Sunday, March 07, 2010

Liste di dementi e posizioni demenziali

La recente vicenda politica delle liste elettorali e dell'esclusione di alcune di esse (in Lombardia e Lazio) credo si possa leggere in termini psichiatrici.

Cronologicamente le cose sono andate più o meno così: (a) dementi hanno creato leggi dementi, (b) per conseguenza di queste leggi, da una parte, e dell'atteggiamento furbesco di alcuni capi-corrente, dall'altra, si sono creati prevedibili pasticci (tanto prevedibili dall'uomo della strada, quanto non previsti dai politici di professione), (c) il governo si è visto costretto a emanare un provvedimento, orripilante nella forma ma ovvio nella sostanza, per limitare gli effetti di quelle iniziali leggi dementi.

Come era logico attendersi, il tutto si è risolto all'italiana (cioè in modo ridicolo e vomitevole allo stesso tempo).

Il dato saliente è che il PDL ha confezionato una pessima figura. Ma a margine di ciò, come se il livello raggiunto non fosse ancora abbastanza basso, alla demenza si è aggiunta la demenzialità del PD di Bersani (uomini come Cacciari hanno invece mostrato di avere almeno un minimo di sale in zucca), secondo cui sarebbe stato logico accettare di tenere delle elezioni elettorali senza che almeno metà della popolazione fosse politicamente rappresentata.

Ora, in un Paese normale (quale non è la cosiddetta Italia) ci si aspetterebbero due cose: (a) un voto massiccio alla Lega, (b) un aumento della componente secessionista all'interno della Lega stessa. Ma temo che l'elettore italico deluderà anche questa volta.