Friday, June 25, 2010

La bottega orafa

Immaginate di essere il proprietario di una prestigiosa bottega orafa e di avere alle vostre dipendenze dieci artigiani che fabbricano catenine. In base agli accordi contrattuali, ognuno di loro riceve ogni giorno cento grammi d'oro e l'intero quantitativo deve essere obbligatoriamente impiegato nella lavorazione. Quello che sapete per certo è che uno degli artigiani ha il vizietto dell'inganno (per la precisione tiene per sé dieci grammi del prezioso metallo, lavorandone solo novanta); quello che non sapete è di chi si tratta. La difficoltà a individuare il colpevole consiste nel fatto che, una volta realizzata, ogni lavoratore - in forma del tutto anonima - deposita la propria catenina in un magazzino comune; in apparenza non vi è dunque alcuna possibilità di stabilire un legame tra l'opera (la catenina) e il suo creatore.

Esiste un modo semplice per individuare il colpevole? Ovviamente sì. Quello che serve è una normale bilancia di precisione e un po' di ingegno.

Il proprietario dovrebbe fare quanto segue: consegnare 100 grammi d'oro al primo artigiano, 200 al secondo, 300 al terzo, ... e chiedere loro di realizzare in un solo giorno rispettivamente, una, due, tre, ... dieci catenine; ai fini del risultato l'ordine con cui vengono scelti i dieci artigiani non conta. Il proprietario, a questo punto, non dovrà far altro che raccogliere l'insieme delle catenine realizzate e pesarle tutte quante su di un'unica bilancia. Il colpevole non avrà scampo. Un ammanco di dieci grammi rispetto al totale previsto segnalerà infatti la colpevolezza del primo artigiano, un ammanco di venti grammi inchioderà il secondo, e così via.

Per quanto riproposto qui in forma moderna, si tratta in realtà di un problema (con relativa soluzione) particolarmente antico.