Saturday, February 23, 2008

Vivi con stile

Segnalo volentieri il sito www.viviconstile.org, realizzato da Legambiente e davvero ben fatto.
Qui di seguito l'introdizione di Daniele Poggio (vice-direttore di Legambiente).

Perché? Legambiente si è messa a fare la bacchettona e ora rompe le scatole a tutti proponendo un suo stile di vita? No, per niente. Anche perché, a ben guardare, gli stili di vita sono già oggi tanti e in futuro saranno ancora di più. Anzi, ci occupiamo degli stili di vita proprio perché non ci è data abbastanza libertà di scelta, non ci sono fornite abbastanza informazioni per decidere, non sono disponibili facilmente beni di consumo e servizi adeguati per vivere in case più accoglienti, uffici e luoghi di lavoro più sani, strade più sicure, ambienti naturali meno inquinati. L'acqua, l'aria e il clima sulla Terra, il suolo, la natura, non sono più abbondanti, puliti, disponibili, scontati. L'uso che facciamo dell'energia in casa, ad esempio, incide oggi sempre di più sul nostro conto in banca e sull'inquinamento dell'aria. E sommata a tutti i consumi energetici delle nostre case, insieme a quella degli edifici in cui studiamo, lavoriamo, usufruiamo dei servizi indispensabili al vivere moderno, la quantità di energia che consumiamo acquista una indubbia rilevanza geopolitica. Oltre ad una rilevanza rispetto alle conseguenze dei cambiamenti climatici sulla Terra. Ecco perché, pur non avendo soluzioni definitive, sentiamo il bisogno di occuparci, insieme a tutti voi, anche del nostro stile di vita di Italiani, di Europei, di cittadini di un mondo complicato per noi e, forse ancor più, per le prossime generazioni. "Viviconstile" vuole essere un esempio di sapere libero e condiviso. Da Aprile 2007 è diventato anche un libro ("Vivi con stile", Terre di Mezzo Editore, 170 pagine [...]. Opportunità inaspettate per cambiare il nostro stile di vita ci vengono continuamente offerte da nuove tecnologie o da nuove proposte di mercato, cui, ammettiamolo, non sappiamo resistere. Pochi di noi si sono resi conto di essere alla vigilia di una vera e propria rivoluzione nel nostro modo di vivere. Dopo quarant'anni sta cambiando il modo di costruire e di abitare le case. L'elettronica sta invadendo la nostra vita. Andiamo un po' di più in bicicletta, ma l'auto del futuro non sappiamo come sarà. Radio e televisioni, telefoni, metano ed energia elettrica (dal prossimo Giugno, anche per le nostre abitazioni) non sono più gestiti da un solo monopolista: non ne sono venuti solo vantaggi, ma torneremmo indietro? Leggi e regolamenti comunali ci impongono il risparmio d'acqua e il riciclo dei materiali, ci vietano di circolare con auto inquinanti, finanziano frigoriferi parchi di energia e incentivano la produzione di elettricità sui nostri tetti. Ecco, come tutte le rivoluzioni che si rispettino, anche quella in corso sarà una rivoluzione di tecnologie, di mercato, di leggi e valori. Tutto insieme. In altre parole, di un intero sistema. E come in tutti i grandi cambiamenti, è in gioco il potere: in questo caso il potere sui nuovi mercati del futuro, delle risorse, dell'accesso ai nuovi servizi. Noi vogliamo giocare dalla parte di quei cittadini che vorrebbero contribuire a determinare come saranno fatte le abitazioni del domani, a scegliere i beni che acquisteremo e le tecnologie che useremo. Nella telefonia siamo stati inondati di opzioni e piani tariffari, aumentando la nostra spesa pro capite. Nel nuovo mercato dell'energia vorremmo poter decidere in primo luogo quanta energia ci serve, in che forma (a che temperatura? per illuminare?) e, infine, di quale origine (solare, idraulica, petrolifera, ma anche proveniente da quale Paese, quale impianto?). Così come non ci basta sapere che mangeremo in una mensa a buon mercato, ma pretendiamo di poter scegliere tra alimenti diversi, coltivati differentemente (biologici, OGM...), la cui origine sia garantita dalla tracciabilità degli ingredienti. A cambiare siamo in molti, più di quelli che sono disposti a riconoscerlo. In pochi se ne sono accorti e sono (o cercano di essere) protagonisti di un simile cambiamento. Ne fanno parte, tra gli altri, i consumatori che fanno scelte di sostenibilità acquistando prodotti equi e solidali o alimenti biologici. Quelli che cercano mobili in legno naturale o vernici prive di solventi dannosi. Quelli che si sono comprati la bicicletta nuova, il motorino elettrico o che si sono iscritti al car-sharing. Sono pochi, ma fanno tendenza. Saranno sempre di più in futuro. Perché le scelte che fanno sono funzionali a migliorare la qualità di vita propria e delle future generazioni. Sono consumatori esigenti, persino egoisti. Intelligentemente egoisti, perché consapevoli che non si difenderà il proprio mondo rovinando quello degli altri. Chi infatti è disposto a comprarsi una casa che spreca energia ed essere obbligato a mandare i propri figli in guerra per garantirsi il petrolio per riscaldarla? Il cambiamento auspicato è anche necessario. Il nuovo rapporto sul clima e l'energia della Commissione Europea (presieduta dal sovversivo Jose Manuel Barroso) si apre con un "serve una rivoluzione". Le rivoluzioni nascono anche dalla convinzione che indietro non si può tornare, che i cambiamenti nel mondo, nelle economie, nelle relazioni tra i Paesi, nella natura, nel clima sempre più incerto, ci impongono di abbracciare nuove abitudini e nuove convinzioni. In un mondo interconnesso, la disponibilità d'acqua per le coltivazioni idrovore (soprattutto mais destinato al bestiame d'allevamento) della ricca Pianura Padana, dipende sempre più dalla quantità stagionale di pioggia: quantità sempre più incerta a causa dei cambiamenti climatici provocati dagli eccessivi consumi di petrolio nel mondo. Il futuro di Venezia è a rischio a causa dell'innalzamento del livello dei mari e non sarà il progetto Mose a salvarla. Il riscaldamento per il prossimo inverno dipende anche dalle relazioni internazionali tra Russia e Repubbliche Baltiche e la benzina dalle guerre in Medio Oriente o dall'economia cinese. E non basterà appendere la bandiera a strisce colorate della pace alle nostre finestre per garantirci un futuro libero e sicuro. Dobbiamo essere capaci insieme di sviluppare scelte diverse. Da consumatori liberi nella scelta del proprio stile di vita. Liberi perché fondata sull'autonomia della propria scelta di libertà: perché non ha bisogno di sfruttare il lavoro e le risorse di altri per reggersi. Non è poi così difficile: ce ne accorgeremo quando il pannello solare diventerà la testimonianza, la nuova bandiera da far sventolare sulle nostre abitazioni, scuole, palazzi pubblici.