Non ho mai avuto una gran simpatia per le relazioni di parentela.
Fatte salve quelle di madre, padre, sorella, fratello, nonna, nonno e nipote, ho acquisito sin da piccolo una certa dimestichezza con zia, zio, cugina, cugino. Con gli anni ho imparato a muovermi anche nel territorio del suocero e della suocera, tuttavia, ancora oggi, non sono in grado di spiegare tutto il resto: se mi parlate di nuora, genero, cognata e cognato non so di dire di cosa si tratti esattamente; ci devo pensare e non sempre riesco a costruire la relazione corretta; in ogni caso ogni volta devo ricominciare da capo.
Per questi termini ho sempre avuto una profonda avversione, li ho sempre trovati poco logici, una inutile invenzione di parole. Sarà il mio modo matematico di pensare, secondo il quale è naturale usare un numero ridotto, il più piccolo possibile, di definizioni. Comunque, tempo fa, parlando con il buon Steve, ho scoperto di non essere l'unico ad avere difficoltà in questo ambito.