Tuesday, March 31, 2009

Plan B 3.0

Plan B 3.0 di Lester Brown è scaricabile gratuitamente in Rete dal sito ufficiale www.earthpolicy.org.

Intervista a Lester Brown

Brani selezionati tratti dall'intervista a Lester Brown, autore di Plan B 3.0, apparso sul blog www.beppegrillo.it il 06/12/2008.

"La sola cosa più importante che i governi devono fare è costringere i mercati a dire la verità. Il mercato fa bene molte cose. Una cosa che non fa bene è includere i costi indiretti. Per esempio, nell'acquistare un litro di benzina, paghiamo il costo dell'estrazione del petrolio, il trasporto alla raffineria, la raffinazione del petrolio in benzina, il trasporto della benzina al distributore. Non sosteniamo il costo del trattamento delle infezioni alle vie respiratorie causate dal respirare aria inquinata, non paghiamo il costo dei danni da pioggia acida, certamente non paghiamo i costi del cambiamento climatico".

"Quando il governo britannico chiese a Sir Nicholas Stern, ex economista capo della Banca Mondiale, di stimare i costi delle conseguenze del cambiamento climatico, sottolineò come il cambiamento climatico fosse il risultato di un gigantesco fallimento del mercato. Intendeva dire che, non avendo conteggiato il costo dei cambiamenti climatici nel prezzo della benzina o del carbone, la generazione successiva si trova a fronteggiare costi enormi causati dal cambiamento climatico: lo scioglimento dei ghiacciai, l'innalzamento del livello del mare, tempeste sempre più violente e via dicendo. Abbiamo bisogno di costringere il mercato a dire la verità. Dobbiamo includere i costi indiretti. E ora sappiamo quali sono. E dobbiamo farlo riducendo le tasse sul reddito e aumentando le tasse sull'emissione di CO2. Va fatto progressivamente, in un arco di 10-12 anni, così la gente saprà cosa aspettarsi e pianificherà opportunamente le proprie scelte. Altri preferiscono l'approccio del mercato di anidride carbonica: imponi un limite alle emissioni e rendi negoziabili i diritti ad inquinare. È quello che ha cercato di fare l’Europa, ma non si è dimostrato molto efficace. La maggior parte degli economisti predilige la via della riprogettazione delle aliquote fiscali. È il sistema più efficace per ristrutturare l'economia e per costringere il mercato a dire la verità sulla questione ambientale".

"Viaggiando per il mondo mi sento chiedere spesso: cosa posso fare, cosa devo fare? E penso che la gente si aspetti che risponda: ricicla il tuo giornale, o sostituisci la lampadina una a maggiore efficienza. E certamente sono azioni importanti. Ma ora ci troviamo di fronte all'esigenza di ristrutturare l'intero sistema economico. Dobbiamo costringere il mercato a dire la verità sulla questione ambientale. E ciò significa diventare politicamente attivi. Per decine di anni noi ambientalisti abbiamo parlato di salvare di pianeta. Ora parliamo di salvare la civiltà stessa [...]. La salvezza della civiltà non è uno sport da spettatori. Non possiamo sederci ad aspettare che qualcuno lo faccia al posto nostro [...]".

"Parliamo da un sacco di tempo di sviluppo sostenibile. L'alternativa allo sviluppo sostenibile è lo sviluppo insostenibile, che è la decrescita economica e il fallimento. E se guardiamo retrospettivamente alle precedenti civiltà ci rendiamo conto dei problemi ambientali che non sono stati in grado di gestire. Per i Sumeri si è trattato della concentrazione salina nel terreno. Hanno tentato di gestirla passando dalle colture di frumento a quella dell'orzo. Ma il livello di salinità ha continuato ad aumentare portando alla scomparsa delle colture di orzo e della civiltà stessa. Con i Maya si è trattato di erosione del suolo, a causa del disboscamento e dell'eccessivo sfruttamento agricolo. Con il declino del sistema di produzione di cibo è scomparsa anche la civiltà Maya. Ora tutto è giungla. E le terre dove vivevano i Sumeri sono desertificate. Sappiamo dall'esperienza che se le civiltà non sono in grado di gestire i problemi ambientali, questi portano al declino della civiltà stessa".

Tongue twisters (7)

Dietro a quel palazzo c'è un povero cane pazzo. Date un pezzo di pane a quel povero pazzo cane.

Faccia di tolla

Ignazio La Russa, in occasione del recente congresso per la costituzione del PDL, ha lanciato un chiaro messaggio alla Lega dicendo che questa non può volere sempre tutto.
Come spesso accade la realtà è ben diversa da come viene raccontata. In questo caso, ed è sotto gli occhi di tutti, è vero il contrario: è la Lega a dover rinunciare, molto spesso, a molte delle sue istanze per i veti dei partiti alleati. E quand'anche certi provvedimenti vengono condivisi la loro approvazione definitiva è sempre il frutto di una serie di passaggi di ammorbidimento dovuti alle pressioni annacquatorie di Forza Italia e Alleanza Nazionale.
A riprova di ciò la Lega è attualmente oggetto di una serie di critiche, a volte anche dure, proprio da parte dei suoi stessi elettori che giustamente vorrebbero maggiore incisività e più fatti concreti.

Il cane dagli occhi neri (2/2)

A compendio della recensione riportata nel post precedente va segnalato che Black Eyed Dog (il nome deriva da un brano di Nick Drake) è il progetto dietro il quale si trova la figura di Fabio Parrinello, rinomato musicista folk varesino che ha maturato le sue esperienze dividendosi tra Stati Uniti (Olympia e Los Angeles) e Inghilterra (Londra).
Rhaianuledada (Songs To Sissy) è particolarmente ricco di emozioni delle quali vengono affrontati soprattutto i versanti più malinconici e romantici.
Il disco è stato registrato presso il Vicolo Recording Studio di Marsala da Fabio Genco ed è stato masterizzato da Luca Martegani a Varese.

Monday, March 30, 2009

Il cane dagli occhi neri (1/2)

di Sara Scheggia
(apparso in origine su www.rockit.it il 09/02/2009)

Black Eyed Dog
Rhaianuledada (Songs To Sissy) (2009)
Ghost Records

Spesso e prezioso. Lirico e intenso. Visionario, nella maniera più concreta che conoscete. Lo aspettavamo, Black Eyed Dog, da quando ci aveva incantato con il precedente Love Is A Dog From Hell, da quando ci aveva davvero fatto toccare l'inferno con mano. Ora ci porta dritti in paradiso, e lo fa con quella grazia che hanno ormai in pochi.

Queste, signori, sono canzoni d'amore: anche le precedenti lo erano, ma stavolta c'è uno slancio particolare verso il bello. Uno slancio con pochi fili appesi dietro, che non nascono da mille situazioni pregresse e troppo complicate. C'è ben poco da sistemare, dietro: c'è solo da guardare avanti. Un esempio su tutti, I Got You In. Ricordo bene la prima volta che ti ho visto, e allora "I got you in, marry me": in tre minuti e undici secondi "all the beautiful girls - and boys - can all go to hell". Senza indecisioni, senza dietrologie: Black Eyed Dog mette a nudo tutto, emozioni pensieri decisioni e anima. Sa che verrà paragonato a Tom Waits, al suo Nick Drake, a tanti altri dei cantautori più introspettivi, viscerali, folk: lo sa e non lo nasconde. Sa anche che qualcuno troverà qua e là pezzi di Seattle. Ma gioca a carte scoperte, con l'onestà di chi, comunque vada, porta a casa qualcosa che sente suo fino all'ultima nota.

E allora questo è un disco spesso, dicevamo, perché può permettersi di sporcare la voce fin dove vuole, senza che ci siano spigoli. Visionario, perché anche solo un pezzo come Honeysuckle Gal non può non farci visualizzare uno strano personaggio al piano, inquietante e ossessivo, ma che non fa più paura. Poi torna lirico, certo: si sente la brezza del mare, ci si immaginano orme lasciate sulla sabbia; si cantano gli occhi di un angelo e arriva l'armonica.

Un disco morbido, che si muove da solo in maniera organica, srotolando emozioni da ogni lato lo si guardi, e ascolti. Andrebbero sperimentati tutti, questi lati. Perché di ascolti, queste canzoni per Sissy, ne meritano davvero tanti.

Tracklist:

01. Roses
02. Salinas
03. All 4 You
04. Honeysuckle Gal
05. Bullet Proof
06. Drink Me
07. I Got You In
08. The Way To My Heart
09. Daly Suicide
10. Lazy B
11. Angel Eyes

L'illuminazione che manca

Il Rinascimento, si sa, è stato uno dei periodi di massimo splendore della civiltà moderna. Come ho ricordato più volte, tra le cause dietro a questa specie di epoca aurea vi è sicuramente una particolare modalità di esercizio del potere: quella della cosiddetta sovranità assoluta illuminata.

Di Berlusconi mi piace proprio questo: il suo voler essere sovrano; volersi prendere cura del popolo attraverso un esercizio diretto del potere, minimizzando i tempi e i passaggi decisionali e conseguentemente il dispiego di burocrazia. Naturalmente un sovrano che opera sia per sé stesso che per il popolo in una relazione che si autoalimenta e si autosostiene: la necessità di coltivare il proprio ego ha per obiettivo ultimo quello di scrivere il proprio nome nella storia; ciò si esplica in azioni di buon governo verso il popolo che a sua volta riconosce la magnanimità e l'efficienza del sovrano e ne aumenta così il prestigio.

Quello che però non mi piace di Berlusconi è il suo non essere illuminato.

Tongue twisters (6)

How can a clam cram in a clean cream can?

Tongue twisters (5)

I saw Susie sitting in a shoe shine shop. Where she sits she shines and where she shines she sits.

I nuovi numeri del declino (3/3)

(apparso in origine su www.lastampa.it il 27/03/2009)

Nella graduatoria annuale del World Economic Forum la Danimarca si è rivelata il Paese con l'economia più collegata in Rete del mondo davanti alla Svezia e agli USA, piazzandosi al primo posto, mentre l'Italia scivola fino alla quarantacinquesima posizione su un totale di 134 Paesi, dal quarantaduesimo posto dell'anno scorso (su 127).

Seguono nella classifica del Global Information Technology Report 2008-2009, giunta all'ottava edizione, Singapore e Svizzera al quarto e quinto posto, chiudono Zimbabwe, Timor Est e Ciad.

Come l'anno scorso l'Italia - con un punteggio di 4,16 contro il 5,85 del primo della classe - è preceduta da tutti i grandi Paesi membri del G7: oltre agli USA terzi, Canada decimo, Regno Unito quindicesimo, Giappone diciassettesimo, Francia diciannovesima e Germania ventesima. È inoltre scavalcata da Paesi come la Tunisia (trentottesima) o la Giordania (quarantaquattresima).
Precede appena la Cina, salita di 11 posizioni al quarantaseiesimo posto. La classifica del rapporto è stilata in base al Networked Readiness Index che misura la propensione dei Paesi a sfruttare efficacemente le ICT da tre punti di vista: contesto (commerciale, regolatorio e infrastrutture), capacità di individui, aziende e governi di trarre vantaggi dalle ICT e infine l'utilizzo effettivo delle tecnologie.

Alla voce "contesto" l'Italia resta penalizzata dai bassi voti ottenuti in materie quali gli effetti e l'estensione della tassazione (posizione 129), il peso delle regolamentazioni governative (posizione 130) o i tempi per attuare un contratto (posizione 121). Sul fronte "capacità" il Paese risulta penalizzato dalla bassa importanza attribuita dal governo alle ICT (posizione 125), ma globalmente i voti sono discreti, in particolare per il costo della banda larga (terzo posto).

Nel capitolo "utilizzo" l'Italia è settima per utenti di telefonia mobile. Per Irene Mia, Senior Economist del WEF e co-autrice del rapporto, il successo delle economie prime in classifica mostra la strada da percorre, con l'accento posto su educazione, innovazione e accesso. Per l'esperta «settore pubblico e privato non devono perdere di vista l'importanza dell'informazione quale fattore importante della crescita e della competitività in tempo di crisi».

Dukanovic chi?

Naturalmente, con riferimento alle elezioni in Montenegro, non troverete sulla stampa nazionale il nome Đukanović: il noto pressapochismo dei giornalisti italici (tra i principali responsabili dell'ignoranza della popolazione del Paese) lo ha prevedibilmente sostituito con Dukanovic.

