti a Montecitorio? Ho pensato di mettere a disposizione il mio blog per le fotografie dei bimbi abbandonati per la strada riprese da tutti voi via MMS. Il mio avvocato mi ha sconsigliato. Mi ha detto che per la legge italiana finirei in galera. Invece, chi costringe i bambini, forse bambini rapiti, a mendicare e talvolta a prostituirsi non rischia nulla in questo Paese del c...o [...].

Ingerenti

Tratto dal post "Lo sciopero dei sacramenti" apparso sul blog di Beppe Grillo (www.beppegrillo.it) il 2 Marzo 2007:

"Esiste in Italia una classe di persone che mi preoccupa. Sono gli ingerenti. Si dice ingerente un soggetto che si fa i c...i degli altri non sapendone un c...o. Gli ingerenti frequentano i talk show, rilasciano dichiarazioni, si preoccupano per i problemi della società civile. Problemi che loro non hanno. Che neppure li sfiorano".

La Cina è vicina

di Beppe Grillo
(apparso in origine su www.beppegrillo.it il 28/02/2007)

Cina e India sono arrivate tardi al banchetto del CO2, ma con un grande appetito. Ad avvelenare il pianeta ci hanno pensato finora Stati Uniti e Vecchia Europa. Cinesi e Indiani hanno tutte le ragioni. Non si può tollerare che l'inquinamento e la distruzione dell'ambiente siano un copyright dell'Occidente. È una gara a chi lo ha più duro. Le argomentazioni di Gao Guangsheng, direttore della Cina per il cambiamento climatico, sono condivisibili: "La Cina usa il carbone non perché lo ami, ma perché è la risorsa di cui dispone". Gao se la prende con l'Australia. Infatti se la Cina potesse produrre CO2 pro capite allo stesso livello - venti milioni di Australiani contro un miliardo e trecento milioni di Cinesi - potrebbe passare a 8.6 miliardi di tonnellate di CO2 da 1.3 miliardi attuali. È palese. È un problema demografico. Ogni abitante del pianeta deve avere la sua quota di CO2 dalla nascita. Secondo la International Energy Agency la Cina diventerà leader nelle emissioni di CO2 nel 2009. Superando gli Stati Uniti. Se ci arriverà. 16 delle 20 città più inquinate del mondo sono cinesi. 400.000 Cinesi muoiono ogni anno per lo smog. Un quarto dei cinesi beve acqua inquinata. Ci stiamo divorando il mondo. L'Occidente sta esportando l'inquinamento insieme alla produzione sotto costo. Detta spesso schiavitù. Più producono la Cina e l'India, più esportano, più aumenta il PIL e scendono i prezzi. È una corsa suicida. I governi devono cambiare le loro priorità. Cancellare i ministeri dell'Ambiente. Che sono un corollario. Non contano mai niente. E istituire i ministeri dell'Umanità. Da cui dipendano tutti gli altri. Con potere di veto. Una economia malata sta accelerando la sua crescita e la nostra distruzione. Sta barattando il PIL con il pianeta. I Paesi inquinatori, compreso il nostro, meritano un nuovo processo di Norimberga. Il giudice, che è anche il boia, esiste già. È la nostra Terra.

Tuesday, May 20, 2008

Quotes and Aphorisms (24)

We need men who can dream of things that never were
[John Fitzgerald Kennedy]

Whenever people agree with me I always feel I must be wrong
[Oscar Wilde]

When anger rises, think of the consequences
[Confucius]

Ideologia e violenza

Uno: no global, pacifisti, rappresentanti di centri sociali, ambientalisti, gente di estrema sinistra.
Due: integralisti cattolici, islamici e di altre religioni monoteiste.
Tre: esponenti di formazioni fasciste e naziste, gente di estrema destra.
In ognuna delle tre categorie sopra ci sono non pochi individui - mi viene da dire larghe minoranze - che si contraddistinguono spesso per due caratteristiche peculiari: violenza (sia verbale che fisica) e intolleranza.
Sono persone in evidente stato di alterazione mentale per via dei ripetuti abusi di ideologia, cominciati presumibilmente in età molto precoce. E l'ideologia, dovremmo averlo imparato, non porta mai a nulla di buono. Il punto è che chi ha una visione ideologica del mondo in primo luogo crede nel concetto di verità unica e suprema, e secondariamente ritiene di esserne il depositario privilegiato; questi soggetti deviati credono anzi che la verità sia dentro di loro e che questa debba essere affermata con tutti i mezzi sino al trionfo definitivo su ogni altra manifestazione di pensiero. Sono questi i due ingredienti deleteri dalla cui fusione hanno origine violenza e imperialismo culturale, che poi si esplicano attraverso la necessità di piegare l'altro al proprio credo.
Le persone normali, invece, hanno una visione della vita molto diversa: non si pongono questioni di verità, si limitano a ossevare il mondo e, nel caso degli uomini di scienza, cercano di descriverne il funzionamento.

Monday, May 19, 2008

Sangue verde

Una buona parte del genere umano è impegnata attivamente ogni giorno, spesso senza cognizione di causa e a volte con criminale disinvoltura, in attività dall'impatto fortemente inquinante. Fortunatamente esistono sparute minoranze scientifiche che agiscono sul fronte opposto.

Un tipo di inquinamento particolarmente grave è quello dovuto ai cosiddetti metalli pesanti. Ma è proprio lungo questo versante che stanno arrivando notizie cautamente promettenti: pare infatti che si stiano ottenendo buoni risultati sperimentali nell'ambito della phytoremediation: un insieme di tecniche incentrate sull'utilizzo di piante specifiche (sia naturali che modificate geneticamente) per la bonifica di terreni contaminati. Piante di questo tipo prendono il nome di iperaccumulatori e le loro capacità disinquinanti sono dette fitoestrazione.

Da alcune ricerche fatte in Rete risulta abbastanza chiaro che questa tecnica presenta numerosi vantaggi, in primis i bassi costi di applicazione e l'intrinseca sostenibilità ambientale; come punti di debolezza ci sono tempistiche elevate (legate ai cicli vegetali dell'ordine degli anni) e profondità di impiego limitate che dipendono banalmente dall'estensione radicale delle specie di piante o erbe utilizzate.

