Thursday, June 10, 2010

Abolizione farsesca

È quasi imbarazzante dover commentare quel che il governo sta facendo - e soprattutto non facendo - in tema di abolizione delle province. I fatti sono noti a tutti e parlare di provincialismo è battuta sin troppo facile; qui però siamo di fronte a molto peggio: un miscuglio di farsa, dilettantismo e ignoranza.

Una persona sana di mente osserverebbe infatti quanto segue: (1) ci si sta muovendo verso una riorganizzazione delle istituzioni in senso federale (processo che, dato il gran numero di oppositori - equamente distribuiti tra maggioranza e opposizione - sappiamo comunque che sarà lento, poco efficacie e tendenzialmente blando); (2) detto ciò, sarebbe opportuno ripartire le competenze statali su un numero minore di enti, dei quali andrebbe nel contempo aumentato il potere; (3) ne consegue che, in base alla logica più elementare, le attuali province risulterebbero del tutto inutili, sia in quanto ulteriore livello di complicazione, sia perché già oggi dispongono di scarsissime competenze, a fronte, però, di costi elevati.

L'unica soluzione alternativa di tipo sensato sarebbe quella di abolire le regioni trasferendo i poteri alle province. Ma essa risulterebbe più difficile da attuare, meno efficacie e più costosa.

Comunque la si voglia pensare, il buon senso dovrebbe dirci che a non funzionare (anche perché non siamo nelle condizioni economiche per potercelo permettere) è la coesistenza di due livelli intermedi tra Stato e Comuni.

A fronte di queste considerazioni fatico a comprendere la posizione della Lega Nord. Secondo Bossi l'eliminazione di una provincia come quella di Bergamo potrebbe portare alla sollevazione del popolo. Ma a che pro? Per difendere un ente privo di potere? Basta spiegare le cose nel modo opportuno e la gente capirebbe. E poi c'è un'altra cosa che va detta: le province potrebbero benissimo restare così come sono oggi e persino aumentare, ma andrebbero intese nella loro dimensione geografica e linguistica, cosa che non comporta alcun costo. Ciò che va abolito non sono i confini sulle mappe ma le istituzioni e i tanti politici, funzionari e consulenti interni che vi stanno dietro. L'area di Bergamo potrebbe essere, ad esempio, come la Svevia per la Germania; non ha valenza amministrativa ma è una regione storica a cui gli abitanti locali sono particolarmente affezionati. Tra l'altro in Svevia si produce dell'ottima birra.