Friday, August 28, 2009

Un mondo più sensato

"Se la logica e la matematica prendessero il posto che loro compete nelle scuole e in televisione, il mondo diventerebbe gradualmente un luogo più sensato, e la vita più degna di essere vissuta".

Dal capitolo "La logica come igiene mentale" tratto da Un Matematico Impertinente di Piergiorgio Odifreddi (2005, Longanesi Editore).

Considerazioni su logica, parlamento e procreazione assistita

"[...] A fare le spese della mancanza di logica di una parte della popolazione siamo in realtà tutti i noi: ad esempio, quando il Parlamento ci infligge una vergognosa legge sulla procreazione assistita, ispirata alle opinioni di una mitologia mediorientale antica, invece che ai fatti di una genetica occidentale moderna".

Dal capitolo "La logica come igiene mentale" tratto da Un Matematico Impertinente di Piergiorgio Odifreddi (2005, Longanesi Editore).

Cinque miliardi di euro

"Non ci sarebbe naturalmente niente di male, se le intemperanze del pensiero illogico rimanessero confinate nelle teste di coloro che vi indulgono. Il fatto è che, invece, molti addirittura se ne gloriano e, orgogliosi della loro ottusa irrazionalità, pretendono di imporla al resto del mondo. E spesso ci riescono, visto che in Italia sei milioni di persone consultano annualmente maghi, chiromanti e guaritori, generando un giro d'affari da cinque miliardi di euro: a farne le spese è in massima parte la povera gente, che crede ingenuamente di potersi affidare ai ciarlatani invece che ai medici, per la cura dei propri mali".

Dal capitolo "La logica come igiene mentale" tratto da Un Matematico Impertinente di Piergiorgio Odifreddi (2005, Longanesi Editore).

La logica come igiene mentale

"L'igiene mentale alla quale si sottopongono coloro che usano quotidianamente la logica nel lavoro scientifico permette loro di non cadere vittime delle illusioni del pensiero [...]. E uno dei più meritori effetti della logica è appunto quello di smascherare le illusioni metafisiche per quello che sono: stregonerie giocate dal linguaggio con le menti di coloro che, non sapendolo tenere a freno, lo spronano a lanciarsi a briglia sciolta nei pantani della sragione".

Dal capitolo "La logica come igiene mentale" tratto da Un Matematico Impertinente di Piergiorgio Odifreddi (2005, Longanesi Editore).

Odifreddi contro la triade CRS

"Non conoscere la struttura del linguaggio, o fingere di non conoscerla, può diventare [...] un comodo alibi per lanciarsi in quei discorsi senza senso che costituiscono una buona parte della filosofia dell'essere, anche (se non soprattutto) nostrana: quella cioè, degli incerti e confusi discorsi di Cacciari, Reale o Severino, che vorrebbero parlare delle cose ultime e del tutto, e finiscono invece per giocare e perdersi nel nulla.
I naturali approdi di quelle vuote filosofie sono, ovviamente, la metafisica e la religione: cioè, le indisciplinate discipline che si interessano di tutto ciò che non c'è, essendo per definizione oltre, al di là o trascendente".

Dal capitolo "La logica come igiene mentale" tratto da Un Matematico Impertinente di Piergiorgio Odifreddi (2005, Longanesi Editore).

Il contributo della logica contro il motto di Nietzsche

"La separazione fra Verità e Falsità è [...] il primo contributo che la logica dà al pensiero: senza questa distinzione ogni affermazione varrebbe quanto qualunque altra e non avrebbe neppure senso discutere o argomentare. E, infatti, una buona parte dei discorsi degli illogici non consiste di ragionamenti, ma di proclami e perorazioni: più che cercare di convincere esibendo fatti, essi intendono persuadere proclamando opinioni. Qualcuno lo fa inconsciamente, ma molti si ispirano consciamente a un motto di Nietzsche: Non ci sono fatti, solo opinioni".

Dal capitolo "La logica come igiene mentale" tratto da Un Matematico Impertinente di Piergiorgio Odifreddi (2005, Longanesi Editore).

La logica se la passa male

"La logica è lo studio della ragione. E poiché in questa società e in quest'epoca la ragione se la passa male, non stupisce che la logica sia misconosciuta e ignorata, quando non semplicemente avversata e derisa. Della logica si infischiano, infatti, tutti coloro che dedicano la loro vita alla disseminazione delle superstizioni e delle menzogne: preti, maghi, politici, avvocati, pubblicitari, giornalisti... Della logica invece fanno tesoro tutti coloro che, al contrario, si impegnano nella ricerca e nella diffusione della verità oggettiva: primi fra tuti i matematici e gli scienziati, ma anche i filosofi e gli artisti seri".

Dal capitolo "La logica come igiene mentale" tratto da Un Matematico Impertinente di Piergiorgio Odifreddi (2005, Longanesi Editore).

Ars tacendi

Tutti sanno che Socrate ha detto "L'unica cosa che so è di non sapere". Molti meno sanno che Socrate non ha ci ha lasciato nulla di scritto (per esempio non lo sapeva Mike Bongiorno fino al giorno di una sua famosa gaffe): quello che sappiamo di lui ce lo ha infatti comunicato il suo discepolo Platone. Quasi nessuno invece sa che il Tao Te Ching, uno dei principali testi dell'antica tradizione cinese, contiene un motto illuminante: "Chi sa non parla, chi parla non sa".

Il Volapük di Johann Martin Schleyer

Se questa seconda metà d'estate vi sembra un po' noisosa vi propongo un argomento di distrazione e approfondimento: le lingue artificiali. Avrete certamente sentito parlare di Esperanto e Interlingua, che sono infatti le più famose. In realtà ce ne sono moltissime altre e una di queste si chiama Volapük. Ad inventarla, sul finire del 1800, è stato un tedesco, Johann Martin Schleyer (1831 - 1912), che di professione faceva il sacerdote cattolico; a sentire Schleyer, la creazione del Volapük gli sarebbe stata ispirata direttamente da Dio in sogno (bah, forse quella notte aveva esagerato un po' con il vino?).

Siamo noi i più evoluti o siamo solo transitori?

"Probabilmente l'homo habilis e l'homo neanderthalensis non si consideravano una soluzione transitoria. Vi avrebbero fatto dimenticare il darwinismo a forza di colpi di clava".

[Franz Schätzing]

Alla conquista degli abissi

In principio è stato il sommergibile Trieste, che il 23 Gennaio 1960 Jacques Piccard e Don Walsh hanno gloriosamente portato sul fondo della Fossa delle Marianne, a undici chilometri di profondità. Da allora in poi, tra batiscafi, batisfere e robot i nomi di riferimento sono stati: Alvin, MIR I, MIR II, Shinkai, Nautile, Deep Flight I, Deep Flight II, DeepC, Xanthos, Caribou...
Che ne dite? C'è n'è abbastanza per navigare un po' su internet, o no?

Alcune conseguenze del tecnosviluppo

"I bambini di Manhattan disegnano galline con sei zampe, perché la mamma compra sempre le cosce di pollo in confezioni da sei".

[Franz Schätzing]

L'irreversibilità del tecnosviluppo

"Il progresso tecnologico è irreversibile, è un processo che si compie necessariamente. Ciò che viene pensato è destinato a essere fatto".

[Franz Schätzing]

Il nostro futuro è nel mare

Credo di aver capito una cosa: in un futuro prossimo gli oceani e i loro organismi marini (se non li distruggeremo prima) sono destinati a divenire l'armadietto dei medicinali dell'umanità (specie per quel che riguarda i farmaci antitumorali).
E se sapremo sfruttarlo bene, il mare ci fornirà anche parecchia energia, prevalentemente di natura elettrica.

SkySails e SES

Una delle cose più interessanti che ho trovato nel libro di Schätzing è la descrizione del progetto SkySails; per chi fosse interessato a un approfondimento consiglio il sito ufficiale www.skysails.info.

Vale anche la pena fare qualche ricerca sui cosiddetti SES, acronimo di Surface Effect Ships.

Lietuva (Žemaitija) yra gandrų rojus

La Lituania, come le altre due repubbliche baltiche, è un vero e proprio paradiso per gli amanti delle cicogne (e, ancor prima, per le cicogne stesse).
Nella casa di campagna della Indrė quest'estate una coppia di cicogne ha nidificato su un vecchio palo della luce (che sia questo un buon segno?) e nei dintorni ne abbiamo contate una quindicina (contemporaneamente). Ma lo spettacolo più bello lo abbiamo visto in quella verde regione a nord-ovest (Žemaitija) che prende un nome altisonante e suggestivo: Samogizia. In Samogizia capita infatti di assistere a incontri di cicogne davvero strabilianti; può succedere (e a noi è successo) di percorrere una delle tante e silenziose strade secondarie e notare un campo su cui "camminavano" una sessantina di cicogne, quasi come se, in attesa della migrazione tardo-estiva che ha luogo proprio in questi giorni, si stessero consultando sulla migliore rotta da prendere.

Una volta le cicogne le avevamo anche noi in Padania, poi inquinamento, rumore e urbanizzazione eccessiva le hanno fatte scappare (come molti turisti stranieri che, sempre più, preferiscono la miglior accoglienza nordeuropea). Oggi sembra che si assista a un lento ripopolamento, ma quasi solo nelle riserve (come l'Oasi di Sant'Alessio a Pavia). Gli spettacoli samogizi, per la loro bellezza e intensità, sono comunque difficili da dimenticare (né sarà facile vedere certe scene alle nostre latitudini cafone).

Imparare il Lituano (3)

Lietuva yra gandrų rojus. Tradotto significa: la Lituania (Lietuva) è (yra) il paradiso (rojus) delle cicogne (gandrų). La pronuncia e la traslitterazione in Toscano sono le seguenti: Liètuvà irà gandrù ròius.

Ho pensato a questa frase proprio quest'estate (il motivo lo chiarirò nel prossimo post). Approfitto invece di questo fatto per presentare il caso genitivo (gandrų è plurale; al singlare si avrebbe gandro). Con il genitivo ci si comporta quasi sempre come in Inglese: la specificazione viene posta di regola prima del nome a cui si riferisce: non si dice dunque "il paradiso delle cocogne" ma "delle cicogne il paradiso" (in Inglese avremmo stork heaven o stork paradise, oppure, umanizzando un po' i volatili, storks' heaven o storks' paradise).

Va anche notato che tra due lingue come Lituano e Toscano il genere spesso non coincide: in questo caso gandras (al plurale gandrai) è maschile mentre cicogna è femminile.

Infine è questa l'occasione per evidenziare un'altra peculiarità della lingua lituana: non esitono né gli articoli determinativi né quelli indeterminativi; per chi deve impararla, dunque, almeno questo è uno dei rari elementi di semplificazione.

Il paradosso delle pecore irlandesi

A un certo punto de Il mondo d'acqua, Franz Schätzing rivela un episodio reale che è emblematico della moderna economia mercantile; è l'incontro nelle campagne dublinesi con un amico irlandese; l'autore viene a sapere che la carne d'agnello che accompagna le generose pinte di Guinness servite nei pub della capitale non proviene dai numerosi pascoli locali, ma, sorprendentemente, dalla Nuova Zelanda. E in Nuova Zelanda ci finiscono proprio le pecore irlandesi. Un paradosso? Forse sì, resta però il fatto che, in Irlanda, un allevatore di pecore guadagna di più se esporta la propria "merce" agli antipodi del mondo; è questa infatti una delle più dirette conseguenze delle leggi che governano il misterioso mondo dei moderni trasporti marittimi.

Un mondo d'acqua

Franz Schätzing è uno studioso e scrittore di Colonia, città verso la quale - lo si capisce subito - nutre un amore non comune. Per quanto io non ne sapessi nulla (come al solito: ignoranza mia) Schätzing è oggi uno degli autori più letti del Vecchio Continente, con all'attivo due capolavori (così dice la critica) come Il quinto giorno e Il diavolo nella cattedrale.
Il mio incontro (letterario) con lui, invece, risale a una trentina di giorni fa, mentre curiosavo svogliatamente tra gli scaffali di un supermercato di elettronica in quel di San Giuliano Milanese (che non è certo paragonabile a Colonia).

In quell'occasione ho acquistato Il mondo d'acqua. Alla scoperta della vita attraverso il mare (Edizioni TEA, www.tealibri.it; traduzione di Roberta Zuppet); l'edizione tedesca è del 2006, il titolo originale è invece Nachrichten aus einem unbekannten Universum. Eine Zeitreise durch die Meere che, ritradotto (cosa della quale ringrazio quella germanofona di mia sorella), suona "Notizie da un universo sconosciuto. Un viaggio temporale attraverso il mare". Come al solito non si comprende la necessità di alterare il titolo per venire incontro a chissà quali esigenze del pubblico nostrano.

