Sunday, March 07, 2010

La scienza ci guarirà. Vincere le battaglie della vita con la prevenzione. Una recensione

Dai numerosi contributi riportati su questo blog dovrebbe essere abbastanza chiaro che di recente ho avuto il piacere di leggere La scienza ci guarirà. Vincere le battaglie della vita con la prevenzione di Luc Montagnier (Sperling & Kupfer Editori, 2009). Il libro è stato scritto con Dominique Vialard (titolo originale Les combats de la vie, traduzione di Andrea Mazzo).

Un piccolo consiglio: saltate tranquillamente le recensioni che appaiono in Rete; sono poco significative e frutto di numerose e raffazzonate operazioni di "copia e incolla".

In questo breve testo il premio Nobel per la medicina 2008 e scopritore (nel 1983) del retrovirus dell'AIDS, ci presenta con uno stile, forse non pienamente lineare, un modo interessante e soprattutto non dogmatico di guardare alla scienza medica, alle sue conquiste passate, alle sue prospettive future e alle sempre più ineludibili implicazioni etiche.

Dopo una breve prefazione di Umberto Veronesi, viene presentato un prologo di grande fascino il cui titolo suona tanto programmatico quanto curioso e suggestivo: "Vivere a lungo: il viaggiatore con due bagagli". Altrettanto interessante è l'introduzione "Non morire d'ignoranza".

Il libro vero e proprio si apre con una prima parte in cui si introducono al lettore i principali concetti biologici (non sempre semplici) alla base delle nostre barriere immunitarie, soprattutto in prospettiva di nuove epidemie che l'umanità sarà inevitabilmente chiamata ad affrontare. Si parla di immunità innata e di immunità acquisita, di difese endocrine, infiammatorie e nervose, di immunodepressione e di Pasteur. Si citano concetti di cui sentiremo parlare sempre più spesso, come la zoonosi, e si ripercorrono alcune infezioni passate come l'influenza spagnola (quella storica del 1917), l'influenza aviaria e ovviamente la quasi dimenticata SARS. Ma si parla anche di febbre emorragica, di un possibile ritorno di peste, colera e della tubercolosi, del virus Ebola, di AIDS, vaiolo e bioterrorismo.

La seconda parte è invece interamente focalizzata sulle tematiche dell'AIDS e del relativo virus. L'autore rilegge in chiave storica le vicende degli ultimi tre decenni, citando teorie, episodi e incidenti diplomatici quasi sconosciuti al grande pubblico.

La sezione terza, una delle più interessanti, sviscera i concetti di stress ossidativo, notoriamente cari all'autore. Si parla di invecchiamento, usura cellulare, omega 3, radiazioni, alimentazione artificiale e di malattie croniche (cancro, disturbi neuro-degenerativi, ruggine articolare); si parla dei famosi prioni della mucca pazza e delle terribili malattie autoimmuni. Ma si discorre, anche e soprattutto, degli straordinari antiossidanti (in primis l'estratto di papaia fermentata o FPP) che ci aiutano a sconfiggere i mali del tempo e a prolungare la nostra vita, vivendola meglio e in maniera più sana.

Infine Montagnier ci porta verso la medicina del futuro, dal carattere non solo preventivo ma addirittura predittivo, e si sofferma a lungo sulle pericolose derive di un impero farmaceutico dove le multinazionali fanno il bello e il cattivo tempo. È in queste pagine che emerge tutto il rigore morale, ma ancor prima scientifico, di un uomo che in molti hanno ritenuto e continuano a ritenere scomodo; scomodo per l'ostinazione ferrea (ma degna di enorme ammirazione) di non volersi piegare alle logiche di profitto economico della medicina e della farmacologia moderne, quelle che egli stesso sintetizza nell'espressione "Big Pharma veglia su di noi" (volutamente e paurosamente simile al "Big Brother is watching you" di orwelliana memoria).
Qui si parla dei problemi della ricerca, soprattutto nell'Europa del sud, di fiaschi francesi e successi USA, dello strapotere statunitense, di pubblicità del farmaco, di biotecnologie, di assicurazioni sanitarie e di buchi (di bilancio) della sanità.
Ma, per fortuna, su un versante meno funereo e pià carico di speranze, si parla anche di "tagliando" del corpo, di "obiettivo raffreddore zero" e, più in generale, di longevità.

A chiusura un epilogo dal titolo non equivoco: "L'illusione dell'immortalità", in cui si affrontano argomenti scottanti con un taglio prettamente filosofico.

Da segnalare, nelle pagine finali, un utilissimo glossario.

Senza dubbio un gran bel lavoro che mi sento di consigliare a tutti: a chi ha la mente già sufficientemente aperta e a chi desidera allargare i propri orizzonti conoscitivi.