È altrettanto chiaro che in questo ambito siamo solo agli inizi; la stessa terminologia scientifica attuale è molto varia, non del tutto formalizzata e ancor più scarsamente sistematizzata, e, come ovvio, in continuo cambiamento. Sono dunque necessari grossi sforzi e investimenti. Non è difficile intuire come al momento le ricerche più avanzate siano quelle statunitensi e che Europa, e soprattutto cosiddetta Italia, sono in forte ritardo. Concretamente i risultati migliori sembrano riguardare metalli come nickel, cadmio e zinco ma il fronte delle applicazioni possibili si sta espandendo velocemente.

Ho voluto compilare questo breve post con il puro scopo di fare informazione su questa nuova interessante frontiera. Per chi fosse interessato, in Rete sono già disponibili numerosi articoli e pubblicazioni (comprese molte tesi di laurea), che risultano però estremamente tecniche e specifiche.

Incolmabili ritardi

Mi domando se a Napoli ci sia qualcosa che non è in ritardo. Cito a caso: sono in ritardo il grado di civilizzazione della popolazione, l'apprendimento della lingua toscana, l'uso delle cinture di sicurezza (da parte degli automobilisti) e del casco (da parte dei motociclisti), il grado di occupazione (soprattutto giovanile e femminile), il tasso di raccolta differenziata, il tasso di alfabetizzazione, la presenza delle istituzioni, il senso dell'etica, il rispetto dell'ambiente, la lotta contro la criminalità organizzata e non, ...
Ma i Napoletani hanno anche una grandissima fortuna: sono infatti in ritardo anche colera, leptospirosi e risveglio del Vesuvio.

Sunday, May 18, 2008

Autoironia essenziale

Ore 14.45 di oggi; scambio di SMS tra me e l'amico Steve, reduce da una grande delusione d'amore. Evidentemente le difficoltà della vita, a volte, sanno tirare fuori momenti di sintesi geniale:

Io - "Vivo?"
Steve - "Saltuariamente"

In barba

Potrà sembrare banale, ma sono almeno otto anni che ho smesso di radermi utilizzando le solite costose creme in schiuma o gel, che invece sono tanto pubblicizzate in TV. Non si è trattato di una scelta premeditata, è accaduto per caso: una mattina avevo terminato il tubetto di non ricordo più quale marca famosa e lì per lì l'ho semplicemente sostituito con il sapone liquido per le mani che avevo sul lavandino; accortomi che la differenza di risultato era minima non sono più tornato indietro: e da allora mi trovo benissimo.
Al di là del risparmio, questo episodio mi fa riflettere su come il mondo nel quale ci troviamo immersi costruisce barriere altissime all'utilizzo della nostra consapevolezza; diamo per scontate così tante cose e non siamo invece capaci di vedere soluzioni alternative che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni.

Oasi fuori porta

A pochi chilometri da Pavia (nel comune di Sant'Alessio Con Vialone) esiste un parco faunistico di grande pregio. Si tratta dell'Oasi di Sant'Alessio (www.oasisantalessio.com), che ho visitato con inatteso piacere un paio di settimane fa, appena rientrato dalla trasferta lituana e danese.
Il parco è strutturato in modo tale da permettere un contatto molto ravvicinato con alcune specie di volatili, tra cui cicogne, aironi, falchi, gufi, ibis, tucani e fenicotteri (il contatto, a volte, è così diretto che magari ci si può ritrovare con un grosso gufo bianco a passeggio sul proprio braccio, come sperimentato con entusiasmo dalla mia ragazza). Ma ci sono anche altre attrazioni, come il giardino delle farfalle selvatiche, lo stagno dei castori europei e la serra dei bradipi. Si aggiungono alcuni ambienti tropicali appositamente ricreati per ospitare serpenti, tartarughe, camaleonti e altri rettili, e vi sono alcuni tunnel che permettono di guardare attraverso il vetro il comportamento di svariate specie di pesci.
Fortemente consigliato!

Danimarca. Appunti di viaggio (4/4)

Incontri.

Pochi chilometri prima di giungere a Kerteminde (isola di Fionia) un cartello con l'indicazione di spiaggia ci ha portato a una deviazione non prevista. Ci siamo ritrovati in una bella zona fitta di seconde case vicino al mare, quasi tutte in legno, dai tipici colori scandinavi e con ampi giardini fioriti non recintati. Parcheggiata l'auto ci siamo messi a fare un po' di foto. Qualche minuto dopo è sbucata un'anziana signora (almeno settantenne) che in perfetto Inglese ci ha chiesto da dove venissimo e a cui abbiamo amabilmente spiegato le future tappe del nostro viaggio. Ci ha addirittura proposto di offrirci una birra a casa sua.

Nykøbing-Falster (isola di Falster). Non trovando un buon ristorante in città abbiamo deciso di cenare in albergo. Il cameriere, sentendoci chiacchierare durante la lettura dei menu, ha tirato fuori quel che ancora rimaneva del suo Toscano. Un uomo sulla sessantina, dai modi gentili, estremamente cortese e professionale, che lasciava trasparire un forte amore per il suo lavoro. Ci ha confessato di essersi trasferito lì da Rimini nel lontano 1975, una rilevazione che, per fortuna, ci ha subito bloccato ogni tentativo di abbozzare domande banali del tipo "si trova bene qui in Danimarca?".

Saturday, May 17, 2008

Beringia

La vera scoperta dell'America, come detto in un precedente post odierno, è stata fatta da alcune popolazioni asiatiche che in occasione dell'ultima glaciazione (e secondo alcune teorie già durante la glaciazione precedente) hanno attraversato quello che oggi prende il nome di Stretto di Bering (dal nome di Vitus Bering, un esploratore russo di origini danesi che lo ha attraversato nell'estate del 1728). Durante l'ultima glaciazione lo stretto era libero dalle acque (e per le particolari condizioni climatiche anche dai ghiacci), anzi al suo posto esisteva un vero e proprio ponte di terra detto Beringia. La sua formazione si spiega facilmente: l'attuale profondità dello stretto non va oltre i 50 metri (per una larghezza di una novantina di chilometri), un valore inferiore a quello perso dagli oceani per via delle enormi quantità d'acqua intrappolata nelle masse di ghiaccio di allora. Il ponte di Bering ha dunque avuto origine in queste condizioni, fungendo per animali, piante e umani da naturale collegamento via terra tra Siberia e Alaska (le uniche tracce rimaste oggi sono le due isole Diomede situate nel centro, quella maggiore di pertinenza russa, e quella meno estesa appartenente agli USA). Attualmente esiste un progetto congiunto tra USA e Russia per ricreare un ponte sotto forma di tunnel sottomarino (che diverrebbe dunque il più lungo del mondo).

