I Disillusion (www.disillusion.de) sono un trio di Lipsia. Hanno esordito con due mini CD, credo autoprodotti, dei quali non so assolutamente nulla ("Three Neuron Kings" del 2001 e "The Porter" del 2002). A questi hanno fatto seguito due album accolti con grande entusiasmo dalla critica.
Il primo di questi è "Back To Times Of Splendor" (2004, Metal Blade), un concentrato di death metal svedese inframezzato da soluzioni interessanti e veri e propri guizzi di genio. Ma il death metal, si sa, è un genere all'interno del quale è molto difficile differenziarsi con proposte fresche e innovative (almeno per coloro che non si chiamano Opeth, forse l'unico gruppo che nel corso degli anni ha saputo rinnovarsi mantenedo standard qualitativi molto elevati).
Tuttavia, a parte la bellezza intrinseca del titolo e fatto salvo quanto detto sopra, "Back To Times Of Splendor" non mi ha covinto fino in fondo; e infatti non è finito nella mia collezione di dischetti. In primo luogo per una certa mancanza di originalità: troppo evidenti i richiami alle sonorità consolidate del metal estremo svedese. Secondariamente va aggiunto il fatto che le parti di maggior pregio risultano in realtà poco omogenee rispetto all'intelaiatura di base del disco. Infine, a mio parere, c'è una prevalenza di brani troppo articolati e troppo distanti dalla forma canzone.
Il disco successivo, "Gloria" (2006, Metal Balde), è invece qualcosa di completamente diverso. È diverso innanzitutto il genere, addiruttura difficile da definire con una qualche etichetta, e comunque a distanze planetarie dal death metal del lavoro precedente. Sono diverse le soluzioni musicali (in termini di tipologia e gamma di strumenti impiegati, effetti sulle parti vocali, uso di campionature ed elettronica in genere). È diverso il cuore stesso della proposta musicale, con brani più brevi, più melodici, più progressivi ma più definiti nella struttura e certamente più gradevoli all'ascolto. Si tratta di un'opera estremamente dinamica e varia con un denominatore comune incentrato sull'eclettismo espressivo. Di fronte a una così elevata stratificazione sonora è certamente consigliabile un certo numero di ascolti, al crescere dei quali il CD sale di valore senza mai stancare, dote particolarmente rara.
Bello anche l'effetto che si ha nell'accostare titolo dell'album e nome del gruppo (Disillusion Gloria, ovvero la Gloria della Disillusione).
In definitiva un disco fortemente consigliato che spero sarà seguito presto da un nuovo album, magari ancora diverso e altrettanto sorprendente.