The West Pole, il nuovo lavoro dei The Gathering, sta transitando nel mio CD ormai da qualche giorno e presto seguiranno le mie impressioni specifiche.
Per ora, dopo ripetuti ascolti, posso dire che la scelta di Silje Wergeland - in sostituzione della storica Anneke - non mi è sembrata la mossa più azzeccata. Silje ha infatti una voce troppo simile a quella della van Giersbergen, ed è molto simile anche il modo di cantare e interpretare i brani. È dunque impossibile, anche volendolo, sottrarsi a un confronto; il punto, però, è che, da questo paragone, la Norvegese ne esce inequivocabilmente sconfitta. La sua voce sembra infatti la classica copia sbiadita e, passato l'iniziale smarrimento, non c'è pericolo di confonderla con l'originale. Silje appare meno personale, meno ispirata e grintosa, la sua timbrica, inoltre, è più infantile e zuccherosa, caratteristiche, le ultime due, che alla lunga rendono il cantato un po' noioso.
Per rendere l'idea è un po' come essere abituati a un buon bicchiere al giorno di Brunello di Montalcino, e passare improvvisamente allo stesso bicchiere in cui il Brunello è ancora presente, ma allungato con un 30% o un 40% d'acqua... insomma, non è esattamente la stessa cosa.