Di fatto si tratta di un vero e proprio viaggio attraverso i miliardi di anni che, a partire dal Big Bang, hanno generato l'universo dei pianeti che conosciamo oggi, e dunque l'acqua e infine la vita che ha animato e anima le creature della nostra Terra, uomo compreso. Il testo fa di più, e conduce questo viaggio anche nel futuro e persino su altri pianeti e satelliti, non solo del nostro sistema solare.

Nelle lettura delle pagine iniziali confesso di aver mostrato ben poco entusiasmo: pur essendo un saggio, il testo di Schätzing mostra infatti un certo contenuto romanzato che solitamente, data la mia formazione scientifica, digerisco poco; ma le cose sono migliorate con la progressione delle pagine; almeno per tre motivi: una forma di abitudine che inevitabilmente porta il lettore ad acclimatarsi al testo e al suo stile, il fatto che la componente scientifica dei contenuti va realmente aumentanto nel corso del libro e, infine, il fatto che, nei capitoli finali, ho trovato argomenti via via più interessanti. Alla fine, il risultato è stato estremamente soddisfacente.

Il mondo d'acqua si compone di cinque sezioni, strutturate e presentate in ordine cronologico; l'autore, con estrema sintesi, le ha chiamate semplicemente (1) L'altro ieri, (2) Ieri, (3) Oggi, (4) Domani e (5) Dopodomani. E la mia preferenza va ai capitoli che compongono il Domani.

Il grande pregio di questo lavoro non è solo quello di presentare un certo numero di informazioni attraenti, interessanti e ben documentate, ma anche - e direi soprattutto - quello di stimolare la nostra curiosità (per capire cosa intendo date un occhio qui al post successivo), di svegliarci dal torpore spesso profondo della nostra ripetitiva quotidianità e indurci ad aprire nuovi sentieri della nostra conoscenza, attraverso l'approfondimento di alcuni argomenti o la consultazione di appositi siti web riportati alla fine. Il valore di questo libro è pertanto quello di farci riflettere e renderci attivi, e dunque di mettere in moto un sano meccanismo che dalla conoscenza possa generare altra conoscenza (e ci si augura anche altra saggezza).

Sono oltre 550 pagine, ma si leggono quasi in un baleno.

La nostra tradizione più grande? Il servilismo provinciale

"Il nostro è un popolo per tradizione provinciale e servile. Abbiamo vissuto molte mode, la spagnola, la francese, un poco la tedesca, ma mai come oggi vi è stato uno sprezzante rifiuto della nostra lingua madre".

[Danielone]

Il misterioso segreto della Gioconda (Mona Lisa's mysterious secret)

Vilnius, 28 Agosto 2009. Forse è giunto il tempo di svelare al mondo intero il segreto della Gioconda di Leonardo. Potrà sembrare strano, ma quel che ha voluto dipingere il genio di Vinci sulla tela più famosa di tutti i tempi (quadro che portava gelosamente sempre con sè e da cui si è separato solo in punto di morte per donarlo al re di Francia) non è altro che il ritratto della mia fidanzata Indrė. Lo ha fatto "semplicemente" con cinquecento anni di anticipo, ma, d'altra parte, Leonardo ha anticipato moltissimi elementi tipici della modernità. O no?

Le prove? Prima di tutto le sembianze del volto; un nostro conoscente di Milano (ora residente proprio a Vilnius) anni fa ha realizzato una Gioconda computerizzata sovrapponendo il volto originale a quello della Indrė, e quasi non si notano differenze. Poi c'è l'antico legame tra Toscana e Lituania: alcuni nomi lituani femminili (Indrė e Jurga) hanno un corrispettivo con alcuni nomi maschili toscani come Indro (per esempio il grande Montanelli) e Iurgo. E questa corrispondenza non esiste altrove.

Dite che le prove sono bizzarre e insufficienti? Be', se uno come Mario Alinei ha potuto scrivere addirittura un libro (a pagameno) in cui sostiene che la Monna Lisa è una "morta truccata da viva", volete che io non possa scrivere un post (gratis) in cui presento una teoria in fin dei conti non tanto più balzana di quella del celebre linguista? Suvvia, se sulla Gioconda scrivono tutti, io che davvero ho una fidanzata che le somiglia, volete forse che non scriva nemmeno una riga?

La crescita economica è donna?

Su questo blog sono stato più volte critico sul modello economico attuale, basato fondamentalmente su consumismo e mito della crescita.
Riflettevo in questi giorni che, in fondo, crescere ininterrottamente non ha senso, anzi, alla lunga è esso stesso un processo distruttivo e profondamente anti-economico. Pensiamo al genere umano: il periodo in cui da neonati diveniamo adolescenti è caratterizzato da una crescita continua del nostro corpo; il risultato è che dobbiamo continuamente comprare nuovi vestiti (con uno spolpamento del budget familiare che i giovani padri e le giovani madri ben conoscono); per fortuna da una certa età in avanti le cose si stabilizzano (solo le donne, da adulte, hanno un continuo bisogno di nuovi vestiti, nuove scarpe e nuove borsette).

La navigazione e i limiti umani

"La storia della navigazione è una cronaca del superamento dei limiti umani, ancora più impressionante della storia del volo".

[Franz Schätzing]

Gli isolani e l'acqua

"Molti isolani hanno paura dell'acqua".

[Franz Schätzing]

A Trakai hanno imparato il Toscano

Un viaggio in Lituania senza una capatina a Trakai non è un viaggio vero. Ieri ci siamo ritornati per l'ennesima volta. Trakai, che in epoca lontana e per breve tempo è stata capitale, offre due cose irrinunciabili: il suo castello sul lago (se cercate qualche immagine su Google stenterete a credere ai vostri occhi) e i kibinai, cioè dei particolari panzerotti con vari tipi di ripieno (principalmente a base di carne) che sono originari della zona asiatica compresa tra Crimea e Turchia. Se per caso vi è venuta voglia di fare un giro da quelle parti vi consiglio di visitare il castello anche all'interno, dove è ospitato un ricco e interessante museo; per quanto riguarda i kibinai, invece, in loco troverete almeno una quindicina di posti dove gustarli.

In prossimità del castello, non è difficile immaginarlo, si trovano anche bancarelle di ogni tipo e in gran quantità. La novità di quest'anno è che alcuni dei venditori locali, probabilmente esasperati, hanno imparato a dire qualche parola in Toscano: il numero di visitatori Italiani e Padani è infatti in crescita costante, ma nonostante ciò quel tipo di rumorosa umanità, spesso anche poco educata, l'Inglese non vuole proprio impararlo; parlano in Toscano, come se nulla fosse, e pretendono risposte in Toscano; quando poi qualcuno prova ad abbozzare qualche frase nella lingua di Shakespeare si tocca l'apice della comicità.
La domanda è alla fine sempre la stessa: possibile che non provino nemmeno un minimo di vergogna?

Il grande Vytautas. Capitolo secondo

Come se non bastasse quanto già fatto fin qui, ieri pomeriggo il buon Vytautas ha pensato bene di farmi un regalo. Conoscendo la mia passione per la birra di qualità, si è accordato con qualcuno del birrificio di Kaunas (visitato insieme qualche giorno prima) per farmi avere una particolare birra di produzione limitata in un'elegante bottiglia a forma piramidale della bellezza di due litri. Non ho parole!

Autoterroni di Vilnius. Dieci mesi dopo

Venerdì 10 Ottobre 2008 ho scritto un post intitolato, piuttosto esplicativamente, Autoterroni di Vilnius (vedi qui). Curiosamente, da almeno tre giorni a questa parte, qualcuno dell'area di Roma sembra essersi interessato a quella manciata di righe con molteplici letture quotidiane. Nel frattempo approfitto di questo spazio per osservare che, a distanza di dieci mesi, la situazione è addirittura peggiorata: il Lituano di Vilnius, in linea di massima, è tanto garbato nella guida extra-cittadina quanto sempre più frenetico in quella di città, con frequenti mancanze verso regole di guida che, da un certa latitudine in su, sono solitamente considerate sacre.

Thursday, August 27, 2009

Finning e infibulazione

Finning: tecnica che consiste nel pescare uno squalo vivo, issarlo a bordo di un'imbarcazione, recidergli le pinne con un coltello affilato e ributtarlo in mare mutilato e agonizzante. Le pinne così ottenute finiranno poi sui tavoli di un qualche ristorante asiatico o, secondo le ultime mode, anche occidentale. C'è di che stupirsi? Non più di tanto: in fondo in un'ampia zona dell'Africa sub-sahariana si praticano mutilazioni analoghe agli organi genitali delle donne infibulate.
Siamo davvero sicuri che l'uomo è un animale intelligente?

Scheletri di squali

Il testo di Schätzing citato nel post precedente mi fornisce l'ispirazione per proporre qui un quarto test della serie "quanto sono scientificamente ignoranti gli Italiani (e molti Padani)". Il bersaglio preferito sono i soliti colleghi d'ufficio o i parenti; provate a chiedere loro di descrivervi uno scheletro di squalo; la percentuale di quelli che rispondono correttamente riconoscendo che gli squali non sono pesci ossei (e di loro abbiamo infatti solo le temibili dentature e nessun fossile) è molto probabilmente prossima allo zero. Eppure il fatto è citato praticamente in tutti i documentari che li riguardano.

Uomini e squali. Una rettifica

Il 25 Marzo di quest'anno, in un post intitolato Uomini e squali (vedi qui), avevo riportato una frase di Beppe Grillo secondo cui ogni anno gli squali uccidono dieci uomini, mentre gli uomini uccidono quaranta milioni di squali. Ora, dopo la lettura di un interessantissimo libro di Franz Schätzing (di cui parlerò presto e da cui, ve ne sarete accorti, ho già estratto alcune citazioni in questi ultimi giorni) sono costretto a rettificare quanto affermato dal famoso comico genovese: gli uomini uccisi dagli squali in un anno sono sempre dieci, ma gli squali uccisi dagli uomini sono cinque volte tanti: duecento milioni!

Siamo come muli. Ode alla lentezza

La vita moderna offre tanti vantaggi, ma inscatolati negli alienanti ritmi lavorativi di oggi siamo come muli che sotto un pesantissimo fardello non hanno nemmeno il tempo di fermarsi per ammirare la bellezza del paesaggio circostante. Quello in cui viviamo oggi è un mondo caratterizzato dalla privazione della lentezza; e la lentezza dovrebbe invece essere tutelata come un indispensabile diritto universale.

Today's breakfast; a follow-up

La colazione di oggi è stata semplice: formaggio fatto in casa con marmellate di fragole e mirtilli, anch'esse naturalmente preparate in casa. Giusto così, per stuzzicare un po' il lettore. E adesso si va al castello di Trakai (25 km a sud-ovest di Vilnius) per assaggiare i gustosissimi panzerotti locali.

Wednesday, August 26, 2009

Cavernicoli collegati a internet

"In fondo ai nostri geni siamo tuttora cavernicoli, solo che adesso abitiamo in caverne dotate di un collegamento a internet".

[Franz Schätzing]

Le emozioni

Le emozioni. Spesso mi accusano di non provarne affatto, ma non è così. Di recente ho provato emozioni profonde guardando i delfini di Klaipeda e ancor più ne ho provate sulla tomba di Runa (un semplice cane, ma solo per gli "altri"). La morte della madre di mio padre (quella che io ho definito anche su queste pagine la "cattiva madre") mi ha invece lasciato indifferente. Le emozioni sono così, e non credo ci si debba vergognare.

Fragmocono

È una delle nuove parole che ho imparato durante l'estate. Per sapere di cosa si tratta vi invito a una breve ricerca sulla Rete: in fondo io sono ancora in vacanza!

Madri padane e madri lituane

Se, terminata la cena fuori, passassi dai miei per un saluto veloce e mi aprissi una birra, probabilmente mia madre mi darebbe dell'ubriacone. Stasera, invece, la madre della Indrė ci ha preparato uno spuntino a base di pesce spada fritto, cetrioli e pomodori tagliati a fettine. La spiegazione? Si accompagna bene con la birra, specie se scura, e dunque è ottimo prima di dormire.

La speranza è che mia madre, al momento in crociera sul Baltico tra Helsinki e San Pietroburgo, faccia tesoro di questa esperienza e impari a divertirsi prendendo le cose con più leggerezza e maggior semplicità.

La Gioconda di Mario Alinei

Mario Alinei è professore emerito dell'Università di Utrecht, dove ha insegnato dal 1959 al 1987, ed è autore di molti importanti studi sulle lingue d'Europa. Questo è quanto recita il retro-copertina de Il Sorriso Della Gioconda (2006, Il Mulino, www.mulino.it). Di Alinei non ho letto nulla, anzi, a malapena conosco (o credo di conoscere) il suo nome, ma questa è ignoranza mia.

