Saturday, January 08, 2011

Lettera a Paolo Grimoldi sul caso Anna Frank

Caro Paolo, mi permetto di darti del tu visto che sei più giovane di me, e per il fatto che ci siamo fugacemente conosciuti una decina o dozzina d'anni fa a Piacenza, in occasione di una riuscitissima manifestazione dei Giovani Padani.
La notizia che mi porta a scriverti è vecchia ormai di un anno, ma evidentemente me l'ero persa. Ho letto di una tua interpellanza a proposito del Diario di Anna Frank; non ti si cita nemmeno per nome, si parla genericamente di un imbecille leghista. Lascia stare per favore, non è questo l'ambito in cui si richiede il tuo intervento (né quello di alcuno, per la verità). Sei stato eletto al Parlamento di Roma, che ti ricordo essere la capitale di uno Stato straniero e oppressore nei nostri confronti, per portare avanti le nostre sacrosante istanze indipendentiste, e mi piacerebbe che ti occupassi seriamente di questo. Nei tuoi interventi televisivi, un po' troppo pacati, vorrei sentirti usare più spesso la parola Padania e un po' meno la parola Italia, a meno che quest'ultima non sia correttamente riferita ai territori compresi tra il Lazio e la Calabria. I dodici mesi trascorsi spero ti siano serviti per più di una riflessione su questo caso; la censura non si applica alla letteratura. L'obiettivo da raggiungere è ancora lontano e la strada da percorrere ancora lunga. Non dimenticare chi rappresenti.

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