Il Montenegro si avvicina alla UE

(apparso in origine su www.wallstreetitalia.com il 30/03/2009)

I Montenegrini hanno scelto una vita sicura, la prosperità economico-democratica e un futuro europeo. Lo ha detto Milo Đukanović che con la coalizione Per Un Montenegro Europeo ha stravinto le politiche anticipate di ieri. "Un risultato così dimostra che gli elettori hanno fiducia nella nostra coalizione e nella sua capacità di superare la crisi economica" ha affermato Đukanović, sottolineando che in parlamento Per Un Montenegro Europeo avrà 47-49 seggi su 81. "Faremo di tutto per formare in tempi rapidi un governo competente e responsabile, un governo che sarà in grado di affrontare in maniera efficace sia i problemi legati alla crisi che quello legati allo sviluppo democratico" ha quindi aggiunto Đukanović. Stando alle sue parole, il nuovo esecutivo completerà l'integrazione euro-atlantica del Montenegro. Secondo i risultati non definitivi Per Un Montenegro Europeo ha ottenuto 49 seggi. Alle sue spalle si piazzano il Partito Popolare Socialista (15), Nuova Democrazia Serba (8) e il Movimento Per I Cambiamenti (5). Quattro formazioni delle minoranza albanese hanno poi ottenuto un seggio ciascuno. Đukanović, che era premier uscente, domina la scena politica montenegrina da oltre vent'anni. È stato primo ministro quattro volte e da presidente ha portato Podgorica all'indipendenza nel 2006. La sua vittoria era stata ampiamente prevista dagli analisti e dai sondaggi.

Sunday, March 29, 2009

Puntualità

Al congresso per la nascita del PDL Gianfranco Fini ha detto in termini coraggiosi quel che pensa del testamento biologico, o meglio della legge (ancora in discussione alle camere) che dovrebbe regolarlo. Giustamente si è chiesto se imporre certe decisioni dall'alto non sia più da Stato etico che da Stato laico.

L'aggettivo coraggioso tiene naturalmente conto di quello che è stato il passato politico di un uomo come Fini, con idee che, a mio avviso, si sono rivelate spesso dubbie e confuse (qualcuno è davvero in grado di sintetizzare il programma del suo ormai disciolto partito?) oppure anacronistiche (l'insistere sul concetto di unità d'Italia o di patria, che non c'è mai stata e non potrà mai esserci), certamente non laiche (con continui riferimenti alla religione cristiana) o addirittura pericolose (certe dichiarazioni discriminatorie sui mestri omosessuali).

Rispetto il percorso umano di Fini ma mi vengono spontanee un paio di considerazioni: innanzitutto sarebbe stato meglio che certe dichiarazioni venissero esplicitate prima, tirarle fuori in sede congressuale mi è invece parsa una conferma di quanto sia minoritaria e debole questa posizione all'interno del PDL; in secondo luogo mi domando se avere certe idee quando si ha un intero partito che la pensa diversamente sia compatibile con la posizione di leadership di quello stesso partito.

Forse Fini farebbe meglio a lasciare e a proseguire il suo comunque ammirevole percorso umano. Si metta anche il cuore in pace, non passerà mai alla storia: quelle che, prima con Fiuggi e poi con la confluenza di AN nel PDL, sono state frettolosamente etichettate come svolte sono invece cose di poco conto; non sono altro che un tentativo tardivo di rimettersi al passo con la storia, quella stessa storia che certe idee le aveva decretate morte per tempo.

Nel bene e nel male, e comunque la si pensi, leader lo sono Berlusconi e Bossi; Fini è sempre stato un follower.

Tongue twisters (4)

Sam's shop stocks short spotted socks.

Tongue twisters (3)

A Tudor who tooted a flute tried to tutor two tooters to toot. Said the two to their tutor "is it harder to toot or to tutor two tooters to toot?".

Piccola lezione sul clima. Una metafora scorretta

Dal capitolo 2 ("La fisica dell'effetto serra") del testo Piccola Lezione Sul Clima di Kerry Emanuel (2008, Il Mulino):

"[...] Tanto per cominciare la metafora della serra è scorretta. Mentre la serra vera funziona impedendo alle correnti convettive di disperdere il calore assorbito dalla radiazione solare, l'atmosfera impedisce al calore di allontanarsi dalla superficie della Terra per irraggiamento".

Saturday, March 28, 2009

Tongue twisters (2)

She sells sea shells by the sea shore. The shells she sells are surely sea shells. So if she sells shells on the sea shore, I'm sure she sells sea shore shells.

Tongue twisters (1)

The sixth sick sheik's sixth sheep's sick.

Friday, March 27, 2009

I nuovi numeri del declino (2/3)

Ecco l'analisi che riguarda i Paesi europei.

Europe continues to feature prominently among the most competitive regions in the world, with 12 European Countries among the top 20, as follows: Switzerland (2nd), Denmark (3rd), Sweden (4th), Finland (6th), Germany (7th), the Netherlands (8th), the United Kingdom (12th), Austria (14th), Norway (15th), France (16th), Belgium (19th), and Iceland (20th). However, the picture for Central and Eastern Europe is bleaker, with several Countries losing positions in the rankings echoing the recent economic downturn in the region.

The United Kingdom falls three positions to 12th place this year. Among the Country's notable strengths is the efficiency of its labor market (ranked 8th), standing in contrast to the rigidity of many other EU Countries. In addition, notwithstanding the recent financial crisis, the United Kingdom's financial markets continue to be assessed as among the most efficient in the world, although they have slipped from 2nd to 5th place since last year, attributable to rising concerns in the business sector about the soundness of banks and the ease of access to various forms of capital. The United Kingdom is also harnessing the latest technologies for productivity improvements; it is ranked 8th on the technological readiness pillar. On the other hand, the Country's greatest weakness remains its macroeconomic environment (ranked 58th), with low national savings, a growing public-sector deficit, and consequential public indebtedness.

France is ranked 16th in this year's GCI, up two places from last year and demonstrating a number of competitive strengths. The Country's infrastructure is among the best in the world (ranked 2nd), with outstanding transport links, energy infrastructure, and communications. The health of the workforce and the quality and quantity of education provision are other clear strengths (ranked 9th for health and primary education and 16th for higher education and training), ensuring a healthy and educated workforce. In addition, the sophistication of its business culture (9th in the business sophistication pillar) and its leadership in the area of technological innovation (16th in the innovation pillar) are important attributes that have helped to boost the Country's growth potential. On the other hand, a number of weaknesses are hindering the Country from unleashing its competitive potential. France's labor market flexibility continues to be ranked very low (131st) because of the rigidity of wage determination, high nonwage labor costs, and the strict rules on firing and hiring, as well as the poor labor employer relations in the Country. It is clear that structural reforms in this area, long mooted, are long overdue. Another area of concern is macroeconomic stability (65th): the government budget deficit and the related public-sector debt ratio remain large, and the national savings rate, while growing, still remains low by international standards.

In spite of the economic slowdown recently observed in Spain, the Country remains stable at 29th place. Spainss competitiveness performance continues to be boosted by the large market (12th) available to its national companies; a highly sophisticated business sector (24th), which is effectively leveraging ICT and exogenous technology (29th in the technological readiness pillar); first-class infrastructure (22nd); good-quality higher education and training (30th); and strong macroeconomic fundamentals (30th). On a more negative note, its institutional environment (43rd) and innovation potential (39th) could be strengthened to further buttress its economic potential. And the greatest area of concern remains the highly inflexible labor market (126th), a matter of particular concern given the recently rising unemployment in the Country.

On a less positive note, Italy (ranked 49th) is down by three places this year. The Country continues to do well in more complex areas measured by the GCI, particularly the sophistication of its businesses environment. Italy is ranked 21st for its business sophistication, producing goods high on the value chain using the latest production processes, thanks also to strong business clusters. However, Italy's overall competitiveness performance is held back by some critical structural weaknesses in the economy. The labor market remains among the most rigid in the world, with Italy ranked 129th out of 134 Countries for its labor market flexibility, creating a large hindrance to job creation. Another problematic area is its weak public finances and extremely high levels of public indebtedness (ranked 123rd on this indicator), related to the inefficient use of public resources (it is ranked 128th for the wastefulness of government spending). Other institutional weaknesses are its high levels of corruption and organized crime and a perceived lack of independence within the judicial system, which increase business costs and undermine investor confidence.

Among the 12 Countries that joined the European Union (EU) since 2004, Estonia (ranked 32nd) continues to be, by a significant margin, the most competitive economy, despite a fall of five places in the rankings since last year. Estonia has built up efficient government institutions (ranked 23rd) and well-functioning markets. The government manages public finances adeptly and has been successful in its efforts to make Estonia one of the most aggressive Countries in adopting new technologies for productivity enhancements (17th). The drop in the Country's ranking is mainly attributable to a lower government budget surplus and increasing inflation, and echoes the recent economic downturn in the Baltic region. This stands in contrast to Bulgaria (ranked 76th), one of the newest and the lowest ranked EU members. Bulgaria's low ranking is attributed, among other factors, to infrastructure inadequacies and institutional weaknesses including burgeoning corruption. However, on a positive note, Bulgaria has moved up four places in the rankings since last year, an improvement possibly linked to the perceived benefits brought about by accession, a trend also witnessed in Romania (up six positions at 68th position), the other new EU member since 2007.

Russia is ranked 51st, up seven places from last year. Russia's main strengths are its large market size and improving macroeconomic stability (partly thanks to windfall oil revenues). However, to improve its competitiveness further, the Country must tackle a number of structural weaknesses. Of major concern is a perceived lack of government efficiency (116th), the lack of independence of the judiciary in meting out justice (109th), and more general concerns about government favoritism in its dealings with the private sector. Private institutions also get poor marks, with corporate ethics in the Country placing Russia 112th overall on this indicator. In addition, goods and financial markets are inefficient by international standards (ranked 99th and 112th respectively). All these areas make it very difficult to do business in the Country and should be addressed to place Russia on a more sustainable development path going forward.

I nuovi numeri del declino (1/3)

Tra il 4 e il 6 Marzo 2008 avevo dedicato quattro lunghi post ai risultati del Global Competitiveness Index Report 2007-2008, un dettagliato e importante lavoro prodotto dal World Economic Forum (WEF, www.weforum.org).
Ora sono stati resi disponibili i dati del nuovo rapporto 2008-2009 che invito a scaricare in formato PDF dal sito del WEF (in tutto sono 513 pagine).

Lo scorso Marzo avevo dato ampio risalto alle metodologie utilizzate e allo spirito che sta dietro questo tipo di lavoro; in questa sede mi limiterò a pubblicare alcuni contributi e una sintesi dei dati.

Va segnalato che la versione attuale comprende quattro nuovi Paesi:

Four new economies have been included in the analysis: Brunei Darussalam, Côte d’Ivoire, Ghana, and Malawi (reintroduced after a one-year absence). On the other hand, one Country covered last year, Uzbekistan, is not covered this year because of a lack of Survey data. This has led to a net increase in country coverage, for a total of 134 economies this year.

Di seguito la classifica attuale comparata con quella dell'edizione precedente. Si nota come nelle prime posizioni ci siano stati pochissimi cambiamenti e come la cosiddetta Italia abbia subito un arretramento. Tra i Paesi europei spiccano il forte balzo in avanti di Cipro, Montenegro, Serbia e Romania, e quello all'indietro degli stati baltici e di alcuni stati dell'est (soprattutto Lettonia e Ungheria).

