Una stampa acritica e nazionalista fa più danni di quanto si possa immaginare. In ambito musicale, in particolar modo in fatto di rock e rock duro, le riviste cartacee (ieri) e quelle on-line (oggi) si sono prevalentemente caratterizzatele per una diffusa mancanza di serietà e per un'eccessiva partigianeria nei confronti dei gruppi locali. Alla fine, il far passare per capolavori prodotti mediocri partoriti da gruppi altrettanto mediocri, non solo non giova alla scena musicale di tutta la nazione ma nemmeno ai gruppi stessi.
Di Gold (2001) dei Presence avevo letto un gran bene. I ragazzi napoletani erano stati esaltati in più occasioni, ma una volta di fronte al loro disco la delusione è stata profonda, proprio perché nutrita da una falsa illusione, alimentata da superficiali riviste di settore. I Presence di questo disco propongono un ordinario prog rock di stampo piuttosto antico, ormai superato dai tempi e francamente oggi non più proponibile. La registrazione è abbastanza scadente e il risultato complessivo non consente di parlare di sufficienza. E allora il capolavoro dov'è?