di Guglielmo Rubini
(apparso in origine su mytech.it il 19/05/2009)
Buone impressioni per il "motore computazionale della conoscenza" andato in beta pubblica in questi giorni. Ma niente a che vedere con Google. Almeno per il momento…
Non chiamatelo motore di ricerca. Almeno nell'accezione in cui siamo abituati a considerare un search-engine da Google in poi. Wolfram Alpha (WA) è invece - come da definizione ufficiale - un "motore computazionale della conoscenza", ovvero uno strumento per generare risultati altamente strutturati a partire da database chiusi di informazioni. Niente a che vedere quindi con la babele dell'attuale web, dove i dati sono per lo più destruttarati e difficili da sondare nella loro interezza.
Da qualche giorno Wolfram Alpha è uscito dalla beta privata e un po' tutti ci siamo fiondati ad effettuare i primi test. Anche perché nei mesi scorsi era stato erroneamente presentato come l'ennesimo anti-Google. Quando invece si tratta di uno tool che guarda in tutt'altra direzione. Se proprio si vuole fare un paragone, sarebbe meglio prendere come riferimento Wikipedia [...]: Wolfram Alpha dà il meglio di sé, infatti, quando si è alla ricerca di informazioni molto precise, come ad esempio una data, un personaggio, un evento o dati statistici.
[...]
[...] Di fronte alla query "To be or not to be?", WA è abbastanza saggio (e ironico) da rispondere "That is the question". Oppure, la risposta alla domanda "How many roads must a man walk down before you can call him a man?" è ovviamente "The answer my friend is blowing in the wind" (Bob Dylan).
Per quanto Google di recente abbia fatto qualche passo che va in questa direzione, WA sembra molto meglio posizionato per diventare il tool di riferimento del web semantico (o 3.0 che dir si voglia). Utile per chi utilizza la rete come strumento di lavoro o studio, anche perché per ogni risultato sono sempre disponibili (in maniera trasparente) le fonti da cui il software ha attinto per elaborare i risultati. Così come vengono elaborati spettacolari diagrammi e timeline che permettono di trovare al volo una risposta approfondita ai propri dubbi.
L'affidabilità data dalla chiusura delle fonti costituisce un punto di forza, ma anche la principale debolezza di WA: sono molte le domande a cui non sa rispondere perché non dispone di un database di riferimento. Ma un po' tutti i commentatori (The Guardian, Technology Review, E-Media Tidbits, Cnet) sono daccordo: il meglio WA potrà darlo quando le informazioni sul web saranno pubblicate in maniera più strutturata. Per ora quindi il verdetto è: promosso, ma con riserva.