Se è vero che a Milano il tempo sembra volare via è altrettanto vero che a Vilnius tutto scorre in modo fortunatamente più lento; ciò, in questi giorni, mi ha permesso di leggere molto, pur non rinunciando per nulla ai piaceri della vita lituana. Il Sorriso Della Gioconda è un regalo che avevo fatto alla Indrė un paio di anni fa, poi il testo era rimasto qui a Vilnus senza che nessuno di noi avesse modo di leggerlo; cosa che invece ho fatto tra ieri e oggi.

All'epoca avevo acquistato il libro senza preoccuparmi troppo dei contenuti; mi era sufficiente il fatto, potete crederci o meno, che la Indrė ha una somiglianza impressionante con la Monna Lisa di Leonardo. Oggi però, letto il testo da cima a fondo, non posso che parlarne in termini assolutamente negativi.

Alinei, partendo dall'immagine della madre sul letto di morte, propone una tesi a dir poco sconcertante: la donna dipinta da Leonardo altro non sarebbe che una morta "truccata" da viva. Il problema, tuttavia, è che Alinei non riesce nell'impresa di provare le sue conclusioni; per contro i suoi tentativi appaiono tanto arzigogolati e scientificamente inconsistenti da coprire l'esimio linguista di un ridicolo addirittura estremo, per non dire comico.
Gli unici passi interessanti ne Il Sorriso Della Gioconda sono quelli in cui l'autore fa riferimento ad alcuni autorevoli studi precedenti, per il resto si cade invece in una serie di passi falsi e ingenuità davvero imbarazzanti.

La Monna Lisa di Leonardo, o Gioconda che dir si voglia, è probabilmente il dipinto più famoso, più prezioso e più importante che sia mai stato realizzato, ma l'idea che in esso debba necessariamente celarsi un segreto mi sembra fuorviante e priva di fondamento. O forse il segreto c'è e lo conosce soltanto il genio che lo ha realizzato. A noi, almeno per il momento, non rimane che il piacere e la contemporanea inquietudine di poter osservare un'opera che emana sensazioni doppie e profondamente ambivalenti. La Monna Lisa è infatti forse l'unico dipinto in cui è il quadro a guardare l'osservatore e non il viceversa. La Gioconda, in bilico tra divino e demoniaco, ci scruta placida, suscitando in noi un continuo pendolare tra immagini di pacata tranquillità e indicibile orrore.

Si ritorna a Milano

Sabato mattina sarà l'ora del per nulla atteso ritorno a casa. Forti dell'esperienza del viaggio di andata (2.100 chilometri in due giorni con una sola sosta a Breslavia), per il rientro abbiamo più saggiamente pensato di riprogrammare l'itinerario: questa volta i chilometri saranno un po' di più (2.200) ma verranno spalmati più equamente su tre giorni con due soste intermedie: una a Poznań (purtroppo non è facile saltare la Polonia) e una a Ratisbona (in Baviera). E questa volta spero di arrivare alla fine un po' meno distrutto.

Strani attributi

Una volta la maggior parte di quelli che si collegavano a questo blog lo facevano per interesse verso gli attacchi di panico (con particolare riferimento alla figura specialistica di Rosario Sorrentino). Da circa un paio di mesi a questa parte, invece, i visitatori più numerosi sembrano quelli interessati ai post che riguardano il SuperEnalotto. Da due o tre settimane ho poi notato che nei motori di ricerca che conducono sino a queste pagine il termine SuperEnalotto è stato accostato più di una volta a vocaboli un po' inusuali e quasi ossimorici; nello specifico hanno colpito la mia attenzione i due seguenti: "experiment" e "profezia". Ammesso che esista, ignoro qualunque forma di possibile collegamento sottostante, ed è anche molto probabile che in futuro non avrò il tempo di approfondire questa direzione di indagine; non resta dunque che limitarsi a rilevare la singolarità un po' misteriosa di queste occorrenze.

Il grande Vytautas

In Lituania esistono persone speciali, forse più speciali che in altri posti. Una di queste è Vytautas, il fratello della Indrė, un gigante alto due metri con una quantità di muscoli superiore al mio peso corporeo, ma sempre sorridente e dal cuore profondamente buono (resta il fatto che non vi consiglio di provocarlo e farlo arrabbiare inutilmente). In Lituania chiamarsi Vytautas o Mindaugas è cosa non da poco: questi sono infatti i nomi dei due granduchi fondatori della nazione.

Una decina di giorni fa, in auto verso la casa di campagna (circa cento chilometri a nord-est di Vilnius, a pochi passi dal confine bielorusso), si parlava come sempre del più e del meno. Dicevo a Vytautas che mi sarebbe piaciuto fare il bagno in un lago lituano, esperienza che non avevo ancora provato, e che sarebbe stato interessante visitare una fabbrica della birra come in passato mi era capitato di fare in Danimarca, Repubblica Ceca e Inghilterra. Detto fatto. In brevissimo tempo il "gigante buono" ha organizzato tutto con il suo telefonino e il suo vasto giro di conoscenze. Il bagno nel lago è stata questione di soli due giorni (il lago, piccolissimo, si chiama Bėlys; se lo cercate con Google Maps riuscirete a vedere la piccola spiaggia con i due pontili in legno e i corrispondenti trampolini per i tuffi) mentre la visita al birrificio si è svolta ieri. Vytautas è riuscito a organizzare un tour guidato alla piccola fabbrica di Kaunas (la vecchia capitale lituana, cento chilometri a ovest di Vilnius). Accompagnati dall'affabile responsabile di laboratorio (una donna di mezza età visibilmente soddisfatta del proprio lavoro) abbiamo attraversato le stanze in cui viene prodotto il locale "pane liquido". Visite in strutture di questo tipo, di dimensioni ridotte (nello specifico un'ottantina di dipendenti) e automatizzate solo in parte, sono sempre più interessanti rispetto ai corrispondenti tour che vengono organizzati per i turisti ormai da quasi tutti i grandi birrifici industriali: è infatti possibile soffermarsi più a lungo su una specifica fase produttiva e si possono porre domande dettagliate, inoltre - cosa non da poco - la degustazione finale è solitamente ben più ricca. Come se non bastasse, il fratellone alla fine ha fatto tappa al negozio interno e mi ha regalato ben otto bottiglie della qualità di birra che, delle cinque provate, mi era piaciuta di più. E, da ultimo, ha rinunciato alla sua quota di degustazione per rendere possibili i miei assaggi, e si è quindi offerto preventivamente per guidare fino a Vilnius. A proposito, proprio durante il ritorno a Vilnius, sempre parlando del più e del meno, addirittura c'è mancato poco che Vytautas non mi organizzasse un giro in mongolfiera (la cosa è sfumata solo perché i prezzi erano eccessivi).

In conclusione ho passato una bellissima giornata, per la quale ringrazio in primis proprio il fratellone della Indrė. Quanto al birrificio di Kaunas, ho raccolto un po' di materiale cartaceo e, una volta rientrato in Padania, pubblicherò sicuramente un post sull'argomento non appena mi sarà possibile.

Terra, uomini e trilobiti

"Forse è una cosa che ci addolora, ferendo la nostra vanità, ma la Terra è del tutto indifferente a chi vive sulla sua superficie, che si tratti di trilobiti o di uomini".

[Franz Schätzing]

Today's breakfast

Come ci ha insegnato una fortunata tipologia di libri apparsi tra Stati Uniti e Germania negli ultimi quindici anni, la principale differenza comunicativa tra i due sessi è che gli uomini parlano (generalmente poco) quando e se hanno qualcosa da dire, le donne, invece, parlano (generalmente molto) solo per condividere pensieri ed emozioni.

Bene, oggi terrò un comportamento tipicamente femminile semplicemente per parlare della mia colazione: tre fette di pane, adeguatamente imburrate e ricoperte di ricotta e pomodoro. Cosa c'è di strano in tutto ciò? Il fatto che pane, burro e ricotta sono stati preparati a casa e i pomodori coltivati nell'orto in campagna. Il risultato, fortunatamente per il mio palato, è stato ottimo. Cose che qui a Vilnius si possono ancora provare quasi quotidianamente.

Visitatori dalla Tunisia

Ieri pomeriggio il blog ha registrato il primo visitatore dalla Tunisia.

Tuesday, August 25, 2009

Rudkøbing

Ieri pomeriggio, curiosando in Rete alla ricerca di informazioni biografiche su Ørsted, ho scoperto che il fisico danese - considerato a ragione uno dei padri dell'elettromagnetismo - era originario di Rudkøbing. E questa è stata una sorpresa, un po' negativa a dire la verità. Sono infatti stato a Rudkøbing nel tardo Aprile del 2008 senza avere la minima idea che quel paesino avesse dato i natali a Ørsted.

Provenendo dalla Fiona (l'isola di Odense, a ovest della Selandia) e viaggiando verso sud, si incontra la piccola isola di Tåsinge che, a sud-est, è collegata con un ponte alla più grande Langeland, l'isola lunga (per dovere di precisione il ponte in oggetto sono in realtà due ponti inframmezzati da un'isoletta microscopica lunga meno di tre chilometri chiamata Siø). Una volta su Langeland, Rudkøbing è il primo centro abitato che si incontra sulla destra. Ricordo ancora di essermi fermato per una breve passeggiata e per fotografare la chiesa e alcuni edifici. Sempre dalla Rete apprendo che dal 1° Gennaio 2007 la Danimarca ha approvato un nuovo regolamento amministrativo secondo il quale Rudkøbing non è più comune autonomo, ma, assieme a Tranekær (altro luogo che vale una visita, soprattutto per via del castello) e altri fa ora parte dell'accorpamento di Langeland.

Che peccato, povero Ørsted. Varrà comunque la pena segnalare alla Lonely Planet di inserire una citazione a Ørsted nelle sue guide dedicate alla Danimarca.

Per chi fosse interessato a qualche spunto di viaggio nelle isole danesi rimando al mio post del 13 Maggio 2008 Danimarca. Appunti di viaggio (1/4).

Borsette ed evoluzione

"Se eliminassimo la borsetta, le donne tornerebbero subito indietro di alcuni stati evolutivi, finendo nella stessa zona attualmente occupata dagli uomini".

[Franz Schätzing]

Friday, August 14, 2009

Toh, sono arrivato a Vilnius

All fine, dopo 2.100 km e due giorni di viaggio (nel primo del quale abbiamo trascorso in auto diciassette ore e nel secondo quindici), siamo finalmente arrivati a Vilnius. Non esattamente stanchi, direi più propriamente... distrutti.

Di questo esperimento ho imparato fondamentalmente due cose: (1) non lo ripeterò più in futuro, almeno non con queste modalità (di certo è preferibile distribuire il tragitto su "almeno" tre giorni); (2) la Polonia, come in effetti consigliano tutti, allo stato attuale delle cose è assolutamente da evitare: se infatti il solo pensiero di un nuovo viaggio Milano-Vilnus mi suscita conati di vomito, ciò è in massima parte dovuto alle condizioni inqualificabili delle strade polacche.

Comunque ora sono qui in Lituania e voglio proprio godermela fino in fondo, soprattutto con la massima lentezza possibile.

Tuesday, August 11, 2009

Si parte per Vilnius

Alba di domattina e poi, finalmente, si parte per le tanto attese quanto salutari ferie estive; poco più di due settimane in giro per la Lituania, con una probabile breve tappa a Tallinn, Estonia. Proverò per la prima volta a compiere il tragitto Milano-Vilnius in auto (con una sosta intermedia a Breslavia, Polonia).
Resta da salutare i lettori occasionali e dare loro il mio arrivederci ai primi di Settembre.

Rosario Sorrentino su Scirus

Di seguito le occorrenze trovate sul motore di ricerca alternativo Scirus per Rosario Sorrentino e gli attacchi di panico.

rosario sorrentino: 12.978
rosario sorrentino panico: 174
rosario sorrentino attacchi di panico: 14
rosario sorrentino panic: 26
rosario sorrentino panic attacks: 9

Viaggio in Valchiavenna

Domenica è stata l'occasione per un breve giro in Valchiavenna, per l'esattezza Gordona, un grazioso paesino situato al centro dell'omonima piana e ai piedi delle belle montagne dell'alta Lombardia. Una piacevole uscita con amici che è culminata con un gustoso pranzo presso l'agriturismo La Campagnola (www.lacampagnola.info; assolutamente imperdibile la loro tagliata al pepe verde, meglio se preceduta dagli originali gnocchetti alle castagne) ed è poi proseguito con un giro alle piccole cascate originate dal torrente Boggia.
Sia all'andata che al ritorno è vivamente consigliato astenersi dalle trafficate strade statali, quasi tutte in galleria, e costeggiare invece la sponda orientale del Lago di Como per un panorama che non può lasciare indifferenti. Nella bella stagione è meglio portarsi anche il costume, non si sa mai.

Linguaggio da ufficio (43). CEO

È l'acronimo di "Chief Executive Officer", in pratica quello che da noi si chiama "amministratore delegato". L'uso di CEO al posto di AD è ormai molto diffuso, specie nelle aziende a struttura multinazionale.

