L'Italiano, tra le tante occasioni, sembra mostrare il peggio quando è al volante; e lo si vede molto bene ogni giorno, è un fenomeno che capita un po' ovunque, ma che tocca il suo apice nelle città a maggiore colonizzazione (Milano, Torino), quelle in cui il senso di appartenenza alla comunità preesistente (cioè noi) è più flebile.
In particolare sembra essere caduto in disuso il ricorso all'indicatore di direzione, la cara vecchia freccia. E dunque cambi di corsia in autostrada e in tangenziale, e svolte cittadine all'ultimo secondo, si fanno spesso senza segnalare; viene da chiedersi se si tratti di stanchezza cronica o se c'è una malattia che colpisca le dita di certi automobilisti.
Capita anche che, se ci si permette di dare un colpetto di clacson per far notare il mancato azionamento delle frecce, qualcuno replichi con controcolpo prolungato o serie sghemba di controcolpi brevi, talvolta in crescendo (tipo stile sinfonico da orchestra di ubriachi). Arroganza e mancato senso della vergogna in certi casi sono senza limiti.
Che dire? Recentemente in Germania si sta sperimentando con un certo successo il ricorso a soggiorni coatti di qualche mese presso campi di lavoro (in Siberia e in alcune località tedesche) per rieducare individui di una certa pericolosità. Sarebbe il caso che qui si ricorresse a qualcosa di simile, e quanto prima. Ad esempio propongo come location ideale grossi allevamenti di vacche dove alcuni possano dedicarsi a spalare merda dalla mattina alla sera; d'altra parte certe merde è meglio che stiano nel loro ambiente naturale.
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