Se qualcuno mi intervistasse chiedendomi cosa temo di più in questo Paese non avrei dubbi nel fornire la mia risposta: giudici e giornalisti (i politici suscitano più ilarità che paura, dunque non entrano in classifica). Ma risponderei in Inglese, niente interviste in lingua finché la mia vera Nazione d'appartenenza non sarà indipendente e sovrana.
I giornalisti veri, quelli d'inchiesta per capirci, quelli davvero liberi, sono una rarità, la restante maggioranza sono addomesticatori o insabbiatori di notizie e fanno soprattutto i comodi e il volere dei loro editori. Quanto ai giudici, non passa giorno in cui non ci sorprendono con provvedimenti che sovvertono ogni logica di buon senso. L'ultimo caso risale a ieri, appunto.
Dopo una condanna in primo grado per reati collegati alla pedofilia, un insegnante di musica è stato riammesso dal giudice del lavoro alla sua professione presso la scuola media in cui precedentemente insegnava. È accaduto a un professore valdostano di 45 anni. La sentenza di reintegro è stata emessa ieri dal Tribunale di Aosta. Il docente era stato coinvolto nel 2001 in un'inchiesta della polizia di Bari: gli inquirenti lo avevano accusato di scambiare foto pedo-pornografiche e di chattare con altri pedofili utilizzando addirittura il computer della scuola dove lavorava. Da lì il rinvio a giudizio per diffusione, divulgazione e pubblicizzazione di materiale pedo-pornografico e la condanna in primo grado a due anni e 3.000 euro di multa. Il 10 Aprile 2007 l'assessore regionale all'istruzione ne aveva disposto la sospensione cautelare ma il docente aveva presentato ricorso al Tribunale di Aosta, sezione lavoro, e ieri il giudice ha dichiarato l'illegittimità della sospensione.
Questo reintegro suona comico ma soprattutto tragico. Come ha scritto Vittorio Feltri una quindicina di anni fa in un editoriale de L'Indipendente: "è come fare Dracula presidente dell'AVIS".
E questo sarebbe un Paese normale?