Saturday, November 13, 2010

Un libro sull'impossibilità e i limiti della scienza

Dopo I numeri dell'universo. Le costanti di natura e la Teoria del Tutto (vedi mia recensione del 10 Ottobre 2010), mi sono imbattuto in un altro libro di John D Barrow: Impossibilità. I limiti della scienza e la scienza dei limiti (1998, traduzione dall'Inglese al Toscano a cura di Isabella C Blum).
A margine va detto che, incredibilmente, almeno questa volta il titolo originale è stato tradotto in modo fedele: una vera rarità.

Il fatto che nelle ultime settimane su questo blog siano apparse decine di citazioni a estratti da questo lavoro è segno di quanto esso abbia incontrato i miei gusti e il mio favore. Se escludiamo un paio di capitoli dedicati a elucubrazioni di natura cosmologica (argomento a me sempre meno gradito), le pagine restanti (la maggior parte) sviscerano con stile e competenza un tema tanto centrale nella scienza di oggi quanto ignorato dal pubblico.

Barrow ci introduce qui al tema dell'impossibilità, intesa non come limite, ma - al contrario - come potentissimo fattore di progresso per la scienza degli ultimi cento anni. E a pensarci bene è proprio così: limitandoci ai tre casi più noti (non gli unici), cosa sono la velocità della luce (Einstein), il Teorema di Incompletezza (Gödel) e il Principio di Indeterminazione (Heisenberg) se non evidentissimi limiti alle nostre possibilità di conoscenza? Eppure, l'aver conseguito e formalizzato questi risultati ci ha fatto compiere un enorme salto di qualità. E il balzo è tanto grande che ancora oggi si fatica moltissimo a comprenderne la portata.

Un po' come nella vita di tutti i giorni possiamo ignorare la relatività e le leggi quantistiche - Newton è più che sufficiente - allo stesso modo, quotidianamente e inconsciamente, continuiamo ad avere della scienza una visione strettamente ancorata al felice e rassicurante quadretto illuminista e positivista dei secoli scorsi.
Se da una parte l'uomo comune continua a pensare a quello che la scienza può fare e alla sua grandezza, dall'altra parte, da molto tempo ormai, i fisici, i matematici e gli scienziati in genere vanno nella direzione opposta, e della scienza studiano soprattutto i limiti. Che ci fanno crescere.

Lavoro consigliato, in primis all'amico Gabriele (che certamente apprezzerà).