Come ampiamente prevedibile i giornali hanno parlato della visita di Obama ad Ankara come della sua ultima tappa in terra europea. La geografia, lo si è capito da tempo, non è materia in cui la stampa italica eccelle (lo stesso dicasi per la maggioranza degli Italiani).
In proposito avevo scritto due post: "Turchia nella UE. Come si fa a dire sì?" del 22 Gennaio 2008 (tra l'altro primo giorno di vita di questo blog) e "Berlusconi e la geografia"del 13 Novembre 2008.
Da allora, per certi versi e nonostante il cambiamento di presidente degli Stati Uniti, non è cambiato nulla: gli USA, per interessi non difficili da immaginare, continuano a spingere per l'ingresso della Turchia nella UE e Berlusconi continua a dirsi d'accordo con questa soluzione.
Va però segnalato che, per altri versi, qualcosa sta mutando: in questi ultimi giorni Francia e Germania hanno dichiarato in modo aperto e trasparente la loro contrarietà a un ingresso dello stato asiatico nell'unione europea, proponendo, come ragionevole, una soluzione di partnership privilegiata. Dal canto suo Berlusconi ha già messo le mani avanti avanzando un'ipotesi di compromesso (ovvero la Turchia entra nella UE ma sarà necessario un certo numero di anni prima che si realizzi in modo compiuto la liberalizzazione dei flussi delle persone).
Inutile dire che il compromesso proposto da Berlusconi è inaccettabile.