Monday, June 15, 2009

Interessanti sperimentazioni da Nokia

di Giulio Mandara
(apparso in origine su www.techup.it con il titolo "Nokia prepara il cellulare con la batteria sempre carica")

Un cellulare con la batteria sempre carica, che si alimenta ricavando l'energia necessaria dalle radiazioni elettromagnetiche in cui siamo immersi, trasformate in corrente elettrica. Al progetto sta lavorando Nokia nel proprio centro di ricerca di Cambridge. Lo racconta il capo del gruppo di ricercatori, Markku Rouvala, pur senza entrare troppo nei dettagli.

Il suo gruppo sta lavorando a un prototipo che potrebbe raccogliere fino a 50 milliwatt di potenza, sufficiente a ricaricare lentamente un telefonino spento. I prototipi realizzati al momento possono raccogliere da 3 a 5 milliwatt: per aumentare la quantità di energia raccolta, Nokia punta a sfruttare un ampio range di frequenze: occorrerebbe un ricevitore a banda larga, per poter raccogliere il segnale da 500 MHz a 10 GHz: in questo intervallo sono compresi molti dei segnali delle comunicazioni via radio.

Finora progetti di questo genere sono stati realizzati solo per mercati di nicchia, per alimentare per esempio sensori wireless; se il tentativo dell'azienda finlandese dovesse andare in porto, potrebbe segnare una svolta, portando questa tecnologia di alimentazione nei prodotti consumer del mercato di massa. Lo conferma Steve Beeby, ingegnere e fisico dell'Università di Southampton, portando un esempio: basti pensare che un lettore MP3 tipicamente richiede solo 100 milliwatt e per la maggior parte del tempo rimane in modalità basso consumo.

E il team leader Nokia di dimostra ottimista sulle possibilità di successo: l'azienda potrebbe presentare un primo cellualre autoalimentato nel giro di tre/quattro anni. In ogni caso, Nokia userebbe usare questa tecnologia in combinazione con altre, come celle incorporate nello chassis esterno dei telefonini per sfruttare l'energia solare.

Quello in corso al Nokia Research Center comunque non è l'unico progetto del genere: per esempio Intel ha realizzato con l'Università di Washington un sensore di temperatura e umidità che si alimenta col segnale da 1 megawatt emesso da un'antenna TV posta a 4 km di distanza, generando però solo 60 microwatt.