"Tra religione e psicanalisi esiste [...] un vero e proprio conflitto d'interessi, che diventa plausibile non appena si nota che quest'ultima costituisce una versione secolarizzata del Cristianesimo, in cui il paradiso terrestre è lo stato prenevrotico, la caduta il trauma dell'infanzia, il peccato la nevrosi, il messia lo psicanalista, e la grazia l'analisi. E dalla plausibilità si passa alla necessità quando si ricorda che la religione, sfrondata delle sue convenzioni e circonvenzioni, si può appunto ridurre all'identificazione di Dio con l'inconscio, e della salvezza con la sua scoperta".