Luce nera

Non sono mai stato molto fiducioso nel genere umano, ma se nello specifico penso all'uomo moderno occidentale la visione passa da un timido grigio al nero pece. Osservare quel che succede intorno, porsi domande e cercare di capire è quasi sempre causa di infelicità. Molto meglio restare ignoranti e non esporre la propria mente a grandi questioni; molto meglio non pensare a niente. Guardo agli uomini e li vedo basare le loro vite quasi esclusivamente su modelli di competitività, con spazi sempre minori relegati invece alla cooperazione. Se ad esempio penso ai normali rapporti lavorativi in un comune ufficio di oggi la parola che mi viene subito in mente è conflittualità. Siamo tutti impegnati a correre, a sgomitare per essere migliori di altri. Siamo tutti dentro a una follia collettiva che cannibalizza la bellezza e la lentezza del presente in nome di un futuro irraggiungibile, un illusione che consuma ogni nostra energia e umanità.

Scoperta e conquista dell'America

È una data difficile da estirpare dalla memoria collettiva, ma il 1492 è ancora considerato, a torto, l'anno della scoperta dell'America. Molti staranno sicuramente pensando alla spedizione condotta dal figlio di Erik il Rosso, Leif, che sarebbe approdato nelle attuali terre canadesi di Baffin, Labrador (chiamato Markland) e Terranova (chiamata Vinland) poco prima dell'anno mille DC. Oggi non sembrano esservi più dubbi sul fatto che i primi Europei a sbarcare sul continente nordamericano furono i Norvegesi, facendo base prima in Islanda e poi in Groenlandia. Tuttavia anche in questo caso è del tutto scorretto parlare di scoperta dell'America. Al massimo si può parlare di tentativi di insediamento, peraltro non duraturi (nel caso delle spedizioni vichinghe) e di conquista vera e propria (nel caso di Colombo). La vera scoperta dell'America non può che essere quella compiuta da alcune popolazioni asiatiche prima dell'ultima glaciazione, ovvero sfruttando quello che oggi si chiama Stretto di Bering e che un tempo era libero dalle acque. Molti gli studi in questa direzione e molte anche le conferme scientifiche (basate su esami comparativi di alcuni mammiferi e specie di piante, e anche su indagini specifiche del DNA umano); l'unica difficoltà è quella di fare una datazione corretta delle prime penetrazioni di Asiatici in America; a tal proposito esistono due teorie ancora contrapposte: quella del Popolamento Tardo, secondo cui il primo attraversamento umano tra Siberia e Alaska sarebbe avvenuto intorno al 12.000-14.000 AC, e quella del Popolamento Precoce, formulata più di recente, che anticipa il passaggio a un periodo compreso tra il 20.000 e il 60.000 AC.

Quel che è certo è che quella di Colombo fu una spedizione di conquista e non di scoperta; e che continuare a parlare del 1492 come dell'anno della scoperta dell'America è un evidente retaggio di eurocentrismo, ma soprattutto una grave inesattezza scientifica.

Ringrazio l'amico Alessandro che, di fronte a un'enorme pizza, mi ha dato lo spunto per la scrittura di questo post.

Danimarca. Appunti di viaggio (3/4)

I lati negativi.

Non sono tanti ma ci sono.

Atterrati a Copenhagen verso le 7:30 del mattino, ci siamo diretti al nostro hotel, a pochi metri dal Teatro Nazionale (in Kongens Nytorv). Dal momento che la camera non era ancora pronta ne abbiamo approfittato per una passeggiata e per fare colazione nella vicinissima Nyhavn (quella che io chiamo la zona dei Navigli). Il primo impatto negativo è stato proprio alla reception dell'albergo: la persona di turno - una donna - ha mostrato modi un po' sbrigativi e poco cortesi, esperienza che si è poi ripetuta in altri due dei successivi tre hotel in cui abbiamo soggiornato (per amor di statistica devo riferire di un clima diverso a Kerteminde, sull'isola di Fionia: quella è stata l'unica volta in cui alla reception c'era un uomo). Ma torniamo a Nyhavn, ore 8:30 di domenica mattina; fuori da alcuni locali diversi gruppetti di giovani sono seduti attorno a numerose lattine e a intere casse di birra da cui attingono in abbondanza. Da questo punto di vista non sembra essere cambiato nulla rispetto a dieci anni fa. Stessa situazione la mattina di giovedì 1 Maggio, con tifosi di due squadre locali di calcio in giro a cantar cori per il centro storico e in parte già ubriachi prima delle 10:00; va comunque detto che non ho assistito a veri atti di vandalismo o di violenza, ma resta il fatto che in quelle condizioni la città non è esattamente un bel biglietto da visita per i numerosi turisti (segnalo che è ancora in voga la brutta abitudine di versare shampoo o bagnoschiuma nelle fontane pubbliche). D'altra parte non solo il problema dell'abuso di alcool nell'Europa centro-settentrionale è lontano da una soluzione, ma certi comportamenti giovanili stanno rapidamente migrando verso gli Stati dell'Europa meridionale. Per restare a Copenhagen devo ammettere di averla trovata un po' peggio di come mi si era presentata nel Settembre del 1998; un buon numero di monumenti necessità decisamente di una bella ripulita.
La Danimarca è un Paese dove tutto costa molto caro, anche il 40-60% in più rispetto a Milano, ma questo è evidentemente un punto di vista relativo: il tenore di vita del Danese medio, come dimostrano tutte le statistiche, è molto superiore al nostro, inoltre la mancata adesione all'euro non favorisce un'omogeneizzazione dei prezzi come avvenuto in Finlandia, oggi non particolarmente cara (una situazione simile a quella Danese si ha, per le stesse ragioni, nel Regno Unito e in Svezia, per non parlare di Islanda, Svezia e Svizzera che sono fuori dalla UE). Per dare un'idea di alcuni prezzi: una birra media costa 9 euro e il biglietto della metropolitana dall'aeroporto al centro (10-12 minuti di corsa) costa 3 euro. In questo contesto risulta però alquanto fastidiosa la maggiorazione del 4% applicata da quasi tutti i locali a chi utilizza carte di credito.
Infine ho trovato molto scarsi i cartelli per le segnalazioni di località di interesse culturale (castelli, chiese, manieri, ...).

