Friday, December 25, 2009

Bravi in matematica

Ieri mi trovavo in una grossa libreria di Milano in cerca di qualche buon libro da regalare ai miei genitori e a mia sorella per Natale. Naturalmente ho subito approfittato dell'occasione per regalare qualcosa anche a me stesso.
Tra i tanti titoli a disposizione la scelta (un po' frettolosa) è caduta su Bravi in matematica di Walter Maraschini (2008, Bruno Mondadori, www.brunomondadori.com). In effetti avevo poco tempo, cercavo un libro curioso, di prezzo non elevato e soprattutto di poche pagine in modo da non sottrarre tempo prezioso ai miei studi.

Credo che tra i numerosi libri di carattere matematico letti nel corso della mia vita questo sia il più disomogeneo e raffazzonato di tutti. Riporto il seguente breve passo dall'introduzione:

Le pagine che seguono si rivolgono a chiunque abbia avuto difficoltà in matematica o sia stato vicino a persone in sofferenza per tale materia: persone, magari colte, che non l'hanno mai digerita, dalla scuola in poi; quelli che ne dicono «io non ne ho mai capito niente»; genitori alle prese con figli con debiti scolastici in matematica; insegnanti di scuola media o superiore, che si sentono impotenti di fronte all'analfabetismo e alla riluttanza matematici dei loro studenti; signori qualunque cui piacerebbe rinverdire qualche antica conoscenza; giovani, che magari vogliono capire se possono affrontare una facoltà a carattere scientifico o se, per una volta, qualcuno dirà loro: Bravo in matematica!

Ebbene, il testo in questione non va minimamente nella direzione dichiarata dall'autore e sembra invece un miscuglio poco ragionato e male assemblato di parti - ora troppo semplici ora troppo difficili - quasi sempre scollegate tra loro. Devo confessare di essermi annoiato a morte per i primi due terzi di lettura, poi di colpo - inattesi - sono saltati fuori alcuni elementi di un certo interesse: gli infiniti di cardinalità superiore al numerabile di Georg Cantor (trattazione che non avrebbe meritato l'appendice in cui invece è stata relegata), le geometrie non euclidee di Saccheri, Lobačevskij, Bolyai, Gauss, Riemann, Klein e Beltrami (ma anche qui le parti più interessanti sono quelle in appendice) e il teorema di Gödel di cui - come ho detto nel post precedente - non si parlerà mai abbastanza.

In definitiva un libro che non mi sento di consigliare, nonostante le tematiche affrontate nelle ultime quaranta pagine, come ho detto, sono senza dubbio interessanti.