Linguaggio da ufficio (42). Call center

Quello che una volta chiamavamo tutti "centro assistenza", che ingenui!

Linguaggio da ufficio (41). Worst case scenario

Locuzione molto elegante ma di fatto inutile: "scenario peggiore" o "ipotesi peggiore" vanno altrettanto bene.

Visitatori dalla Comunidad Valenciana

Ieri sera il primo visitatore dalla questa piccola terra che speriamo possa divenire presto indipendente.

Monday, August 10, 2009

Cosa c'entra Gödel con le enciclopedie?

"Che le enciclopedie non possano esistere l'ha dimostrato nel 1931 Kurt Gödel, con un teorema che si può appunto parafrasare dicendo che nessun libro, nessuna enciclopedia, nessuna biblioteca possono esaurire la conoscenza matematica, e a maggior ragione la conoscenza in generale".

Dal capitolo "L'enciclopedia impossibile" tratto da Un Matematico Impertinente di Piergiorgio Odifreddi (2005, Longanesi Editore).

Linguaggio da ufficio (40). Bypassare

Tra gli anglicismi addomesticati secondo le regole della nostra lingua credo che "bypassare" sia uno degli esempi più noti. È utilizzato nel senso di "evitare" o "scavalcare" (qualcosa o qualcuno). Il suo radicamento nel Toscano moderno è tale da non rendere neppure necessaria la spiegazione del suo significato.

Linguaggio da ufficio (39). Brand

Avevamo i termini "marca" e "marchio", e andavano benissimo. Ora invece, sotto una specie di ipnosi collettiva siamo tutti lì a parlare di "brand" o, ancora peggio, a creare sostantivi e nuovi orribili verbi come "brandizzazione", "branding" e "brandizzare".

Dal 1830 a oggi ancora niente

L'articolo che segue, di Luigi Garlaschelli (www.luigigarlaschelli.it), è apparso su Liberal del 18 Maggio 1998 con il titolo "Se ci sei, batti un colpo e dimostraci il teorema".

Già nel 1830 il chimico francese Chevreul, e poi nel 1850 il fisico inglese Faraday, e il chimico russo Dimitrj Ivanovic Mendeleev nel 1875, incuriositi dalla moda delle sedute spiritiche, condussero esperimenti per capire se il tavolo si muovesse grazie ad una forza propria, o se fossero le mani dei partecipanti a spingerlo inconsapevolmente.
Chiunque può ripetere queste prove. Intanto non si devono appoggiare le mani sull'orlo del tavolo, dove basterebbe una pressione verso il basso per farlo sollevare dal lato opposto, ma tenere le mani verso il centro, alliinterno del perimetro di appoggio delle tre gambe. Inoltre, per evitare di spingerlo o tirarlo, basta interporre tra le mani e il tavolo un foglio di plastica scivoloso. Con questi accorgimenti, il tavolo resta libero di muoversi "di sua iniziativa" ma risulta difficile spingerlo.
Una variante di queste sedute comporta l'uso di un bicchiere capovolto appoggiato su un tavolo liscio. Ogni partecipante appoggia la punta dell'indice sul fondo del bicchiere, il quale presto si anima, dirigendosi verso delle lettere e componendo così dei messaggi.
La sensazione che il bicchiere sia mosso da una forza propria è irresistibile. Però, se sul fondo del bicchiere si appoggia una grossa moneta, e le dita si appoggiano sulla moneta, il bicchiere resta immobile.
E i messaggi delle "entità"? Pare proprio che siano i movimenti muscolari inconsci dei partecipanti a guidare il bicchiere verso le varie lettere. Se le persone sono bendate, e le lettere annotate da un osservatore esterno, non si ottiene alcun messaggio sensato. Lo stesso accade se i cartoncini con le lettere sono capovolti e rimescolati. E se gli spiriti non potessere leggere un cartoncino capovolto? Basta usare un tavolino di vetro: gli spiriti potrebbero vedere le lettere dal di sotto.
E se gli spiriti non potessero guardare verso l'alto stando sotto il tavolo? Allora evochiamo un' "entità" italiana e facciamo fare la seduta a cinque cinesi che non conoscano la nostra lingua. Per quanto riguarda i contenuti, sarebbe meglio evitare di chiedere alla nonna come si sta nell'Aldilà. E nemmeno porre domande alle quali i partecipanti (o uno solo di essi) saprebbero rispondere. Meglio chiudere due dadi in una scatola opaca, agitare, e chiedere all'entità che punti sono usciti (ma attenzione al calcolo delle probabilità).
Meglio ancora, (l'idea è di Roberto Vacca) domandare: "Si trovi la dimostrazione della Congettura Goldbach, oppure si porti un controesempio che la falsifichi".
Se un gruppetto di ventenni, e non il risolutore del teorema di Fermat, rispondesse a questa domanda, la cosa si farebbe interessante. Ancora di più se il tavolino si sollevasse su tutte e tre le gambe contemporaneamente, anziché solo su una o due; o se il bicchierino si muovesse senza che nessuno lo tocchi.
Chi dimostrasse tale fenomeno diventerebbe famoso da un giorno all'altro, e vincerebbe il premio di un milione di dollari messo in palio dal famoso indagatore del paranormale James Randi. Forse ci scapperebbe anche un premio Nobel.
E invece, dal 1830 ad oggi, nonostante infiniti tentativi, ancora niente...

A proposito di omeopatia

"L'omeopatia va contro tutte le basi molecolari della moderna farmacologia: senza una molecola e un recettore nell'organismo, non si dà azione farmacologica. Se l'omeopatia dovesse funzionare, sarebbe grazie a qualche altro principio ancora sconosciuto alla scienza".

[Luigi Garlaschelli]

Religione e paranormale

"La grande differenza è che la religione è un sistema di credenze metafisiche, mentre il paranormale vorrebbe essere dimostrabile scientificamente".

[Luigi Garlaschelli]

A proposito di parapsicologia

"La parapsicologia non è stata finora in grado di indicare nemmeno un esperimento grazie al quale chiunque (soprattutto gli scettici) possa riprodurre un fenomeno paranormale; e tanto meno sa formularne le leggi o emettere predizioni circa il loro modo di funzionamento".

[Luigi Garlaschelli]

Storia e scienza

"Il resoconto di un esperimento scientifico è una sorta di ricetta che altri possono ripetere e riprodurre, ottenendo risultati simili, su sistemi fisici (o su molecole, o su specie viventi) simili. Si potranno dare casi di fenomeni rari o inusuali, o anche non riproducibili in laboratorio, come certi fenomeni atmosferici, ma essi devono pur sempre sottostare alla legge che date certe condizioni, si deve verificare il dato fenomeno.
Un resoconto storico o una cronaca, invece, si basano, per definizione, su fatti avvenuti una volta sola e non più riproducibili a piacere, quindi non passibili di verifica sperimentale. La certezza degli storici non sarà mai della stessa natura di quella dei fisici, dei chimici, dei biologi, degli psicologi sperimentali. La verità storica si basa su documenti che possono essere tra loro confrontati, per verificarne per esempio la reciproca congruenza, ma ha più un valore di probabilità che di certezza scientifica.
Basterebbe riflettere su come anche oggi, nell'epoca dei media, accada che si scoprano certe notizie grottescamente deformate rispetto ai fatti".

[Luigi Garlaschelli]

A proposito di San Gennaro

"Stranamente, la possibilità di indagare un fenomeno inspiegato e ricorrente ha generato ben poca sperimentazione scientifica".

[Luigi Garlaschelli]

SiteMeter, Google e la grammatica degli Italiani

L'aver inserito su questo blog il contatore SiteMeter (www.sitemeter.com) mi ha dato la possibilità di avere accesso a una serie di interessanti statistiche su coloro che, volontariamente o involontariamente, finiscono per leggere i miei post. Naturalmente, come è giusto che sia, non ci sono dati sensibili: le informazioni si limitano alle caratteristiche del sistema operativo o del browser, alla provenienza geografica, alla data, all'ora, al numero di pagine visitate e a poco altro. C'è però un elemento apparentemente secondario che rivela molto delle conoscenze grammaticali di chi si collega a questo blog (e dunque a internet in generale): si tratta cioè delle stringhe utilizzate come chiavi di ricerca in motori come Google, Virgilio, ecc.

Da Aprile a oggi ho avuto la possibilità di imbattermi in un vasto campionario di errori, alcuni dei quali davvero imbarazzanti; tolti, infatti, i classici errori di digitazione e quelli che, almeno parzialmente, sono imputabili alla limitazione di molte tastiere (tipicamente apostrofi al posto di accenti o lettere straniere come ö e ü), i casi restanti denotano la preoccupante povertà linguistica dell'Italiano medio; mi riferisco, solo per citare il caso più frequente, a chi scrive "un" con l'apostrofo davanti a parole maschili o, simmetricamente, non lo mette davanti ai nomi femminili. In realtà in questi mesi mi è capitato di vedere di tutto, da chi scrive Sardegnia o Sardenia, a chi raddoppia le consonanti (Robberto), a chi scrive termini che addirittura è quasi impossibile decifrare, e chi più ne ha più ne metta.

Buia megalomania

È una di quelle notizie a cui (sarà un caso) non è stato dato alcun risalto: due giorni fa circa ottomila persone hanno manifestato nel centro di Messina con uno slogan tanto semplice quanto inequivocabilmente chiaro: "No alle grandi opere inutili, riorientate la spesa pubblica".
Difficile non essere d'accordo con i manifestanti quando indicano nel ponte "il più grande e mostruoso tra gli ecomostri inflitti alla Sicilia".

Se, come ho detto più volte, è comprensibile il megalomane desiderio di Berlusconi di scrivere il proprio nome nei libri di storia, va tuttavia fatto notare che ci sono modi ben più intelligenti e illuminati per farlo.

Ricordo a Berlusconi che la megalomania non illuminata ha comunque le gambe corte.

Linguaggio da ufficio (38). Best practice

Non significa "la miglior pratica" come verrebbe spontaneo tradurre, ma "buona prassi". Anche per la confusione generata (dovuta alla scarsissima conoscenza dell'Inglese da parte degli Italiani) sarebbe meglio evitarlo e utilizzare il ben più elegante corrispondente toscano. È tuttavia una di quelle locuzioni che conviene conoscere in quanto largamente impiegata nelle comunicazioni verbali e soprattutto scritte degli Anglosassoni, quelli cioè che l'Inglese lo parlano per davvero.

Linguaggio da ufficio (37). Broadband

Termine proprio del mondo delle telecomunicazioni. Indica quel particolare tipo di tecnologia di trasmissione che si può tranquillamente chiamare "banda larga".

Linguaggio da ufficio (36). Life-work balance

Non significa altro che "equilibrio tra lavoro e vita privata". Anglicismo del tutto inutile.

Linguaggio da ufficio (35). Benchmark

Sembra ormai una delle parole aziendali più inflazionate e di cui non si può più fare a meno, ma usare al suo posto "punto di riferimento" o "modello di riferimento" non è poi così brutto.

Visitatori dalle Hawaii

Ieri pomeriggio il primo contatto da Honolulu.

Sunday, August 09, 2009

I ain't bright, I am just normal

Da circa sei anni, precisamente dal 2003, alcune persone amano definirsi bright, ovvero acuti, brillanti, illuminati. L'aggettivo viene sostantivato ad indicare tutte quelle persone che, come me, sono dichiaratamente atee e hanno una visione naturalistica delle cose, dunque in contrapposizione a tutti coloro che abbracciano punti di vista mistici o religiosi.

Il termine in realtà non mi piace: l'idea dell'illuminazione o della superiorità mi sembra infatti una rappresentazione prospettica statisticamente poco veritiera. Non credo che gli atei debbano considerarsi degli esseri umani superiori (lascerei piuttosto questo termine ai veri geni del nostro tempo e del passato, i Galileo, gli Einstein, gli Heisenberg, i Gödel, e così via); gli atei sono semplicemente la normalità; ne consegue che tutti gli altri sono evidentemente inferiori.

Il buddhismo secondo Odifreddi (2/2)

"La ricerca del Buddha si basa su una fenomenologia assolutamente scientifica: un'analisi della genesi del dolore e dei possibili mezzi per la sua eliminazione. E l'analisi scopre una completa interdipendenza degli eventi, una rigorosa concatenazione di cause, ed effetti secondo il principio del karma, che altro non è se non il principio di azione e reazione, e cioè la causalità. C'è forse da stupirsi che il buddhismo interessi e attragga in un'era scientifica?".

Dal capitolo "Che fine ha fatto Dio?" tratto da Un Matematico Impertinente di Piergiorgio Odifreddi (2005, Longanesi Editore).

Decostruttivi consigli per il futuro

"Soltanto portando a compimento la decostruzione delle religioni e delle pseudoscienze, e sciegliendo apertamente la via della razionalità e della scienza, l'Occidente potrà finalmente approdare a una concezione non caricaturale della spiritualità e trovare il sacro dove veramente sta: cioè, nella natura e nell'uomo".