United States (1, 1)
Switzerland (2, 2)
Denmark (3, 3)
Sweden (4, 4)
Singapore (5, 7)
Finland (6, 6)
Germany (7, 5)
Netherlands (8, 10)
Japan (9, 8)
Canada (10, 13)

Hong Kong (11, 12)
United Kingdom (12, 9)
Korea (13, 11)
Austria (14, 15)
Norway (15, 16)
France (16, 18)
Taiwan (17, 14)
Australia (18, 19)
Belgium (19, 20)
Iceland (20, 23)

Malaysia (21, 21)
Ireland (22, 22)
Israel (23, 17)
New Zealand (24, 24)
Luxembourg (25, 25)
Qatar (26, 31)
Saudi Arabia (27, 35)
Chile (28, 26)
Spain (29, 29)
China (30, 34)

United Arab Emirates (31, 37)
Estonia (32, 27)
Czech Republic (33, 33)
Thailand (34, 28)
Kuwait (35, 30)
Tunisia (36, 32)
Bahrain (37, 43)
Oman (38, 42)
Brunei Darussalam (39, N/A)
Cyprus (40, 55)

Puerto Rico (41, 36)
Slovenia (42, 39)
Portugal (43, 40)
Lithuania (44, 38)
South Africa (45, 44)
Slovak Republic (46, 41)
Barbados (47, 50)
Jordan (48, 49)
Italy (49, 46)
India (50, 48)

Russian Federation (51, 58)
Malta (52, 56)
Poland (53, 51)
Latvia (54, 45)
Indonesia (55, 54)
Botswana (56, 76)
Mauritius (57, 60)
Panama (58, 59)
Costa Rica (59, 63)
Mexico (60, 52)

Croatia (61, 57)
Hungary (62, 47)
Turkey (63, 53)
Brazil (64, 72)
Montenegro (65, 82)
Kazakhstan (66, 61)
Greece (67, 65)
Romania (68, 74)
Azerbaijan (69, 66)
Vietnam (70, 68)

Philippines (71, 71)
Ukraine (72, 73)
Morocco (73, 64)
Colombia (74, 69)
Uruguay (75, 75)
Bulgaria (76, 79)
Sri Lanka (77, 70)
Syria (78, 80)
El Salvador (79, 67)
Namibia (80, 89)

Egypt (81, 77)
Honduras (82, 83)
Peru (83, 86)
Guatemala (84, 87)
Serbia (85, 91)
Jamaica (86, 78)
Gambia (87, 102)
Argentina (88, 85)
Macedonia (89, 94)
Georgia (90, 90)

Libya (91, 88)
Trinidad and Tobago (92, 84)
Kenya (93, 99)
Nigeria (94, 95)
Moldova (95, 97)
Senegal (96, 100)
Armenia (97, 93)
Dominican Republic (98, 96)
Algeria (99, 81)
Mongolia (100, 101)

Pakistan (101, 92)
Ghana (102, N/A)
Suriname (103, 113)
Ecuador (104, 103)
Venezuela (105, 98)
Benin (106, 108)
Bosnia and Herzegovina (107, 106)
Albania (108, 109)
Cambodia (109, 110)
Côte d'Ivoire (110, N/A)

Bangladesh (111, 107)
Zambia (112, 122)
Tanzania (113, 104)
Cameroon (114, 116)
Guyana (115, 126)
Tajikistan (116, 117)
Mali (117, 115)
Bolivia (118, 105)
Malawi (119, N/A)
Nicaragua (120, 111)

Ethiopia (121, 123)
Kyrgyz Republic (122, 119)
Lesotho (123, 124)
Paraguay (124, 121)
Madagascar (125, 118)
Nepal (126, 114)
Burkina Faso (127, 112)
Uganda (128, 120)
Timor (129, 127)
Mozambique (130, 128)

Mauritania (131, 125)
Burundi (132, 130)
Zimbabwe (133, 129)
Chad (134, 131)

Di bacchettata in bacchettata

(apparso su iltempo.ilsole24ore.com il 26/03/2009)

Il Consiglio d'Europa richiama ancora una volta l'Italia a risolvere il problema strutturale dell'eccessiva lungaggine delle procedure giudiziarie. In una nota pubblicata oggi, il Comitato dei Ministri, organo esecutivo dell'organizzazione, invita le autorità italiane ad adottare celermente le necessarie misure per accelerare i processi civili, penali e amministrativi.
Il Comitato ritiene inoltre necessaria e urgente l'adozione di misure ad hoc per ridurre l'elevato numero di cause pendenti davanti ai tribunali civili e penali (approssimativamente 5 milioni e mezzo le prime, e 3 milioni e 200 mila le seconde) e allo stesso tempo incoraggia fermamente le autorità italiane a rivedere la legge Pinto. Questa legge, emanata nel 2001 per risarcire le vittime delle lungaggini processuali, si sta dimostrando inadatta a risolvere il problema, come dimostra l'elevato numero di Italiani che si sono rivolti alla Corte di Strasburgo per indennizzi troppo ridotti o avvenuti in ritardo. Il Comitato invita quindi l'Italia a creare un fondo speciale per i risarcimenti e a semplificare le procedure per ottenere gli stessi.

Thursday, March 26, 2009

Milano a due ruote

Sul blog di Beppe Grillo (www.beppegrillo.it) ho trovato un interessante post pubblicato il 04/10/2008. Il titolo è Chi pedala è perduto e contiene un'intervista a Eugenio Galli, presidente della FIAB Cliclo Hobby Milano (www.fiab-onlus.it). Ne riporto di seguito un ampio estratto.

"Nel 1980 il consiglio comunale di Milano ha approvato un piano di rete ciclabile di 330 chilometri che, secondo gli estensori, era sensibilmente inferiore dalla media delle città europee evolute. Da allora a oggi cos'è successo? Poco! Oggi la rete ciclabile ammonta, contando anche i centimetri che sono sparpagliati qua e là, a circa settanta chilometri. Il risultato è però che la rete ciclabile a Milano non c'è. Stiamo parlando di piste ciclabili [...]. A Milano c'è un unico itinerario protetto e completo che ha un senso di origine e destinazione, che va grosso modo da San Siro al parco Lambro, sono circa venticinque chilometri. Il resto sono dei moncherini sparpagliati qua e là, cento metri di qui, duecento metri di là, che tra di loro non sono collegati e perciò non si prestano a essere utilizzati. In sostanza sono sperpero di denaro pubblico, se realizzati con denaro pubblico. In molti casi, per altro, questi spezzoni non sono stati realizzati dal comune, ma sono stati realizzati dalle imprese come scomputi di oneri di urbanizzazione. Quindi l'effetto che si è creato nella città è quello di uno spezzatino alla milanese, come ci piace chiamarlo.
La rete ciclabile esistente ha una serie di problemi significativi: discontinuità importanti perché il ciclista viene improvvisamente abbandonato in mezzo al traffico, un esempio piazzale Lotto, quindi falsa apparenza di sicurezza! La pista ciclabile, tra i suoi requisiti, dovrebbe avere anche quella di garantire la sicurezza ai ciclisti. Problemi di manutenzione, problemi di occupazioni abusive perché si va dal chiosco del fioraio alle macchine parcheggiate abusivamente [...]. Per molti anni un cantiere importante ha insistito sulla pista ciclabile di via San Marco (quello per la ristrutturazione dell'edificio del Corriere della Sera ) [...]. Ingombri anche temporanei per esempio in occasione di mercati. Ci sono problemi di progettualità, per esempio là dove ci sono curve a gomito. Ci sono problemi di realizzazione là dove i materiali utilizzati sono stati collocati in maniera sbagliata. La pista ciclabile di via San Marco è fatta in pavé e porfido, quindi quanto di più inidoneo all'utilizzo da parte dei ciclisti. Spesso è ondivaga, anche questo è un difetto progettuale, vuol dire che chi l'ha pensata e chi l'ha realizzata, non ha tenuto conto delle effettive esigenze di chi la utilizza, cioè del destinatario finale che è il ciclista [...]. A volte ci sono dei gradini, degli sbalzi, che per una macchina o una moto fortemente ammortizzati possono essere sorpassati mentre per il ciclista costituiscono un problema [...]. Dopodiché, non possiamo pensare di parlare di mobilità ciclistica solo pensando alle piste ciclabili. È un concetto che dev'essere superato da parte dei politici, da parte dei tecnici, da parte dei media, da parte dei cittadini [...]. Secondo noi la città ha bisogno di decidere che cosa vuole fare. Fare! Cioè se si vuole creare una città a misura d'auto o una città a misura di cittadino. [...] a Milano sul tema della mobilità ciclistica siamo fermi praticamente da trent'anni. Qui ci sono responsabilità pesanti, è inutile però stare a rinvangare il passato [...].
È un grosso errore pensare di affrontare la promozione dell'uso della bici, che è un mezzo che non ingombra, non inquina, non fa rumore [...] occupandoci solo di 7 piste ciclabili. Noi non chiediamo piste ciclabili ma chiediamo una città ciclabile nel suo complesso. Per esempio non è possibile pensare di realizzare piste ciclabili sull'intero reticolo stradale, ma vogliamo che sull'intero reticolo stradale si possa andare in sicurezza in bici. Come fare? Oltre alle piste parliamo di corsie ciclabili. Cioè di strisce disegnate sull'asfalto. Esistono ovunque in Europa, anche in Italia si stanno affermando sempre più, anche se esistono degli ostacoli burocratici maggiori [...]. Corsie ciclabili sono facilissime da realizzare e hanno dei costi sensibilmente inferiori. Si possono fare praticamente ovunque. Penso per esempio all'asta, per i Milanesi nota e gettonatissima, che va da Viale Monza e Viale Padova a Corso Buenos Aires e a corso Venezia (e quindi in centro); Milano è una città come un reticolo a forma di ruota di bicicletta tra l'altro, bene quest'asta gettonatissima è pericolosa! Piazzale Loreto è uno dei punti a più alta incidentalità anche con morti oltre che con feriti. Quest'asta potrebbe essere messa in sicurezza con corsia ciclabile non con pista ciclabile. Quindi la mobilità si affronta con corsie, con piste ciclabili, con interventi sulla segnaletica. C'è il tema della sosta: chi arriva in qualunque posto, al teatro, al cinema, al bar, al ristorante, all'ufficio, a fare la spesa eccetera, deve trovare un posto dove parcheggiare. Oggi c'è un parcheggio spesso selvaggio addirittura contro le regole. Si lega la bici al palo della luce, del semaforo, agli archetti antisosta, addirittura a volte ostacolando chi arriva a piedi. Quindi l'un contro l'altro armati, utenze deboli una contro l'altra. Non ha assolutamente senso. Occorrono perciò aree e spazi di parcheggio [...] con attrezzature idonee. Anche queste vanno pensate: non basta quella che lega solo la ruota ma occorre quella che lega ruota e telaio. Chi va in bici questo lo sa, chi lo progetta spesso non lo sa. C'è il tema dell'intermodalità, cioè dell'utilizzo combinato di mezzi di trasporto differenti.
La bici deve poter accedere anche al mezzo pubblico: la metropolitana e anche i mezzi di superficie. A Strasburgo è così, a Vienna è così, a Berlino è così. A Milano e in Italia c'è una fortissima restrizione [...]. Utilizzare i mezzi pubblici vuol dire anche avere dei parcheggi di corrispondenza delle fermate. La Stazione Centrale di Milano, la più grossa stazione ferroviaria italiana oggi ha quarantotto posti biciclette [...]. L'ultimo aspetto è quello dei servizi all'utenza: bike-sharing, cartografie, segnaletica dedicata al ciclista, mappe interattive sono tutti servizi aggiuntivi che servono a un'utenza qualificata. Tutto questo per chiarire definitivamente che chi vi dice bici uguale pista ciclabile vi sta prendendo per il naso. Non credetegli".

Gli Orsi della Luna (2/2)

Per approfondire l'argomento segnalo i seguenti siti:

www.animalsasia.org
www.orsidellaluna.org

Gli Orsi della Luna (1/2)

di Beppe Grillo
(apparso in origine su www.beppegrillo.it il 30/09/2008)

Fratello Orso, Sorella Luna, Carnefice Uomo. L'agente Smith di Matrix descriveva l'uomo come un virus. Sapeva quello che diceva. Siamo l'unica specie che distrugge l'ambiente in cui vive, che uccide per piacere, che tortura esseri viventi per lucro.
Gli Orsi della Luna vengono immobilizzati in una piccola gabbia per vent'anni, la durata della loro vita. Ogni giorno, due volte al giorno, viene estratta la bile dalle loro carni per medicinali, bibite e shampoo. Il dolore che subiscono è così tremendo che gli Orsi cercano di suicidarsi. Per impedirlo gli vengono strappati gli artigli e segati i denti. 10.000 Orsi della Luna sono torturati in Cina, in Corea e in Vietnam. Ho visto un filmato integrale delle torture e sono stato male, volevo spegnere il PC, ma sono arrivato fino in fondo. Almeno questo lo dovevo a fratello Orso.
Jill Robinson, una signora inglese, sta dedicando la sua vita agli Orsi della Luna con l'organizzazione AAF [...].