Friday, May 16, 2008

Col piede sbagliato

Credo che il nuovo governo, annunciando un possibile ritorno all'energia nucleare, sia partito con il piede sbagliato. La scelta nucleare mi vede contrario per motivi fin troppo ovvi da ripetere ancora una volta. Questo non significa che non si debba proseguire la sperimentazione in questa direzione: approfondamenti scientifici e ricerca sono, al contrario, di importanza fondamentale: se il nucleare di oggi non convince, questo non significa che in un futuro prossimo le cose possano cambiare. Ma un conto è la sperimentazione, un altro l'applicazione. In termini di investimenti preferirei che un governo facesse scelte lungimiranti e proiettate in avanti di decine di anni, orizzonti temporali nei quali le fonti rinnovabili di energia appaiono come la soluzione più logica dal punto di vista della sostenibilità ambientale. Forse conviene un po' di sofferenza nel breve e medio periodo per risultare vincenti sulla lunga distanza. Sarebbe inoltre il caso che le questioni energetiche venissero finalmente affrontate sinergicamente a livello continetale anziché da singloli Stati.

Dawn of Solace

Ho ascoltato e molto apprezzato "The Darkness", debutto discografico dei Dawn Of Solace (2006, Locomotive Music), gruppo finlandese nato per volontà di Tuomas Saukkonen come progetto collaterale dei Before The Dawn. È un lavoro in cui confluiscono con efficacia ed equilibrio influenze doom, dark e gothic metal. Si nota da subito una ben riuscita alternanza di momenti duri, cupi e melodici, caratteristica che è il segreto del forte impatto emotivo e atmosferico dell'album. Ottima anche l'idea di prediligere solo otto brani per una durata complessiva limitata e non stancante.

Bene, ora non mi resta che trovare qualcuno in terra finnica che me lo possa procurare.

Teste, opinioni e... chiappe

I Latini avevano coniato il detto "tot capita, tot sententiae" (tante teste, altrettante opinioni). Noi Lombardi, che siamo un po' più rustici ma di eguale saggezza, ne abbiamo fatta una versione un po' più colorita (in parentesi quadre la pronuncia):

Cent co, cent crap. Cent cu, dusent ciapp
[Cént q, cént crap. Cént cü, düsént ciàp]

Thursday, May 15, 2008

Il vento gonfia le teste vuote

Vittorio Sgarbi mi è sempre stato simpatico. Nella recente vicenda che ha visto il suo allontanamento forzato da Palazzo Marino (a Milano, dove era assessore alla cultura), io sto decisamente dalla sua parte, contro Letizia Moratti. La Moratti si è rivelata un buon sindaco ma in fatto di cultura esprime posizioni di anacronismo e conservazione (e soprattutto ci capisce poco). La cultura, invece, ha bisogno di una certa trasgressione e di qualcuno che abbia il coraggio di osare, di guardare al futuro, di tracciare strade nuove; la storia insegna che, spesso, quel che oggi apprezziamo e consideriamo normale o di grande valore un tempo era inviso ai chi stava al potere. Sgarbi è una garanzia di indipendenza e anche di giusta impertinenza. Gli rimpovero da sempre una dichiarata appartenenza a una fede (in questo caso cristiana) che, a mio parere, non può fare di lui un intellettuale vero e realmente aperto, ma non si può avere tutto.
Tuttavia, in tempi recenti e con un'insistenza crescente, il buon Vittorio sembra aver avviato un'inspiegabile crociata contro le pale eoliche, che a suo dire deturperebbero il paesaggio circostante; in questo si è ritrovato in compagnia di una schiera di cosiddetti verdi ufficiali (gente come Pecoraro Scanio, fortunatamente escluso dal nuovo parlamento).
Sono tornato da poco dalla civilissima Danimarca, il Paese che in Europa ha raggiunto i livelli più avanzati in fatto di energia eolica e di pale ne ho viste tante e ovunque, tutte in perfetta armonia con l'ambiente. Questa volta Sgarbi ha sbagliato bersaglio; un bel viaggetto in auto nella terra dei Dani potrebbe rinfrescargli le idee.

Abbinamenti

Cinque o sei fette di salame milano o di salame ungherese, da mangiare rigorosamente con le mani, e una tazzina da caffè riempita di whisky per metà o al massimo due terzi.

Semplicità danese

Come dicevo nel post precedente, il Danese - nella sua forma scritta - non è lingua particolarmente ostica; Danese e Inglese hanno infatti un'origine comune e mantengono ancora oggi una certa affinità contemporanea. A riprova di ciò, una buona conoscenza dell'Inglese e di qualche minimale termine di Tedesco (nonché di due/tre vocaboli scandinavi) permette un'ampia comprensione, ad esempio, dei menu danesi. La lista che segue (Toscano/Inglese/Danese), per quanto estemporanea e limitata, può esserne un esempio.

acciughe - anchovies - ansjos
acqua - water - vand
anguilla - eel - ål
antipasti - starters - forretter
arancia - orange - appelsin
barbabietole - beetroots - rødbeder
basilico - basil - basilikum
birra - beer - øl
caffè - coffee - kaffe
cannella - cinnamon - kanel
carciofi - artichokes - artiskokker
carta dei vini - wine list - vinkort
cocco - coconut - kokosis
con - with - med
coriandolo - coriander - koriander
cotoletta di maiale - pork chop - svinekotelet
cozze - mussels - blåmuslinger
crocchette - croquettes - kroketter
del giorno - of the day - dagens
della casa - house - husets
di stagione - season - årstidens
e - and - og
filetto di vitello - veal fillet - kalvefilet
finocchio - fennel - fennikel
formaggio - cheese - ost
formaggio di capra - goat cheese - gedeost
frutta - fruit - frugter
gelato - icecream - is
grande - large - stor
guarnizione - garnish - garniture
insalata - salad - salat
insalata fresca - fresh salad - friske salat
insalata mista - mixed salad - blandet salat
latte - milk - mælk
limone - lemon - citron
maiale - pork - svine
mandorle - almonds - mandler
manzo - beef - bøf
mela - apple - æble
melanzana - eggplant - aubergine
menu - menu - menukort
menu estivo - summer menu - sommermenu
menu invernale - winter menu - vintermenu
miele - honey - honning
mozzarella di bufala - buffalo mazzarella - bøffelmozarella
o - or - eller
olio d'oliva - olive oil - olivenolie
olive - olives - oliven
pane - bread - brød
patate - potatoes - kartofler
peperoni - peppers - peberfrugt
pesce - fish - fisk
petto di pollo - chicken breast - kyllingbryst
piccolo - small - lille
pollo - chicken - kylling
pomodori - tomatoes - tomater
pranzo - lunch - frokost
prezzemolo - parsley - persillesmør
prosciutto - ham - skinke
riso - rice - ris
rosmarino - rosemary - rosmarin
sale - salt - salt
salmone - salmon - laks
salmone affumicato - smoked salmon - røget laks
salvia - sage - salvie
scaglie di parmigiano - parmesan flakes - parmesanflager
senape - mustard - sennep
tartina - tart - tærte
tartufo - truffle - trøffel
timo - thyme - timian
tonno - tuna - tun
torta di cioccolato - chocolate cake - chokolade kage
torta di mele - apple cake - æblekage
uovo - egg - æg
uvette - raisins - rosiner
verdure - vegetables - grønt
vino - wine - vin
vino bianco - white wine - hvidvin
vino rosso - red wine - rødvin
zafferano - saffron - safran
zucchero - sugar - sukker
zuppa - soup - suppe

