Sunday, February 28, 2010

Dalla speranza della genomica alla routine della proteinomica

"Al pubblico, e ai politici, è stata propugnata l'idea che il sequenziamento del DNA che costituisce il genoma umano - prodezza tecnica impensabile anche soltanto vent'anni fa - avrebbe consentito la messa a punto di nuovi farmaci e la guarigione dalle grandi malattie che affliggono l'umanità. Poiché ci si rende conto che quella strada non ha portato a nulla, ecco che ora si ripiega sui prodotti dei geni, le proteine, tentando di dedurne le funzioni strutturali in tre dimensioni. Si passa così dalla genomica alla proteinomica. Alle batterie di sequenze subentrano ora le batterie di spettrometrie di massa. Poi si costruiscono reti funzionali con frecce colorate che partono in tutte le direzioni da piccoli pallini che dovrebbero rappresentare le proteine. Dal punto di vista dell'informatica è uno splendido lavoro, quasi artistico! Non sto dicendo che questa strada non vada esplorata, ma che non dovrebbe essere la sola. Dal punto di vista di un fisico della materia, si tratta di una rappresentazione assai basilare delle molecole, che non le mette in interazione le une con le altre se non per contatto fisico, escludendo la possibilità di un'azione a distanza.
Questa visione schiaccia ogni altro tipo di ricerca, e intere discipline come la fisiologia, la biochimica classica, la microbiologia vanno spegnendosi per mancanza di ricercatori. Abbiamo dimenticato che la biologia molecolare era solo un approccio fra tanti: come ogni sviluppo delle scienze, presenta dei limiti e sarà un giorno sostituita da una visione più ampia, che finirà per inglobarla".

Dal capitolo "Insuccessi e speranze della ricerca biomedica" tratto da La scienza ci guarirà. Vincere le battaglie della vita con la prevenzione di Luc Montagnier con Dominique Vialard (2009, Sperling & Kupfer Editore).