Lo Stato Etico è già tra noi

Ne avevo parlato in un post dal titolo Farà capolino lo Stato Etico, era mercoledì 4 Marzo. In fatto di testamento biologico è andato tutto esattamente come previsto: siamo arrivati alla peggiore legge possibile. Sarebbe stato meglio non fare nulla.

CPI 2008

L'organizzazione Transparency Internation (www.transparency.org) ogni anno elabora il CPI (Corruption Perceptions Index). Di seguito il rapporto del 2008.

001 Denmark
001 New Zealand
001 Sweden
004 Singapore
005 Finland
005 Switzerland
007 Iceland
007 Netherlands
009 Australia
009 Canada
011 Luxembourg
012 Austria
012 Hong Kong
014 Germany
014 Norway
016 Ireland
016 United Kingdom
018 Belgium
018 Japan
018 USA
021 Saint Lucia
022 Barbados
023 Chile
023 France
023 Uruguay
026 Slovenia
027 Estonia
028 Qatar
028 Saint Vincent and the Grenadines
028 Spain
031 Cyprus
032 Portugal
033 Dominica
033 Israel
035 United Arab Emirates
036 Botswana
036 Malta
036 Puerto Rico
039 Taiwan
040 South Korea
041 Mauritius
041 Oman
043 Bahrain
043 Macau
045 Bhutan
045 Czech Republic
047 Cape Verde
047 Costa Rica
047 Hungary
047 Jordan
047 Malaysia
052 Latvia
052 Slovakia
054 South Africa

055 Italy

055 Seychelles
057 Greece
058 Lithuania
058 Poland
058 Turkey
061 Namibia
062 Croatia
062 Samoa
062 Tunisia
065 Cuba
065 Kuwait
067 El Salvador
067 Georgia
067 Ghana
070 Colombia
070 Romania
072 Bulgaria
072 China
072 Macedonia
072 Mexico
072 Peru
072 Suriname
072 Swaziland
072 Trinidad and Tobago
080 Brazil
080 Burkina Faso
080 Morocco
080 Saudi Arabia
080 Thailand
085 Albania
085 India
085 Madagascar
085 Montenegro
085 Panama
085 Senegal
085 Serbia
092 Algeria
092 Bosnia and Herzegovina
092 Lesotho
092 Sri Lanka
096 Benin
096 Gabon
096 Guatemala
096 Jamaica
096 Kiribati
096 Mali
102 Bolivia
102 Djibouti
102 Dominican Republic
102 Lebanon
102 Mongolia
102 Rwanda
102 Tanzania
109 Argentina
109 Armenia
109 Belize
109 Moldova
109 Solomon Islands
109 Vanuatu
115 Egypt
115 Malawi
115 Maldives
115 Mauritania
115 Niger
115 Zambia
121 Nepal
121 Nigeria
121 Sao Tome and Principe
121 Togo
121 Vietnam
126 Eritrea
126 Ethiopia
126 Guyana
126 Honduras
126 Indonesia
126 Libya
126 Mozambique
126 Uganda
134 Comoros
134 Nicaragua
134 Pakistan
134 Ukraine
138 Liberia
138 Paraguay
138 Tonga
141 Cameroon
141 Iran
141 Philippines
141 Yemen
145 Kazakhstan
145 Timor
147 Bangladesh
147 Kenya
147 Russia
147 Syria
151 Belarus
151 Central African Republic
151 Côte d'Ivoire
151 Ecuador
151 Laos
151 Papua New Guinea
151 Taijikistan
158 Angola
158 Azerbaijan
158 Burundi
158 Congo, Republic
158 Gambia
158 Guinea-Bissau
158 Sierra Leone
158 Venezuela
166 Cambodia
166 Kyrgyzstan
166 Turkmenistan
166 Uzbekistan
166 Zimbabwe
171 Congo, Democratic Republic
171 Equatorial Guinea
173 Chad
173 Guinea
173 Sudan
176 Afghanistan
177 Haiti
178 Iraq
178 Myanmar
180 Somalia

Wednesday, March 25, 2009

Wackernagel e l'impronta ecologica

di Beppe Grillo
(apparso in origine su www.beppegrillo.it il 23/09/2008)

Oggi, 23 Settembre 2008, è l'Earth Overshoot Day. Il giorno in cui l'umanità ha utilizzato tutte le risorse che la natura riesce a generare in un anno secondo il Global Footprint Network fondato da Mathis Wackernagel. Questo significa che ci occorre circa 1,4 volte la Terra per soddisfare le nostre necessità. Ci stiamo mangiando il pianeta. Il blog ha intervistato Wackernagel, l'inventore del concetto di impronta ecologica, un indice statistico che mette in relazione il consumo di risorse naturali con la capacità della Terra di rigenerarle.
"I monaci italiani introdussero il concetto di contabilità per i soldi. L'impronta ecologica è qualcosa di simile applicato alle risorse: se pensiamo come contadini, invece che ai soldi pensiamo a quanto territorio abbiamo disponibile per i pascoli, le coltivazioni eccetera. Questo è ciò che abbiamo a disposizione e quello che usiamo per il cibo, l'energia, eccetera.
Se guardiamo quante risorse consumiamo dal primo Gennaio al 23 Settembre, l'Overshoot Day, e facciamo un confronto con la produzione annua totale vediamo che dal primo gennaio al 23 Settembre abbiamo consumato tutte le risorse che la Terra è in grado di rigenerare in un intero anno.
Quando sono nato, nel 1962, l'umanità usava la metà delle risorse rigenerabili in un anno.
Finora siamo riusciti, con la tecnologia, a spremere il pianeta. Alcune aree del mondo hanno sperimentato il collasso perché sono troppo povere per importare risorse extra rispetto a quelle che riescono a produrre in loco.
La Svizzera, ad esempio, che è abbastanza ricca consuma tre volte le risorse che il suo ecosistema riesce a rigenerare. Finché avrà sufficienti risorse finanziarie, potrà comprare le risorse naturali. Le ultime stime per l'Italia sono per il 2003: 4,2 ettari di spazio ecologico produttivo rispetto a 1,8 disponibili nel mondo; un po' meno di tre volte quello che è disponibile nel mondo. La biocapacità dell'Italia è di un ettaro per persona, un po' di più della metà della media mondiale. Ci vogliono quindi 4 Italie per supportare il consumo degli Italiani. Altri casi sono Haiti o il Darfur, che sono molto più limitati nella disponibilità di risorse in loco e finite queste non sono in grado di importare risorse extra da fuori e si trovano a fare i conti con gravi carenze di materie prime.
Ci sono bellissimi esempi storici, belli anche perché lontani nel tempo. Quando l'impero romano era al suo apice, a Roma abitavano un milione di persone. Quando l'impero collassò, la città non riuscì più a trasportare le risorse dai posti più lontani. La città in pochissimo tempo scese a 50.000 abitanti appunto perché poteva contare sulle risorse locali non riuscendo a trasportarne da fuori.
Questo è il miglior esempio storico.
Ci sono tre aree su cui ci dobbiamo concentrare: la prima è che, come per l'economia, dobbiamo essere coscienti di quanto spendiamo e quanto utilizziamo.Una buona contabilità non salva dalla bancarotta, ma aiuta a capire quanto ci siamo vicini.
La seconda: se si guarda alle infrastrutture costruite oggi o nel passato... le infrastrutture rimangono per decenni. Pensate a come sono costruite le vostre città: questo determina come vivete in queste città, determina per decenni quanto le case consumano.
La terza, è orientare l'innovazione nella giusta direzione. L'innovazione è il miglior strumento per risolvere i problemi, ma se non è concentrata sui problemi giusti questi non verranno risolti. Se abbiamo chiare le questioni da risolvere possiamo raggiungere gli obiettivi dell'innovazione più facilmente e iniziare a investire in questi obiettivi.
Posso dirvi quale energia useremo, è abbastanza ovvio: oggi usiamo circa 15 terawatt di energia per alimentare l'economia mondiale. Il Sole fornisce 175.000 terawatt al nostro pianeta. Quindi di sicuro questa sarà la fonte utilizzata maggiormente, come abbiamo fatto nel passato, nei primi 500.000 anni della storia dell'uomo.
Io spero che inizieremo a capire che i rifiuti non sono la fine del ciclo, ma l'inizio.
I nostri rifiuti possono diventare una significativa risorsa per la nostra economia: la cosa peggiore che possiamo fare con i rifiuti è mescolare rifiuti diversi, è uno spreco.
Separandoli hanno molto più valore: dalla carta si ricava carta, dal metallo il metallo, eccetera.
L'organico può diventare concime tramite il compostaggio senza contaminare il resto dei rifiuti.
Alcune parti possono avere un valore energetico che si può ricavare dalla combustione.
I rifiuti dunque possono essere una grande opportunità e una risorsa per l'economia e non il problema che sono oggi".

Uomini e squali

Ogni anno vengono uccisi 40 milioni di squali dagli uomini. Ogni anno sono uccisi 10 uomini dagli squali.

[Beppe Grillo]

Caro Silvio...

Le bellezze artistiche sono senza dubbio un patrimonio collettivo dell'umanità, e questo indipendentemente da chi le abbia concepite o realizzate. Lo stesso vale per le conquiste della scienza, ma dovrebbe essere così anche per certe affermazioni di buon senso.
Una di queste è il noto slogan "lavorare meno, lavorare tutti". Che non vedo perché dovrebbe essere confinato al pensiero comunista. Un po' come se il teorema di Pitagora fosse un'esclusività di alcuni a danno di altri.
La vera ricetta per questo Paese è proprio questa: aumentare significativamente la base di quelli che lavorano per davvero, e contestualmente prosciugare la linfa che tiene in vita i numerosissimi parassiti.

Tuesday, March 24, 2009

NORL 2009 (2/2)

Di seguito una sintesi della situazione italiana.

Italy reports the most agreement between how often a parent reports knowing where a child is online and the percentage of time a child reports that the parents know where they are (77% parents vs. 78% kids)

At 2%, kids in Italy are least likely to have ignored an email from a family member, compared with 11% worldwide

Italy places the least amount of responsibility on children to protect themselves online (7%) and feels that most of the responsibility lies with the parents (91%)

At 13%, Italy has one of the lowest parental reports of children connecting to the Internet at a friend's house

Half of online parents in Italy admit they have monitored their children's Internet usage by reading their email or tracking websites they visited using cookies

73% of adults in Italy say they are usually the first of their friends and family to check out a new technology, compared with three in five worldwide

Italian parents (60%) are notably less enthusiastic about the Internet as a means to facilitate learning than most other Countries

Adults in Italy report not being able to live without Internet access (55%), cell phones (54%) and cars (47%)

About one in four online Italian adults do not know how to keep their personal information secure when using the Internet

Fewer than one in five Italian adults and kids have/use short text messages like Twitter (15% adults; 17% kids)

NOLR 2009 (1/2)

Per avere un'idea di come i cosiddetti Italiani vivano il rapporto con internet può essere utile e istruttivo consultare il Norton Online Living Report 2009 (realizzato dalla Symantec in dodici Paesi alla fine dello scorso anno). Inutile dire che dal documento emergono senza possibilità di scuse i numerosi ritardi che non è difficile immaginare.

Sebbene siano disponibili in Rete numerose sintesi in varie lingue consiglio di visitare il sito nortononlineliving.com e scaricare dalla home-page i due PDF originali in Inglese. Il primo contiene il rapporto vero e proprio (in 24 pagine) mentre nel secondo (di 70 pagine) sono ospitati i dati dei circa 9.000 utenti che hanno fatto da base per l'indagine.

Gli altri 11 Paesi presi in considerazione sono USA, Canada, Regno Unito, Francia, Germania, Svezia, Cina, Giappone, India, Australia e Brasile.

Giro Libero

Forse gli amanti delle vacanze in bici lo conoscono già, ma è comunque utile segnalarlo: a Vicenza esiste un tour operator dedicato esclusivamente a questa tipologia di viaggiatori. Consiglio caldamente una visita al sito www.girolibero.it e se lo ritenete opportuno fatevi inviare il catalogo (o, meglio ancora, scaricatelo direttamente dall'apposito link).
Per ragioni evidenti, i Paesi nord-europei sono quelli con il maggior numero di destinazioni; la gamma di offerte è comunque vasta e molto varia.

