Friday, August 22, 2008

Teste di minchia in libertà

Stamattina sono uscito di casa per andare in ufficio e passando in auto di fianco alla chiesa del paese ho notato come sul muro laterale sia comparsa la scritta "suca". In Meneghino significa zucca (anche nel senso di testa) e si pronuncia süca, ma le probabilità che queste fossero le intenzioni dell'autore sono piuttosto scarse, diciamo pure nulle. Più sensato pensare al significato siculo del termine.

Una delle tante forme di degrado dei tempi moderni, preceduta dalla forma di degrado peggiore in casi come questi: quella di pensare che queste siano cose da poco, per le quali non vale nemmeno più la pena di scandalizzarsi, che siano delle semplici bravate anziché atti di vandalismo vero e proprio; oppure inerpicarsi lungo i sentieri dei pericolosissimi distinguo: da una parte la condanna per chi riempie i nostri muri di scritte insignificanti e dall'altra qualcosa a metà tra l'assoluzione e la lode per chi invece li riempie di disegni sgargianti contro (così dicono loro) le brutture delle nostre periferie. Balle, si tratta in entrambi i casi di atti inaccettabili, non solo condannabili, ma che soprattutto andrebbero puniti severamente. Come piace dire a me: colpirli tutti per educarli tutti.

Certo, è difficile tenere alta la resistenza morale quando tutto sembra andare a rotoli. Se è vero che la madre dei cretini è sempre incinta è infatti altrettanto vero, purtroppo, che non è possibile commettere un matricidio selettivo.
Io credo che le soluzioni per colpire la cosidetta cultura dei writers (quella dei graffitari per parlarci chiaro) non siano difficili da trovare, anzi, al contrario sono quanto di più semplice si possa immaginare: prima di tutto una multa adeguatamente pesante, perché toccare qualcuno nel portafogli è sempre efficaciemente persuasivo, e poi un bel periodo di campo di lavoro (settimane o mesi, dipende dai casi), da far scontare in parte anche ai genitori nel caso in cui i figli siano minorenni. Guadagnarsi da vivere e ripagare i danni causati lavorando, magari pulendo altri sgorbi mascherati da graffiti.