Saturday, May 30, 2009
Cocktail finnici
Il post sull'epitaffio di Diofanto, con quella "somma di frazioni", ha risvegliato in me un curioso ricordo: il modo in cui i baristi finlandesi preparano i cocktail. Ho assistito al fenomeno per la prima volta nel 1999, e poi svariate altre volte durante i miei successivi viaggi nella terra dei quasi duecentomila laghi. Da noi un barista sa esattamente come fare: sa quali sono gli ingredienti e naturalmente ne conosce le proporzioni, il cocktail è dunque presto fatto, anche se immagino la cosa richieda un minimo di esperienza, soprattutto all'inizio. In Finlandia, invece, si opera diversamente: anche lì i baristi conosco (quasi sempre) gli ingredienti, ma per la miscelazione si avvalgono di piccoli misurini metallici; dunque prima si riempiono i misurini e solo successivamenti questi vengoni riversati nello shaker. È il trionfo della standardizzazione, ma soprattutto della mancanza di cultura per certe cose. A proposito, ho notato che i Finnici fanno a modo loro anche per quanto riguarda la birra: utilizzano spesso delle particolari macchinette concepite apposta per versare la birra; ricordano un po' le macchinette del caffè; si posiziona il bicchiere (che all'inizio è inclinato) e la macchina versa il liquido con una velocità tale da creare il giusto livello di schiuma (e alla fine il boccale si raddrizza da solo sino alla posizione verticale). Per fortuna in molti pub si procede ancora a mano. Sono comunque situazioni che mi hanno messo addosso un mare di tristezza.