Adotta un orto

Segnalo un'iniziativa che mi sembra molto meritoria e che va nella direzione giusta di un mondo più sostenibile in cui gli uomini tornino a coltivare le proprie origini e il legame con la terra.
Non svelo nulla ma invito a scoprire le pagine di www.leverduredelmioorto.it.

Monday, March 23, 2009

Samsø

A una ventina di chilometri a nord della Fionia, quasi a metà strada tra lo Jutland e la Selandia sorge la piccola isola di Samsø (che purtroppo non ho ancora avuto il piacere di visitare). Samsø ha da tempo avviato progetti per divenire la prima isola danese a emissioni zero (sorprendente solo fino a un certo punto, specie se si pensa che oggi la Danimarca, con il suo 16% di energia ricavata da fonti rinnovabili, è la nazione europea a massima efficienza energetica).

Per approfondire le numerose iniziative in atto segnalo il sito www.energiakademiet.dk, mentre chi è interessato agli aspetti turistici può rivolgersi al contenuti presenti su www.samsoeturist.dk.

Andalusia. Appunti di viaggio (7/7)

Di fronte a un viaggio nel sud del Spagna, in passato sarei probabilmente stato piuttosto prevenuto: l'essere stato in certe zone nell'estate del 1991 non mi aveva infatti lasciato un'impressione particolarmente positiva. Oggi, specie dopo l'escursione di due anni fa nella vicina Comunità Valenciana, sapevo invece che dovevo predispormi ed essere pronto ad accettare una realtà ben diversa. E così è puntualmente stato.

Partiamo da una serie di fatti difficilmente contestabili: innanzitutto, geograficamente parlando, Malaga e l'Andalusia si trovano a latitudini paragonabili con quelle della Sicilia e dell'Africa settentrionale; inoltre, in un'ipotetica classifica delle diverse comunità che compongono lo stato federale spagnolo, l'Andalusia occupa la zona medio-bassa (e questo per ammissione stessa delle persone cui ho avuto modo di chiedere).

Il turista che giunga a Malaga nel 2009 non potrà fare a meno di notare una lunga serie di elementi positivi. Prima di tutto la pulizia delle strade, del porto, dei vicoli centrali e dei numerosi giardini pubblici (vi sfido a trovare mozziconi di sigaretta, deiezioni canine o aiuole abbandonate all'incuria); in secondo luogo l'ordine e il gran numero di poliziotti che girano costantemente (anche con telecamere montate sulle vetture), pronti a intervenire tempestivamente e a stroncare sul nascere ogni tipo di comportamento scorretto (soste e persino fermate in doppia fila o in luoghi vietati); non a caso una conseguenza diretta ed evidente di tutto ciò è rappresentata dalla grande civiltà e dall'educazione degli automobilisti, sia nei confronti degli altri automobilisti che soprattutto dei pedoni. Da segnalare l'ottima cartellonista stradale, sia cittadina che extra-urbana (non troverete righe pedonali sbiadite o cartelli piegati o divelti). I semafori in molti luoghi sono dotati di conteggio alla rovescia per indicare il tempo mancante al passaggio di stato. Semafori e altri cartelli luminosi sono quasi sempre realizzati con luci a LED che permettono un buon risparmio energetico. È interessante notare come, uscendo dalle città, sia pressoché assente l'inquinamento da cartellonistica pubblicitaria commerciale che affligge invece le nostre strade e campagne. Grandioso, poi, il colpo d'occhio che si ha dall'alto della vista aerea sulle numerosissime installazioni di pale eoliche che vanno di pari passo con l'ampio ricorso al fotovoltaico (quest'ultimo più facilmente visibile da terra).

Insomma, sono ormai moltissimi, e soprattutto sistematici, gli elementi che convergono a fare della Spagna un Paese in forte recupero; recupero volto a colmare il divario con i Paesi scandinavi e nordici in genere, non certo con la cosiddetta Italia, ormai vecchia, in declino progressivo e ampiamente surclassata.

La tua auto sul treno

Ho scoperto un sito interessante: si tratta di www.dbautozug.de. Il servizio delle ferrovie tedesche propone di caricare la propria auto in treno e di viaggiare comodamente di notte in cuccetta. Per esempio si può partire da Alessandria, Verona o Bolzano, raggiungere Amburgo e da lì proseguire per l'esplorazione dello Jutland. Tutto molto bello, ma con un difetto tutt'altro che trascurabile: nonostante quanto publicizzato i prezzi sono assolutamente non competitivi con la soluzione alternativa che prevede il volo più il noleggio dell'auto in loco.

FSC

FSC è l'acronimo di Forest Stewardship Council, un'organizzazione non governativa nata per gestire in modo appropriato le foreste del pianeta.
Per maggiori informazioni rimando al loro sito www.fsc.org.

Sunday, March 22, 2009

Primitivismo georgiano

Le cose scoperte per caso, si sa, sono quelle da cui si ricavano spesso le maggiori soddisfazioni. E del tutto casuale è stato il mio incontro con le opere del pittore georgiano Niko Pirosmanashvili (Mirzaani, 1862 - Tbilisi 1918) internazionalmente noto come Niko Pirosmani.Artisticamente parlando, Pirosmani è considerato un primitivista. Per chi non fosse avvezzo a questo stile consiglio di intraprendere un'affascinate esplorazione in Rete, magari partendo dal sito ufficiale www.pirosmani.org. Non resterete delusi.Difficile descrivere a parole l'intensità emotiva e la bellezza evocate per immagini dalle opere di questo artista, giustamente considerato un vero simbolo dell'orgoglio georgiano.

Abydos (2/2)

di Emanuele
(apparso in origine su www.debaser.it il 08/12/2007)

Curioso per me recensire un lavoro di Andy Kuntz, acclamata voce della progressive metal band tedesca dei Vanden Plas, curioso perché, lo dico da subito, non posso proprio considerarmi un fan della band, che troppo spesso ho trovato prolissa e troppo pomposa, nonostante siano conosciuti per essere sobri ed eleganti… be' questioni di punti di vista.

Ma torniamo al lavoro [...] che ora vi presento: sto parlando di The Little Boy's Heavy Mental Shadow Opera... firmato da Andy sotto il moniker Abydos. Nato nel 2004, vede tra le fila della band Stefan Glass alle chitarre assieme a Michael Krauss (entrambi impegnati anche alle tastiere) ed Andreas Lill alla batteria, già compagno di Kuntz nella loro band madre [...].

Quest'opera, suddivisa in dodici pezzi per un totale di circa 70 minuti, si presenta già a un primo ascolto decisamente ben concepita; si trovano infatti momenti in cui l'heavy metal si fa spazio, dando vita a parti corpose ed aggressive, alle quali si alternano momenti più delicati, maggiormente influenzati dal progressive rock e dal rock melodico di estrazione ottantiana.

A stupire nell'album, oltre alle composizioni decisamente curate e strutturate, è sicuramente la voce del cantante tedesco che, mai come questa volta, si dimostra capace di variazioni melodiche, risultando estremamente a proprio agio nelle parti più basse [...] così come in quelle più alte, nelle quali la voce si presenta pulita e delicata.

Come detto prima si alternano per tuta la durata del disco momenti dolci (come la splendida You Broke The Sun) nella quali si possono ritrovare quasi delle rimembranze dei Beatles, alternate a momenti più tipicamente progressivi; impossibile non citare Far Away From Heaven introdotta da un incipit di piano al quale si lega poi la calda voce di Kuntz attestata su un registro medio alto [...].

L'altra faccia del disco, ossia quella più heavy, è invece rappresentata da songs quali Hyperion Sunset, nella quale si nota come il gruppo sia legato alla tradizione metal, proponendoci un pezzo rapido, dotato di riffs potenti e di una base ritmica presente ma mai eccessiva.

A cavallo tra le due anime troviamo poi pezzi come Abydos, che viaggia su binari poco definiti, presentandosi camaleontica e in continua evoluzione: la prima parte, introdotta dalle linee vocali di mr. Abydos, viene accompagnata da suoni di sottofondo estremamente cupi che accentuano la già marcata emotività del pezzo; è quando poi entra in scena il piano che il clima cambia, diventando una traccia dal sapore agrodolce, in bilico tra disperazione e calma. Da applausi risulta essere inoltre il testo che vi invito a leggere con estrema attenzione.

Da citare obbligatoriamente anche la suite finale A Boy Named Fly, con i suoi oltre 12 minuti di evoluzioni strumentali, accompagnati da un'estrema attenzione al lato emotivo e melodico e con dei cori che riportano alla mente i migliori Queen [...]. Splendida inoltre la ripresa del tema centrale di Far Away From Heaven che riporta alla mente quanto già fatto dai colleghi Dream Theater nella suite del loro Images & Words [...].

Abydos (1/2)

di Alessio Antoni
(apparso in origine su www.heavy-metal.it)

Abydos - The Little Boy's Heavy Mental Shadow Opera About The Inhabitants Of His Diary (2004)
InsideOut/Audioglobe

Per chi non avesse neanche mai sentito nominare il nome Abydos bisogna sapere che dietro a questo logo si cela la geniale mente di Andy Kuntz, voce e principale compositore di una delle più importanti (ma probabilmente la più conosciuta) prog metal band proveniente dalla Germania: i Vanden Plas.

Ha iniziato a lavorare a questo progetto nel 2003, l'anno più triste della sua intera vita: infatti nell'arco di pochi mesi ha perso il padre e altre tre persone alle quali era molto legato; questi tristi avvenimenti però non hanno fermato la fantasia e la forza di volontà di Andy che ha continuato a scrivere e a comporre per raggiungere il suo obbiettivo, ciò per cui da sempre ha dedicato mente e anima: la musica.

La prima cosa che potrebbe venire in mente è quanto cupamente autobiografico quest'album possa essere, ma se la pensate così, sappiate che non è corretto: Andy con The Little Boy's Heavy Mental Shadow Opera About The Inhabitants Of His Diary è riuscito a creare un policromo concept album che riesce a stimolare l'immaginazione dell'ascoltatore; ha dato a ogni strumento un ruolo colorito, diverse personificazioni e quindi anche vari ruoli e parti da narrare e/o recitare.

Al suo fianco Andy Kuntz ha reclutato per ultimare la line-up Stefan Glass e Michael Krauss, ottimi musicisti che già in passato (Glass) hanno collaborato con i Vanden Plas; immancabile al fianco di Andy è inoltre la presenza di Andreas Lill (allucinante il suo assolo di batteria nella mozzafiato opener The Inhabitants Of His Diary), compagno di palco dietro alle pelli con i sopraccitati Vanden Plas nonché suo grande amico.

Il sound che creano gli Abydos è indiscutibilmente un canonico progressive metal molto melodico, con un potente apporto sinfonico-orchestrale che rende determinate tracce (es. You Broke The Sun) i veri e propri highlights del disco.

Non mancano inoltre le composizioni meno progressive e più melodico-atmosferiche, dove pianoforte, chitarre acustiche, ed effettistica (es. Radio Earth, altro highlight) svolgono il ruolo principale coinvolgendo anche coloro a cui il prog non va proprio giù.

The Little Boy's Heavy Mental Shadow Opera About The Inhabitants Of His Diary è quindi un album multi-sfaccettato, dai tanti aspetti e dalle tante sfumature, un lavoro per certi versi di immediato impatto e per altri da assimilare col tempo; abbiamo comunque a che fare con un gioiellino davanti al quale è difficile rimanere indifferenti o impassibili, una perla che accende la mente e mette in moto la fantasia dell'ascoltatore, che si ritrova a viaggiare tra frammenti di sogni e ondate di sprezzante energia.

