Saturday, April 10, 2010

Tendenze suicide

In occasione del loro precedente Core ho dedicato ai Persefone ben due post (vedi qui e qui). Nonostante i principali critici di allora oscillassero tra benevolenza ed entusiasmo, nei confronti dei giovani musicisti di Andorra ho espresso sin da subito parecchie perplessità.
Con l'uscita del successivo Shin-Ken (2009), ascoltato a lungo in questi ultimi giorni, il copione sembra in qualche modo ripetersi. Quasi tutte le recensioni lette in Rete amplificano ulteriormente i pareri positivi espressi in precedenza; dal canto mio, invece, i dubbi del passato si sono ora trasformati in un consolidato giudizio negativo.
Uno dei principali punti deboli di Core era rappresentato dal cantato: anonimo nelle rare parti pulite e poco incisivo durante il più diffuso approccio growl. A mio avviso con il nuovo Shin-Ken i Persefone fanno ancora peggio: ad avermi stupito è stato un innesto inatteso, pesante e inopportuno di elementi propri del black metal, sia a livello vocale che musicale vero e proprio. Ma stranamente di ciò sembrano essersi accorti in pochi. E il black metal in questo lavoro ci sta decisamente male.
Verrebbe da dire che se solo lo volessero, date le non comuni capacità tecniche, quest giovani ragazzi dei Pirenei potrebbero essere una perfetta macchina di moderno heavy metal, ma evidentemente certe tendenze un po' immature (il ricorso forzato a death e black metal) continuano a lasciare il loro talento ancora largamente inespresso. Se ieri gli Opeth rappresentavano un modello di riferimento, oggi questo modello appare molto distante.