Wednesday, May 14, 2008

Danimarca. Appunti di viaggio (2/4)

I lati positivi.

Non seguirò un ordine preciso, meglio affidarsi al flusso spontaneo dei ricordi.

So che inevitabilmente finirò per tralasciarne qualcuno: i lati positivi di questo piccolo Paese, infatti, sono molti.
La cordialità dei gestori di negozi, di pub e ristoranti, sempre sorridenti e pronti ad aiutarti, a Copenhagen come nei più remoti paesini di campagna. Una lingua di per sé agevole - almeno nella sua forma scritta - e una grandiosa padronanza orale dell'Inglese da parte dei suoi abitanti, indipendentemente dall'età del tuo interlocutore. La grande pulizia e l'attenzione per l'ambiente. Pale eoliche un po' dappertutto, che ben si sposano con il paesaggio circostante. Costruzioni basse, realizzate in materiali e tinte in armonia con la natura. Poco traffico, autostrade scorrevoli, con bagni pubblici sorprendentemente puliti, spesso più di quelli di molti esercizi commerciali di Milano (autostrade che, tra l'altro, sono gratuite, salvo alcuni grandi ponti marini). Semafori sapientemente temporizzati. Dalla città ai piccoli paesi nessuna traccia di erbacce, bottiglie, lattine o rifiuti vari lungo il ciglio delle strade o in corrispondenza di rotonde: tutto è ben curato. Nessun cartellone pubblicitario, grande o piccolo, come quelli che invece inquinano e abbruttiscono i nostri paesaggi (sporadicamente si possono trovare segnalazioni che annunciano un qualche evento di carattere locale, ma si tratta con evidenza di supporti temporanei e removibili). Nessun affollamento di cartelli stradali (con le punte di imbarazzante comicità che si toccano non di rado qui da noi) e indicazioni precise, nella maggioranza dei casi con la specifica delle distanze tra una località e l'altra. Ornamenti floreali e sterminati campi di senape riempiono ogni dove. Mai un colpo di clacson e ovunque un grande senso di civiltà. E ritmi umani, lenti quanto basta per vivere bene. E poi il vento e i cieli azzurri, amabili anche se a volte capricciosi compagni di viaggio.

Fredda demografia

Nei giorni scorsi la provincia cinese del Sichuan (prima d'ora sconosciuta ai più) è stata colpita da un terremoto fortissimo: la scossa principale (a cui ne sono seguite altre di intensità minore) ha toccato una magnitudo di 7,8° della scala Richter. In situazioni come queste, e in territori come quelli con governi non democratici, è sempre difficile fare una stima precisa del numero di vittime. Allo stato attuale il dato più credibile si aggira intorno a 15.000, ma è ragionevole pensare che il valore salirà ulteriormente nei prossimi giorni. Un numero impressionante, dall'impatto emotivo evidente.
Eppure, un episodio come questo, visto con gli occhi della demografia è quasi privo di significato. Ho fatto alcune ricerche in rete e il dato più recente che ho trovato sulla popolazione del Sichuan parla di 87,2 milioni di abitanti. Ho poi immaginato di tradurre il tutto in peso. Se pensiamo al Sichuan come a un uomo di 100 kg la morte di 15.000 esseri umani corrisponde alla perdita di 17,2 grammi, un evento irrilevante.
E non può che tornare alla memoria la nota frase di Stalin secondo cui "la morte di un uomo è una tragedia, quella di milioni è una statistica".

Tuesday, May 13, 2008

Danimarca. Appunti di viaggio (1/4)

Recuperata la mia Indrė a Vilnius, dopo due giorni di tranquillità e brevi escursioni in terra lituana (vedi il post "Alexander the Great"), all'alba di domenica 27 Aprile 2008 ci siamo imbarcati alla volta di Copenhagen, punto di partenza per il nostro tour delle grandi isole danesi, quasi dieci anni dopo il mio primo viaggio nella capitale degli smørrebrød.

L'itinerario.

Isola di Selandia (Sjælland)
Domenica 27 e lunedì 28 Aprile 2008

01. Copenhagen. Visita (prima parte)
02. Hillerød. Visita al Castello di Frederiksborg e relativo parco
03. Ringsted. Visita della cittadina e della Sankt Bends Kirke

Passaggio sui 20 km dello spettacolare ponte Storebælt

Isola di Fionia (Fyn)
Lunedì 28 e martedì 29 Aprile 2008

04. Nyborg. Visita del castello
05. Kerteminde. Visita della cittadina
06. Odense. Breve visita notturna
07. Svendborg. Visita del castello

Isola di Tåsinge
Martedì 29 Aprile 2008

08. Troense. Visita al Castello di Valdemar

Isola di Langeland
Martedì 29 Aprile 2008

09. Rudkøbing. Visita della chiesa
10. Tranekær. Visita del castello

45 minuti di traghetto tra Spodsbjerg e Tårs

Isola di Lolland
Martedì 29 Aprile 2008

11. Halsted. Visita al Museo Reventlow e relativo parco
12. Horslunde. Visita della chiesa
13. Maribo. Visita della cattedrale

Isola di Falster
Martedì 29 e mercoledì 30 Aprile 2008

14. Nykøbing-Falster. Visita della cittadina

Isola di Bogø
Mercoledì 30 Aprile 2008

15. Farø. Sosta panoramica

Isola di Møn
Mercoledì 30 Aprile 2008

16. vicinanze di Stege. Visita della Fanefjord Kirke
17. Stege. Visita della cattedrale e della cittadina
18. Magleby. Visita al Castello di Liselund e relativo parco
19. vicinanze di Magleby. Visita alle Møns Klint (scogliere)

Isola di Selandia (Sjælland)
Mercoledì 30 Aprile e giovedì 1 Maggio 2008

20. Vordingborg. Visita del castello e relativo parco
21. Gavnø. Visita del castello
22. Copenhagen. Visita (seconda parte)

Wake Pig

Nel tempo libero una delle cose che amo di più è la musica. Dato che sono completamente stonato per il canto e altrettanto negato per suonare un qualunque strumento, la passione ha preso strade diverse, indirizzandosi verso il piacere dell'ascolto e la ricerca di nuovi gruppi, magari poco conosciuti e provenienti da Paesi considerati minori.
Di solito scarico un po' di roba da internet durante il fine settimana e registro il tutto su un CD da ascoltare in auto negli spostamenti tra casa e ufficio durante i giorni restanti.