Formazione:

Andy Kuntz - voce
Stefan Glass - chitarra, tastiere
Michael Krauss - chitarra, tastiere
Andreas Lill - batteria

Tracklist:

01. The Inhabitants Of His Diary
02. You Broke The Sun
03. Silence
04. Far Away From Heaven
05. Coppermoon (The Other Side)
06. Hyperion Sunset
07. God's Driftwood
08. Radio Earth
09. Abydos
10. Green's Guidance For A Strategy Adventure Game
11. Wildflowersky
12. A Boy Named Fly

Saturday, March 21, 2009

Nanismo ecologico

I dettagli del "piano casa" annunciato da Berlusconi saranno resi noti a livello ufficiale molto presto, tuttavia da alcuni giorni sono già comparse sulla stampa numerose e inquitetanti indiscrezioni che lasciano presagire una nuova e imminente era cementifera. Conoscendo la sensibilità del primo ministro per le problematiche ambientali possiamo essere quasi certi che purtroppo non ci stiamo sbagliando.
Prendendo a prestito e rielaborando una vecchia espressione di Vittorio Feltri mi viene da dire che Berlusconi sta a all'ecologia come Dracula sta alla presidenza dell'AVIS.

Densità

Atto primo. Ieri la Indrė ha partecipato per la prima volta a una riunione della comunità lituana di Milano.

Atto secondo. In quell'occasione ha appreso che nel nostro paesello (circa 8.500 anime) si è da poco trasferita una sua connazionale di Vilnius (ieri sera non presente).

Atto terzo. Il tam-tam lituano si è subito messo in funzione e oggi le due fanciulle si sono sentite per telefono e poche ore dopo si sono incontrate; sorpresa: abitano nella stessa via a due soli numeri civici di distanza. In pratica sono vicine di casa.

Liquefazione

Oggi è iniziato il congresso straordinario di Alleanza Nazionale che sancirà lo scioglimento del partito e la sua confluenza nel PDL. Una buona notizia nella direzione di una semplificazione della politica italica. La cattiva notizia è lo slogan scelto per l'occasione: "nasce il partito degli Italiani". Un verbo, due sostantivi, un articolo e una preposizione articolata che delineano la solita vecchia abitudine di democristiana memoria: voler rappresentare tutti e a tutti i costi.
Non so se questo sia già il primo segno visibile dell'imprinting megalomane di Berlusconi. In ogni caso, se il buongiorno si vede dal mattino...

L'Iran risponde a Obama

L'Ayatollah Khamenei: Iran non vede cambiamenti in politica USA apparso su it.reuters.com il 21/03/2009.

Il leader supremo dell'Iran, l'ayatollah Alì Khamenei, ha detto oggi di non vedere cambiamenti nella politica statunitense nei confronti della Repubblica Islamica, all'indomani dell'inedito messaggio in video con cui il presidente USA Barack Obama ha invitato le autorità iraniane a "un nuovo inizio" nelle relazioni tra i due Paesi.

Khamenei ha duramente criticato il comportamento degli USA verso l'Iran sin dalla rivoluzione del 1979 e ha detto che gli Stati Uniti sono "odiati nel mondo" e dovrebbero smetterla di interferire negli affari interni degli altri Paesi.

"Usano lo slogan del cambiamento ma in pratica non si vede il cambiamento... Non abbiamo visto alcun cambiamento" ha detto Khamenei in un discorso trasmesso dalla TV in occasione del Capodanno iraniano.

Khamenei parlava da Mashhad, città nel nordest dell'Iran, dopo l'appello lanciato ieri da Obama allo storico avversario.

L'ayatollah ha detto che un cambiamento statunitense fatto solo di "parole" non è sufficiente e ha aggiunto: "Guarderemo e giudicheremo (la nuova amministrazione)... Cambiate e i nostri comportamenti cambieranno".

Friday, March 20, 2009

Obama parla all'Iran

Today I want to extend my very best wishes to all who are celebrating Nowruz around the world.

This holiday is both an ancient ritual and a moment of renewal, and I hope that you enjoy this special time of year with friends and family.

In particular I would like to speak directly to the people and leaders of the Islamic Republic of Iran. Nowruz is just one part of your great and celebrated culture. Over many centuries your art, your music, literature and innovation have made the world a better and more beautiful place.

Here in the United States our own communities have been enhanced by the contributions of Iranian Americans. We know that you are a great civilization, and your accomplishments have earned the respect of the United States and the world.

For nearly three decades relations between our nations have been strained. But at this holiday we are reminded of the common humanity that binds us together. Indeed you will be celebrating your New Year in much the same way that we Americans mark our holidays, by gathering with family and friends, exchanging gifts and stories, and looking to the future with a renewed sense of hope.

Within these celebrations lies the promise of a new day, the promise of opportunity for our children, security for our families, progress for our communities and peace between nations. Those are shared hopes. Those are common dreams.

So in this season of new beginnings I would like to speak clearly to Iran's leaders.

We have serious differences that have grown over time. My Administration is now committed to diplomacy that addresses the full range of issues before us, and to pursuing constructive ties among the United States, Iran, and the international community. This process will not be advanced by threats. We seek, instead, engagement that is honest and grounded in mutual respect.

You too have a choice. The United States wants the Islamic Republic of Iran to take its rightful place in the community of nations. You have that right, but it comes with real responsibilities. And that place cannot be reached through terror or arms, but rather through peaceful actions that demonstrate the true greatness of the Iranian people and civilization, and the measure of that greatness is not the capacity to destroy, it is your demonstrated ability to build and create.

So on the occasion of your New Year I want you, the people and leaders of Iran, to understand the future that we seek. It is a future with renewed exchanges among our people and greater opportunities for partnership and commerce. It is a future where the old divisions are overcome, where you and all of your neighbors and the wider world can live in greater peace and security.

I know that this won't be reached easily. There are those who will insist that we be defined by our differences. But let us remember the words that were written by the poet Saadi so many years ago: "The children of Adam are limbs to each other, having been created of one essence".

Quotes and Aphorisms (49)

When women hold off from marrying men, we call it independence. When men hold off from marrying women, we call it fear of commitment
[Warren Farrell]

A committee is a group that keeps minutes and loses hours
[Milton Berle]

Under capitalism, man exploits man. Under communism, it's just the opposite
[John Kenneth Galbraith]

Nostradamus di Borsa

Un giornalista economico è un Nostradamus del giorno dopo: prevede il crack quando è già avvenuto.

[Beppe Grillo]

Ali-Metternich

Brani tratti dal post Alitalia oggi, Italia domani pubblicato su www.beppegrillo.it il 16/09/2008:

L'Alitalia non è una compagnia aerea, è un'espressione geografica. Se l'Italia non esiste, perché l'Al-Italia, con quel nome, dovrebbe continuare a esistere? Ha avuto amministratori delegati finti, messi lì, a turno, negli ultimi quindici anni dallo psiconano e da Valium Prodi. Amministratori che hanno distrutto la società per conto terzi e incassato milioni di euro di stipendi e di liquidazioni per la fedeltà al padrone. Il mercato di AlItalia è finto, equivale a una tratta, la Milano-Roma, con prezzi pari a Milano-New York.
I suoi dirigenti (quanti?) sono finti, sono portaborse, amici, parenti dei politici. Fatti assumere. Parcheggiati in Al-Italia come in un hangar. I sindacati nazionali rappresentano sé stessi, hanno difeso i privilegi (i loro) e tradito i dipendenti.

Al-Italia è un paradigma, una metafora dell'Italia. È in bancarotta e senza una lira. Una linea del Piave che passa da Fiumicino.

La bancarotta dell'Al-Italia è un sintomo e un preludio del fallimento del Paese.

Vilnius capitale culturale

Quest'anno Vilnius è Capitale Europea della Cultura. Per chi fosse interessato al programma degli eventi e delle manifestazioni previste rimando al sito ufficiale www.vilnius2009.lt.

Thursday, March 19, 2009

La battaglia del grano

di Beppe Grillo
(apparso in origine su www.beppegrillo.it il 03/09/2008)

Se le guerre di dopodomani si combatteranno per l'acqua, le guerre di domani si faranno per il cibo. Grano, riso, frumento, soia. Rivolte e assalti ai forni sono già avvenuti in molti Paesi, dall'Egitto all'Indonesia, dalle Filippine all'India. I raccolti stanno diventando più importanti del petrolio. È meglio vivere da fermi che morire di fame in movimento.
Gli Stati sovrappopolati si stanno muovendo sullo scacchiere mondiale comprando terreni coltivabili. La Cina in Brasile, Laos, Kazakhstan e Tanzania. L'India in Uruguay e Paraguay. La Corea del Sud in Sudan e in Siberia. L'Egitto in Ucraina. In parallelo, sta nascendo un nuovo protezionismo, quello dei morti di fame. Gli Stati che non producono sufficienti risorse alimentari per la propria popolazione ne bloccano l'esportazione o aumentano i dazi. È umano. Il prezzo dei beni alimentari sta crescendo a velocità folle in tutto il mondo, anche grazie agli speculatori finanziari. È l'economia.
Il meccanismo che si è messo in moto è infernale. Uno Stato, ad esempio la Cina, aumenta le sue bocche da sfamare mentre distrugge il territorio coltivabile. In Cina nel 2005 gli espropri di terra ai contadini erano aumentati di 15 volte rispetto a dieci anni prima. Terre trasformate in zone residenziali e industriali. Meno terra, meno cibo, più cinesi. L'equazione si risolve comprando terra per cibo altrove. Nei Paesi che, per ora, possono permettersi di esportare prodotti agricoli. Ma anche in questi Paesi la popolazione è in aumento, la terra per cibo sta diminuendo, per la speculazione edilizia e per il biofuel, e l'acqua per le irrigazioni scarseggia. Cosa succederà quando i Brasiliani vedranno partire il frumento e non avranno il loro pane quotidiano? Qualunque governo non durerebbe una settimana e i terreni venduti allo straniero nazionalizzati. Il cerino in mano rimarrebbe alla Cina e ai suoi armamenti.
La Cina è il primo produttore mondiale di cereali e di riso. Una volta esportava. Nel 2007 la Cina ha prodotto 501,5 milioni di tonnellate di grano, i Cinesi ne consumano 510 milioni. Secondo la FAO, nel 1985 i Cinesi mangiavano 20 chili di carne a testa in un anno, nel 2018 i chili saliranno a 70. Per fare carne ci vogliono cereali e terreno. La Cina importa, già oggi, il 60% della soia di cui ha bisogno.
Se il primo produttore mondiale deve importare, gli altri come l'Italia, cosa dovranno fare? Il nostro Paese visto dall'alto sembra un incubo edilizio. Sta scomparendo sotto il cemento. La priorità deve essere l'autosufficienza alimentare, non i parcheggi e gli inceneritori.

Le Olimpiadi del cemento

Tratto dal post Nazionalismi olimpici apparso su www.beppegrillo.it il 21/08/2008.

Le Olimpiadi di Pechino, ma anche quelle precedenti, lo confesso, mi danno la nausea. Le abolirei. Sono un fantastico baraccone economico che gira il mondo ogni quattro anni. Dove arriva il circo si costruiscono stadi, strade, grattacieli, metropolitane, intere città. Le Olimpiadi sono un trionfo, un orgasmo del cemento. La torcia accesa non è più simbolo di pace. Il mondo continua le sue guerre, i suoi stermini a cinque cerchi. Il Tibet e lo Xinjiang sono finiti sotto il tappeto degli sponsor. La Georgia e l’Ossezia sono stati eventi fastidiosi, hanno tolto spazio al tennis da tavolo e al nuoto sincronizzato.

Il Lupo e l'Agnello

Lupus et Agnus

Ad rivum eundem lupus et agnus venerant, siti compulsi. Superior stabat lupus, longeque inferior agnus. Tunc fauce improba latro incitatus iurgii causam intulit: «Cur» - inquit - «turbulentam fecisti mihi aquam bibenti?». Laniger contra timens: «Qui possum, quaeso, facere, quod quereris, lupe? A te decurrit ad meos haustus liquor». Repulsus ille veritatis viribus: «Ante hos sex menses male» - ait - «dixisti mihi». Respondit agnus: «Equidem natus non eram». «Pater hercle tuus» - ille inquit - «male dixit mihi». Atque ita correptum lacerat iniusta nece.

Haec propter illos scripta est homines fabula, qui fictis causis innocentes opprimunt.

