Saturday, August 21, 2010

Liepāja e la riserva naturale del Lago Pape

Quando si è al mare, una giornata di tempo incerto andrebbe considerata un'ottima occasione per rompere la consuetudine quasi meccanica della sequenza tintarella-bagno-tintarella.
Da questo punto di vista le opportunità offerte dalla collocazione geografica di Palanga sono piuttosto ampie e, tanto per cominciare, anche quest'anno ne abbiamo approfittato per un'escursione di qualche ora nella vicina Lettonia. Se tuttavia lo scorso Agosto aveva segnato la scoperta di un luogo tanto inconsueto come Nida (vedi il post Lettonia. La Nida sconosciuta e la casa di Birutė), quest'anno a prevalere sono stati soprattutto elementi di delusione.

Una delle prime cose che si notano entrando in terra lettone è il divario tra i paesaggi ordinati e frizzanti della Samogizia settentrionale e i toni alquanto dimessi della Curlandia del sud. Liepāja, città principale e capoluogo dell'omonimo distretto amministrativo, è una sintesi perfetta dell'atmosfera di decadenza cui accennavo sopra. Per quanto siano in atto sforzi per trasformare la terza città della Lettonia in un polo di attrazione turistica, per ora sembra che i frutti siano stati raccolti solo in minima parte. Certamente è riuscita l'impresa di trasformare Liepāja nella capitale lettone della musica rock (impossibile rinunciare a una foto accanto alla gigantesca chitarra esposta davanti al Rock Cafè, il primo del Paese), ma a conti fatti tutto ciò appare un po' troppo limitativo. Trasformare le prigioni del vecchio quartiere di Karosta in un'esperienza per turisti in cerca di avventure un po' forti sembra invece aver pagato molto meno del previsto.
Da un punto di vista paesaggistico (in termini di mare e spiagge sabbiose) Liepāja non è dissimile da località rinomate e affollatissime come Palanga (in Lituania), Jūrmala (nella stessa Lettonia) e Pärnu (in Estonia); qui a fare la differenza - in negativo - è però la forte carenza di strutture turistiche. Un vero peccato, specie se si considera che Liepāja potrebbe combinare in sé sia l'esperienza del mare che quella del vicino e omonimo lago (anch'esso non valorizzato).

Sulla strada del ritorno abbiamo colto l'occasione per visitare la Riserva Naturale del Lago Pape, un'area - naturalisticamente parlando - con tutte le carte in regola per mobilitare sciami di visitatori, ma che è sfruttata in percentuali minime rispetto alle sue potenzialità. Tra gli elementi particolarmente negativi segnalo un cartello con l'indicazione di un'area dove poter ammirare il famoso bisonte europeo; peccato che arrivati lì, dopo alcuni chilometri di strade sterrate, si incontrino soltanto cavalli e una torre di osservazione alquanto fatiscente.