Negli ultimi tempi sono entrate nel gergo giornalistico e telegiornalistico, e quindi in quello comune, parole come attenzionare e sparatore. Parole che suonano orribili alla consuetudine del nostro udito padano. Da noi quei termini non esistono: si tratta infatti di importazioni dal Toscano parlato in Italia.
Di fatto il Toscano è ormai costituito da due tronconi: quello parlato qui da noi e quello di matrice italiana; per ragioni ovvie, quest'ultimo è sempre più diffuso anche nelle nostre terre.
Nulla di male naturalmente, quindi nulla di male anche a voler rimarcare le differenze.
Mi piacerebbe si parlasse apertamente di due lingue distinte, un po' come l'Inglese britannico si differenza da quello statunitense, canadese, australiano e neozelandese.
Le differenze sono numerose e innegabili: ci vorrebbero molte pagine per parlarne diffusamente. Può essere utile ricordare un caso molto tipico ed evidente: lo scambio tra la transitività e l'intransitività di alcuni verbi. Verbi che nella nostra lingua sono seguiti abitualmente da un complemento indiretto o da nessun complemento (sparare, sputare, scendere, ...) nel Toscano italiano prendono il complemento oggetto: per noi si spara a qualcuno, per loro si spara qualcuno. Un'espressione come ti sputo da noi significa sputo a te, da loro sputo te. Esiste anche il caso opposto. Verbi che per noi sono transitivi (salutare, chiamare, ...) per gli Italiani diventano intransitivi (salutare a qualcuno, chiamare a qualcuno). E via di questo passo.
Tutto ciò è innegabile. D'altra parte, come dice il proverbio, il mondo è bello perché è vario: noi siamo noi e loro sono loro.