Dal capitolo "Che fine ha fatto Dio?" tratto da Un Matematico Impertinente di Piergiorgio Odifreddi (2005, Longanesi Editore).

Il supermarket della stupidità umana

"Esorcisti, demonologi, medium, maghi, parapsicologi, chiaroveggenti, sensitivi, cartomanti, guaritori, astrologi e compagnia bella contendono [...] ai preti il monopolio dello sfruttamento della stupidità e della creduloneria umana, e tutti insieme competono per spartirsi i lauti guadagni di un mercato florido e ricco".

Dal capitolo "Che fine ha fatto Dio?" tratto da Un Matematico Impertinente di Piergiorgio Odifreddi (2005, Longanesi Editore).

Il buddhismo secondo Odifreddi (1/2)

"Di fronte a un cristianesimo teistico, dogmatico e irrazionale, il buddhismo si presenta invece agli occidentali come una religione umanistica, democratica e scientifica. Lungi dal basarsi sul mito truculento della passione e morte di un Dio sceso in terra per redimerci dai nostri peccati, esso si ispira alla favola bella di un uomo come noi che cerca, sperimenta, sbaglia, e infine trova la via per la liberazione dalla sofferenza. E, dopo averla trovata, la insegna modestamente a chi si dimostri interessato, dicendo: «Io ho fatto così, se vuoi prova anche tu»".

Dal capitolo "Che fine ha fatto Dio?" tratto da Un Matematico Impertinente di Piergiorgio Odifreddi (2005, Longanesi Editore).

Superbia antropocentrica

"È [...] nella loro superbia antropocentrica che i monoteismi rivelano le proprie limitazioni di fronte al pensiero scientifico. Credere che l'uomo sia il figlio prediletto di un Dio cozza infatti contro tutte le scoperte scientifiche della storia moderna: il sistema copernicano che rimuove la Terra dal centro del mondo, l'evoluzionismo darwiniano che collega l'uomo alla scimmia, la psicoanalisi freudiana che svela la potenza dell'inconscio, la relatività einsteiniana che elimina ogni sistema di riferimento privilegiato, la biologia molecolare che riduce la vita all'informazione genetica, sono tutte tappe di un progressivo ridimensionamento dell'uomo che la Chiesa non può che cercare pateticamente di contrastare e contenere".

Dal capitolo "Che fine ha fatto Dio?" tratto da Un Matematico Impertinente di Piergiorgio Odifreddi (2005, Longanesi Editore).

L'inadeguatezza dei monoteismi

"Le religioni più inadeguate per il mondo moderno sono sicuramente i monoteismi, che pretendono di possedere una verità unica e direttamente rivelata".

[Piergiorgio Odifreddi]

Imbarazzante umanità

"Benché sia [...] imbarazzante dirlo, la maggioranza degli uomini non brilla né per cervello né per cultura, e costituisce un fertile terreno per la disseminazione e l'attecchimento delle sciocchezze più disparate: dalle promesse dei governanti alle menzogne della pubblicità, dalle banalità dei media alle soprannaturalità dei preti".

Dal capitolo "Che fine ha fatto Dio?" tratto da Un Matematico Impertinente di Piergiorgio Odifreddi (2005, Longanesi Editore).

Saturday, August 08, 2009

San Gennaro, Luigi Garlaschelli, la tissotropia e il ketchup

Per chi credesse ancora oggi nel miracolo di San Gennaro consiglio la lettura di alcuni interessanti articoli, sia in Toscano che in Inglese, nei quali viene presentata la spiegazione scientifica del presunto mistero. Gli articoli sono facilmente accessibili collegandosi al sito del CICAP (www.cicap.org) o visitando le pagine web di Luigi Garlaschelli (www.luigigarlaschelli.it).

In questa sede vale la pena citare la poco conosciuta tissotropia, ovvero la proprietà reologica di certe sostanze di liquefarsi quando vengono agitate o scosse, e di risolidificare quando sono lasciate a riposo. Il miracolo è tutto qui, e ovviamente è facilmente riproducibile. Un esempio di tissotropia nella nostra vita quotidiana? Il ketchup: quando il contenitore rimane immobile la salsa è densissima, quasi solida, e infatti prima di farla uscire è necessario agitare la bottiglietta.

Il miracolo della messa di Bolsena

Nel corso delle mie letture estive mi sono imbattuto nel cosiddetto miracolo della messa di Bolsena. Facendo alcune ricerche ho trovato un interessante articolo di Luigi Garlaschelli, un ricercatore del dipartimento di chimica organica presso l'università di Pavia. Sia la descrizione di quello che un tempo era ritenuto un vero miracolo, sia soprattutto la semplice spiegazione scientifica del fenomeno si possono reperire sul sito www.luigigarlaschelli.it, che consiglio ampiamente di visitare, se non altro per motivi di cultura personale.

La matematica del fenomeno Lourdes

"[...] un business che, in centocinquant'anni, ha portato nella cittadina dei Pirenei un numero imprecisato, ma vicino ai trecento milioni, di fedeli [...]. Di questi, almeno una ventina di milioni erano malati di varia gravità, ma soltanto sessantasei hanno ufficialmente ottenuto il miracolo della guarigione: dunque, una percentuale di uno su trecentomila, nettamente inferiore a quella delle remissioni spontanee delle malattie croniche, cancro compreso, che è di circa uno su diecimila. Detto altrimenti, i malati guariscono miracolosamente, cioè inspiegabilmente, trenta volte di più se stanno a casa che se vanno a Lourdes!".


Dal capitolo "Alla corte dei miracoli" tratto da Un Matematico Impertinente di Piergiorgio Odifreddi (2005, Longanesi Editore).

Lo scandalo de Il Codice Da Vinci

"[...] naturalmente lo scandalo maggiore per una religione sessuofobica come quella cristiana in generale, e quella cattolica in particolare, è che Gesù abbia potuto avere una vita sessuale e addirittura dei figli".

Dal capitolo "La leggenda del Santo Grullo" tratto da Un Matematico Impertinente di Piergiorgio Odifreddi (2005, Longanesi Editore).

Friday, August 07, 2009

Rosario Sorrentino su Scour

Di seguito le occorrenze trovate sul motore di ricerca alternativo Scour per Rosario Sorrentino e gli attacchi di panico.

rosario sorrentino: 24
rosario sorrentino panico: 25
rosario sorrentino attacchi di panico: 27
rosario sorrentino panic: 27
rosario sorrentino panic attacks: 26

Rosario Sorrentino su Exalead

Ecco le occorrenze trovate sul motore di ricerca alternativo Exalead per Rosario Sorrentino e gli attacchi di panico.

rosario sorrentino: 4.561
rosario sorrentino panico: 246
rosario sorrentino attacchi di panico: 77
rosario sorrentino panic: 28
rosario sorrentino panic attacks: 5

Il fascino delle parole (4). Antelucano

Ovviamente non ha nulla a che fare con la Lucania, deriva invece dalle due parole latine "ante" (prima) e "lucem" (luce) e indica il periodo che precede il sorgere del sole, dunque le ore buie della giornata. Per quanto desueto, nel mio immaginario questo termine ha sempre esercitato una considerevole attrazione.

Linguaggio da ufficio (34). Audit

Termine in voga ormai da molto tempo; ha il vantaggio di essere molto conciso ma, a mio parere, meno bello del nostro "revisione contabile".

Linguaggio da ufficio (33). Attachment

Altro esempio di anglicismo inutile. Meglio dire "allegato", va benissimo.

Linguaggio da ufficio (32). KAM

"KAM" è l'acronimo di Key Account Manager. Sembra un parolone, e di fatto lo è: dietro a questo inutile anglicismo, infatti, c'è semplicemente quello che fino all'altro ieri abbiamo tutti sempre chiamato "venditore".

Carmelo, professione subumano

Tratto da sito del TG5:

"Folle gesto a Villa d'Adda, in provincia di Bergamo. Un quarantottenne di origini siciliane, Carmelo Pernagallo, ha chiuso nella sua abitazione il sindaco del paese, Adelvalda Carsaniga, e le ha buttato dell'acido muriatico in faccia. La donna, attirata con una scusa, fortunatamente non è stata raggiunta dalla sostanza in pieno volto e ha riportato soltanto lievi ferite. Immediato l'intervento dei carabinieri che hanno arrestato l'aggressore".

Domanda retorica: avrebbe forse potuto non essere di origini siciliane o italiane? Avrebbe forse potuto chiamarsi Mario Rossi o Giuseppe Brambilla?

Hotel California. Il capolavoro

Hotel California, tratto dall'album Hotel California (The Eagles, 1976).

On a dark desert highway, cool wind in my hair
Warm smell of colitas, rising up through the air
Up ahead in the distance, I saw a shimmering light
My head grew heavy and my sight grew dim
I had to stop for the night
There she stood in the doorway
I heard the mission bell
And I was thinking to myself
This could be Heaven or this could be Hell
Then she lit up a candle and she showed me the way
There were voices down the corridor
I thought I heard them say

Welcome to the Hotel California
Such a lovely place
(Such a lovely place)
Such a lovely face
Plenty of room at the Hotel California
Any time of year
(Any time of year)
You can find it here

Her mind is Tiffany-twisted, she got the Mercedes bends
She got a lot of pretty, pretty boys that she calls friends
How they dance in the courtyard, sweet summer sweat
Some dance to remember, some dance to forget

So I called up the Captain
Please bring me my wine
He said: We haven't had that spirit here since nineteen sixty nine
And still those voices are calling from far away
Wake you up in the middle of the night
Just to hear them say

Welcome to the Hotel California
Such a lovely place
(Such a lovely place)
Such a lovely face
They livin' it up at the Hotel California
What a nice surprise
(What a nice surprise)
Bring your alibis

Mirrors on the ceiling
The pink champagne on ice
And she said: We are all just prisoners here, of our own device
And in the master's chambers
They gathered for the feast
They stab it with their steely knives
But they just can't kill the beast

Last thing I remember, I was
Running for the door
I had to find the passage back
To the place I was before
Relax, said the night man
We are programmed to receive
You can check-out any time you like
But you can never leave

Thursday, August 06, 2009

Pillole per i malati di... religione

"[...] c'è da scommettere che tra qualche tempo il medico arriverà a prescrivere una pillola al paziente che mostri sintomi religiosi. E, magari, pillole diverse per religioni diverse...".

Dal capitolo "Una fede cerebrale" tratto da Un Matematico Impertinente di Piergiorgio Odifreddi (2005, Longanesi Editore).

Religione ed epilessia

"[...] la connessione fra epilessia e religione è troppo diffusa per essere casuale. Lo dimostrano, simmetricamente, sia le intense esperienze spirituali provate da molti epilettici durante gli attacchi, che l'epilessia di molti profeti e santi, da Paolo di Tarso a Maometto".

Dal capitolo "Una fede cerebrale" tratto da Un Matematico Impertinente di Piergiorgio Odifreddi (2005, Longanesi Editore).

Un SuperEnalotto parallelo

Le considerazioni statistiche sul SuperEnalotto mettono in luce una verità molto semplice, tra l'altro nota da sempre: a guadagnarci è soprattutto e prima di tutto lo Stato, e poi, molto dopo, c'è anche qualche isolato giocatore; va poi aggiunto che i guadagni statali sono tanto più alti quanto maggiori sono le giocate e quanto minori sono le vincite.

Da tutto ciò si deduce quanto segue: conviene mettere in piedi un SuperEnalotto parallelo le cui estrazioni siano truccate per aumentare artificiosamente il montepremi.

Hotel California. Una cover splendida

Quanti sono ad averci provato senza successo? Difficile pensare di poter rivisitare un classico come Hotel California senza far rimpiangere l'originale. Eppure ogni tanto ci sono delle eccezioni felici: è il caso dei Rhythms Del Mundo, un gruppo cubano, che, assieme ai The Killers, ha realizzato una versione del capolavoro degli Eagles a dir poco insolita. Ma quel che più conta è che il risultato è strabiliante. Le radio se ne sono accorte e finalmente in questi ultimi giorni stanno cominciando a passarla con una certa frequenza. Assolutamente da gustare.

Ma Schumacher non era tedesco?

E allora perché tutti pronunciano il suo nome Maicol? A questo punto tanto vale chiamarlo Michele!

Fenomenologia del SuperEnalotto

Non è difficile notare come il fenomeno SuperEnalotto sia caratterizzato da eventi basati su una certa regolarità.

