Sono i proverbiali quindici minuti di celebrità di cui aveva parlato Andy Warhol in una frase ormai celeberrima. E adesso tocca alla pugliese Patrizia D'Addario, fino a ieri (giustamente) sconosciuta, che è balzata agli onori delle cronache recenti dopo che la procura di Bari si è messa a indagare su presunti giri di prostituzione legati a feste tenutesi in un paio di residenze di Berlusconi.
Per usare un'altra espressione celebre questo è il segnale chiarissimo di come la sempre più sinistrata sinistra sia ormai giunta alla frutta.
Non interessa più di tanto il fatto che le vicende oggetto dell'inchiesta siano vere o meno, per quanto poco probabili, ma va sottolineato come certe tempistiche e certi meccanismi siano ormai perfettamente oliati. Notizie diffamatorie gettate in pasto alla stampa tra un'elezione e un turno di ballottaggio, casualmente subito dopo una pesante sconfitta del PD, e la solita colata di odio personale riversata dai soliti vetusti personaggi politici, dai soliti giornalisti asserviti e dai soliti presunti intellettuali sul nemico pubblico numero uno Silvio Berlusconi.
Quello che la sinistra continua a non capire è che in politica, anche se si è dalla parte giusta e si ha ragione, nulla ha senso senza il consenso del popolo. Consenso che gli uomini di pupazzo Franceschini hanno perso da tempo e in modo lampante, come ben dimostrato anche dalla recente e non trascurabile penetrazione leghista nei loro storici feudi emiliani, romagnoli e marchigiani.