Da inizio anno sono riuscito a sentire una media di 40 album al mese, più di quanto pensassi. La maggioranza, come è ragionevole intuire, risulta insoddisfacente (da un punto di vista pratico ho creato un file con un'apposita black list), qualcuno finisce invece in gray list (ovvero lavori che nel complesso non mi hanno entusiasmato ma di cui è valsa la pena registrare almeno un brano) e i restanti vengono archiviati in una buy list. Per questi ultimi mi regolo principalmente in due modi: specie con l'attuale cambio euro/dollaro (particolarmente favorevole) risulta molto conveniente acquistare i CD di gruppi provenienti dagli USA o dal continente americano direttamente via internet su appositi siti statunitensi (per esempio CD Universe, www.cduniverse.com), per quelli di gruppi europei è invece più semplice contattare qualcuno nei Paesi d'origine che stia per venire in visita a Milano (ad esempio tramite pagine come Hospitality Club, www.hospitalityclub.org).

La soddisfazione è massima quando capita di trovare un qualcosa che non ti aspetti, un disco non solo bello, ma anche particolarmente originale, che non riesci a smettere di ascoltare per giorni. È un fatto piuttosto raro, forse di eventi così ce ne sono un paio all'anno e nemmeno sempre.
Il caso vuole che uno di questi giorni sia stato ieri.

Il disco in questione è "Wake Pig" dei 3 (www.theband3.com), gruppo formatosi nei primi anni 90 del secolo scorso a Woodstock, Stato di New York. Fino a qualche giorno fa non li avevo nemmeno mai sentiti nominare. "Wake Pig" è il loro quarto album, uscito in origine nel 2004 per la piccola etichetta Planet Noise Records e ripubblicato alla fine del 2005 dalla ben più conosciuta Metal Blade. Difficile catalogare e descrivere il contenuto di un album come questo (il che è da intendersi soprattutto in chiave positiva). Su una solida base di rock duro si innestano con sorprendente naturalezza influenze che comprendono metal, pop, progressive e dark, il tutto bilanciato con equilibrio e sapienza. Grande pregio sono la straordinaria varietà e la freschezza delle soluzioni impiegate che si traducono in un vero e proprio caleidoscopio di eterogeneità sonora. Belle le parti ritmiche, belle le melodie e i passaggi acustici e strumentali, in qualche modo ariosi e spaziali. Se è necessario parlare di accostamenti con altri gruppi allora farei i nomi di Tool e soprattutto degli austriaci Deadsoul Tribe.

Monday, May 12, 2008

True Spirit of Norway

I Norvegesi mi sono sempre stati simpatici, non così i loro governi: siamo nel 2008 e uno Stato tanto avanzato dà ancora la caccia alle balene, inconcepibile. Di fronte a questo non si deve tacere.
In fatto di simpatia, comunque, anche la giovane coppia dell'altra sera non è stata da meno, anzi.
Resta un fatto: i giovani Nordeuropei di oggi sono quanto di più disorganizzato si possa immaginare. Stine (di Drammen) e Åsmund (di Oslo) mi hanno contattato per una richiesta di ospitalità solo un paio di giorni prima di atterrare a Milano. Fortuna vuole che è bastata una telefonata di due minuti e l'amico Alessandro si è mostrato d'accordo ad accoglierli da lui per due notti su tre.
La mia passione per la musica rock è nota, dunque come resistere di fronte a un'occasione del genere? Ho chiesto a Åsmund di aiutarmi a recuperare alcuni CD di artisti norvegesi impossibili da trovare qui a Milano; gli ho fornito quattro titoli chidendogliene uno. Risultato? Mi hanno comprato due CD, e uno di questi me l'hanno regalato per il solo fatto di averli aiutati a trovare sistemazione da Alessandro. In aggiunta, come ulteriore omaggio, mi hanno portato un terzo CD di loro scelta.
E pensare che non c'è nemmeno stato il tempo di rivederli per offrir loro una bottiglia di buon vino, che peccato.
Cose così capitano di rado, e quando capitano ti fanno stare bene.

Giornata Europea dei Parchi

Si avvicina la Giornata Europea dei Parchi, un evento continentale volto a ricordare i primi nove parchi di tutti i tempi, istituiti in Svezia il 24 Maggio 1909. In alcuni Paesi, per esempio qui da noi, la ricorrenza (nata nel 1999 per volere della EuroParc Federation) viene ampliata sino a coprire un'intera settimana, detta appunto la Settimana dei Parchi: quest'anno dal 17 al 25 Maggio.

Colgo l'occasione per segnalare volentieri alcuni validi link in tema:

www.europarc.org
www.europarc.it
www.metsa.fi
www.parks.it
www.parchiperkyoto.it

L'importanza di calcolare gli sprechi d'acqua

Si sente spesso parlare di grandi quantità d'acqua consumate inutilmente ogni giorno: ad esempio perché si tiene il rubinetto aperto mentre ci si lava i denti. Si leggono tante cifre ma raramente ci restano in testa: un conto, infatti, è leggere numeri, un altro fare esperienza diretta. Ho così deciso di verificare di persona. Da qualche anno ho preso l'abitudine di lavarmi i denti tenendo il rubinetto chiuso, ma in passato avevo anch'io questa cattiva abitudine; non una volontà di sprecare acqua, semplicemente, appunto, una cattiva abitudine, appresa per imitazione da modelli sbagliati e prevalenti.
Ho preso una brocca da cucina con scale graduate diverse a seconda del liquido o dell'alimento contenuto. Ho fatto un po' di prove per misurare in quanto tempo si raggiungevano i 500 cm cubi: 6 secondi (con un flusso d'acqua medio, secondo le mie abitudini). Ho poi cronometrato il tempo medio impiegato da me per lavarmi i denti: 75 secondi. Considerando che ripeto questa operazione tre volte al giorno, tutti i giorni dell'anno, ne è emerso un utilizzo di 6,85 metri cubi.
Immaginare un cubo di quasi sette metri per lato pieno d'acqua rende l'idea dell'immane quantità d'aqua sprecata per un'attività così banale. Per chi ha più dimestichezza con i litri si tratta di quasi 7000 litri.
Aprendo il rubinetto solo in fase di risciacquo, circa 10 secondi, l'impiego d'acqua è di 0,91 metri cubi, pur sempre 910 litri.