Appare abbastanza evidente la seguente semplice concatenazione di eventi: (A) l'aumento del montepremi attira l'attenzione dei media; (B) l'attenzione dei media induce un aumento del numero dei giocatori e soprattutto delle giocate; (C) l'aumento delle giocate incrementa il valore del montepremi. Da (C) si ritorna quindi ad (A) in una specie di circolo apparentemente senza fine. In realtà il ripetersi degli eventi di cui sopra ha anche un effetto contrario: quello di aumentare la probabilità delle vincite, cosa che provoca una diminuzione del jackpot e dunque scoraggia l'ingresso di nuovo giocatori, inducendone anzi la riduzione. Si genera allora una concatenazione di segno opposto che va avanti sino a quando non si ripresentano le condizioni iniziali.

Di fatto quello che si verifica è una continua alternanza tra queste due situazioni, con tempi di inversione del fenomeno che possono andare da qualche settimana ad alcuni mesi (come nel caso attuale). Fintanto che l'aumento del monteprtemi sarà dominante rispetto alle vincite si procederà in una certa direzione, quando invece il numero delle vincite sarà tale da portare alla riduzione del montepremi si andrà nella direzione opposta.

Se facessi 6 al SuperEnalotto

Ogni tanto qualcuno mi domanda: "cosa faresti se facessi 6 al SuperEnalotto?".
Come ho spiegato più volte proprio su questo blog, le evidenze statistiche spingono chiaramente a non giocare, e di conseguenza mi comporto; dunque, non giocando, c'è la certezza matematica dell'impossibilità di una mia vincita (e soprattutto di una mia perdita); pertanto rispondere a questo tipo di domanda non ha senso.

Errori di ragionamento (6). Ignoratio elenchi

L'ignoratio elenchi (detta anche conclusione irrilevante) è una fallacia logica che consiste nel presentare un argomento di per sé valido, ma fuori tema (cioè a sostegno di qualcosa di diverso da ciò che originariamente si cercava di dimostrare).

Nei Paesi a cultura anglosassone questa fallacia è anche nota come red herring ("aringa rossa"). L'espressione deriva dall'usanza di salare e affumicare le aringhe (che con questo trattamento diventano rosso brunastre) per conservarle a lungo. Durante le campagne di caccia le aringhe affumicate distraevano i cani dalla traccia, e potevano essere usate da altri cacciatori per sviare i cani dei concorrenti su false piste.

Gli studenti del Sud sono a livello dell'Uruguay

Tratto da un articolo di Roger Abravanel apparso ieri (5 Agosto 2009) su Il Corriere della Sera:

"Quest'anno i 100 e lode della maturità italiana riceveranno un premio di cir­ca mille euro in base a una legge va­rata dal ministro Fioroni nel 2007. Sembra un primo esempio di meritocrazia ma non lo è, perché non tutti forse si meritano il premio. Infatti le regioni del Sud esibisco­no una poco credibile performance di un numero di 100 e lode in relazione agli esa­minati doppio di quelle del Nord. Alcune scuole del Sud addirittura maturano più di venti 100 e lode, mentre i migliori licei mila­nesi e romani ne hanno uno solo. Il messaggio che viene da questi dati non è che al Sud non ci sono ottimi studenti, perché non sarebbe vero, ma che la maturi­tà serve a poco per valutare il rendimento degli studenti e paragonarlo tra diverse scuole. Peraltro non è una nuova scoperta. I «PISA test» dell'OCSE sulla comprensione del testo e la matematica da parte dei quin­dicenni dimostrano che l'Italia mediamen­te va male, ma che il Nord è più o meno in linea con la media europea (largamente di­stante dall'eccellenza della Finlandia) e il Sud è a livello dell’Uruguay".

Wednesday, August 05, 2009

Misticismo e chimica

"La tradizione chimica del misticismo si perde nella notte dei tempi. E la connessione fra droghe e religione è troppo diffusa per essere casuale, come dimostrano i vari «cibi e nettari degli dèi» della storia: il soma vedico, la manna ebraica, il loto omerico, il vino bacchico, la canapa indiana, il peyote messicano, la coca incaica, l'ayahuasca giamaicana, la kava fijiana...".

Dal capitolo "Una fede cerebrale" tratto da Un Matematico Impertinente di Piergiorgio Odifreddi (2005, Longanesi Editore).

La psicanalisi secondo Odifreddi

"Con la psicanalisi siamo [...] ancora al livello della pseudo-scienza: di un insieme di credenze, cioè, internamente coerente ma esternamente inverificabile. O, se si preferisce, di una storia di cui si può constatare la verosimiglianza ma non dimostrare la verità (né, soprattutto, la falsità)".

Dal capitolo "Una fede cerebrale" tratto da Un Matematico Impertinente di Piergiorgio Odifreddi (2005, Longanesi Editore).

Massimo Fini, il Faust di Goethe e l'Occidente

"Il destino dell'Occidente sembra quello di essere condannato a capovolgere, in un doloroso contrappasso, la battuta che Goethe nel Faust mette in bocca a Mefistofele: «Io sono lo spirito che vuole eternamente il male ed opera eternamente il bene». Il paradosso dell'Occidente è credersi il Bene, di volere eternamente il Bene e di operare eternamente, in una sorta di eterogenesi dei fini, il Male. E il vizio di fondo sta proprio in questa distinzione manichea tra Bene e Male e nella pretesa prometeica di aumentare il Bene a spese del Male, cancellandolo dalla faccia della terra; mentre nella realtà Bene e Male sono due facce della stessa medaglia e concrescono insieme: tanto più grande è il Bene, tanto più grande sarà il Male".

[Massimo Fini]

Errori di ragionamento (5). Argumentum ad ignorantiam (2/2)

Gli esempi scolastici (come quello dell'esistenza o non esistenza di Dio, incontrato nel post precedente) sono sempre piuttosto facili da riconoscere. Ci sono tuttavia esempi che riguardano noi tutti, tutti i giorni, in cui uscire dal vicolo cieco dell'argumentum ad ignorantiam è meno semplice di quel che si potrebbe pensare, e diventa allora molto più frequente il rischio di restare prigionieri di questo tipo di fallacia logica.

Sono tutti quei casi in cui non esistono prove scientifiche certe che siano nettamente a favore o nettamente contrarie alla pericolosità di alcuni fenomeni: per esempio gli OGM e le radiazioni elettromagnetiche dei cellulari.
In casi come questi, dunque, il buon senso dovrebbe suggerirci di adottare un criterio di massima precauzione, ovvero un criterio che consideri, tra quelli possibili, lo scenario peggiore.

È anche evidente che è proprio questa zona grigia (la mancanza di prove scientifiche) ad aumentare la pericolosità del tranello logico dell'argumentum ad ignorantiam, spesso abilmente sfruttato dalle potenti lobby di potere. È quello che, ad esempio, tentano di far credere le multinazionali del petrolio quando invocano (anche attraverso il finanziamento di pseudo-ricerche abilmente guidate) la non esistenza di prove certe che leghino il consumo dei combustibili fossili ai mutamenti climatici in atto (prove che invece esistono).

Errori di ragionamento (5). Argumentum ad ignorantiam (1/2)

L'argumentum ad ignorantiam è una fallacia logica che porta ad affermare la falsità o la verità di una proposizione per l'assenza o la scarsità di elementi a favore o contro quella stessa proposizione. L'esempio più tipico è il seguente:

A: Dio non esiste
B: puoi provare che non esiste?
A: no
B: dunque Dio esiste

Questo tipo di situazione è molto semplice da superare: è infatti sufficiente un ribaltamento di posizioni; nel caso in esame:

A: e tui puoi provare che Dio esiste?
B: no
A: dunque Dio non esiste

È (o dovrebbe essere) evidente che la verità o la falsità di una proposizione dipende dalle prove che la sostengono o la confutano, e non dalla loro mancanza (un caso emblematico è quello del famoso Ultimo Teorema di Fermat: è risultato vero sin dal primo momento in cui Fermat stesso lo ha enunciato, anche se sono occorsi corca 350 anni per trovare le prove, ovvero la dimostrazione matematica).

Geocretinismi (5). Gli Italiani e la geografia

di Claudio Morelli
(apparso in origine su www.globalgeografia.com)

Il rapporto che intratteniamo con la geografia non è dei migliori. Considerata già dalle elementari come "noiosa" a causa della sensazione nozionistica che stimola (nomi, dimensioni, cifre, schemi, statistiche), e soprattutto molto male insegnata, questa materia è scienza occulta per la maggior parte degli Italiani.

E tale fenomeno è diffusissimo anche tra le persone dotate di media o elevata scolarità.

È facilissimo – e ognuno di coloro che stanno leggendo questo articolo può agevolmente sperimentarlo tra i suoi conoscenti – imbattersi in persone di buona istruzione, di buona posizione sociale, e magari di buon movimento, perché viaggiano per lavoro e per vacanza, le quali non saprebbero assolutamente indicare su una cartina muta l'ubicazione di Paesi giganteschi come la Svezia o la Finlandia, oppure che non saprebbero affatto dire quale sia la capitale della Polonia o della Bulgaria.

Diffusissima è anche la tendenza a confondere le città e le nazioni. Attualmente la zona europea in assoluto più vittima di confusioni è quella delle Repubbliche Baltiche, dove la Lettonia viene chiamata Lituania e viceversa, dove Riga è la capitale di Estonia o Lituania ma mai quella giusta, cioè della Lettonia, dove Vilnius è nome mai sentito, e la parola Tallinn suscita espressioni interrogative. Tutto questo, quando non si liquida la zona in questione come "Russia".

Non parliamo poi di Slovenia e Slovacchia, o delle nazioni scandinave, le cui capitali vengono frequentissimamente scambiate tra loro, così che Oslo è in Svezia, Copenhagen in Norvegia, e così via.

La cosa si ripete in ambito nazionale, sebbene possa sembrare strano. Provate a chiedere al primo che passa qual è il capoluogo delle Marche, e vedrete il risultato. Provate a chiedere in giro se Mantova è in Lombardia o in Veneto o in Emilia, e otterrete ottimi riscontri. Chiedete se in Umbria c'è il mare, e otterrete effetti strabilianti.

Ora, non abbiamo fin qui parlato di cose che solo un appassionato o un tecnico del settore dovrebbe conoscere. Ci si può aspettare tranquillamente che un comune mortale non sappia quanto è lungo il fiume Ofanto, o quale è l'ampiezza della provincia di Belluno. Ed è ammissibilissimo che non si ricordino tutte le nazioni con cui confina il Gabon, o quante sono le isole Ebridi.

È però grave una situazione come quella descritta in precedenza. Grave perché a ben pensarci immotivata.

Questo è un tempo in cui siamo bombardati da immagini, da notizie, da nomi e da suoni. La televisione impera con la sua presenza invadente; ed essa trasmette decine di notiziari e altri programmi che inviano decine di mappe, che ripetono decine di volte i nomi di luoghi, città, nazioni.

Questo è un tempo in cui tutti utilizzano Internet, e qui accadono le stesse cose.

E questo è un tempo in cui tutti viaggiano, si muovono, vanno in ferie, volano a tariffe "low cost", fanno la luna di miele alle Maldive o a Capo Verde.

Eppure, vanno in crisi se gli si parla delle Fiandre o dei Grigioni.

Gli psicologi forniscono una spiegazione per questo, studiando appunto gli Italiani (non che all'estero non ci siano ignoranti in materia: ma sono un po' meno numerosi che qui da noi.), e dicono che il tutto nasce da retaggi culturali innanzitutto, che fanno sì che gli Italiani siano tra gli Europei che più tardivamente hanno iniziato a viaggiare con frequenza all'estero o comunque anche in ambito nazionale. Questo li porterebbe a ignorare perché "non hanno visto". Esiste poi una spiegazione più personale e più caratteriale, che porterebbe l'Italiano medio a disinteressarsi dei territori stranieri perché ritenuti meno meritevoli di quello nazionale ("...in Italia si sta bene, in Italia si mangia benissimo, all'estero fa sempre freddo, all'estero piove continuamente..."). Poi, tramite l'applicazione dello stesso ragionamento, l'Italiano medio ignora i territori nazionali al di fuori della sua regione o provincia, e così via.

Infine, lo psicologo ci mette un po' di passività nel ricevere le informazioni pur distribuite in abbondanza, e il risultato è ottenuto. E non è un gran che.

Inutile dire che quanto descritto non vale per tutti, però sono molti, troppi, quelli che sottovalutano la geografia, ed è un peccato.

Bobby McFerrin e la scala pentatonica

Il collega Massimo questa mattina mi ha mostrato un video davvero interessante. Si tratta di una breve esibizione del geniale cantante jazz Bobby McFerrin alla conferenza "Notes & Neurons: In Search of the Common Chorus" svoltasi in Giugno a New York (l'ambito era quello del World Science Festival 2009).
McFerrin, usando il pubblico come "cavia" (presenti anche alcuni scienziati), dimostra con una sbalorditiva semplicità quanto sia innata in noi la cosiddetta scala pentatonica; segno, tra le altre cose, di quanto si stiano sviluppando le neuroscienze.

La visione del filmato è più esplicativa di mille parole; per trovarlo in Rete è sufficiente ricercare il seguente articolo: "McFerrin Demonstrates the Power of the Pentatonic Scale".

