È evidente che la lettera di scuse inviata da Massimo Tartaglia a Berlusconi non è che una prevedibile mossa dei suoi avvocati: un atto formale in totale contrasto con il reale pensiero dichiarato dallo psicolabile reo confesso di Cesano Boscone. Spero tuttavia che Berlusconi, a mio avviso troppo animato dalla voglia di voler essere buono a tutti i costi, questa volta non si pieghi a un'ennesima forma di personalizzazione, né voglia perdonare un'azione di tali proporzioni e pericolosità.
Da un punto di vista giuridico questo è un caso di estrema semplicità: che la giustizia faccia dunque il suo corso, senza buonismi di ogni sorta.