Sunday, May 11, 2008

Seventeen and life

A diciassette anni si possono avere le idee molto chiare. È il caso di Andrea Fogari, studente liceale di Gorizia, fresco vincitore delle Olimpiadi nazionali 2008 di Matematica. Ha dichiarato alla stampa che la matematica aiuta ad allenare la mente e a capire la realtà. Interrogato sul suo futuro, ha detto che gli andrebbe bene lavorare anche in vigna, perché l'importante è stare bene.

De Milano tu drink

Ieri sera sono uscito per un ape con l'amico Alessandro; con noi anche due simpatici ragazzi bulgari e una giovane coppia norvegese. Il bilancio della serata è il seguente:

Primo. Gli amici bulgari parlavano Inglese molto meglio di un giovane Italiano medio di pari età (prendo a riferimento un venticinquenne/trentenne di cultura universitaria di Milano, mica un piastrellista qualunque).

Secondo. Mi sta balenando l'idea di andare a Sofia il 25 Luglio; c'è il concerto dei Metallica (a 25 euro) ed è una buona occasione per visitare un Paese in cui non sono mai stato; ho provveduto a inoltrare un SMS all'amico Steve (ma temo una risposta negativa).

Terzo. Non si capisce perché in qualunque altro Paese d'Europa i Bulgari e i Norvegesi si sarebbero ordinati da bere da soli mentre qui c'è stato bisogno che Alessandro e io facessimo le traduzioni. Traduzione dall'Inglese per ordinare tre birre e un cocktail? Assurdo! E non stiamo parlando di un bar di un paesino di campagna del Lodigiano ma del Fresco Bar di Viale Monte Nero a Milano, quella che al momento, in fatto di aperitivi, è la zona più frequentata della città.

Un esempio di stile

Danielone ha alzato i ritmi delle pubblicazioni sul suo blog Anni Quaranta; nei giorni scorsi ho dovuto prendermi il mio tempo per riportarmi in pari, ma la cosa mi è tutt'altro che dispiaciuta: ogni figlio sarebbe orgoglioso di avere un padre che ha un proprio blog, e su quello del padre dell'amico Stefano si parla con regolarità di argomenti e punti di vista mai banali.
Tra i nuovi articoli ne ho trovato uno molto interessante, che invito a leggere: "La sinistra della destra umiliata da Berlusconi". Indipendentemente dal contenuto lo trovo un gran pezzo di giornalismo: semplice, chiaro, breve e scritto con stile. Io sono un Lombardo atipico: i complimenti veri vanno fatti, inutile tenerseli dentro e dare per scontato che l'altro li capisca.

Il Caso e i Miracoli

Supponiamo che i miracoli esistano; è ragionevole pensare che questi siano distribuiti sul territorio in modo del tutto casuale. Invece pare di no. Le cronache dimostrano che le madonnine piangenti sangue hanno infatti forti preferenze geografice: piangono sempre da certe latitudini in giù. Ma forse anche questo è un miracolo.

Saturday, May 10, 2008

Riciclaggio e Riutilizzo: link utili

Riporto qui di seguito alcuni link utili in tema di riciclo dei rifiiuti e riutilizzo dei materiali.

Centro Nazionale Imballaggi (CoNaI)
www.conai.org

Consorzio Nazionale Acciao (CNA)
www.consorzio-acciaio.org

Consorzio Imballaggi Alluminio (CIAl)
www.cial.it

Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica (Comieco)
www.comieco.org

Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Recupero e il Riciclaggio degli Imballaggi di Legno (RiLegno)
www.rilegno.org

Consorzio Recupero Vetro (CoReVe)
www.coreve.it

Cosnorzio Italiano Compostatori (CIC)
www.compost.it

Alexander the Great

Il giro danese di fine Aprile è stato preceduto da un paio di super-soleggiati e piacevolissimi giorni a Vilnius (il 25 e 26); è stata anche l'occasione di portare l'amico Alessandro in terra lituana per la prima volta.
Ho conosciuto Alessandro a Milano quasi due anni fa grazie all'associazione internazionale Hospitality Club (www.hospitalityclub.org) e con lui e altri amici ho condiviso in precedenza un bel fine settimana a Valencia, dal 2 al 4 Marzo dell'anno scorso.

Il weekend a Vilnius si è tradotto in un piccolo tour di quattro brevi tappe, tutte in un raggio di 30 km dalla città.
Prima di tutto l'imperdibile cornice di Trakai, la vecchia capitale famosa per il bel castello in mattoni rossi in mezzo al lago Galvė (e per i kibinai, specie di panzerotti ripieni di carne). Poi Kernavė, sito archeologico ricchissimo e patrimonio dell'UNESCO, celebre per i suoi grandi tumuli e sede di numerosi ritrovamenti che risalgono a insediamenti umani vecchi di millenni. Quindi Sudervė, dove abbiamo visitato il Parco Vilnoja e le sue sculture di pietra, alcune delle quali emergono da un lago con effetto molto suggestivo. Infine, lì vicino, il Parco delle Querce.

Spero di riportare Alessandro in Lituania quanto prima. Difficile trovare una persona come lui al giorno d'oggi. Riporto il commento scritto ai tempi per Hospitality Club:

"Alessandro is with no doubt a great guy. If you scratch the surface of his mild attitude you'll find a man of fine qualities and sharp intelligence, a person of rare modesty and absolute trust. He takes things with positive eyes and his ability with languages goes beyond imagination. So it's no surprise our Valencian trip was a very nice experience. By the way, according to a Lithuanian theory Alessandro and I are brothers in time".

E naturalmente, prima o poi, mi piacerebbe pubblicare un suo contributo sul blog.

Friday, May 09, 2008

Air Cabinet

Le coincidenze mi hanno sempre incuriosito.

