Uno: no global, pacifisti, rappresentanti di centri sociali, ambientalisti, gente di estrema sinistra.
Due: integralisti cattolici, islamici e di altre religioni monoteiste.
Tre: esponenti di formazioni fasciste e naziste, gente di estrema destra.
In ognuna delle tre categorie sopra ci sono non pochi individui - mi viene da dire larghe minoranze - che si contraddistinguono spesso per due caratteristiche peculiari: violenza (sia verbale che fisica) e intolleranza.
Sono persone in evidente stato di alterazione mentale per via dei ripetuti abusi di ideologia, cominciati presumibilmente in età molto precoce. E l'ideologia, dovremmo averlo imparato, non porta mai a nulla di buono. Il punto è che chi ha una visione ideologica del mondo in primo luogo crede nel concetto di verità unica e suprema, e secondariamente ritiene di esserne il depositario privilegiato; questi soggetti deviati credono anzi che la verità sia dentro di loro e che questa debba essere affermata con tutti i mezzi sino al trionfo definitivo su ogni altra manifestazione di pensiero. Sono questi i due ingredienti deleteri dalla cui fusione hanno origine violenza e imperialismo culturale, che poi si esplicano attraverso la necessità di piegare l'altro al proprio credo.
Le persone normali, invece, hanno una visione della vita molto diversa: non si pongono questioni di verità, si limitano a ossevare il mondo e, nel caso degli uomini di scienza, cercano di descriverne il funzionamento.