Nel suo messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, ieri Benedetto XVI ha fatto due affermazioni di rilievo. La prima - corretta ma estremamente tardiva - è il fatto che la pace non è minacciata soltanto da guerre e terrorismo, ma anche dall'abuso dei beni naturali, che vanno dunque salvaguardati cambiando modello di sviluppo. La seconda è il fatto che un certo ecologismo moderno rischia di far sprofondare l'uomo in un nuovo panteismo con accenti neopagani. Il perché di questa preoccupazione è dettagliata dallo stesso pontefice poco dopo: queste concezioni ecologistiche farebbero infatti derivare dalla sola natura la salvezza per l'uomo. E qui ritorniamo a concetti come la "salvezza dell'uomo" che rendono la visione della Chiesa ostinatamente arretrata e comunque inaccettabile.
Se vogliamo davvero parlare di salvezza dell'uomo (salvezza non certo dal demonio ma dai danni che l'uomo stesso sta causando al pianeta) allora un ritorno a una forma moderna di paganesimo (chiamata appunto ecologia) è l'unica forma di impostazione culturale di massa che ci possiamo augurare. Senza dimenticare che è stata proprio la visione cristiana del mondo (fondata sulla superiorità dell'uomo sulla natura) a causare la pericolosa deriva in cui si trova oggi il pianeta.