È stato presentato il nuovo rapporto di Legambiente sullo stato del mare. Il dossier Mare Nostrum 2009 dice in sintesi che buona parte del patrimonio naturalistico costiero è minacciato da abusi edilizi (cemento ed ecomostri in testa), scarichi illegali (con conseguente inquinamento) e pesca di frodo, con l'incredibile media di un reato ambientale ogni 500 metri di costa.
E non sorprende affatto che i primi quattro posti della classifica dell'illegalità siano stabilmente occupati dalle regioni meridionali col più alto tasso di presenza di criminalità organizzata (Campania ovviamente in testa; seguono Sicilia, Puglia e Calabria).
Legambiente sostiene, e in ciò sono pienamente d'accordo, che il problema più grave è l'assenza di una reale volontà politica che si adoperi per cambiare tendenza.
D'altra parte basta un semplice giro lungo le coste degli altri Paesi mediterranei per comprendere la gravità quasi irreparabile della situazione italica.
È di fronte a questo tipo di sfide che non credo per nulla nell'efficacia di un governo a guida Berlusconi, assolutamente insensibile alle questioni ambientali. E cosa fa la sinistra? Tace e si concentra sulle presunte escort del cavaliere. Qui c'è un Paese intero che rischia drammaticamente di andare a puttane, ma purtroppo in senso figurato, che è quello di gran lunga peggiore.