I Giardini Di Marzo, tratto dall'album Umanamente Uomo. Il Sogno (Lucio Battisti, 1972).
Un esempio indiscusso di canzone immortale.
Il carretto passava e quell'uomo gridava 'gelati!'
Al ventuno del mese i nostri soldi erano già finiti
Io pensavo a mia madre e rivedevo i suoi vestiti
Il più bello era nero e coi fiori non ancora appassiti
All'uscita di scuola i ragazzi vendevano i libri
Io restavo a guardarli cercando il coraggio per imitarli
Poi sconfitto tornavo a giocar con la mente e i suoi tarli
E la sera al telefono tu mi chiedevi: "perché non parli?"
Che anno è, che giorno è?
Questo è il tempo di vivere con te
Le mie mani, come vedi, non tremano più
E ho nell'anima, in fondo all'anima
Cieli immensi, e immenso amore
E poi ancora ancora amore, amor per te
Fiumi azzurri e colline e praterie
Dove corrono dolcissime le mie malinconie
L'universo trova spazio dentro me
Ma il coraggio di vivere, quello ancora non c'è
I giardini di Marzo si vestono di nuovi colori
E le giovani donne in quel mese vivono nuovi amori
Camminavi al mio fianco, ad un tratto dicesti: "tu muori"
Se mi aiuti son certa che io ne verro fuori
Ma non una parola chiarì i miei pensieri
Continuai a camminare lasciandoti attrice di ieri
Che anno è, che giorno è?
Questo è il tempo di vivere con te
Le mie mani, come vedi, non tremano più
E ho nell'anima, in fondo all'anima
Cieli immensi, e immenso amore
E poi ancora ancora amore, amor per te
Fiumi azzurri e colline e praterie
Dove corrono dolcissime le mie malinconie
L'universo trova spazio dentro me
Ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è