[Fedro]

Roba da chiamare il Gabibbo

Ieri, in occasione della morte di mia nonna paterna (la cattiva madre del post precedente), ho scoperto che il Sindaco del mio paese, in circostanze simili, è solito mandare una lettera di condoglianze alla famiglia. Bigliettino scritto e firmato a mano direttamente dal primo cittadino; anche l'indirizzo sulla busta era autografo. Gesto nobile. Peccato per l'incredibile caduta di stile: la lettera, anziché ai familiari, è stata intestata alla defunta.

Wednesday, March 18, 2009

Le cattive madri

Lasciano sempre per ultime e le bare sono un poco più larghe, per contenere i loro loschi segreti. Dimenticate e abbandonate dai figli criminali che hanno protetto per anni, muoiono tra le braccia di quelli buoni. E per questi ultimi non hanno nemmeno una parola di scuse o provano un sentimento di vergogna.

Tuesday, March 17, 2009

Intervista a Jeremy Rifkin

Brani selezionati tratti dall'intervista a Jeremy Rifkin, autore di Economia All'Idrogeno, apparsa sul blog www.beppegrillo.it il 25/06/2008.

"Il mondo che conosciamo sta cambiando in fretta. Il petrolio sta finendo. L'energia [nel futuro] avrà due caratteristiche: sarà rinnovabile, come il sole e il vento, e distribuita. Ognuno di noi potrà creare la propria energia e metterla a disposizione degli altri in rete".

"Lasciatemi dire che quello di cui abbiamo bisogno adesso è un piano economico che sia sufficientemente ambizioso ed efficace per gestire l'enormità del picco del petrolio e dei cambiamenti climatici. Lasciatemi dire che le grandi rivoluzioni economiche accadono quando l'umanità cambia il modo di produrre l'energia, primo, e quando cambia il modo di comunicare, per organizzare questa rivoluzione energetica. All'inizio del XX secolo la rivoluzione del telegrafo e del telefono convergeva con quella del petrolio e della combustione interna, dando vita alla seconda rivoluzione industriale. Ora siamo al tramonto di quella rivoluzione industriale. La domanda è: come aprire la porta alla terza rivoluzione industriale. Oggi siamo in grado di comunicare peer to peer, uno a uno, uno a molti, molti a molti [...]. Questa rivoluzione distribuita della comunicazione (questa è la parola chiave: distribuita), questa rivoluzione piatta, equa della comunicazione proprio ora sta cominciando a convergere con la rivoluzione della nuova energia distribuita. La convergenza di queste due tecnologie può aprire la strada alla terza rivoluzione
industriale. L'energia distribuita la troviamo dietro l'angolo. Ce n'è ovunque [...] nel mondo. Il Sole sorge ovunque sul pianeta. Il vento soffia su tutta la Terra, se viviamo sulla costa abbiamo la forza delle onde. Sotto il terreno tutti abbiamo calore. C'è il mini idroelettrico. Queste sono energie distribuite che si trovano ovunque. L'Unione Europea ha posto il primo pilastro della terza rivoluzione industriale, che sono le energie rinnovabili e distribuite".

"Primo, dobbiamo passare alle energie rinnovabili e distribuite [...]. Secondo, dobbiamo rendere tutti gli edifici impianti di generazione di energia. Milioni di edifici che producono e raccolgono energia in un grande impianto di generazione [...]. Il terzo pilastro riguarda come raccogliamo questa energia e la principale forma di accumulo sarà l'idrogeno. L'idrogeno può accumulare l'energia così come i supporti digitali contengono le informazioni multimediali. Infine, il quarto pilastro, quando la comunicazione distribuita converge verso la rivoluzione energetica generando la terza rivoluzione industriale".

"Prendiamo la stessa tecnologia che usiamo per Internet, la stessa, e prendiamo la rete energetica italiana, europea e la rendiamo una grande rete mondiale, come Internet. Quando io, voi e ognuno produrrà la sua propria energia come produciamo informazione grazie ai computer, la accumuliamo grazie all'idrogeno come i media con i supporti digitali, potremo condividere il surplus di produzione nella rete italiana, europea e globale nella InterGrid, come condividiamo le informazioni in Internet. Questa è la terza rivoluzione industriale".

"Lasciatemi fare una considerazione in termini di business, non in termini ideologici. Non credo che l'energia nucleare sarà significativa in futuro e credo che sia alla fine del suo corso e qualsiasi governo sbaglierebbe a investire nell'atomo. Vi spiego le ragioni. Non produciamo CO2 con gli impianti nucleari, quindi dovrebbe essere parte della soluzione ai problemi climatici. Ma guardiamo ai numeri. Ci sono 439 impianti nucleari al mondo, oggi, che producono solo il 5% dell'energia che consumiamo [...]. C'è qualcuno in Italia o nel mondo che davvero crede che si possano rimpiazzare i 439 impianti che abbiamo oggi nei prossimi vent'anni. Anche se lo facessimo continueremmo a produrre solo il 5% dell'energia consumata, senza alcun beneficio per i cambiamenti climatici. È chiaro che perché ne avesse, dovrebbero coprire almeno il 20% della produzione. Ma perché la produzione di energia sia per il 20% nucleare, dovremmo costruire 3 centrali atomiche ogni 30 giorni per i prossimi 60 anni. Capito? Duemila centrali atomiche. Tre nuove centrali ogni mese per sessant'anni. [E 60 anni dopo] non sappiamo ancora cosa fare con le scorie".

"L'agenzia internazionale per l'energia atomica dice che potremmo avere carenza di uranio tra il 2025 e il 2035, facendo così morire i 439 impianti nucleare che producono il 5% dell'energia del mondo. Potremmo prendere l'uranio che abbiamo e convertirlo in plutonio. Ma avremmo il pericolo del terrorismo nucleare. Vogliamo davvero avere plutonio in tutto il mondo in un'epoca di potenziali attacchi terroristici? Credo sia folle".

"E infine, una cosa che tutti dovrebbero discutere col vicino di casa: non abbiamo acqua! Questo le aziende energetiche lo sanno ma la gente no. Prendete la Francia, la quintessenza dell'energia
atomica, prodotta per il 70%. Questo è quello che la gente non sa: il 40% di tutta l'acqua consumata in Francia lo scorso anno, è servita a raffreddare i reattori nucleari. Il 40%. Dove pensano di trovare, l'Italia e gli altri Paesi, l'acqua per raffreddare gli impianti se non l'ha trovata la Francia?".

"Quello che dobbiamo fare è democratizzare l'energia. La terza rivoluzione industriale significa dare potere alle persone e per la generazione cresciuta con la Rete questo è la conclusione e il
completamento di questa rivoluzione".

"L'Italia è l'Arabia Saudita delle energie rinnovabili! Ci sono così tante e distribuite energie rinnovabili nel vostro Paese! Mi meraviglio quando vengo nel vostro Paese e vedo che non vi state muovendo nella direzione in cui si muove la Spagna, aggressivamente verso le energie rinnovabili. Per esempio, voi avete il Sole! Avete così tanto sole da Roma a Bari. Avete il Sole! Siete una penisola, avete il vento tutto il tempo, avete il mare che vi circonda, avete ricche zone geotermiche in Toscana, biomasse da Bolzano in su nel nord Italia, avete la neve, per l'idroelettrico, dalle Alpi. Voi avete molta più energia di quella che vi serve, in energie rinnovabili! Non la state usando… io non capisco. L'Italia potrebbe. Credo che, umilmente, quel che posso dire al governo italiano è: a che gioco volete giocare? Se il vostro piano è restare nelle vecchie energie, l'Italia non sarà competitiva e non potrà godere dell'effetto moltiplicatore sull'economia della terza rivoluzione industriale per muoversi nella nuova rivoluzione economica e si troverà a correre dietro a molti altri Paesi col passare del XXI secolo".

Una buona abitudine mattutina

Ho preso una buona abitudine mattutina: consultare il blog I Nodi Dell'Anima. Con la sua semplicità e con la sua bellezza riesce a mettermi di buon umore e a darmi una positiva predisposizione per affrontare la lunga giornata lavorativa.
Non tutti i contagi sono necessariamente negativi.

Abbattimento

Ogni tanto c'è qualcuno che torna a invocare, come soluzione, l'abbattimento dei cani (e più in generale degli animali) pericolosi. Come se esistessero cani pericolosi. I cani possono divenire aggressivi per ragioni ben specifiche e note da sempre: fame, paura o, per esempio, perché addestrati al combattimento dagli uomini (e non discuto che ci sia anche una piccola percentuale di animali che vada incontro a pazzia). Sono gli uomini ad avere un comportamento aggressivo, al punto tale da definire senza ritegno come "bestiali" certe riprovevoli azioni commesse dai loro simili. Ma nel comportamento animale non esistono azioni deliberatamente cattive o esecrabili, tutto risponde a una logica precisa. Al contrario questo tipo di comportamenti sono tipici dell'uomo. E allora, in certi casi, più che il cane si dovrebbe abbattere il padrone.

Monday, March 16, 2009

Due legislature e poi via

Ha giustamente scritto Beppe Grillo (www.beppegrillo.it, 11/06/2008):

"Il limite di due legislature è un'assicurazione sulla vita per i cittadini. Il numero di legislature è direttamente proporzionale al potere esercitato dal parlamentare. Più legislature, più leggi
ad castam. Il potere dei multiparlamentari logora la democrazia. Il mestiere del deputato o del senatore, inoltre, rende bene. Non è richiesta alcuna preparazione. Non ci sono responsabilità sul proprio operato. Lo stipendio è il più alto della categoria in Europa. Si va in pensione con un solo mandato. Protegge dalla galera".

Test ecologici per camion e autobus europei

(apparso in origine su www.lastampa.it il 13/03/2009)

Simulare in maniera realistica la spinta del vento o l'attrito pneumatico-strada sui mezzi pesanti fino a 40 tonnellate o sugli autobus fino a 12 metri di lunghezza. Sono solo alcune delle funzioni che il nuovo impianto, dal nome VELA 7, presso il Centro Comune di Ricerca (CCR) della Commissione Europea a Ispra è destinato a svolgere per testare il consumo e le emissioni di autobus e camion. Un obiettivo ancora più importante in vista della scadenza del 1 Aprile 2010, quando dovranno essere definite le linee guida per l'applicazione delle nuove norme di emissione Euro VI per i veicoli pesanti.

"La Commissione Europea" ha dichiarato il Commissario Europeo per la Scienza e la Ricerca, Janez Potoènik "combatte i cambiamenti climatici con le parole e con i fatti, grazie a esperti interni, sia a livello politico che scientifico. Il Centro di Ricerca della Commissione ci fornisce dati scientifici indipendenti e affidabili che servono a ispirare le norme istituite nella legislazione ambientale della UE tesa a combattere l'inquinamento atmosferico e a ridurre gli effetti negativi del trasporto su strada. Oggi" ha proseguito il commissario "il trasporto merci su strada in Europa ha raggiunto i 1.888 miliardi di tonnellate-chilometro l'anno; se aumentiamo l'efficienza dei camion riusciremo a ridurre di molto il consumo di carburante".

La nuova struttura è una delle più avanzate al mondo e permetterà di avere risultati indipendenti, accurati e imparziali, permettendo di sperimentare tutta una serie di combustibili alternativi e di sistemi di post-trattamento dei gas di scarico dei camion in configurazioni esistenti o future. Verrà data una risposta esaustiva anche alla quantità di emissioni dei veicoli pesanti della UE, un passo necessario per ridurre successivamente le emissioni in maniera efficace. La spettroscopia e altre tecnologie moderne permettono infatti di analizzare nel dettaglio i componenti gassosi più importanti e le particelle contenute negli scarichi.

Andalusia. Appunti di viaggio (6/7)

In Andalusia mi sono trovato magnificamente, corre comunque l'obbligo di segnalare alcune cose che a mio avviso sono da classificare come negative.

In primo luogo le strutture alberghiere: le camere risultano poco isolate soprattutto dai rumori provenienti dai corridoi e dalle camere vicine; questo elemento pare avvalorato anche dalle esperienze riferitemi da molte persone che hanno girato in lungo e in largo la Spagna meridionale (in passato io stesso ho avuto problemi analoghi in alcune zone turistiche del sud, ma anche in Catalogna e nella Comunità Valenciana); i letti matrimoniali, inoltre, con la loro larghezza standard di 135 cm sono incompatibili con le esigenze minime del buon riposo. Dopo aver prenotato una matrimoniale via internet, una volta in loco, visto l'improponibile letto mignon, abbiamo optato per una camera con due letti singoli (non certo l'ideale per una vacanza di San Valentino).