Per chi invece non avesse mai sentito parlare di McFerrin basterà citare un solo titolo: Don't Worry, Be Happy.

Il fondamentale pensiero di Barbara Berlusconi

Ci mancavano solo le esternazioni (su Vanity Fair) di Barbara Berlusconi, figlia di Silvio e Veronica Lario. Per chi non se ne fosse accorto l'italica estate è nel suo pieno; e come al solito i segnali sono sempre gli stessi tre: aumento delle temperature, aumento del costo dei carburanti, aumento del gossip su giornali e telegiornali, quelli cioè che dovrebbero fare informazione seria.
E secondo voi con quale fondamentale notizia oggi Radio Capital ha aperto il suo notiziario delle 8:00?

Tuesday, August 04, 2009

Cristianesimo e psicanalisi

"Tra religione e psicanalisi esiste [...] un vero e proprio conflitto d'interessi, che diventa plausibile non appena si nota che quest'ultima costituisce una versione secolarizzata del Cristianesimo, in cui il paradiso terrestre è lo stato prenevrotico, la caduta il trauma dell'infanzia, il peccato la nevrosi, il messia lo psicanalista, e la grazia l'analisi. E dalla plausibilità si passa alla necessità quando si ricorda che la religione, sfrondata delle sue convenzioni e circonvenzioni, si può appunto ridurre all'identificazione di Dio con l'inconscio, e della salvezza con la sua scoperta".

Dal capitolo "Una fede cerebrale" tratto da Un Matematico Impertinente di Piergiorgio Odifreddi (2005, Longanesi Editore).

Storie e contastorie

"Se alla gente si imboniscono solo storie, non ci si può poi lamentare che essa dia retta solo ai contastorie".

Dal capitolo "Do you believe in magic?" tratto da Un Matematico Impertinente di Piergiorgio Odifreddi (2005, Longanesi Editore).

Intervista a Gesù

Come molti profeti dell'antichità, Gesù di Nazaret è un personaggio mit(olog)ico sul quale non esistono testimonianze storiche. Le notizie sulla sua vita si basano sui racconti letterari che vanno sotto il nome di Vangeli, scritti a partire dalla seconda metà del primo secolo e divisi in quattro "canonici'' e vari "apocrifi'', a seconda che siano o meno accettati come ispirati dalla Chiesa. In base a questi racconti Gesù sarebbe nato durante il regno del re Erode, dunque prima del 4 AC, e morto sotto la prefettura di Pilato, dunque fra il 26 e il 36 DC.
Il Cristianesimo che a lui si ispira prende il nome dalla parola greca Christos, "unto'', è professato (almeno formalmente) da un terzo della popolazione mondiale, e si divide in varie sette: i Cattolici nell'Europa e nell'America del Sud, i Protestanti nell'Europa e nell'America del Nord, gli Ortodossi nell'Europa dell'Est, e gli Anglicani in Inghilterra. In questa cacofonia di voci discordanti molti sostengono di parlare in nome e per conto di Gesù, in maniera più o meno istituzionale, e qualcuno pretende addirittura di esserne il vicario in terra, con gran confusione dei poveri di spirito.
Per rimediare alla situazione abbiamo chiesto a Gesù un'intervista in cui egli esponesse il suo pensiero canonico, ed egli ce l'ha graziosamente concessa come regalo di Natale, per la maggior gloria di Dio.

Rabbi, di lei sappiamo soltanto ciò che ci dicono i Vangeli. Si riconosce in quell'immagine?

Certamente no. Essendo rivolti ai pastori analfabeti della Palestina di duemila anni fa, i Vangeli forniscono un'immagine di me che all'uomo tecnologico contemporaneo non può non apparire anacronistica. Comunque, quell'immagine era inattendibile anche allora: Marco e Luca non mi conoscevano neppure, tutti gli evangelisti riportano parole dette e fatti accaduti decenni prima che li scrivessero, e il canone è un'invenzione del concilio di Roma del 382.

In parte, però, la colpa è anche sua: perché non ha lasciato niente di scritto?

Colui che mi ha condannato a morte sentenzierebbe: «Verba volant, scripta manent». Io preferisco dire che le chiese si edificano sulle pietre delle Scritture, ma le religioni si librano sulle ali della colomba dello Spirito. Per questo usavo continuamente l'espressione «sta scritto, ma io vi dico». .

Intende dire che le chiese sono terrene, e le religioni spirituali?

Quello che ho detto, ho detto.

Ma io non ho capito, e insisto: la Chiesa non è religiosa?

Certamente non è cristiana, neppure nel senso limitato di aderire all'immagine che di me offrono i Vangeli. Il Cristianesimo non è un'invenzione mia, ma di Paolo di Tarso: della mia vita, nella sua predicazione non è rimasto altro che la mia passione.

È per questo che il Cristianesimo è diventato una religione di morte?

Anche per questo. Non si poteva pensare che l'ossessiva raffigurazione di un uomo flagellato, incoronato di spine e inchiodato a una croce potesse ispirare sentimenti positivi e gioiosi. Devo ammettere che la serenità dell'iconografia buddhista, così come la vitalità di quella induista, si sono dimostrate superiori alla mia.

Che cosa pensa, più in generale, dell'iconografia religiosa?

Cosa potrei pensare, se non che il Padre mio l'ha espressamente proibita nel Secondo Comandamento? Comunque, non c'era bisogno dell'onniscienza per capire che le immagini sono le porte di ingresso al regno dell'idolatria: bastava il buon senso, che i miei seguaci non hanno avuto. D'altronde, io ho solo chiesto che mi seguissero, non che mi raffigurassero o mi adorassero: ero l'Agnello di Dio, e mi hanno trasformato in un vitello d'oro.

Però lei ha detto ai discepoli di andare e predicare ovunque la Buona Novella.

Io desideravo che il mio insegnamento si diffondesse, affinché chi avesse orecchie per intenderlo lo intendesse. Ero in buona fede, se posso permettermi l'espressione: come potevo immaginare che le teste calde avrebbero cercato di imporre le mie parole «urbi et orbi»?

E l'hanno fatto col ferro e col fuoco, nei nomi suo e di Dio.

Il nome di Dio non doveva essere nominato invano. Quanto al mio, se avessi saputo che sarebbe stato invocato nelle crociate, nelle inquisizioni e nelle conquiste, non avrei mai abbandonato la mia bottega di falegname: la mia missione era socchiudere le porte del Paradiso, ma ho finito per spalancare quelle dell'Inferno. Purtroppo, a differenza del Padre mio, non sono onniscente.

Intende dire che lei non è Dio?

Un angelo che dicesse di essere Dio, sarebbe diabolico. Un uomo, soltanto ridicolo.

Ancora una volta, devo insistere: è o non è il Figlio di Dio?

Lei lo dice. Ma chi non lo è?

E i miracoli che faceva, erano opera di Dio o del Demonio?

Gli uomini chiamano miracoli gli eventi che non comprendono. Lei crede veramente che l'opera del Padre mio sia tanto imperfetta, da necessitare di correzioni? O che Dio possa acconsentire a modificarla, per esaudire la preghiera di un uomo?

Dunque non bisogna pregare?

Pregare significa recitare il nome del Padre e compiere la Sua volontà, non chiederGli favori e raccomandazioni.

E come si fa a sapere qual è la volontà di Dio?

Bisogna ascoltare la Sua voce, tacitando la propria.

Vuol dire ascoltare la propria coscienza?

"Coscienza'' è una parola antica, benché più moderna di "Dio''. Forse, se si usasse "inconscio'' si capirebbe meglio ciò che intendevo quando dissi: «Il regno di Dio è dentro di voi».

Non credo che il mio inconscio mi direbbe di rinunciare ai piaceri della carne.

Né glielo suggerirebbero le parole del «Cantico dei cantici». O l'esempio di chi, come me, si faceva asciugare i capelli da una prostituta. Sono i sepolcri imbiancati che indossano la veste nera, a chiamare "morale'' la perversione predicata da Paolo.

Quanto al mio conscio, mi riesce difficile coniugare la teoria che lei predicava con la pratica di chi oggi le si ispira.

Se si riferisce al mercimonio che si è compiuto e si continua a compiere nel mio nome, quando giungerà l'ora della mia seconda venuta tornerò al tempio per cacciare i mercanti che vi si sono reinsediati e rovesciare i banchi delle loro mercanzie.

In particolare, che ne pensa della recente inflazione della lista dei beati e dei santi?

Come il Padre mio ha fermato la mano di Abramo, io fermerò quella del mio vicario che non sa quel che si fa: perché è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che uno dei suoi santi vada in Paradiso.

Dunque all'Inferno ci va veramente qualcuno?

In verità, in verità le dico: all'Inferno ci finiscono quasi tutti quelli che sperano di non andarci. Il detto «le vie del Signore sono infinite» l'ha inventato il Diavolo, per nascondere che invece quasi tutte le vie portano a lui: soprattutto quelle indicate da coloro che usurpano il mio nome.

Trascrizione del capitolo "Intervista a Gesù" tratto da Un Matematico Impertinente di Piergiorgio Odifreddi (2005, Longanesi Editore).

La cosiddetta Italia e il sottoutilizzo della Rete

La cosidetta Italia, al primo posto nella UE per l'utilizzo dei cellulari, è però molto arretrata per quanto riguarda l'uso di internet. Si tratta di una cosa già nota da diverso tempo e che ora viene ribadita in un nuovo recentissimo rapporto della Commissione Europea: lo Europe's Digital Competitiveness Report 2009 (il documento è facilmente scaricabile in Rete in formato .PDF).

Tra i vari dati vale la pena soffermarsi sulle percentuali dei cosidetti utilizzatori regolari della Rete, ovvero coloro che si collegano a internet in media almeno una volta alla settimana. Ecco la classifica dei vari Paesi (riferita alla situazione del 2008).

01 Sweden 83%
02 The Netherlands 83%
03 Denmark 80%
04 Finland 78%
05 Luxembourg 77%
06 United Kingdom 70%
07 Germany 68%
08 Belgium 66%
09 Austria 66%
10 France 63%
11 Slovakia 62%
12 Estonia 62%
13 Ireland 57%
14 Latvia 57%
15 Hungary 56%
16 Slovenia 52%
17 Czech Republic 51%
18 Lithuania 50%
19 Spain 49%
20 Malta 46%
21 Poland 44%
22 Portugal 38%

23 Italy 37%

24 Cyprus 35%
25 Bulgaria 33%
26 Greece 33%
27 Romania 26%

Di fatto un elenco che non necessita di alcun commento.

Una situazione leggermente migliore, ma ancora fortemente negativa, si ha analizzando le statistiche che riguardano gli utilizzatori frequenti, ovvero coloro che si collegano a internet ogni giorno o quasi. In tal caso, sempre con riferimento al 2008, la classifca è la seguente:

01 Denmark 71%
02 Sweden 69%
03 The Netherlands 67%
04 Finland 66%
05 Luxembourg 65%
06 United Kingdom 53%
07 Belgium 51%
08 Germany 51%
09 Austria 48%
10 France 47%
11 Estonia 45%
12 Slovakia 44%
13 Hungary 43%
14 Latvia 42%
15 Slovenia 40%
16 Ireland 39%
17 Lithuania 38%
18 Malta 36%

19 Italy 35%

20 Spain 34%
21 Poland 32%
22 Czech Republic 30%
23 Portugal 29%
24 Cyprus 24%
25 Greece 23%
26 Bulgaria 23%
27 Romania 15%

Errori di ragionamento (4). Argumentum ad misericordiam

Questo tipo di ragionamento consiste nel ricorso a una serie di mezzi emotivi per impietosire l'interlocutore.

Un esempio tipico è il seguente (alunno al professore): "la prego, non mi metta un'insufficienza: per preparare questo compito di matematica ho studiato anche di notte".

Quanto sopra si riferisce evidentemente a situazioni in cui, almeno una volta nella vita, ci siamo trovati più o meno tutti, o quasi. Casi analoghi si hanno quando, per esempio, cerchiamo di convincere un agente di polizia stradale a non darci una multa, adducendo a giustificazione le argomentazioni più disparate.

Errori di ragionamento (3). Argumentum ad baculum

L'argumentum ad baculum (da baculum = bastone), detto anche ricorso alla forza o ricorso alla paura, è una fallacia logica che si basa sulla generazione di un senso di timore in coloro che vengono esposti a una determinata argomentazione. Il senso di paura (o di reverenza) porta l'ascoltatore a ritenere vera l'argomentazione senza nemmeno tentare di sottoporla a vaglio critico.

Un esempio è il seguente (madre rivolta al figlio piccolo): "devi credere in Dio, altrimenti tutti diranno che sei cattivo e andrai all'inferno".

Non è difficile riconoscere in tutto ciò il tipico esempio di meccanismo corecitivo utilizzato dagli adulti nei confronti dei bambini.

