Wednesday, August 05, 2009

Geocretinismi (5). Gli Italiani e la geografia

di Claudio Morelli
(apparso in origine su www.globalgeografia.com)

Il rapporto che intratteniamo con la geografia non è dei migliori. Considerata già dalle elementari come "noiosa" a causa della sensazione nozionistica che stimola (nomi, dimensioni, cifre, schemi, statistiche), e soprattutto molto male insegnata, questa materia è scienza occulta per la maggior parte degli Italiani.

E tale fenomeno è diffusissimo anche tra le persone dotate di media o elevata scolarità.

È facilissimo – e ognuno di coloro che stanno leggendo questo articolo può agevolmente sperimentarlo tra i suoi conoscenti – imbattersi in persone di buona istruzione, di buona posizione sociale, e magari di buon movimento, perché viaggiano per lavoro e per vacanza, le quali non saprebbero assolutamente indicare su una cartina muta l'ubicazione di Paesi giganteschi come la Svezia o la Finlandia, oppure che non saprebbero affatto dire quale sia la capitale della Polonia o della Bulgaria.

Diffusissima è anche la tendenza a confondere le città e le nazioni. Attualmente la zona europea in assoluto più vittima di confusioni è quella delle Repubbliche Baltiche, dove la Lettonia viene chiamata Lituania e viceversa, dove Riga è la capitale di Estonia o Lituania ma mai quella giusta, cioè della Lettonia, dove Vilnius è nome mai sentito, e la parola Tallinn suscita espressioni interrogative. Tutto questo, quando non si liquida la zona in questione come "Russia".

Non parliamo poi di Slovenia e Slovacchia, o delle nazioni scandinave, le cui capitali vengono frequentissimamente scambiate tra loro, così che Oslo è in Svezia, Copenhagen in Norvegia, e così via.

La cosa si ripete in ambito nazionale, sebbene possa sembrare strano. Provate a chiedere al primo che passa qual è il capoluogo delle Marche, e vedrete il risultato. Provate a chiedere in giro se Mantova è in Lombardia o in Veneto o in Emilia, e otterrete ottimi riscontri. Chiedete se in Umbria c'è il mare, e otterrete effetti strabilianti.

Ora, non abbiamo fin qui parlato di cose che solo un appassionato o un tecnico del settore dovrebbe conoscere. Ci si può aspettare tranquillamente che un comune mortale non sappia quanto è lungo il fiume Ofanto, o quale è l'ampiezza della provincia di Belluno. Ed è ammissibilissimo che non si ricordino tutte le nazioni con cui confina il Gabon, o quante sono le isole Ebridi.

È però grave una situazione come quella descritta in precedenza. Grave perché a ben pensarci immotivata.

Questo è un tempo in cui siamo bombardati da immagini, da notizie, da nomi e da suoni. La televisione impera con la sua presenza invadente; ed essa trasmette decine di notiziari e altri programmi che inviano decine di mappe, che ripetono decine di volte i nomi di luoghi, città, nazioni.

Questo è un tempo in cui tutti utilizzano Internet, e qui accadono le stesse cose.

E questo è un tempo in cui tutti viaggiano, si muovono, vanno in ferie, volano a tariffe "low cost", fanno la luna di miele alle Maldive o a Capo Verde.

Eppure, vanno in crisi se gli si parla delle Fiandre o dei Grigioni.

Gli psicologi forniscono una spiegazione per questo, studiando appunto gli Italiani (non che all'estero non ci siano ignoranti in materia: ma sono un po' meno numerosi che qui da noi.), e dicono che il tutto nasce da retaggi culturali innanzitutto, che fanno sì che gli Italiani siano tra gli Europei che più tardivamente hanno iniziato a viaggiare con frequenza all'estero o comunque anche in ambito nazionale. Questo li porterebbe a ignorare perché "non hanno visto". Esiste poi una spiegazione più personale e più caratteriale, che porterebbe l'Italiano medio a disinteressarsi dei territori stranieri perché ritenuti meno meritevoli di quello nazionale ("...in Italia si sta bene, in Italia si mangia benissimo, all'estero fa sempre freddo, all'estero piove continuamente..."). Poi, tramite l'applicazione dello stesso ragionamento, l'Italiano medio ignora i territori nazionali al di fuori della sua regione o provincia, e così via.

Infine, lo psicologo ci mette un po' di passività nel ricevere le informazioni pur distribuite in abbondanza, e il risultato è ottenuto. E non è un gran che.

Inutile dire che quanto descritto non vale per tutti, però sono molti, troppi, quelli che sottovalutano la geografia, ed è un peccato.