Sono tornato dalla Danimarca da circa una settimana; in questi ultimi tre giorni, lungo il tragitto casa-ufficio-casa, ho ascoltato ripetutamente un CD che avevo scaricato da internet poco prima di partire, un album consigliato da un sito del settore e di cui avevo sommariamente letto buone recensioni; oggi pomeriggio, alla ricerca di qualche informazione biografica, ho scoperto trattarsi di un gruppo danese a nome Wuthering Heights (Cime Tempestose); il titolo dell'album (del 2006) è The Shadow Cabinet (Il Governo Ombra); tornato a casa dopo il lavoro, ho appreso dalla TV che Veltroni ha allestito un suo governo ombra. Appunto.

Ho visto la nomina dei ministri: una cosa ridicola. Ancora concentrato sulla musica mi è venuto in mente un paragone con l'air guitar. Air guitar significa immaginare di essere un chitarrista rock o metal e far finta di suonare un qualche pezzo più o meno famoso, semplicemente muovendo braccia, mani e dita nell'aria, o imbracciando una scopa o un bastone o qualunque altra cosa, un po' come abbiamo fatto tutti da ragazzini davanti allo specchio. L'air guitar prevede addirittura dei veri e propri tornei, nati alla fine degli anni 80 del secolo scorso in Svezia e USA e poi diffusisi in molti altri Paesi. Dal 1996 esiste persino un campionato mondiale che si svolge a Oulu, nella Finlandia settentrionale. Una cosa carina, ma ovviamente solo un gioco.

Ecco, direi che il governo ombra di Veltroni sta al governo di Berlusconi come l'air guitar sta a una chitarra vera. D'altra parte è giusto essere comprensivi con gli sconfitti: lasciamo che il pacato Walter giochi a fare il primo ministro virtuale. Contento lui...

Thursday, May 08, 2008

Lampi di genio

Lampo, sostantivo maschile: manifestazione luminosa prodotta dalle scariche elettriche in atmosfera; sostantivo femminile: cerniera (detta anche zip) tipica di indumenti quali pantaloni, giacche, giubbotti, ...

Oggi il quotidiano La Stampa ha titolato in prima pagina "Il Governo-lampo di Berlusconi".
Ma come? Abbiamo votato per il rinnovo del Parlamento il 13 e 14 Aprile, i nomi dei ministri sono stati comunicati ieri sera (7 Maggio) - cioè 23 giorni dopo le operazioni di voto - e qualcuno parla di lampi? È il segno, uno dei tanti per la verità, che chi dirige i quotidiani, dall'alto di stipendi stratosferici, ha perso ogni contatto con la realtà, proprio come i politici.

Qualcun altro ha parlato di Governo-record e c'è chi, addirittura, ha scritto che la formazione del governo nella cosiddetta Italia è stata più rapida che in Spagna. Ma bravi, paragonarsi alla Spagna solo per quel che concerne cose irrilevanti: un po' come dire che un liceale è migliore di un suo compagno in religione o educazione fisica (tacendo però che risulta abbondantemente inferiore in tutte le altre materie, quelle che contano davvero).

È evidente che Berlusconi ha accorciato il più possibile i tempi dettati dai riti inutili e obsoleti previsti dalla Costituzione, ma un governo lampo, a mio parere, sarebbe quello che diventa operativo il giorno successivo alle elezioni, tutto il resto si può adeguatamente descrivere con ben altri aggettivi.

Wednesday, May 07, 2008

Serenità

"Sono sereno" è una delle espressioni che ho cominciato a odiare di più. La serenità, per me, è sempre stata un concetto nobile, un qualcosa di semplice e profondo allo stesso tempo; una condizione temporanea a cui tutti aspiriamo, ma labile e comunque estremamente difficile da raggiungere.
Eppure queste sono le prime parole che ogni personaggio pubblico coinvolto in qualche indagine si affretta a pronunciare ai microfoni del giornalista di turno (a cui seguono le seconde: "sono fiducioso nella giustizia").
Provo a mettermi nei loro panni e mi dico: anche se fossi del tutto innocente, di fronte al sistema giudiziario di questo Paese, sarei enormemente preoccupato; potrebbe succedermi di tutto, anzi la probabilità che le cose possano mettersi male è inversamente proporzionale al mio grado di colpevolezza.
Odio queste recite, dichiarazioni che, palesemente, sono l'esatto opposto di quanto uno realmente pensa.

Tuesday, May 06, 2008

C'era una volta

C'era una volta il Myanmar, ex Birmania. Negli scorsi giorni il Myanmar è stato colpito da un ciclone che ha provocato migliaia di vittime.
I mezzi di informazione italiani, giornali e TV, hanno cancellato dai loro titoli e servizi il nome Myanmar e recuperato il vecchio termine Birmania.
Stasera alle 20:00 ho fatto un veloce zapping tra i principali telegiornali: il TG5 ha parlato di 25 mila morti, il TG1 di 22 mila, il TG La7 di 27 mila.
Non ho dubbi: sono rientrato in un Paese normale.

Back in anger

Stamattina avrei voluto approfittare della mia quotidiana ora di libertà pre-lavorativa, quella dalle 7:30 alle 8:30 che sono solito ritagliarmi nella piacevole e creativa solitudine di un ufficio ancora estraneo agli schiamazzi e alle lamentele degli altri colleghi. Avrei voluto parlare del mio recentissimo viaggio in Lituania e Danimarca, ma sono rimasto bloccato sulla tangenziale ovest di Milano. Pazienza, lo farò in uno dei prossimi post.
Un'ora e quindici minuti per percorrere ventidue chilometri danno una media di 17,6 km/h. Di solito ci impiego venticinque minuti con un'andatura di 52,8 km/h.

Nel frattempo non mi pare che nella cosiddetta Italia sia cambiato molto durante i giorni della mia assenza. Si è votato il 13 e 14 Aprile. Sono volato a Vilnius la mattina del 25 Aprile e non c'era un governo; sono rientrato da Copenhagen in tarda serata del 1 Maggio e non c'era un governo; il 2 Maggio ho riposato tutto il giorno, quando mi sono svegliato non c'era un governo; tra il 3 e il 4 Maggio ho fatto interessanti esplorazioni faunistiche ed enogastronomiche nel vicino Oltrepò Pavese, e, anche in questo caso, al mio rientro non c'era un governo. Tutto secondo Costituzione, che naturalmente per molti illuminati non deve essere toccata. Vedo che sono tornato in un Paese normale!