Errori di ragionamento (2). Reductio ad Hitlerum

La reductio ad Hitlerum è un'espressione ironica in forma di falsa locuzione latina, creata negli anni Cinquanta del secolo scorso da Leo Strauss. È utilizzata per squalificare un interlocutore comparandolo a un personaggio malvagio (per antonomasia Adolf Hitler), in modo da evitare del tutto le sue argomentazioni.

Di fatto si tratta di un meccanismo retorico basato sulla fallacia logica del tipo argumentum ad hominem (già descritto in una serie di post precedenti; uno del 29/07/2009, vedi qui; uno del 30/07/2009, vedi qui; e uno del 04/08/2009, vedi qui).

Uno degli esempi più tipici è il seguente: "Hitler era vegetariano, dunque essere vegetariani è cosa riprovevole".

Errori di ragionamento (1). Argumentum ad hominem (3/3)

Per chi volesse approfondire il tema vale la pena sottolineare che l'argumentum ad hominem è presente in tre sottotipologie diverse: ad personam, circostanziale e tu quoque.

La prima tipologia (ad personam) è di solito utilizzata per un attacco diretto alla persona, saltando in blocco il suo ragionamento; in questi casi si può addirittura arrivare all'insulto e alle calunnie. Di fronte a una data affermazione di A, B potrebbe per esempio rispondere con un "lei stia zitto, è completamente inaffidabile".

Nel secondo caso, invece, si aggira la critica all'affermazione di A, sottolineando la relazione che intercorre tra A e una particolare situazione in cui questi si trova. Per esempio, di fronte a un tentativo fatto da A per parlare di giustizia, B potrebbe rispondere con un "come puoi parlare di giustizia lei che è inquisito?".

Infine, nel terzo caso, le argomentazioni di A vengono ritenute false in quanto in contrasto con i comportamenti di A stesso. Se per esempio A fosse un genitore fumatore che cercasse di spiegare al figlio B che fumare fa male, B potrebbe dire "non credo fumare faccia male se tu stesso lo fai".

Gli intellettuali secondo Chomsky

Odifreddi:

"Come mai, secondo lei, ci sono state così poche voci dissonanti nell'isteria collettiva successiva ai fatti dell'11 Settembre, anche fra gli intellettuali di sinistra europei?".

Chomsky:

"Lei parte da un'ipotesi che io non condivido. L'elite culturale è quasi sempre allineata a supporto della violenza statale! Ci si fanno illusioni al proposito, perché dopo tutto sono gli intellettuali a scrivere la storia, e naturalmente preferiscono presentare un'altra immagine del loro ruolo".

Dal capitolo "Intervista a Noam Chomsky" tratto da Un Matematico Impertinente di Piergiorgio Odifreddi (2005, Longanesi Editore).

Prima nebbia d'Agosto

Dintorni sud di Milano, ore 7:00; questa mattina ci siamo svegliati con la prima, splendida, nebbiolina d'Agosto.

Monday, August 03, 2009

Noam Chomsky... in estrema sintesi

"Noam Chomsky è stato per la linguistica del Novecento ciò che Einstein è stato per la fisica o Picasso per la pittura: colui che ha raggiunto i massimi risultati del passato e condizionato gli sviluppi del futuro".

[Piergiorgio Odifreddi]

Cosa pensa veramente Odifreddi di D'Alema

"Per riacquistare credibilità nei confronti del movimento pacifista l'Ulivo dovrebbe sconfessare il suo imbarazzante interventismo bellico, e scaricare D'Alema e i suoi cloni nel cestino dei rifiuti della storia per il loro servilismo nei confronti degli Stati Uniti e del Vaticano, oltre a censurare l'intera operazione politica del ribaltone che ha portato alla formazione del suo governo con gli ambigui voti berlusconiani di Mastella".

Dal capitolo "Né con i clown, né con i cloni" tratto da Un Matematico Impertinente di Piergiorgio Odifreddi (2005, Longanesi Editore).

Ipparco, Strabone, le maree e l'America

Pochi sanno che Ipparco, astronomo e geografo dell'antica Grecia vissuto tra il 190 AC e il 120 AC è stato il primo, per quanto se ne sappia, a dedurre l'esistenza del continente che oggi chiamamo America. Parliamo di "deduzione" in quanto i risultati di Ipparco sono frutto del solo ragionamento logico. A darcene notizia è stato il geografo romano Strabone, che nel suo famoso trattato Geografia svela il mirabile lavoro intellettuale del suo illustre predecessore greco.
Ipparco avrebbe infatti analizzato il diverso comportamento delle maree lungo le coste dell'Atlantico e dell'estremo oriente, sulla base dei racconti di alcuni marinai di ritorno da quei luoghi. Un comportamento così dissimile nei flussi delle maree lo ha portato alla raffinata conclusione secondo cui necessariamente doveva esserci un'altra terra in mezzo e che questa dovesse essere di notevoli dimensioni, come infatti è.

La profezia di Malachia secondo il CICAP

di Francesco D'Alpa
(apparso in origine su www.cicap.org il 08/11/2000)

Nell'anno 1595 Arnoldo Wion, un monaco benedettino, inseriva all'interno di un'opera in lingua latina, edita a Venezia e intitolata Il Legno di Vita. Ornamento e Decoro della Chiesa, il testo di una profezia fino ad allora ignota.
Senza fornire nessuna indicazione sulle fonti del testo, si limitava alla seguente nota biografica:

San Malachia morì il 2 Novembre 1148. Noi possediamo tre lettere di San Bernardo a lui indirizzate, le epistole CCCXIII, CCCXVI e CCCXVII. Si crede che egli abbia scritto pure qualche opuscolo. Ma di lui non conosco che una certa profezia sui Sovrani Pontefici. Siccome questo scritto è breve e a quanto pare non è stato ancora stampato, lo riproduco qui per rispondere al desiderio di parecchi.

Questa profezia è un semplice elenco cronologico dei papi, a partire da Celestino II (1143-1144) e fino alla fine della Chiesa Cattolica e del mondo. Ognuno di essi viene identificato sulla base di un breve motto latino. Ad esempio i papi del nostro tempo sono stati Pastor Angelicus (Pio XII), Pastor ed Nauta (Giovanni XXIII), Flos Florum (Paolo VI), De Medietate Lunae (Giovanni Paolo I), De Labore Solis (Giovanni Paolo II).

Nonostante la grande notorietà di questa cosiddetta profezia, da sempre ammirata per la sua apparente perfetta applicabilità, vi sono chiari indizi sulla reale origine e ampie prove della sua pretestuosità.
La prova maggiore della sua falsità è che nella lista sono presenti tutti i papi del periodo in questione, ma solo due antipapi su otto, proprio come nell'elenco preparato dallo storico Panvinio, contemporaneo di Wion, che certamente ne conosceva l'opera. Non solo, anche il motto di alcuni papi era elaborato sulla base di indicazioni biografiche erronee fornite da Panvinio. Se così non fosse, in base al documento, Malachia avrebbe non solo profetizzato i papi futuri, ma addirittura copiato gli errori di uno storico vissuto quattrocento anni dopo di lui!

Tutti i papi precedenti il 1595 sono chiaramente indicati da un motto che ne sintetizza il casato o lo stemma, quelli successivi a tale data invece lo sono invece quasi tutti per elementi alquanto eterogenei. È evidente che l'autore della profezia ha potuto elaborare il motto, per quanto riguarda i papi del passato, in base a una biografia. Per quelli successivi si è invece affidato alla fantasia, e, come sempre accade in questi casi, sono stati i posteri a trovare la "giusta" origine degli enigmatici motti, ricercandone l'ispirazione per lo più in qualche caratteristica personale del pontefice o in qualche episodio della sua vita, sia pure del tutto secondario.

Nonostante queste premesse, la profezia è sempre piaciuta; ha alimentato la fantasia popolare e l'immaginazione dei narratori e nessun pontefice (o biografo vaticano) si è astenuto dal compiacersi con una certa indulgenza del proprio motto.

Stando alla profezia, dopo Giovanni Paolo II, ci saranno solo altri due papi, identificati come De Gloria Ulivae e Petrus Romanus, dopo di che "la città dai sette colli sarà distrutta e il Giudice terribile giudicherà il popolo".

La profezia di Malachia (3/3)

Esiste un testo - La Profezia dell'Ultimo Papa (2001) di Schmeig Maria Olaf - in cui si ipotizza che nella trascrizione delle profezie sarebbe andato perduto il motto "caput nigrum".
Anche se al momento non sussitono altre conferme e altre fonti, se questa tesi fosse vera, il motto potrebbe riferirsi allo stemma di Ratzinger, che raffigura una testa di moro.

Secondo un'altra ipotesi il motto "caput nigrum" potrebbe non essere riferito a un papa ma a un importante regnante in vita al tempo dell'ultimo Papa. Una possibile coincidenza è quella con l'attuale Presidente degli Stati Uniti d'America.

La profezia di Malachia (2/3)

Una delle parti della profezia di Malachia che suscita maggiore interesse è quella relativa al 112° papa, Petrus Romanus; porta lo stesso nome del primo e, dopo di lui, viene annunciata la fine della Chiesa e la distruzione di Roma.

Va comunque detto che quella di Pietro Romano, per alcuni, è da ritenere un'aggiunta postuma risalente al 1820 circa. Se così fosse, l'ultimo papa sarebbe Benedetto XVI.
Un'ipotesi recente lascia pensare che Pietro Romano non sia riferito ad un Papa (né il 111° né il 112°), bensì al Cardinal Camerlengo che, alla morte del pontefice regnante, siede sul trono di Pietro in attesa dell'elezione del successivo. Da notare che l'attuale Camerlengo è il Cardinal Tarcisio Pietro Evasio Bertone, nato a Romano Canavese nel 1934.

La profezia di Malachia (1/3)

Quella di Malachia è una delle profezie più note e famose, ed è basata su una visione mistica attribuita dai più al santo Malachia di Armagh.
La premonizione elenca 111 futuri papi - a partire da papa Celestino II e fino alla fine dei tempi - e per ciascuno di essi è riportato un breve motto (ovviamente in Latino).

Da segnalare che secondo alcune versioni i papi sarebbero 112. L'attribuzione a Malachia, inoltre, non è certa: il santo è infatti vissuto tra il 1094 e il 1148, mentre il testo della profezia è stato pubblicato dal monaco benedettino Arnold Wion solo nel 1595. In aggiunta non tutti i motti sembrano avere la stessa precisione: alcuni (quelli anteriori al 1600 e) sono sufficientemente dettagliati, altri (i successivi) sono piuttosto vaghi e generici.

La profezia di Malachia sta conoscendo nuova popolarità e nuove attenzioni per il fatto che l'attuale Benedetto XVI sarebbe il penultimo papa della lista.

Per una lista dettagliata dei pontefici si possono consultare i numerosi siti internet che trattano approfonditamente di questo argomento.

Magia matematica (18.6). Tacche e fori

L'ultimo passo rimasto per la risoluzione del problema è il calcolo del numero di tacche (T) e di buchi (B).

Se indichiamo con T(n) e B(n), rispettivamente il numero di tacche e di buchi dopo aver eseguito n piegature, possiamo innanzitutto osservare che i casi n = 0, 1, 2, 3 sono banali; si ha infatti:

T(0) = 4, B(0) = 0
T(1) = 6, B(1) = 1
T(2) = 8, B(2) = 4
T(3) = 12, B(3) = 10

Diventa invece più interessante il caso n > 3; da qui in avanti abbiamo solo le configurazioni K[3] (sempre pari a 4), K[4] e K[5], la cui numerosità è descritta dalle precedenti formule NK4(n) e NK5(n).

Il calcolo delle tacche si fa moltiplicando i coefficienti davanti alla T delle configurazioni K[3], K[4], K[5] per la numerosità delle configurazioni stesse, ovvero:

T(n) = 2*NK3(n) + 1*NK4(n) + 0*NK5(n) =
= 2NK3(n) + NK4(n)

Dunque sostituendo:

T(n) = 2*4 + 2S(n) - 8 =
= 8 + 2S(n) - 8 =
= 2S(n)

Per n da 4 a 10 questi valori sono 16, 24, 32, 48, 64, 96, 128.

In modo analogo, il conteggio dei buchi si fa moltiplicando i coefficienti davanti alla B delle configurazioni K[3], K[4], K[5] per la numerosità delle stesse:

B(n) = (2/2)*NK3(n) + (3/2)*NK4(n) + (4/2)*NK5(n) =
= NK3(n) + (3/2)*NK4(n) + 2NK5(n)

Se sostituiamo si ottiene:

B(n) = 4 + (3/2)*(2S(n) - 8) +2*(P(n) - 2S(n) + 4) =
= 2P(n) - S(n)

Per n da 4 a 10 questi valori sono 24, 52, 112, 232, 480, 976, 1984.