Avere qualche base di Calcolo delle Probabilità è estremamente utile, ad esempio per stare alla larga da molte truffe (soprattutto quelle mascherate da grandi opportunità), oltre naturalmente che per cultura personale.
Dietro ogni gioco di Stato esistono sempre calcoli precisi, e si basano tutti sulla probabilità.
Calcolare la probabilità di un evento, da un punto di vista teorico, è qualcosa di semplicissimo: di solito basta determinare un rapporto tra due numeri; il denominatore è il totale dei casi possibili, il numeratore è l'insieme dei casi favorevoli.
Un esempio aiuta a chiarire. Qual è la probabilità che tirando un dado esca 5? I casi possibili sono 6 (le sei facce del dado), il caso favorevole è uno solo (la faccia 5), dunque la probabilità che esca 5 è 1/6, ovvero il 16,7%. Altro esempio: qual è la probabilità che tirando un dado esca un numero dispari? I casi possibili sono ancora sei, quelli favorevoli sono tre (le facce 1, 3 o 5), dunque la probabilità è 3/6, cioè il 50%.
Non è sempre così semplice ma la complessità di un evento probabilistico può ogni volta essere ridotta al calcolo del rapporto tra casi favorevoli e casi possibili.
Ho deciso di scrivere queste righe pensando a una moda relativamente recente: quella lanciata da alcuni giochi e quiz televisivi (per esempio "Il Milionario" e "Fifty Fifty", entrambi condotti da Gerry Scotti su Canale 5).
A un certo punto della trasmissione viene posta una domanda a cui, chiunque sia davanti alla TV (purché maggiorenne), può rispondere mediante un SMS. Di solito tra tutti coloro che hanno fornito la risposta esatta, ogni giorno, viene estratta a sorte una discreta somma di denaro come premio (1000 euro). Dunque, a fronte di una piccola spesa (gli SMS costano circa 1 euro) sembrerebbero aprirsi scenari interessanti: 1000 euro non sono tanti ma non si buttano certo via.
La probabilità di vincita si calcola come spiegato sopra: casi favorevoli su casi possibili. In questa circostanza il caso favorevole è 1 (il fatto che io vinca), i casi possibili sono il numero di persone che hanno risposto esattamente alla domanda.
Su queste basi, quando varrebbe la pena di rispondere a un quiz di questo tipo? Quando si verificano le seguenti quattro condizioni: (1) si ha la certezza che il gioco non sia truccato, (2) esiste un meccanismo che, a parità di risposta esatta, favorisca chi ha risposto prima, (3) la domanda è molto difficile, (4) si ha la fortuna di conoscere la risposta senza doverla cercare su internet o altre fonti.
In trasmissioni nazionali come quelle citate sopra la condizione (1) è sicuramente garantita; il criterio suggerito dalla condizione (2), per contro, è certamente non applicato (tutte le risposte uguali hanno lo stesso peso probabilistico); la condizione (3) è intenzionalmente disattesa, di conseguenza la condizione (4) si verifica quasi sempre.
La condizione (3) è quella che consente di sforbiciare il numero di casi possibili, dunque di aumentare le possibilità di vincita, ma la tendenza di questi giochi è stata quella di proporre domande sempre più facili (del tipo: "quale continente è stato scoperto nel 1492? America o Australia?").
Quali sono le conseguenze di tutto ciò? Chi conosce un minimo di probabilità non si cimenterebbe mai in giochi del genere, per contro, la facilità delle domande attira un numero molto elevato di persone normali, proprio perché queste hanno la certezza della risposta e, di fronte al costo esiguo di un SMS, si sentono incoraggiate a tentare la sorte. Ma più persone giocano, maggiori sono le risposte corrette (i casi possibili) e dunque molto minori sono le probabilità di vincere. Dall'altro lato, ovviamente, cresce il numero degli SMS spediti e conseguentemente si moltiplicano gli introiti di televisioni e compagnie telefoniche.
Ma che importa? Quel che conta è che chi gioca sia contento, e i tanti che di probabilità nulla sanno, lo sono eccome. Come si diceva una volta: contenti loro, contenti tutti.