Tuesday, June 08, 2010

Belgio. Appunti di viaggio

In teoria in Belgio avremmo dovuto trovare pioggia; da quelle parti, infatti, le precipitazioni medie superano quasi sempre i 250 giorni l'anno (almeno così dicono le statistiche). Nella pratica, forse perché di acqua ne avevamo già presa a sufficienza sia in Danimarca che nei Paesi Baschi, ci siamo trovati di fronte a tre giorni e mezzo di sole pieno, e la pioggia (a sprazzi) è arrivata solo nel pomeriggio di domenica.
Purtroppo, come si suol dire, non è tutto oro quel che luccica: temperature comprese tra i 25° C e i 30° C e un elevatissimo tasso di umidità hanno di fatto creato una combinazione micidiale, rendendo la nostra visita meno piacevole di quanto si possa pensare. Ma è inutile lamentarsi.

Detto questo, a proposito di nazioni create artificialmente... possiamo aggiungere che se l'Italia non esiste, ancor meno esiste il Belgio, che in questa sede verrà fatto coincidere con la sola Bruxelles.

La Bruxelles che abbiamo visto è una città con non poche contraddizioni. Sul fronte architettonico la Grand Place e i suoi immediati dintorni (dove si trova anche il celebre e celebratissimo Manneken Pis) sono senza dubbio luoghi di gran pregio e bellezza, e lo stesso vale per i numerosi musei, anch'essi quasi sempre situati in centro. Interessanti anche i caratteristici negozi di dolci e cioccolato, sebbene i loro arredi rimandino a contesti climatici più invernali. In ambito più decentrato abbiamo particolarmente gradito il quartiere che fa perno intorno a Piazza Schuman, sede di diverse istituzioni europee e affollato di piacevoli pub e ristoranti, in un'atmosfera a metà strada tra Inghilterra e Paesi Bassi.
Ma se dai luoghi ci si sposta alle persone, le cose cambiano sensibilmente. Bruxelles brulica notte e giorno di due tipi di umanità; umanità diverse ma che spesso finiscono per intrecciarsi e a volte per confondersi. Da un lato i turisti, in numero smisuratamente grande, e dall'altro la parte più visibile della popolazione locale: Arabi, Nordafricani e gli immancabili terroni. Per avere un'idea più precisa bisognerebbe pensare a un ipotetico frullato etnico di Marsigliesi e Napoletani.
Decisamente al di sotto delle attese le proposte culinarie offerte dai ristoranti cittadini; sembra anzi che nei confronti del turista si tendano a praticare comportamenti ingannevoli e truffaldini non dissimili da quelli (odiosissimi) in uso a Venezia.
La Bruxelles notturna delle zone semi-centrali è infine uno spettacolo poco edificante, soprattutto per le scene di degrado urbano e di prostituzione a cielo aperto.

A leggere queste parole ci si può forse fare un'idea eccessivamente negativa della nostra permanenza in città. In realtà, per quanto indiscutibilmente interessante, Bruxelles ci è sembrata il momento meno esaltante del nostro viaggio, incentrato invece su alcuni luoghi incantevoli di Fiandre e Vallonia. Ma per noi quelli non sono Belgio.

Un ringraziamento particolare va alla nostra amica Ieva (originaria di Vilnius) e al fidanzato Henrique (di Porto) che hanno rallegrato - e non poco - la nostra breve e torrida vacanza.