Sunday, February 28, 2010

In biologia meglio i ricercatori anziani di quelli giovani

"[...] In matematica, i ricercatori dalla più spiccata inventiva hanno meno di quarant'anni. In biologia, però, non è sempre così. È questo un campo in cui si progredisce con l'età, in cui la creazione avviene spesso mediante un'interazione fra conoscenze che sono immense. Il ricercatore anziano beneficia quindi di un sapere che i giovani non hanno e che non possono acquisire; l'obiettivo di questi ultimi consiste piuttosto nel conquistarsi un buon posto e, a tale scopo, sono inevitabilmente costretti a lavorare in ambiti già noti, presso patrocinatori riconosciuti. Il giovane ricercatore costruisce il suo piano di carriera e lo persegue non tanto ricercando la grande innovazione, avventura azzardata in termini sia economici sia professionali, ma pubblicando - e a spron battuto - lavori attesi, e il più presto possibile. Dal punto di vista dell'innovazione, gli anziani possono invece agire in piena libertà, coltivando l'entusiasmo della scoperta, il viaggio interdisciplinare, l'arte del distacco".

Dal capitolo "Insuccessi e speranze della ricerca biomedica" tratto da La scienza ci guarirà. Vincere le battaglie della vita con la prevenzione di Luc Montagnier con Dominique Vialard (2009, Sperling & Kupfer Editore).