Monday, March 15, 2010

I tre tipi d'astensione

Tratto dal blog www.davidegiacalone.it:

[...] Ci sono tre tipi d'astensione, che hanno tre significati diversi. Da noi si mette tutto nello stesso calderone perché la nostra democrazia è giovane e ha alle spalle la dittatura, sicché il voto è (era?) vissuto come affermazione di libertà e responsabilità, quindi il tasso dei votanti è letto come rilevatore della fiducia nel sistema. Ma è un modo rozzo e superficiale di vedere le cose.

C'è un primo tipo d'astensione, di chi non s'interessa o non ritiene che il voto valga la fatica d'andarlo a esprimere. Questo genere di rinuncia non nuoce alla democrazia, anzi, è tipico delle più solide. Negli USA votano in pochi, mentre gli altri non ritengono che la vittoria di Tizio o Caio cambi poi molto, nella propria vita. [...].

Poi c'è l’astensione di chi pensa che sono tutti uguali e tutti fanno schifo. Anche questa è fisiologica, perché connaturata al qualunquismo e coniugata con la rivincita degli esclusi e dei perdenti. In questo secondo caso, però, se la percentuale cresce troppo equivale a un allarme: il sistema politico ha perso contatto con la realtà sociale.

Poi c'è il terzo tipo d'astensione, ed è quella che, dal 1996, determina le nostre sorti elettorali: quella di chi è schierato da una parte, ma, qui e ora, non condivide quel che fanno i propri paladini, sicché li punisce non votando. È molto diversa dalle altre due, perché è frutto di una scelta politica. I sondaggisti lo dicono anche oggi: chi s'è disamorato per una parte non va a votare per l'altra. [...].