Manifestazioni come il terremoto di questa notte vicino a L'Aquila sono un monito ben preciso. Per metterla in termini semplici: la forza dell'uomo, di fronte a quella della Natura, non può quasi nulla. Viviamo costantemente nell'illusione di una vita in cui l'uomo sta al di sopra di tutto, quella che io definisco una delle peggiori eredità lasciateci dal Cristianesimo. Ogni tanto una qualche calamità naturale ci sveglia dal torpore, ma bastano pochi giorni e ricominciamo a comportarci come prima.
Un terremoto (ancor più di un'eruzione vulcanica), allo stato delle conoscenze scientifiche attuali, è di fatto impossibile da prevedere. Quando ti accorgi delle prime scosse non c'è il tempo utile per mettere in salvo la popolazione, devi solo sperare che l'epicentro sia in una zona isolata, o a grande profondità, e che comunque i danni non siano troppo ingenti. Sperare. Per contro sappiamo però tantissime altre cose che ci permettono (o ci permetterebbero) di fare una buona prevenzione. Per esempio le mappature delle aree sismiche di tutta Europa (e non solo) sono puntuali e molto affidabili; questo dovrebbe indurre a focalizzare in quelle zone gli sforzi per costruire secondo criteri antisismici.
Logico, in un contesto come questo, porre al governo un paio di semplici domande: è sensato costruire un ponte sullo stretto di Messina? Non sarebbe il caso di inserire nel cosiddetto Piano Casa la possibilità di abbattere le vecchie abitazioni e ricostruirle, oltre che con criteri di bioedilizia, anche secondo metodologie antisismiche?