Erano gli anni di Back Street Symphony (1990), il loro acclamato debutto. Disco che in patria (Inghilterra) li ha resi subito grandi, ma che nel resto del vecchio continente è stato accolto con una certa timidezza. Il successo mondiale è arrivato l'anno successivo: la pubblicazione USA del loro disco d'esordio ha sortito un effetto a catena che li ha proiettati ai vertici delle classifiche di settore anche qui in Europa.
Il collega Claudio mi ha chiamato per il loro concerto milanese a supporto di Robert Johnston's Tombstone, l'album uscito nel 2006. Era il 27 Marzo 2007 e l'esibizione ha avuto luogo al vecchio Rainbow, vecchio in tutti i sensi, un locale ormai imparagonabile con gli elevati standard dei club concertistici continentali.
Quella sera non credo ci fossero più di cento persone. Bowes è salito sul palco per ultimo. All'inizio è stato uno shock (credo per tutti): del ragazzo che ricordavo era rimasta solo la voce, ancora splendida, anzi, impreziosita dagli anni; per il resto l'uomo davanti a noi era un Inglese di mezza età, con una discreta pancetta, una silhouette non propriamente atletica e capelli brizzolati cortissimi. È stata una delle serate più belle che ricordi. Grande musica riproposta con energia e semplicità, e Bowes a dialogare continuamente con il pubblico nella sua morbida pronuncia squisitamente British.
Tra pochi giorni uscirà il nuovo lavoro Bang! (per la napoletana e attivissima Frontiers Records, www.frontiers.it). Che dire? Ci sono album nati per essere ascoltati solo su disco (in macchina, a casa, ...), altri solo dal vivo, e altri che rendono bene in entrambe le dimensioni.
Bang! appartiene al secondo di questi tre tipi. Qui dentro troverete dosi abbondanti di ciò che si è soliti definire sano e buon vecchio rock and roll, con tutti i pregi e i limiti del caso.
Fan esclusi, non mi sentirei di consigliarne l'acquisto, i brani scorrono fluidi come se appunto ci si trovasse a un concerto in un piccolo locale di provincia, ed è quella, a mio parere, la dimensione perfetta per i Thunder oggi. I Thunder oggi sono in primo luogo un gruppo che vale la pena di vedere dal vivo. Nella loro musica non c'è nulla di nuovo, ma quel che c'è è fatto, suonato e cantato bene.
Spero faranno nuovamente tappa a Milano, anche se al momento le notizie non sono promettenti: l'esibizione più vicina è in Svizzera a inizio 2009, e non c'è ancora traccia di alcuna data nel sud Europa; mi auguro le aggiungano presto.
Per un approfondimento è possibile visitare il loro sito ufficiale www.thunderonline.com (non spaventatevi, è un po' casereccio) dove, con sorpresa, ho trovato la scaletta del concerto milanese dello scorso anno:
Loser
Dirty Dream
Higher Ground
Low Life In High Places
Laughing On Judgement Day
Gimme Some Lovin'
Robert Johnson's Tombstone
A Million Faces
River Of Pain
The Devil Made Me Do It
Fade Into The Sun
Love Walked In
I Love You More Than Rock 'N' Roll
You Can't Keep A Good Man Down (bis)
Backstreet Symphony (bis)
Dirty Love (bis)