I bini non mi sono mai piaciuti, Francesco Cossiga in modo particolare.
È stato eletto Presidente della Repubblica Italiana a un'età, 56 anni, che sarebbe considerata normale in un qualunque altro Paese, in Italia invece, per tale ragione, è salutato come un recordman.
Tutti sono concordi nel ritenere che Cossiga sia custode di una quantità non idifferente dei cosiddetti segreti d'Italia (attentati, stragi, rapimenti, intrighi nazionali e internazionali, episodi misteriosi o poco chiari in genere); mi auguro che in questi anni li abbia affidati in forma scritta a un qualche diario da far uscire postumo; l'idea che finiranno nella tomba con lui non mi rallegra.
Ma non è di questo che mi interessa parlare ora.
Cossiga non ha mai perso occasione per vantare le sue profonde amicizie con il Popolo Basco e ha sempre supportato l'indipendenza di quello Stato. Encomiabile, una battaglia che condivido pienamente.
Ma Cossiga è soprattutto un Sardo, ed è triste osservare come nulla egli abbia invece fatto per supportare e favorire l'indipendenza della Sardegna, sacrosanta.
A qualcuno saranno subito venute in mente le parole di Esopo ("è facile essere coraggiosi da una distanza sicura"); che poi, nella versione moderna, suonano in modo leggermente diverso: facile fare i froci con il culo degli altri.