La conoscenza dell'Inglese è ancora scarsa, specie in hotel ed esercizi commerciali. Rispetto al passato ho notato un aumento significativo delle capacità di comprensione ma l'Inglese parlato resta ancora problematico. Va segnalato che la somiglianza tra Toscano e Spagnolo contribuisce a risolvere molti elementi di possibili imbarazzi. Non sembra invece di grande aiuto la presenza di forti comunità di Britannici che, per quel che abbiamo appreso, tendono a rimanere separate dalla popolazione locale.

Con particolare riferimento alla città di Málaga ho trovato non propriamente sana una cucina basata quasi interamente sui fritti e in generale ho trovato la cucina andalusa poco interessante e poco varia rispetto a quella di altri Paesi, specie se mediterranei. Inoltre, visti gli elevati standard di sicurezza e la presenza capillare di polizia, sembra poco comprensibile la decisione di non voler stroncare il fastidioso fenomeno dei parcheggiatori abusivi (principalmente sbandati o tossicodipendenti, e non legati a racket mafiosi come invece accade in Italia).

La causa senza l'effetto

La sinistra di questo Paese sembra avere una spiegazione, e spesso una giustificazione, per ogni tipo di comportamento sociale non normale, anzi, il solo riferirsi all'idea di normalità genera in essa reazioni feroci. Dietro al ladro, all'assassino, al clandestino, allo stupratore, al tossicodipendente, al bullo, allo sbandato, all'ubriaco, al writer, allo zingaro, al senza-tetto, ... c'è sempre una causa che immancabilmente viene fatta ricadere sulle storture della società. Ma questi concetti vengono subito meno se qualcuno pensa di farsi giustizia da sé contro qualche immigrato. In questi casi non si tenta nemmeno di dare un'interpretazione, si passa immediatamente al giudizio di condanna con tutta la supponenza che ne consegue. Noi, che invece siamo gente normale, le spiegazioni le sappiamo trovare bene. Nella nostra ignoranza certi comportamenti, certe rivolte, certe esasperazioni le sappiamo interpretare benissimo; interpretare significa trovare i nessi logici di causa ed effetto, non significa giustificare. E infatti comprendiamo e non giustifichiamo. E capiamo anche il perché si arrivi a certe conseguenze. La giustizia fai-da-te è sempre indice di qualcosa che non va: uno Stato che manca, che non fa abbastanza, e soprattutto un sistema giudiziario che rema costantemente contro. E capiamo anche che a questo tipo di situazione hanno contribuito in gran parte proprio certe idee di sinistra. È uno schema in tre passi, estremamente elementare: (1) la sinistra genera situazioni di disagio, (2) qualcuno reagisce, (3) la sinistra condanna e si scandalizza per la reazione.
Qualche anno fa c'era una pubblicità di un biscotto al ciccolato che recitava "il piacere senza il peccato"; la sinistra crede che si possa vivere in un mondo di favole ideologiche rappresentate dallo slogan "la causa senza l'effetto".

Dove si butta il tetrapak?

Uno dei problemi più comuni nelle operazioni di riciclaggio casalingo è lo smaltimento dei contenitori in tetrapak. Recentemente il mio comune ha inviato ai propri cittadini un opuscolo per annunciare che il tetrapak, sino a oggi inserito nei bidoni della carta, da questo mese dovrà essere conferito assieme alla plastica.
Ho fatto una piccola ricerca in Rete per cercare di capirne qualcosa in più ma, come prevedibile, sono finito in una giungla di forum, blog e siti di vario tipo da cui non ne sono affatto uscito con le idee chiare. L'unica certezza è che il tetrapak non va gettato nei sacchi dei rifiuti indifferenziati; per il resto, il fatto di smaltirlo con la carta o con la plastica sembra invece derivare più che altro da accordi siglati dai singoli comuni con vari tipi di enti. Dunque, in caso di dubbio, la cosa migliore è proprio quella di sentire il proprio comune di residenza.

Sunday, March 15, 2009

Pranzo a Val Di Nizza

Un piccolo suggerimento per una breve gita fuori porta. A 85 km da Milano, nell'Oltrepò Pavese, c'è un minuscolo paesino chiamato Val Di Nizza, non distante da località più rinomate come Salice Terme, Varzi e Zavattarello. Qui c'è un bar ristorante, apparentemente anonimo, dove si può gustare un'ottima cucina locale, con porzioni abbondanti e prezzi alquanto modesti. È il bar ristorante Rocchi; ce l'avevano consigliato alcuni amici; io e la Indrė l'avevamo provato a inizio Maggio 2008 e oggi ci siamo ritornati con quegli stessi amici e altre nove persone. Ci hanno persino riconosciuto (la sciura ha deciso di soprannominarmi "signor baffo").
Di seguito riporto il menù, che ovviamente è pressoché lo stesso da sempre, ma il bello è anche questo: c'è chi ha deciso di scegliere ritmi lenti e di fare poche cose, ma con saggezza, semplicità e maestria.

Antipasti:

01. prosciutto crudo e pere al gorgonzola
02. salame e coppa
03. pancetta
04. peperoni alla griglia con acciughe
05. funghi con scaglie di grana e limone

Primi:

01. risotto ai funghi e rosmarino
02. ravioli al ragù

Secondi:

01. roast-beef
02. stufato di manzo con funghi e patate al forno

Dessert:

01. fragole al maraschino
02. tiramisù

Chiusura:

01. caffè
02. limoncello o altri liquori

I piatti di cui sopra non sono in alternativa: il menù descritto corrisponde all'esatta sequenza delle porzioni messe in tavola; ogni antipasto è composto da almeno quattro fette di ciascun salume e i primi sono realmente doppi, tanto per capirci, serviti in due piatti diversi (entrambi colmi). Se ci aggiungiamo le bevande il tutto ha fatto 30 euro a testa (e i bambini non pagano).
Se ne esce sazi e soddisfatti. E soprattutto felici.

Saturday, March 14, 2009

Warrel Dane

di Stefano Biondi
(apparso in origine su www.kronic.it il 12/05/2008)

Warrel Dane - Praises To The War Machine (2008)
Century Media
www.warreldane.com

Può capitare dopo vent'anni di onorata carriera musicale che ti salti in testa di fare qualcosa di tuo. Di trovare una strada che non sia il risultato di una mediazione lungamente ragionata con gli altri componenti del gruppo. Di voler sfuggire al gioco perverso dei paragoni con l'album prima, con lo stile consolidato e sorprendere tutti con qualcosa che porta il tuo nome. È esattamente questo che cercava Warrel Dane quando ha maturato l'idea di un album solista.

Non dev'esser facile trovare il proprio spazio in un gruppo come i Nevermore, che pur senza aver fatto il balzo verso le folle oceaniche si è comunque saputo ritagliare una cospicua fetta di fan fedeli quanto esigenti, alla ricerca di quel raffinato e complicato intreccio strumentale su cui il vocalist di Seattle tesse le sue trame vocali. È quindi una logica quanto benenvenuta conseguenza di questa faticosa coabitazione il fatto che il nuovo Praises To The War Machine prenda le distanze dallo stile della band autrice di alcuni tra i più apprezzati dischi metal degli ultimi 15 anni. Scontato che a questo punto il nuovo centro di gravità della proposta musicale sia proprio la voce di Warrel, le cui poliedriche interpretazioni hanno contribuito a far amare i Nevermore almeno quanto le spettacolari parti di chitarra architettate da Jeff Loomis. Sin dai primissimi ascolti risulta evidente come gli sforzi profusi nella realizzazione di questo album abbiano dato ottimi frutti. È infatti davvero difficile districarsi tra i meravigliosi refrain del disco per scegliere quali menzionare; io opto per quelli di Lucretia My Reflection (cover dei Syster Of Mercy) e Brother, lasciando a ciascuno il piacere di scoprire gli altri. C'è poi spazio per power-ballad come Let You Down o la maestosa Your Chosen Misery, ma anche per brani più potenti come l'opener When We Pray. L'attitudine più immediata e "catchy" che i Nevemore hanno sfoderato su Dead Heart In A Dead World è qui stata sviluppata con il supporto di trame musicali più lineari (ma mai banali), concepite e registrate con l'aiuto del vecchio compagno Jim Sheppard (con Warrel fin dai tempi dei Sanctuary a fine '80) e di una vecchia volpe del metal scandinavo quale Pete Wichers (ex Soilwork).

Un grande lavoro da parte di uno dei migliori cantanti heavy metal della scena contemporanea, pronto a far strage di consensi anche tra coloro che non hanno mai digerito la complessità dei Nevermore.

Friday, March 13, 2009

New Math

Un po' di matematica simpaticamente applicata alle espressioni verbali: www.morenewmath.com/all

Andalusia. Appunti di viaggio (5/7)

Al termine di un viaggio è mia abitudine riportare qualche curiosità che mi ha particolarmente colpito. Di Málaga voglio citare il ristorante El Tintero. Situato alla periferia est della città (Carretera de Almería 99) è di fatto un enorme dehors a pochi metri dalla spiaggia (Playa del Dedo). La particolarità del posto è che ci si siede, si chiede da bere e non c'è alcun bisogno di fare ordinazioni: con una frequenza media di due/tre minuti alcuni camerieri si inoltrano tra i tavoli portando di volta in volta una diversa specialità (calamari, aragoste, baccalà, gamberetti, gamberoni, insalate, ...); i piatti vengono annunciati ad alta voce (praticamente urlati) e chi è interessato se li accaparra. Ne consegue che il clima che si respira è una cosa a metà tra il mercato del pesce e la vecchia borsa di New York, ma è un'esperienza che vale la pena provare almeno una volta nella vita. I prezzi sono un po' alti (si paga in base alla dimensione del piatto, nel nostro caso 100 euro in quattro) e la preparazione tipica è il fritto, ma il pesce è ottimo; impossibile non restare affascinati dall'atmosfera di generale allegria e rilassatezza.

Thursday, March 12, 2009

Andalusia. Appunti di viaggio (4/7)

L'Andalusia, prima o poi, meriterà un ritorno, anzi due: credo sarà necessario un primo weekend per l'esplorazione delle città di Granada e Ronda e un secondo fine settimana da dedicare interamente alla visita di Siviglia.

Andalusia. Appunti di viaggio (3/7)

Riporto anche un breve elenco di quanto non siamo riusciti a vedere per svariati motivi.

A Malaga: Centro de Arte Contemporáneo (CAC), nuova Fiera, Museo Picasso, Casa Natale di Picasso, Giardini Botanici La Concepción.

Ad Antequera: Dolmen de Menga, Dolmen de Viera, Dolmen de Romeral.

Per chi fosse interessato a un approfondimento turistico (e non solo) dell'Andalusia segnalo il link ufficiale www.andalucia.org.

Andalusia. Appunti di viaggio (2/7)

Di seguito l'itinerario che abbiamo seguito e una sintesi dei luoghi e delle attrazioni visitate.

Malaga (Málaga)
Sabato 7 Marzo 2009

01. Alcazaba
02. Teatro Romano
03. Cattedrale
04. Palazzo Episcopale
05. Castello di Gibralfaro

Cordova (Córdoba)
Domenica 8 Marzo 2009

01. Alcázar de los Reyes Cristianos
02. Mezquita
03. Ponte Romano sul Guadalquivir
04. Torre de la Calahorra
05. Resti del Tempio Romano

Antequera
Lunedì 9 Marzo 2009

01. Chiesa di San Sebastiano
02. Arco dei Giganti
03. Alcazaba
04. Collegiata di Santa Maria Maggiore
05. Chiesa del Carmen

El Torcal
Lunedì 9 Marzo 2009

01. Parco Naturale El Torcal de Antequera

Wednesday, March 11, 2009

Expo 2015. Forti perplessità

Passano i mesi e mi rendo conto che il mio iniziale entusiasmo per l'Expo del 2015 si è dapprima trasformato in scetticismo per avviarsi ora verso una sempre più aperta avversione. 2015, epoca di preoccupazioni per la sostenibilità del pianeta, da un lato, e di tecnologie estremamente avanzate, dall'altro: mi domando se questo sia ancora il tempo delle esposizioni universali.