Wednesday, May 14, 2008

Danimarca. Appunti di viaggio (2/4)

I lati positivi.

Non seguirò un ordine preciso, meglio affidarsi al flusso spontaneo dei ricordi.

So che inevitabilmente finirò per tralasciarne qualcuno: i lati positivi di questo piccolo Paese, infatti, sono molti.
La cordialità dei gestori di negozi, di pub e ristoranti, sempre sorridenti e pronti ad aiutarti, a Copenhagen come nei più remoti paesini di campagna. Una lingua di per sé agevole - almeno nella sua forma scritta - e una grandiosa padronanza orale dell'Inglese da parte dei suoi abitanti, indipendentemente dall'età del tuo interlocutore. La grande pulizia e l'attenzione per l'ambiente. Pale eoliche un po' dappertutto, che ben si sposano con il paesaggio circostante. Costruzioni basse, realizzate in materiali e tinte in armonia con la natura. Poco traffico, autostrade scorrevoli, con bagni pubblici sorprendentemente puliti, spesso più di quelli di molti esercizi commerciali di Milano (autostrade che, tra l'altro, sono gratuite, salvo alcuni grandi ponti marini). Semafori sapientemente temporizzati. Dalla città ai piccoli paesi nessuna traccia di erbacce, bottiglie, lattine o rifiuti vari lungo il ciglio delle strade o in corrispondenza di rotonde: tutto è ben curato. Nessun cartellone pubblicitario, grande o piccolo, come quelli che invece inquinano e abbruttiscono i nostri paesaggi (sporadicamente si possono trovare segnalazioni che annunciano un qualche evento di carattere locale, ma si tratta con evidenza di supporti temporanei e removibili). Nessun affollamento di cartelli stradali (con le punte di imbarazzante comicità che si toccano non di rado qui da noi) e indicazioni precise, nella maggioranza dei casi con la specifica delle distanze tra una località e l'altra. Ornamenti floreali e sterminati campi di senape riempiono ogni dove. Mai un colpo di clacson e ovunque un grande senso di civiltà. E ritmi umani, lenti quanto basta per vivere bene. E poi il vento e i cieli azzurri, amabili anche se a volte capricciosi compagni di viaggio.